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LA STRUTTURA CICLICA DELLA LETTERATURA
14
14”.Questi contesti assumono il nome di “fasi”. N. FRYE ,Anatomia della critica. (1957)
Enaudi:Torino 1969 e 1987 p. 96 18
Introduzione: “modo” e critica
−
Derivante dal latino “modus” il termine “modo” presenta una situazione
lessicale complessa in quanto ricopre vari campi semantici nelle diverse
lingue romanze e non; in aggiunta queste ultime presentano fra di loro
dei significati che non sono in tutto e per tutto coincidenti. Si somma al
groviglio del problema anche il fatto che su questo termine vi è un
incrocio di significati, i quali giungono di volta in volta all'attenzione a
seconda della materia presa in esame. Si parla ad esempio di “modo” in
linguistica come in musica, in diritto come in filosofia.
In merito alla critica letteraria del '900, anche Todorov (Sofia, 1939)
utilizza inizialmente questo lemma nella sua terminologia. Egli distingue
infatti le categorie di “tempo”, “aspetto” e “modo”. Il primo termine
indica il rapporto fra il tempo della storia ed il tempo del discorso. Il
secondo indica il modo in cui la storia viene percepita dal narratore,
mentre il vocabolo “modo” è utilizzato per designare il tipo di discorso
utilizzato dal narratore stesso; il termine però verrà poi sostituito con
quello di “registro” .
1
Il critico che ha suggerito con più efficacia una terminologia poi
condivisa largamente è, però, Genette (Parigi, 1930). Egli utilizza la
voce qui presa in esame per due diverse necessità: nella prima il termine
“mode” è essenzialmente linguistico e concerne le variazioni di
1
1 R. CESARANI, Primo approccio alla teoria critica di Frye. Riflessioni attorno al concetto di “modo”, in
Ritratto di Northrop Frye, A. Lombardo, Bulzoni Editore 1989 p.31 19
informazione narrativa; quindi le forme e gradi della rappresentazione
narrativa. Si può dire, insomma, più o meno di qualcosa e raccontarlo a
partire da diversi punti di vista attraverso istanze narrative differenti. Il
narratore può essere ad esempio interno, esterno o focalizzato .
2
Ci si riferisce in questa prima accezione del termine, quindi, alla
“situazione dell'enunciazione”.
Nel secondo significato i modi sono per la narrazione quasi “forme
naturali”, come ad esempio la forma drammatica o epica.
I modi per Frye e il “ displacement ”
−
2
2 http://www.letteratour.it 20
Ad assumere un ruolo di primissimo piano nella teoria di Frye è quello
che potremmo definire con il termine “verosimiglianza”, quindi la
credibilità della storia, la quale risulta essenziale nella scansione dei suoi
“modi” della letteratura.
Per Frye infatti la “trasposizione”, nella sua terminologia il cosiddetto
“displacement” è la logica secondo cui agiscono i “modi” della
narrazione che costituiscono, secondo il piccolo glossario posto alla fine
di Anatomia della critica, “l'adattamento del mito ai canoni della
moralità o della plausibilità” e sono una “una convenzionale capacità di
azione attribuita ai personaggi principali nella letteratura d'invenzione” .
3
Il displacement, “corrisponde alle tecniche che uno scrittore usa per
rendere la sua storia credibile, motivata da un punto di vista logico o
accettabile sul piano morale – in breve, reale” . Regolando il rapporto tra
4
mito, romance e realismo, la trasposizione, serve per generare quello
che Aristotele chiama “l'impossibilità probabile”.
Nei modi “mimetici” si giunge attraverso un movimento che allontana la
letteratura dal mito e questa finirà con l'appare ai nostri occhi reale, ma
si tratta solamente di un inganno, il quale non potrà far altro che essere
scoperto grazie all'ironia che, contenendo spesso una parodia delle altre
opere, mostra come sia precaria l'illusione del realismo. In realtà, infatti,
quelle dei modi “mimetici” sono opere stilizzate e convenzionali come
quelle del mito stesso e di tutta la letteratura in generale.
3
3 N. FRYE, Anatomia della critica. (1957) Enaudi:Torino 1969 e 1987 p.483
4
4 D. FELTRACCO, Northrop Frye: anatomia di un metodo critico (2005) Forum Edizioni, Parma p.40
21
Partendo da Aristotele, Frye suddivide le opere in base al diverso grado
di realismo nella narrazione e quindi ai differenti gradi di levatura dei
personaggi rispetto al lettore e la stessa natura.
Questi possono essere migliori, peggiori o come noi e superiori o meno
alle leggi della natura. Seguendo queste distinzioni secondo Frye si
produrranno le cinque categorie divise appunto in base alla dignità
dell'eroe rappresentato:
L'eroe è un dio, quindi è superiore come tipo. La sua storia quindi
prende nome di mito (nel semplice senso, in questo caso, di storia
di un dio).
Se l'eroe è superiore agli altri uomini e all'ambiente è eroe tipico
del romance.
Dal mito si arriva quindi alla leggenda e al meraviglioso.
Se l'eroe è capo, sarà superiore agli altri uomini per grado, ma non
all'ordine della natura. Questo è l'eroe del mondo alto-mimetico e
quindi di buona parte di epica e tragedia.
