Concetti Chiave
- Le industrie agroalimentari producono sottoprodotti che, se non gestiti adeguatamente, possono causare inquinamento ambientale.
- I sottoprodotti con elevato contenuto organico possono essere riutilizzati in agricoltura come mangimi o fertilizzanti, altrimenti devono essere smaltiti come rifiuti speciali.
- La digestione anaerobica è una soluzione per convertire i sottoprodotti in biogas e digestato, quest'ultimo utilizzabile come fertilizzante.
- Le acque reflue delle industrie possono essere riutilizzate agronomicamente o trattate per ridurne il potenziale inquinante prima dello smaltimento.
- I fanghi di depurazione possono essere compostati o utilizzati nel processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas.
La gestione dei sottoprodotti di lavorazione
Le industrie di trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici generano sottoprodotti di lavorazione, scarti, fanghi di depurazione e acque reflue di differente tipologia e qualità e in notevoli quantità. Le gestione di questi sottoprodotti rappresenta un problema con notevoli implicazioni di carattere economico e ambientale poiché sono una potenziale fonte d’inquinamento, per il suolo e per gli ecosistemi acquatici. I rifiuti solidi (sottoprodotti) delle industrie agroalimentari sono caratterizzati da un elevato contenuto di sostanza organica. Se sono riutilizzati nel comparto agricolo come mangimi o come ammendanti (fertilizzanti), questi scarti solidi vengono considerati sottoprodotti, altrimenti devono essere considerati rifiuti speciali e smaltiti in modo idoneo. Un possibile utilizzo di questi sottoprodotti è quello della digestione anaerobica per la produzione di biogas. In tal caso, oltre al biogas, un prodotto finale di questo processo, sarà il digestato. Il digestato è un sottoprodotto del processo di digestione anaerobica, e rispetto alle biomasse di partenza si presenta omogeneo, con un tenore di umidità elevato, perché parte della sostanza secca è stata degradata biologicamente, cioè demolita dai batteri per la produzione di biogas. La sostanza organica che rimane risulta più stabile e contiene elementi di fertilità, quali azoto, fosforo e potassio, per tale motivo può essere utilizzata come materiale fertilizzante nelle principali colture agrarie. Anche le acque reflue delle industrie agroalimentari, che derivano dai processi di lavorazione, di lavaggio delle materie prime, dei locali e delle attrezzature hanno più o meno elevato contenuto di sostanze organiche biodegradabili. Esse possono avere un’utilizzazione agronomica, se conveniente, oppure possono essere recapitate in un corpo idrico, se il loro contenuto di sostanze inquinanti è compatibile con quanto previsto dalla normativa vigente, in alternativa possono essere immesse in fognatura, eventualmente previo trattamento depurativo presso lo stabilimento o all’esterno in modo da abbattere il potenziale inquinante. Anche i fanghi di depurazione delle acque reflue, per essere smaltiti, possono essere avviati al compostaggio oppure all’impianto di digestione anaerobica, cioè al digestore anaerobico per la produzione di biogas.Domande da interrogazione
- Quali sono le principali sfide nella gestione dei sottoprodotti di lavorazione delle industrie agroalimentari?
- Come possono essere riutilizzati i sottoprodotti solidi delle industrie agroalimentari?
- Qual è il ruolo del digestato nel processo di digestione anaerobica?
La gestione dei sottoprodotti di lavorazione rappresenta un problema con implicazioni economiche e ambientali significative, poiché possono essere una fonte di inquinamento per il suolo e gli ecosistemi acquatici.
I sottoprodotti solidi possono essere riutilizzati nel comparto agricolo come mangimi o ammendanti (fertilizzanti), oppure possono essere utilizzati nella digestione anaerobica per la produzione di biogas.
Il digestato è un sottoprodotto del processo di digestione anaerobica, che risulta omogeneo e ricco di elementi di fertilità come azoto, fosforo e potassio, rendendolo adatto come materiale fertilizzante per le colture agrarie.