Concetti Chiave
- L'uso scorretto di agrofarmaci in agricoltura può avere gravi effetti negativi, amplificati dalla scarsa selettività dei principi attivi.
- I residui di agrofarmaci negli alimenti e il contatto diretto durante i trattamenti possono causare danni biologici agli esseri umani e ad altre specie animali.
- L'uso intensivo e indiscriminato di agrofarmaci porta alla scomparsa di specie utili, particolarmente nelle aree frutticole con trattamenti frequenti.
- La frutticoltura è particolarmente colpita, con fino a 40 trattamenti all'anno, minacciando insetti pronubi essenziali come le api.
- Durante la fioritura, gli alveari vengono temporaneamente portati nei campi per l'impollinazione e successivamente rimossi per proteggere le api dai trattamenti successivi.
L’impatto ambientale delle tecniche di difesa fitoiatrica
Gli effetti sull’ambiente dell’utilizzazione degli agrofarmaci in agricoltura sono molteplici e quasi tutti negativi. Tali effetti dannosi sono particolarmente gravi quando questi prodotti vengono utilizzati in modo scorretto, sia per quanto riguarda la somministrazione di dosi eccessive sia per la scelta sbagliata dei tempi di intervento; questi inconvenienti risultano inoltre ingigantiti dalla scarsa selettivita che presentano molti principi attivi di uso fitoiatrico.
In particolare risultano gravi i danni che questi prodotti provocano alle specie animali, uomo compreso, quando consuma alimenti che possono contenere residui di agrofarmaci o nel momento in cui effettua i trattamenti, se viene in contatto con essi. Essi sono infatti in genere caratterizzati da un’elevata zootossicità che può esplicarsi in danni biologici diversi. I principali effetti negativi derivanti dall’uso massiccio e indiscriminato di agrofarmaci sono i seguenti.La scomparsa di specie utili è uno danni più gravi provocati dall’uso continuo di agrofarmaci, specie se questi presentano una bassa selettività. Questo fenomeno può portare alla scomparsa quasi completa di alcune specie sensibili. Il danno è particolarmente elevato nelle zone dove è diffusa la frutticoltura: è noto infatti che il consumo di agrofarmaci nei frutteti, dove si è arrivati a contare fino a 40 diversi trattamenti all’anno, è maggiore rispetto a quello delle coltivazioni erbacee. Per esempio, nella coltivazione di piante arboree da frutto a impollinazione entomofila, essendo in questi ambienti molto limitata la presenza di insetti pronubi (insetti che trasportano il polline permettendo l’impollinazione), tra i quali le api sono i più importanti, numerosi alveari vengono portati in campo al momento della fioritura, in modo tale che api compiano l’ippollinazione delle piante; in questo periodo vengono sospesi i trattamenti con agrofarmaci per non danneggiare gli insetti pronubi. Appena compiuta l’impollinazione, gli alveari vengono trasportati altrove, per evitare che le api possano essere uccise dai trattamenti fitoiatrici che vengono eseguiti dopo la fioritura.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli effetti negativi principali dell'uso degli agrofarmaci in agricoltura?
- Perché l'uso di agrofarmaci è particolarmente dannoso nelle zone di frutticoltura?
- Quali misure vengono adottate per proteggere gli insetti pronubi durante la fioritura?
Gli effetti negativi principali includono danni alle specie animali, uomo compreso, e la scomparsa di specie utili a causa della bassa selettività degli agrofarmaci.
Nelle zone di frutticoltura, l'uso di agrofarmaci è maggiore e può portare alla scomparsa di insetti pronubi come le api, essenziali per l'impollinazione delle piante.
Durante la fioritura, i trattamenti con agrofarmaci vengono sospesi e numerosi alveari vengono portati nei campi per garantire l'impollinazione, poi spostati altrove per evitare danni alle api.