Concetti Chiave
- Le norme volontarie nella filiera agroalimentare sono metodologie organizzative adottate in aggiunta alle normative di legge, per esigenze non essenziali.
- Queste norme possono essere regolamentate da enti legislativi tramite marchi di qualità o certificazioni nazionali, comunitarie, e internazionali.
- La certificazione è un processo in cui una terza parte indipendente attesta la conformità di un prodotto, processo o servizio a specifici standard.
- Norme come ISO 22000 e ISO 22005 garantiscono la sicurezza alimentare e la rintracciabilità nella filiera agroalimentare.
- Standard riconosciuti come GlobalGAP, BRC, e IFS sono utilizzati per assicurare buone pratiche agricole e la sicurezza degli alimenti nella grande distribuzione.
Norme volontarie nella filiera agroalimentare
Le norme volontarie si riferiscono a metodologie organizzative aziendali che, oltre al rispetto della normativa di legge vigente, rispondo a esigenze non essenziali, adottate volontariamente dall'imprenditore. Alcune norme volontarie sono regolamentate da una serie di vincoli emanati dagli Organi legislativi, come per esempio i marchi di qualità (DOP/IGP o la produzione biologica); altre sono emesse da Enti nazionali (UNI), comunitari (CEN) o internazionali (ISO), che certificano la presenza di specifici requisiti riferiti a modelli organizzativi riconosciuti.La certificazione è l'atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che, con ragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo o servizio è conforme a specifiche norme (standard).
Alcuni strumenti di certificazione sono applicabili alle aziende appartenenti a tutti gli anelli della filiera produttiva, altri invece intervengono solo in alcune fasi della filiera produttiva.
Le più comuni norme volontarie per la filiera agroalimentare sono:
- UNI EN ISO 9001:2008 - Sistemi di Gestione per la Qualità-Requisiti.
- ISO 22000:2005 - Sistemi di gestione della sicurezza agroalimentare.
- Certificazione volontaria di prodotto agroalimentare.
- ISO 22005:2008 - Certificazione di rintracciabilità della filiera.
- Certificazione di prodotto biologico.
- GlobalGAP (EurepGAP) - Buone Pratiche Agricole GAP (Good Agricultural Practice). Tale standard è globalmente riconosciuto per il settore agricolo e le sue procedure (GAP) sono applicabili sia dalle aziende agricole, alle coltivazioni e ai prodotti della terra, sia agli allevamenti e agli alimenti di origine animale.
- BRC - L'organismo che rappresenta tutti i maggiori operatori della Grande Distribuzione (retailer) britannici, il British Retail Consortium (BRC), ha sviluppato uno Standard Tecnico per aiutare il retailer a soddisfare pienamente i loro obblighi legali e a proteggere il consumatore fornendo una base comune per la verifica di tutte le aziende che forniscono i retailer con prodotti a marchio.
- IFS - Gli standard per la sicurezza degli alimenti della Grande Distribuzione.
Le norme UNI sono norme nazionali italiane, e significa che la norma è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI.
Le norme EN identificano le borme elbaorate dal CEN (Comitè Europèen de Normalisation).
Le norme ISO sono elaborate dall'International Organization for Standardization e rappresentano un riferimento applicabile internazionalmente.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo delle norme volontarie nella filiera agroalimentare?
- Quali sono alcune delle norme volontarie più comuni per la filiera agroalimentare?
- Che cosa rappresenta la certificazione nella filiera agroalimentare?
Le norme volontarie nella filiera agroalimentare si riferiscono a metodologie organizzative adottate volontariamente dagli imprenditori, oltre al rispetto delle normative di legge, per rispondere a esigenze non essenziali. Queste norme possono essere regolamentate da vincoli legislativi o emesse da enti nazionali, comunitari o internazionali.
Alcune delle norme volontarie più comuni per la filiera agroalimentare includono UNI EN ISO 9001:2008 per la gestione della qualità, ISO 22000:2005 per la sicurezza agroalimentare, la certificazione di prodotto biologico, GlobalGAP per le buone pratiche agricole, BRC per la grande distribuzione britannica, e IFS per la sicurezza degli alimenti.
La certificazione nella filiera agroalimentare è l'atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che un prodotto, processo o servizio è conforme a specifiche norme. Essa può essere applicabile a tutte le fasi della filiera produttiva o solo ad alcune di esse, garantendo la conformità e la sicurezza dei prodotti.