Le oche del Campidoglio
INIZIO: Περι μεσας νυκτας επιβαντες αμα πολλοι της πετρας εχωρουν ανω μετα σιωπης...
FINE: Τον δε τω θυρεω παταξας εις το προσοπον εωσεν οπισω κατα της πετρας.
Verso mezzanotte, dopo che molti entrarono insieme nella rupe, avanzarono verso l’alto in silenzio; infatti né un uomo né un cane li sentì. Ma c’erano delle oche sacre intorno al tempio di Giunone, che erano state nutrite in abbondanza in passato, allora però poiché il cibo era scarso e a fatica sufficiente per loro erano malnutrite poiché erano trascurabili.
L’oca è un animale per natura sia di percezione acuta sia pauroso dei rumori; quelle percepirono subito l’assalto dei Galli e con la loro corsa ed il loro starnazzare svegliarono tutti per portarli da loro. Poiché dunque erano presi dalla fretta che ciascuno avesse per caso un’arma, i Romani accorsero in aiuto da dove si trovavano. Tra tutti per primo Manlio, celebre per i pensieri della sua anima e per il suo corpo forte, si scontrò contemporaneamente con due nemici; vinse il primo dopo averlo colpito con la spada e dopo aver colpito il secondo al volto con lo scudo in seguito lo gettò giù dalla roccia.