Concetti Chiave
- La produzione enologica genera oltre il 20% di residui solidi e liquidi, superando spesso il volume del vino finito.
- In Italia, la vinificazione produce milioni di metri cubi di reflui enologici, che possono disturbare gli ecosistemi se smaltiti in modo incontrollato.
- I residui della vinificazione includono biomasse residuali, solidi di filtrazione, e reflui liquidi, insieme a imballaggi e rifiuti speciali.
- Sottoprodotti come raspi, bucce, vinaccioli e fecce possono essere valorizzati in diversi settori, inclusi fertilizzanti, mangimistica e bioenergia.
- Residui di filtrazione vengono generalmente smaltiti in discarica, ma possono essere recuperati per usi agronomici e produzione di acido tartarico.
Residui solidi in enologia
Più del 20% della produzione enologica è costituita da residui solidi e liquidi di varia natura e il processo stesso di vinificazione genera volumi di residui liquidi di tali da essere anche superiori a quelli del vino finito prodotto in un anno. In Italia, con una produzione di più di 40 milioni di ettolitri di vino ogni anno, si formano diversi milioni di metri cubi di reflui enologici. Tali residui anche se, di fatto, sono costituiti da inquinanti organici non tossici, quando immessi nell’ambiente in modo incontrollato, possono avere un impatto negativo sull’equilibrio degli ecosistemi naturali in cui ricadono.
Sottoprodotti e reflui enologici: in generale dalla lavorazione delle uve si ottengono i seguenti sottoprodotti: - biomasse residuali; - solidi di filtrazione e chiarifica; - reflui liquidi.Il complesso delle lavorazioni enotecnica, inoltre, produce imballaggi e altri rifiuti speciali.
I solidi di filtrazione: derivano per lo più dalle pratiche di cantina e vengono stoccati in recipienti speciali per poi essere conferiti a ditte specializzate adibite allo smaltimento di tali rifiuti (generalmente finiscono in discarica). in particolare, le farine fossili sono inquadrate come rifiuti e, in quanto tali, non possono essere smalti insieme alle acque reflue aziendali, ma è possibile avviare un processo di recupero utilizzandole per limitati usi agronomici. Bucce e fecce esauste sono sottoprodotti delle lavorazioni enotecnica impiegabili anche in molti altri settori, alimentari e non. Potenziali applicazioni per la valorizzazione dei sottoprodotti della filiera vitivinicola sono:
raspi sono impiegati come: fertilizzanti, compost, mangimistica, biomassa, materiale adsorbente, produzione di carbone attivo, frazionamento lignocellulosico, recupero di composti antiossidanti;
Bucce sono utilizzate come: alcol (bevande e biocarburanti), integratori alimentari (recupero di composti antiossidanti e fibre), coloranti, compost, mangimistica, bioenergia e biogas;
Vinaccioli sono utilizzati come: recupero di tannini, composti antiossidanti e agenti antimicrobici, farina di vinaccioli (uso alimentare e mangimistica), olio di vinaccioli (uso alimentare e cosmetico), biodiesel e lubrificante;
Fecce sono impiegate nella produzione di acido tartarico ed etanolo, pigmenti e coloranti, integratori alimentari, mangimistica;
Residui di filtrazione sono utilizzati nella produzione di acido tartarico, fertilizzanti, compost.
Domande da interrogazione
- Qual è l'impatto ambientale dei residui enologici se non gestiti correttamente?
- Quali sono i principali sottoprodotti della lavorazione delle uve e come possono essere valorizzati?
- Come vengono gestiti i solidi di filtrazione derivanti dalle pratiche di cantina?
I residui enologici, se immessi nell'ambiente in modo incontrollato, possono avere un impatto negativo sull'equilibrio degli ecosistemi naturali, nonostante siano costituiti da inquinanti organici non tossici.
I principali sottoprodotti includono biomasse residuali, solidi di filtrazione e chiarifica, e reflui liquidi. Possono essere valorizzati in vari modi, come fertilizzanti, compost, mangimistica, produzione di bioenergia, e recupero di composti antiossidanti.
I solidi di filtrazione vengono stoccati in recipienti speciali e conferiti a ditte specializzate per lo smaltimento, spesso finendo in discarica. Tuttavia, è possibile avviare un processo di recupero per usi agronomici limitati.