XLVI
Che fu uno degli efori, ve ne fornirò i testimoni, non i suoi compagni (infatti non lo potrei), ma quelli che lo hanno udito proprio da Eratostene.
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Eppure (i suoi complici) se avessero senno, testimonierebbero contro di loro e punirebbero duramente i maestri dei loro mali e, se avessero senno, non riterrebbero sacri i giuramenti (fatti) a danno dei cittadini, ma li trasgredirebbero facilmente per il bene della città. Per quanto li riguarda dico questo, chiama i miei testimoni. E voi salite (sulla tribuna). (Testimoni)
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Avete ascoltato i testimoni. Infine giunto al potere non partecipò a nessuna buona decisione ma a molte altre ben diverse. E se davvero fosse stato un uomo dabbene, avrebbe dovuto per prima cosa non partecipare a un governo illegale, e poi riferire al consiglio che le denunce tutte quante erano false, che Batraco ed Eschilide non riferivano la verità, ma erano portavoce delle accuse inventate dai trenta, e messe su per la rovina dei cittadini.
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Perché, giudici, quanti erano ostili verso il popolo non ci guadagnavano meno a tacere; infatti c'erano altri che parlavano e facevano cose delle quali non sarebbe stato possibile che ci fossero mali più grandi per la città. Invece quanti dicono di essere stati ben disposti (verso il popolo), come mai non lo dimostrarono allora, facendo loro stessi le proposte migliori e distogliendo gli altri che facevano del male?
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Purché non risulti che in quel discorso si sia opposto ai trenta; se non che, qui sarà chiaro che quei provvedimenti gli erano graditi, e che era così potente da non patire alcun male da parte loro opponendosi. Sarebbe stato necessario che egli avesse questa sollecitudine per la vostra salvezza, ma non per Teramene, che aveva molte colpe verso di voi.