XVI
Avendo pensato queste cose, mi diedi alla fuga, mentre quelli facevano la guardia alla porta del vestibolo; essendo tre le porte che dovevo oltrepassare, per caso erano tutte aperte. Giunto a casa di Archeneo l'armatore, lo mandai in città a informarsi di mio fratello; tornato mi disse che Eratostene, sorpresolo sulla via, l'aveva portato in carcere.
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E io, sapute queste notizie, la notte seguente salpai per Megara. A Polemarco i trenta inviarono il loro solito ordine, cioè bere la cicuta, prima di dirgli la causa per la quale doveva morire: così tanto fu lungi dall'essere giudicato regolarmente e dal potersi difendere.
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E dopo che il morto fu restituito dal carcere, pur avendo noi tre case, da nessuna permisero che partisse il funerale, ma, presa in affitto una catapecchia, ve lo esposero. E pur avendo molti lenzuoli, non ne diedero nessuno a chi li chiedeva per la sepoltura, ma fra gli amici uno diede per la sepoltura un lenzuolo, un altro un cuscino, ciascuno ciò che si trovava ad avere.
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E trovandosi ad avere settecento scudi dei nostri, ad avere tanto argento, oro, bronzo, gioielli, mobili e abiti femminili quanti mai pensavano di prendere, e centoventi schiavi dei quali presero i migliori, consegnarono gli altri all'erario, arrivarono a tanta ingordigia e avidità e diedero una dimostrazione del loro carattere: infatti gli orecchini d'oro della moglie di Polemarco, che si trovava ad avere quando per la prima volta entrò nella casa, Melobio glieli strappò dagli orecchi.
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E neppure per una minima parte della nostra sostanza riuscimmo a ottenere compassione da parte loro. Così infierirono contro di noi per le ricchezze come (avrebbero infierito) altri che avessero rancore per gravi ingiustizie, noi che non eravamo meritevoli di questo da parte della città, ma che sostenevamo tutte le coregie, che versavamo molti contributi, che ci mostravamo rispettosi dell'ordine, che obbedivamo a ogni comando, che non avevamo nessun nemico, che avevamo liberato molti Ateniesi dai nemici, di tali soprusi reputarono degni noi che come meteci vivevamo ben diversamente da come loro vivevano da cittadini.