Qualità legale degli alimenti

Nel momento in cui una sostanza entra nella filiera alimentare come materia prima, semilavorato o prodotto destinato al consumo, deve obbligatoriamente rispondere a tutte le norme che a livello nazionale ed europeo ne regolano la produzione, il confezionamento e la distribuzione. Questa prescrizione nasce dall'esigenza di tutelare la salute e la sicurezza del consumatore finale. Se le caratteristiche di un alimento immesso sul mercato non corrispondono alle prescrizioni di legge si parla di frode alimentare. Ne esistono di due tipi, quella commerciale e quella sanitaria.
La frode commerciale è commessa da chi consegna all'acquirente un prodotto diverso da quello dichiarato o pattuito per origine, provenienza, qualità o quantità. Non è indispensabile che vi sia una differenza sostanziale tra quanto richiesto dal cliente e quanto consegnato dal commerciante, ma basta anche la sola differenza di origine o provenienza, o il diverso sistema di preparazione (per esempio il formaggio Asiago non corrispondente per qualità tecnologiche e produttive alle caratteristiche dell'Asiago originale). Casi ancora più frequenti di frodi commerciali riguardano la diversa quantità venduta rispetto a quella stabilita. Il caso più diffuso riguarda il mancato rispetto della norma che obbliga a calcolare il prezzo sul peso netto.

Mentre quelle commerciali colpiscono il consumatore sul piano economico, le frodi sanitarie attentano alla sua salute. Secondo il Codice Penale, queste frodi vengono commesse da chiunque detiene per il commercio o pone in commercio o distribuisce per il consumo acque, sostanze o cosa da altri avvelenate, adulterate o contraffatte in modo pericoloso per la salute pubblica, o comunque sostanze destinate all'alimentazione pericolose per la salute pubblica. Si tratta in pratica di delitti contro la salute pubblica e per la loro punibilità basta verificare l'intenzione del reato; porre in commercio significa anche soltanto esporre la merce al pubblico, a prescindere dalla sua effettiva vendita. Per la legislazione vigente le frodi alimentari vengono classificate in:
- adulterazione, che consiste nella manipolazione del prodotto alimentare che porti a una diminuzione del valore nutritivo;
- sofisticazione, che consiste nell'aggiunta non dichiarata di una sostanza estranea all'alimento per aumentarne il peso o migliorarne l'aspetto;
- contraffazione, che consiste nell'operazione con cui si sostituisce un prodotto con un altro (di valore o qualità inferiori) preparato in modo da trarre in inganno il consumatore. Si parla di agro-pirateria quando si falsificano prodotti tipici o marchi aziendali. Si parla di Italian Sounding quando si usano nomi, simboli e immagini riconducibili all'Italia.
- alterazione, quando una sostanza alimentare ha subito una modifica per un fenomeno di spontanea degenerazione. L'alterazione in sè non è dovuta a un comportamento umano volontario, ma il reato è dovuto alla volontà di porre in commercio il prodotto alterato, magari camuffandolo in modo da mascherarne le cattive condizioni.