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Concetti Chiave

  • L'anacoluto è una discontinuità sintattica che crea incoerenza logica in una frase, spesso usata per sfidare il lettore a pensare in modo più profondo.
  • Derivante dal greco "ἀνακόλουθον", l'anacoluto era usato nella retorica classica per errori logici e sintattici, ma anche per ottenere effetti stilistici.
  • Utilizzato consapevolmente o involontariamente, l'anacoluto è una figura retorica di disordine, distinta dall'iperbato che altera la posizione delle parole.
  • L'anacoluto mira a riprodurre discorsi frammentari, trovando largo impiego in poesie, commedie e flussi di coscienza per simboleggiare pensieri disgiunti.
  • Nella letteratura italiana, autori come Manzoni, Machiavelli e Pavese hanno usato l'anacoluto per arricchire i loro testi con espressioni originali e intense.
All’interno di questo appunto è descritto il costrutto sintattico dell'anacoluto. Di seguito sono riportate tutta una serie di informazioni che descrivono cosa sia l’anacoluto, la sua origine ed alcuni esempi a riguardo.

Indice

  1. Cos'è l'anacoluto
  2. Etimologia del termine
  3. Proprietà dell'anacoluto
  4. Funzione dell'anacoluto
  5. Esempi di anacoluto all’interno della letteratura italiana

Cos'è l'anacoluto

Con il termine anacoluto si fa riferimento ad una discontinuità inattesa nell'espressione di idee all'interno di una frase, che porta a una forma di parole in cui c'è incoerenza logica del pensiero.
L’anacoluto è quindi un costrutto sintattico, ovvero delle vere e proprie frasi interrotte a metà, in cui si nota un cambiamento all’interno della struttura sintattica che compone la frase e anche del significato interpretato in seguito all'interruzione della stessa. Un esempio tipico è il proverbio che dice "La roba buona, pensaci". Come si può notare da questo proverbio, vengono esortate tutte le persone a fare la scelta migliore. L’anacoluto però può verificarsi anche in modo involontario, ma in questo caso è considerato un errore che può verificarsi nella struttura della frase e di conseguenza risulta essere abbastanza incoerente. Nonostante ciò, l’anacoluto può essere utilizzato come tecnica retorica per sfidare il lettore a pensare in un modo più profondo ed intenso, oppure nella letteratura riguardante il flusso di coscienza in modo tale da rappresentare la natura disgiunta del pensiero associativo.
L’utilizzo dell’anacoluto solitamente è molto comune all’interno del discorso semplice, in cui un oratore potrebbe iniziare a dire una cosa, e poco dopo si interrompe per poi continuare in maniera brusca e incoerentemente, esprimendo una linea di pensiero totalmente differente. Quando questo discorso viene riportato in forma scritta, spesso viene incluso l’utilizzo di un trattino “-“ presente nel punto di discontinuità. In questo modo, ci si aspetta che l'ascoltatore ignori la prima parte della frase, nonostante in alcuni casi possa contribuire al significato globale.

Etimologia del termine

La parola anacoluthon è una parola derivante dall’antica lingua greca, nello specifico dalla parola “ἀνακόλουθον”. Nonostante ciò, nella retorica classica l'anacoluto era spesso utilizzato per l'errore logico di non sequitur, ma anche per l'effetto oppure per l’errore sintattico di cambiarne uno seguito con uno nuovo o improprio.

Proprietà dell'anacoluto

Solitamente, l’anacoluto viene utilizzato in maniera consapevole, ma anche non intenzionalmente oppure come artificio retorico. All’interno della retorica, l'anacoluto è spesso conosciuto come una figura di disordine in cui la sintassi che compone una frase non è messa in relazione con ciò che ci si aspetta. Comunque, l’anacoluto non deve essere confuso con un’altra figura retorica, ovvero l'iperbato, la cui funzione invece è quella di causare anche delle modifiche riguardo la posizione normale di parole e di frasi. L’anacoluto riguarda la sospensione all'interno di una frase da una costruzione all'altra contro l'ordine logico previsto della frase. Questo cambiamento può avvenire all'interno di una frase oppure sotto forma di tempo.

Funzione dell'anacoluto

Comunemente, l’obiettivo dell’anacoluto è quello di riprodurre un pensiero oppure un discorso, e di conseguenza trasferire le informazioni fondamentali verso la parte iniziale della frase. Di solito è usato negli scritti letterari, ma anche nei discorsi occasionali. Per esempio, all’interno delle conversazioni occasionali, l’anacoluto viene utilizzato in modo tale che la frase non sarebbe considerata corretta da un punto di vista grammaticale, mentre nelle opere scritte viene utilizzato in modo tale da riprodurre un discorso grossolano, confuso e semplice e per attirare l'attenzione di chi legge.
L’anacoluto è molto usato sia nelle poesie, ma anche nelle commedie e nei monologhi drammatici. Per di più, questa tecnica è utile per lo stile di scrittura del flusso di coscienza che è progettato per indicare pensieri in prossimità l'uno dell'altro, perché i pensieri non sono sempre coerenti e difficilmente corretti da un punto di vista grammaticale.

Esempi di anacoluto all’interno della letteratura italiana

L’anacoluto lo ritroviamo anche in alcuni proverbi di famosi autori italiani, tra cui ricordiamo Alessandro Manzoni che disse "Tanti galli a cantar non fa mai giorno", "io speriamo che me la cavo", "chi s'aiuta, Iddio l'aiuta". Lo stesso Manzoni recitò "quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro", "i soldati, è il loro mestiere di prendere le fortezze", "il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare". Esistono altri esempi come questi, infatti la letteratura italiana è colma di questi espedienti retorici: basta ricordare anche il famoso Machiavelli e con la frase scritta e indirizzata al suo amico Francesco Vettori che diceva “mi pasco di quel cibo, che solum è mio, et che io nacqui per lui”. Anche Cesare Pavese è ricorso all’uso dell’anacoluto come lo testimonia la frase “La luna bisogna crederci per forza”, facente parte del romanzo La luna e i falò. Oltre a questi grandi personaggi, non dobbiamo dimenticare anche Ugo Foscolo con “colui che l’acque cantò fatali” presente nell’opera “A Zacinto”, e Giovanni Verga con “si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua” presente della famosissima opera de “I Malavoglia”.

Domande da interrogazione

  1. Cos'è l'anacoluto?
  2. L'anacoluto è una discontinuità inattesa nell'espressione di idee all'interno di una frase, che porta a una forma di parole in cui c'è incoerenza logica del pensiero.

  3. Qual è l'etimologia del termine "anacoluto"?
  4. La parola "anacoluto" deriva dall'antica lingua greca, specificamente dalla parola “ἀνακόλουθον”.

  5. Quali sono le proprietà dell'anacoluto?
  6. L'anacoluto è una figura di disordine in cui la sintassi di una frase non è messa in relazione con ciò che ci si aspetta, e può essere usato consapevolmente o involontariamente.

  7. Qual è la funzione dell'anacoluto?
  8. L'anacoluto riproduce un pensiero o discorso trasferendo le informazioni fondamentali verso la parte iniziale della frase, ed è usato per attirare l'attenzione del lettore.

  9. Quali sono alcuni esempi di anacoluto nella letteratura italiana?
  10. Esempi di anacoluto nella letteratura italiana includono frasi di Alessandro Manzoni, Cesare Pavese, Ugo Foscolo e Giovanni Verga.

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