XXXI
E tuttavia se occorresse avere indulgenza verso coloro che per la propria salvezza hanno rovinato altri, la avreste più giustamente verso di loro; era infatti pericoloso per chi era stato mandato (a perquisire) non andare e per chi aveva trovato (un ricercato) negarlo. A Eratostene era possibile dire che non l'aveva incontrato, e poi che non l'aveva visto: queste parole infatti non avrebbero avuto né una confutazione né una prova, così che non sarebbe stato smentito nemmeno da avversari che volessero che fosse tale.
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Era necessario che tu, Eratostene, se davvero fossi stato un cittadino onesto, avessi avvertito chi era destinato a morire ingiustamente, molto più che arrestare chi stava per morire ingiustamente. Ora le tue azioni sono divenute manifeste non come quelle di uno che si accorasse, ma come di uno che si compiacesse delle cose che avvenivano, così che questi (giudici) in base alle tue azioni più che in base alle tue parole devono dare il voto, prendendo i fatti che conoscono a documento delle parole allora dette, perché di queste non si possono esibire testimoni.
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Infatti non solo a noi non era concesso di essere presenti (ai consigli), ma nemmeno stare in casa nostra, così che è in loro potere, dopo aver fatto ogni male alla città, dire ogni bene di sé.
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Tuttavia questo non lo contesto, ma convengo, se vuoi, che ti sei opposto. Ma mi chiedo che cosa mai avresti fatto aderendo, quando pur dicendo di esserti opposto hai ucciso Polemarco. Ebbene, se per caso foste i suoi figli e i suoi fratelli, che fareste? Lo salvereste? È necessario infatti, giudici, che Eratostene dimostri una delle due cose, o che non lo condusse in carcere, o che lo fece giustamente. Ma lui ha riconosciuto di averlo arrestato ingiustamente, così che vi ha reso facile la votazione su di lui.
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E poi molti cittadini e stranieri sono venuti per sapere quale sentenza darete. Fra questi i vostri concittadini se ne andranno dopo aver appreso o che dovranno rendere giustizia delle colpe che abbiano commesso, o che riuscendo nelle cose che desiderano saranno tiranni della città, non riuscendo avranno i vostri stessi diritti; quanti stranieri si trovano in Atene, sapranno se giustamente o ingiustamente bandiscono i trenta dalle loro città. Se infatti quelli stessi che hanno patito il male da loro dopo averli avuti in loro potere li lasceranno liberi, certo penseranno di farvi la guardia con troppo zelo.