Versione originale in latino
Talibus insidiis periurique arte Sinonis 195
credita res, captique dolis lacrimisque coactis
quos neque Tydides nec Larisaeus Achilles,
non anni domuere decem, non mille carinae.
Hic aliud maius miseris multoque tremendum
obicitur magis atque improvida pectora turbat. 200
Laocoon, ductus Neptuno sorte sacerdos,
sollemnis taurum ingentem mactabat ad aras.
Ecce autem gemini a Tenedo tranquilla per alta
(horresco referens) immensis orbibus angues
incumbunt pelago pariterque ad litora tendunt; 205
pectora quorum inter fluctus arrecta iubaeque
sanguineae superant undas, pars cetera pontum
pone legit sinuatque immensa volumine terga.
Fit sonitus spumante salo; iamque arva tenebant
ardentisque oculos suffecti sanguine et igni 210
sibila lambebant linguis vibrantibus ora.
Diffugimus visu exsangues. Illi agmine certo
Laocoonta petunt. Et primum parva duorum
corpora natorum serpens amplexus uterque
implicat et miseros morsu depascitur artus; 215
post ipsum auxilio subeuntem ac tela ferentem
corripiunt spirisque ligant ingentibus; et iam
bis medium amplexi, bis collo squamea circum
terga dati superant capite et cervicibus altis.
Ille simul manibus tendit divellere nodos 220
perfusus sanie vittas atroque veneno;
clamores simul horrendos ad sidera tollit,
qualis mugitus, fugit cum saucius aram
Taurus et incertam excussit cervice securim.
At gemini lapsu delubra ad summa dracones 225
effugiunt saevaeque petunt Tritonidis arcem
sub pedibusque deae clipeique sub orbe teguntur.
Tum vero tremefacta novus per pectora cunctis
insinuat pavor, et scelus expendisse merentem
Laocoonta ferunt, sacrum qui cuspide robur 230
laeserit et tergo sceleratam intorserit hastam.
Ducendum ad sedes simulacrum orandaque divae
numina conclamant.
Traduzione all'italiano
La cosa fu creduta grazie a tali insidie e all'arte di Sinone spergiuro e furono catturati dagli inganni e dalle lacrime fittizie coloro che non domarono né Diomede né Achille di Larissa non 10 anni, non 1000 navi (1186 secondo Omero) .
A questo punto un'altra cosa/prodigio maggiore e molto più tremendo viene offerto agli infelici e turba gli animi sprovveduti/incauti.
Laocoonte tratto a sorte come sacerdote a Nettuno sacrificava un toro enorme alle aree dedite (a questo sacrificio).
Ma ecco da Tenedo per il mare profondo e tranquillo, inorridisco parlandone, con delle immense spire due serpenti sovrastano il mare e insieme si dirigono verso il lido; e i loro petti dritti tra i flutti e le creste color del sangue sovrastano le onde e la restante parte striscia dietro sul mare e ripiega il dorso in immense volute. Si alza un suono mentre il mare spumeggia; e già raggiungevano la terra e con gli occhi ardenti iniettati di sangue e fuoco lambivano con le lingue vibranti le bocche sibilanti.
Pallidi in volto fuggiamo. Quelli con schiera decisa si dirigono verso Laocoonte. E prima entrambi i serpenti dopo aver avvolto i corpi dei due figli li stringe e divora a morsi i le misere membra; poi afferrano Laocoonte stesso che arriva in aiuto e porta delle armi, lo legano con le loro grandi spire, e già dopo averlo circondato due volte all'altezza della vita, avendo circondato due volte il collo con il dorso squamoso lo sovrastano con la testa e con le alte cervici.
Nello stesso tempo egli cerca con le mani di sciogliere quei nodi con le bende sporche di veleno, e insieme leva alle stelle grida orribili, come un toro leva muggiti quando sfugge dall'altare ferito e con la testa scuote la scure incerta. (Richiama l'Iliade e poi dante lo riprende nel 12 canto dell'inferno)
(Di Laocoonte non si dice la morte)
Ma i due serpenti strisciando fuggono ai templi che stanno sulla sommità e si dirigono sulla rocca della crudele Tritonide e si nascondono sotto i piedi della dea e dietro lo scudo della dea.
Allora un terrore nuovo si insinua in tutti nei cuori tremanti e dicono che Laocoonte ha pagato meritatamente la sua colpa che con la punta dell'asta aveva colpito il sacro legno e conficcato l'asta scellerata nel fianco. E gridano che il simulacro dove essere condotto all'interno della rocca e bisogna implorare il nume della dea.
(le parti scritte in corsivo sono annotazioni)