Questo appunto di Greco contiene il testo in greco antico e la traduzione dell'episodio di Tarpea tratto dalla Vita di Romolo di Plutarco (17.2-4).
Testo in greco antico
Ἐπὶ τούτοις βαρέως φέροντες οἱ λοιποὶ Σαβῖνοι Τάτιον ἀποδείξαντες στρατηγὸν ἐπὶ τὴν Ῥώμην ἐστράτευσαν· ἦν δὲ δυσπρόσοδος ἡ πόλις, ἔχουσα πρόβλημα τὸ νῦν Καπιτώλιον, ἐν ᾧ φρουρὰ καθειστήκει καὶ Ταρπήϊος ἡγεμὼν αὐτῆς, οὐχὶ Ταρπηΐα παρθένος, ὡς ἔνιοι λέγουσιν, εὐήθη τὸν Ῥωμύλον ἀποδεικνύοντες· ἀλλὰ θυγάτηρ ἡ Ταρπηΐα τοῦ ἄρχοντος οὖσα προὔδωκε τοῖς Σαβίνοις, ἐπιθυμήσασα τῶν χρυσῶν βραχιονιστήρων οὓς εἶδε περικειμένους, καὶ ᾔτησε μισθὸν τῆς προδοσίαςἃ φοροῖεν ἐν ταῖς ἀριστεραῖς χερσί. συνθεμένου δὲ τοῦ Τατίου, νύκτωρ ἀνοίξασα πύλην μίαν ἐδέξατο τοὺς Σαβίνους. οὐ μόνος οὖν, ὡς ἔοικεν, Ἀντίγονος ἔφη προδιδόντας μὲν φιλεῖν, προδεδωκότας δὲ μισεῖν, οὐδὲ Καῖσαρ, εἰπὼν ἐπὶ τοῦ Θρᾳκὸς Ῥοιμητάλκου, φιλεῖν μὲν προδοσίαν, προδότην δὲ μισεῖν· ἀλλὰ κοινόν τι τοῦτο πάθος ἐστὶ πρὸς τοὺς πονηροὺς τοῖς δεομένοις αὐτῶν, ὥσπερ ἰοῦ καὶ χολῆς ἐνίων θηρίων δέονται· τὴν γὰρ χρείαν ὅτε λαμβάνουσιν ἀγαπῶντες, ἐχθαίρουσι τὴν κακίαν ὅταν τύχωσι. τοῦτο καὶ πρὸς τὴν Ταρπηΐαν τότε παθὼν ὁ Τάτιος ἐκέλευσε μεμνημένους τῶν ὁμολογιῶν τοὺς Σαβίνους μηδενὸς αὐτῇ φθονεῖν ὧν ἐν ταῖς ἀριστεραῖς ἔχουσι. καὶ πρῶτος ἅμα τὸν βραχιονιστῆρα τῆς χειρὸς περιελὼν καὶ τὸν θυρεὸν ἐπέρριψε. πάντων δὲ αὐτὸ ποιούντων βαλλομένη τε τῷ χρυσῷ καὶ καταχωσθεῖσα τοῖς θυρεοῖς ὑπὸ πλήθους καὶ βάρους ἀπέθανεν.
Traduzione in italiano
A questo punto, il resto dei Sabini si infuriò e, dopo aver nominato Tazio loro comandante, marciò su Roma. La città era difficilmente accessibile, avendo come fortezza l'attuale Campidoglio, sul quale era stata posta una guarnigione con Tarpeo come comandante, e non Tarpea, una fanciulla, come alcuni dicono, rendendo così Romolo un sempliciotto. Ma Tarpea, figlia del comandante, consegnò la rocca ai Sabini, poiché fu presa dal desiderio dei bracciali d'oro che aveva visto indossare loro, e chiese come compenso del suo tradimento ciò che portavano al braccio sinistro. Tazio acconsentì, dopodiché aprì una delle porte di notte e fece entrare i Sabini. Antigono, a quanto sembra, non fu il solo a dire di amare gli uomini che si offrivano di tradire, ma di odiare coloro che avevano tradito, né Cesare, a dire del tracio Remetalco, che amava il tradimento, ma odiava il traditore; ma questo è un sentimento molto diffuso verso i vili da parte di coloro che hanno bisogno dei loro servigi, proprio come hanno bisogno di certe creature selvatiche per il loro veleno e il loro fiele; infatti, mentre li amano quando ne traggono un vantaggio, ne aborrono la viltà quando ne hanno ottenuto ciò che desideravano. Questo era anche il sentimento che Tazio nutriva allora verso Tarpea, quando ordinò ai suoi Sabini, memori del loro accordo, di non lesinare alla ragazza nulla di ciò che indossavano sul braccio sinistro. E fu il primo a togliersi dal braccio non solo il bracciale, ma anche lo scudo, e a gettarglieli addosso. Tutti i suoi uomini seguirono il suo esempio, e la ragazza fu colpita dall'oro e sepolta sotto gli scudi, e morì per il numero e il peso di essi.