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Concetti Chiave

  • I cocktail sono miscele di ingredienti alcolici e non, con una base alcolica, un ingrediente aromatizzante e uno colorante.
  • Si classificano in short, medium e long drink a seconda del volume, e in base al momento del giorno in cui vengono consumati.
  • Esistono cocktail before-dinner, after-dinner e per tutte le ore, con varianti moderne dissetanti, corroboranti e dietetiche.
  • La preparazione varia tra bicchiere, mixing-glass e shaker, con il Boston shaker preferito per la sua capacità e trasparenza.
  • La scelta del bicchiere e la decorazione sono importanti per l'estetica e l'armonia del cocktail, utilizzando elementi come ciliegine e fette di agrumi.
I cocktail
Il cocktail è una miscela composta di più ingredienti, alcolici e non, felicemente amalgamabili tra loro. Letteralmente cocktail significa “coda di gallo”, in quanto gli effetti cromatici prodotti in questa miscela omogenea sembrano ricreare la variegata coda dei galli. Preparare un cocktail non è difficile, per realizzarne uno comunque occorre la presenza di almeno questi tre elementi:
- una base alcolica fornita da un distillato (brandy, tequila, gin, rhum, vodka, e whisky);
- un ingrediente aromatizzante offerto da un liquore con presenza di profumi, erbe e spezie tipo l’amaretto, il campari bitter, il cointreau, la crema di cacao, il vermouth dry e quello rosso.

- un ingrediente colorante che sappia dare il giusto effetto cromatico, per esempio può essere uno sciroppo, un succo di frutta, un liquore, l’angostura, il tabasco, sale o zucchero.
I cocktail si possono dividere in 3 grandi categorie:
- short drink (bevande corte fino ai 7 cl);
- medium drink (10 cl);
- long drink (bevande lunghe dai 20 ai 30 cl).
I cocktail possono essere classificati anche in base alla consumazione di questi che è fatta durante l’arco della giornata:
- before-dinner (cocktail aperitivi) devono essere stimolanti per l’appetito e preparare i succhi gastrici per il pasto e quindi prima del pasto; deve avere un sapore secco, leggermente aromatico. Non devono essere cocktail abbondanti ma nemmeno eccessivamente alcolici.
- after-dinner (cocktail digestivi) sono normalmente consumati alla fine di un pasto; per questo si richiede un cocktail con un sapore ricco e dolce che sia in grado di stimolare le funzioni metaboliche.
- cocktail per tutte le ore: consumabili in qualsiasi momento della giornata, da bere o durante il pomeriggio o nel tardo dopocena. Non devono essere troppo secchi, ma anzi dovranno risultare morbidi con gradazione alcolica non troppo elevata.
- cocktail di nuova tendenza: in questa categoria rientrano cocktail dissetanti, corroboranti, analcolici e dietetici. I cocktail dissetanti hanno un basso o totalmente assente contenuto alcolico e sono bevuti lontano dai pasti. Contengono frutta, succo di limone, ghiaccio e una bevanda gassata. Invece i cocktail corroboranti apportano energia e per questo sono presenti ingredienti molto calorici. Anche in questo caso la gradazione alcolica non molto elevata. I cocktail di frutta si possono mescolare tra loro i succhi centrifugati di frutta o centrifugare direttamente frutti diversi per ottenere sapori nuovi e piacevoli. Si possono addolcire con zucchero semolato, sciroppo di zucchero, zucchero di canna e miele. I cocktail dietetici, la caratteristica di questi cocktail è quello di avere un contenuto calorico basso. Si utilizzano succhi di verdura, succhi di frutta non zuccherati e yogurt.
I cocktail sono bevande che sono preparate in tre metodi:
- nel bicchiere; sono preparati i drink molto fluidi che non necessitano lo shakeraggio.
- nel mixing-glass; sono preparati i cocktail che vanno mescolati più a lungo senza shakeraggio, il cocktail che si ottiene è un miscelato chiaro e trasparente.
- nello shaker tradizionale/Boston shaker (detto anche americano), qua sono preparati tutti i cocktail che presentano ingredienti difficilmente amalgamabili tra loro perché troppo densi, e necessitano quindi di essere sbattuti vigorosamente. N.B. Il Boston shaker è molto più usato rispetto a quello tradizionale per 2 vantaggi: il cliente vede il prodotto; ha una maggiore capienza si possono preparare fino a 6 o 7 short drink.
La grande maggioranza dei cocktail short drink viene servita nella coppetta cocktail (5/6); ma è d’abitudine utilizzare anche altri bicchieri quali la doppia coppetta cocktail (8/10); il tumbler basso (i cocktail preparati in questo bicchiere sono chiamati anche “on the rocks”), la flute, il tumbler medio, il tumbler alto, il bicchiere per Irish Coffee, è il bicchiere per punch. Riveste importanza anche la decorazione dei cocktail durante il servizio poiché riesce ad armonizzare colori e sapori. Le decorazioni sono: ciliegina, oliva verde, fettine di arancia e limone, buccia di limone.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono gli elementi essenziali per preparare un cocktail?
  2. Per preparare un cocktail sono necessari almeno tre elementi: una base alcolica, un ingrediente aromatizzante e un ingrediente colorante.

  3. Come si classificano i cocktail in base alla loro quantità?
  4. I cocktail si dividono in short drink (fino a 7 cl), medium drink (10 cl) e long drink (dai 20 ai 30 cl).

  5. Quali sono le categorie di cocktail in base al momento della giornata in cui vengono consumati?
  6. I cocktail si classificano in before-dinner, after-dinner, cocktail per tutte le ore e cocktail di nuova tendenza.

  7. Quali sono i metodi di preparazione dei cocktail?
  8. I cocktail possono essere preparati nel bicchiere, nel mixing-glass o nello shaker tradizionale/Boston shaker.

  9. Quali decorazioni sono comunemente usate per i cocktail?
  10. Le decorazioni comuni includono ciliegina, oliva verde, fettine di arancia e limone, e buccia di limone.

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