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Concetti Chiave

  • Il silenzio e l'ignavia sono fenomeni ricorrenti nella storia, spesso utilizzati dai potenti per mantenere il controllo.
  • La società moderna, a differenza di quella medievale, tollera di più l'ignavia, rendendo meno visibili coloro che non si esprimono.
  • Esistono situazioni in cui il silenzio è forzato, come nelle mafie, dove la paura e le minacce limitano la libertà di espressione.
  • Se gli ignavi moderni trovassero il coraggio di esprimersi, potrebbero innescare cambiamenti sociali significativi e rapidi.
  • L'ignavia oggi è vista come un ostacolo alla democrazia, poiché chi non si esprime contribuisce a mantenere lo status quo.

Indice

  1. L'importanza di studiare la storia
  2. L'ignavia e il potere
  3. Differenze tra ignavia medievale e moderna
  4. Il ruolo dell'ignavia nella società

L'importanza di studiare la storia

Si dice che studiare la storia sia importante per rimediare agli errori commessi nel passato, la verità però è che le modalità con cui si presentano questi “errori” sono sempre diverse e adeguate alle varie epoche: che siano battaglie o genocidi, le aberrazioni umane ci sono e ci saranno sempre. Probabilmente ciò si verifica perché solo cambiando la mente delle persone si potrebbe ottenere una positiva evoluzione sociale; indipendentemente dal tema o dal contesto si presentano sempre due grandi schieramenti ai quali aderire, c’è sempre una proposta e un’opposizione, il partito di destra e il partito di sinistra… infine, a vagare in mezzo a queste ondate di idee, c’è regolarmente qualcuno che si astiene dal prendere una decisione. Aprire la mente è una cosa fattibile; specialmente negli ultimi decenni, sono stati raggiunti obiettivi nel rendere normali situazioni precedentemente discriminate. In ogni caso niente sarebbe stato possibile se non ci fosse stata la volontà di far sentire la propria voce al mondo intero, anche solo nel tentativo di sradicare uno stereotipo. Dovrebbe venire naturale ed essere un desiderio di chiunque poter esprimere una personale ideologia e dare il proprio contributo, dovrebbe fare parte dell’indole umana avere delle intenzioni ben precise ed un piano da soddisfare.

L'ignavia e il potere

Invece non è così, molta gente viene catturata dall’abulia, forse perché non crede più nelle facoltà intellettuali che possiede e si arrende, sopportando qualsiasi condizione. Probabilmente la rassegnazione sia il più importante presupposto per far nascere l’ignavia ed è esattamente questo, l’acquiescenza, ad essere fondamentale per coloro che hanno il potere. Dante, già nel Medioevo, lo aveva reso noto, catapultando coloro che riteneva infingardi nell’Antinferno, destinati ad inseguire un’insegna in eterno e quindi, secondo la legge del contrappasso, fare ciò che avevano evitato per tutta la loro esistenza.

Differenze tra ignavia medievale e moderna

Certamente vi è una differenza sostanziale tra l’ignavo medioevale e quello odierno. La società comunale di Dante rendeva indispensabile la collaborazione attiva dell’abitante, di conseguenza l’uomo che non manifestava le proprie preferenze veniva notato, ripudiato e isolato rispetto a chi era partecipe. Al giorno d’oggi, invece, l’ignavo rimane comunque un protagonista silenzioso ma all’interno di ambienti ormai abbarbicati nella società che inducono queste personalità a continuare ad essere negligenti.

Il ruolo dell'ignavia nella società

Ma c’è sempre un secondo lato della medaglia, ciò vuol dire che esiste l’ignavo che decide di permanere inespressivo ma anche chi si vede quasi costretto ad esserlo ed un esempio eclatante lo si ha all’interno delle mafie. Queste associazioni riescono a vivere proprio grazie alla paura di molti, provocata tramite minacce e ricatti che hanno un’alta possibilità di concretizzarsi. Pertanto la scelta rimane tra una vita di silenzi o una ribellione mortale. Per questo sono in tanti che continuano a tacere pur di proteggere la propria incolumità e quella dei propri cari. Tale decisione, nel momento in cui diventa un comportamento reiterato anche se parzialmente giustificabile, va da un lato a influenzare e plasmare la vita di un’intera società e dall’altro permette ad una maggioranza negativa di assumere sempre più potere. Dunque è deduttivo pensare che se l’intera massa di ignavi prendesse posizione, arrivare ad una rivoluzione sociale sarebbe semplice e, in particolare con i mezzi odierni, piuttosto immediato. Forse nel 1300 era ammissibile l’ignavia date le poche conoscenze e i sistemi oligarchici, ma oggi no. Chi non si esplicita possiede e sa di avere (nel suo piccolo) grande valenza, per questo è un egoista, perché sta scegliendo di ostacolare la democraticità, un aspetto che dovrebbe essere alla base dell’umanità.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del silenzio nella società moderna secondo il testo?
  2. Il testo sottolinea che il silenzio, o l'ignavia, permette a una maggioranza negativa di acquisire potere e influenza, ostacolando la democraticità e il progresso sociale.

  3. Come viene descritto l'ignavo nel contesto medievale rispetto a quello odierno?
  4. Nel Medioevo, l'ignavo era notato e isolato per la sua mancanza di partecipazione attiva, mentre oggi rimane un protagonista silenzioso in una società che spesso lo induce a continuare ad essere negligente.

  5. Qual è la connessione tra l'ignavia e le organizzazioni mafiose secondo il testo?
  6. Il testo afferma che le mafie prosperano grazie alla paura e al silenzio delle persone, che scelgono di non ribellarsi per proteggere la propria incolumità e quella dei propri cari.

  7. Perché il testo considera l'ignavia moderna inaccettabile?
  8. L'ignavia moderna è considerata inaccettabile perché, a differenza del passato, oggi le persone hanno accesso a conoscenze e mezzi che permetterebbero loro di esprimersi e contribuire al cambiamento sociale.

  9. Qual è la soluzione proposta dal testo per superare l'ignavia?
  10. Il testo suggerisce che se la massa di ignavi prendesse posizione, sarebbe possibile realizzare una rivoluzione sociale, sfruttando i mezzi moderni per esprimere le proprie idee e contribuire al progresso.

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