Versione originale in latino
Falsast ista tuae, mulier, fiducia formae,
olim oculis nimium facta superba meis.
noster amor talis tribuit tibi, Cynthia, laudes:
versibus insignem te pudet esse meis.
mixtam te varia laudavi saepe figura,
ut, quod non esses, esse putaret amor;
et color est totiens roseo collatus Eoo,
cum tibi quaesitus candor in ore foret:
quod mihi non patrii poterant avertere amici,
eluere aut vasto Thessala saga mari,
hoc ego--non ferro, non igne coactus, at ipsa
naufragus Aegaea (vera fatebor) aqua.
correptus saevo Veneris torrebar aeno;
vinctus eram versas in mea terga manus.
ecce coronatae portum tetigere carinae,
traiectae Syrtes, ancora iacta mihist.
nunc demum vasto fessi resipiscimus aestu,
vulneraque ad sanum nunc coiere mea.
Mens Bona, si qua dea's, tua me in sacraria dono!
exciderunt surdo tot mea vota Iovi.
Traduzione all'italiano
Questa fiducia nella tua bellezza è ingannevole, donna,
un tempo resa troppo superba dai miei occhi.
Il mio amore ti attribuì, o Cinzia, lodi tanto grandi:
mi vergogno che tu sia famosa grazie ai miei versi.
Spesso ho lodato te, commista di varie bellezze,
tanto che il mio amore ritenne che tu fossi ciò che non eri;
la tua carnagione è stata spesso paragonata alla rosea Aurora
mentre il candore nel volto era stato preparato.
Ciò che gli amici intimi non avevano potuto allontanare da me,
né la maga Tessala aveva potuto lavare nel vasto mare,
ora io lo ho allontanato, non costretto dal ferrò né dal fuoco, anzi
-dirò la verità- mentre ero naufrago nel mar Egeo.
Imprigionato nel crudele bronzo di Venere,
ero stato legato con le mani girate dietro la mia schiena.
Ecco, le navi inghirlandate hanno toccato il porto,
dopo essere state portate oltre le Sirti, ho gettato l’ancora.
Ora finalmente, spossato dai flutti smisurati, riprendo i sensi,
ed ora le mie ferite si sono rimarginate.
O Ragione, se sei una qualche dea, mi consacro nel tuo tempio!
Tante mie preghiere al sordo Giove sono cadute nel vuoto!