L'eroe è un nostro pari, in tutto e per tutto. Da qui in poi il termine
eroe sarà per questousato in senso lato, si tratta infatti
semplicemente del personaggio cui ruota intorno la storia; saranno
d'obbligo quindi le virgolette. Questo nostre eguali è spesso
“l'eroe” del modo basso-mimetico, di molte commedie, romanzi e
novelle realistici. 22
Se è inferiore a noi è l'eroe del modo ironico.
Per il critico questi “modi” della letteratura hanno la caratteristica di
tendere a presentarsi in una successione storica.
Come si avrà modo di osservare meglio in seguito, poste le premesse che
determinano le categorie, non si otterrebbero conseguenzialmente solo
queste cinque, ma bensì tredici. Tuttavia Frye nei suoi studi elencherà
solo quelle qui presentate, probabilmente basandosi sulle varianti che
sono state utilizzate nella letteratura.
In ogni caso, tornando alla questione della credibilità dell'azione, i modi
del romance, alto-mimetico e basso-mimetico come una “serie di
trasposti miti […] si avvicinano progressivamente all'opposto polo della
verosimiglianza” da esso però si allontanano nuovamente tramite
5
l'ironia. Un distanziamento questo che risulta pari a quello del mito. In
base a quanto detto si può produrre la seguente tabella:
5
5 N. FRYE, Anatomia della critica. (1957) Enaudi:Torino 1969 e 1987 p. 70 23
Individuo comune o Eroe o Modo
pubblico Protagonista
Ambiente Uomini
- ++ ++ Mito
- + + Romance
- - + Alto-mimetico
= = = Basso-mimetico
++ - - - - Ironia
Tab 2.1 da N. Frye: anatomia di un metodo critico di D. Feltracco, Forum Editore, 2005 p.42
++ condizione di superiorità
- - condizione di inferiorità
= condizione di parità
Prendendo in prestito questa tabella si è eliminata la parte riguardante il
grado della verosimiglianza, la quale in origine è rappresentata come una
parabola i cui due estremi sono posti in corrispondenza del mito e
dell'ironia. Qui tuttavia si propone una ulteriore schematizzazione che
segue in linea generale quella precedente, ma che riguarda solamente la
parvenza di realtà presente nei diversi modi della letteratura: 24
MODI DELLA LETTERATURA VEROSIMIGLIANZA
Mito - -
Roman -
ce
Alto- +
mimeti
co
Basso- +
mimeti
co
Ironia - -
Tab. 2.2
− - verosimiglianza assente
− + verosimiglianza presente
Tuttavia aldilà della verosimiglianza e tornando alla distinzione elencata
precedentemente, quella in base alle capacità dell'eroe, non si può
omettere il fatto che ad essa si aggiunge una ulteriore e binaria
separazione nelle opere d'invenzione. Quest'ultima non va aldilà delle
cinque categorie fin qui esaminate, ma si potrebbe dire che si “indossa”
sopra a queste come un abito. Questa bipartizione si presenta in base al
rapporto che si instaura fra l'eroe e la società di appartenenza. Esso
infatti può essere incorporato o separato dal suo mondo sociale. Avremo
quindi modi di invenzione comici nel primo caso e modi narrativi tragici
nel secondo. 25
26
“Modo” tragico e comico
−
Come accennato precedentemente la distinzione tragico-comico si
applica sopra a quella dei gradi di potenza dell'eroe; quindi da questa
nuova unione si può ottenere la seguente bipartizione nei cinque modi
della letteratura:
Dionisiache sono le storie che celebrano la morte degli dei,
apollinea è invece la storia nella quale il dio viene accolto nella
società degli dei. Quindi per quanto concerne il mito, dionisiaco-
apollineo rappresentano la distinzione tragico-comico.
Nel romance si assume, nel primo caso, un tono elegiaco con la
morte o l'isolamento dell'eroe, mentre nel secondo e dal lato
opposto vi è l'idillico soprattutto con la pastorale e il tema della
fuga dalla società idealizzando un tipo di vita semplice.
Nell'alto-mimetico l'unico modo di isolare il capo è la sua caduta,
si unisce in tal modo l'eroico e l'ironico. Sul piano del comico
dove Frye pone la commedia antica di Aristofane, avremo il
trionfo dell'eroe a prescindere dalle sue azioni, sia che siano
intelligenti e oneste o meno.
“Pathos” è per Frye la parola che meglio riassume e definisce la
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tragedia basso-mimetica, questo è prodotto dal fatto che l'eroe, o
meglio in questo caso personaggio, in qualche modo ci è vicino
essendo a quel livello che è il nostro. Quindi questo personaggio,
in cui ci si può riconoscere, è preso da un conflitto tra mondo
esterno e mondo interno, fra la realtà immaginata e la contingenza.
La tragedia in questo caso può tradursi in un'ossessione dell'ascesa
sociale; Frye definisce questo tipo di personaggio con il termine
alazon (impostore), egli cerca infatti di essere altro da quello che
è. Sono alazon ad esempio il miles gloriosus e il filosofo
ossessionato di sé. Per quanto riguarda, invece, il comico, si ha la
commedia nuova di Menandro a base di riconoscimenti che
seguono incontri fortuiti. Abbiamo quindi spe