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CONCLUSIONE
Per concludere la mia tesi triennale dedicata alle riforme di Wang Anshi, desidero
proporre un'analisi finale che esamini le riforme stesse e i loro effetti sulla società Song,
avvalendomi di un altro studio comparativo, come già anticipato, di Greg Anderson
nell’opera A Tale of Three Reformers..
crescita e la caduta cicliche delle dinastie storiche cinesi spesso è stata punteggiata
‘’La
dall'emergere di riformatori che hanno cercato di portare miglioramenti e di impostare la nazione su
38
ciò che credevano essere il corso corretto‘’ . Con questa affermazione, Anderson introduce un
raffinato confronto tra le riforme di Wang Anshi e quelle di due altre figure eminenti della storia
cinese: Wang Mang, attivo durante la dinastia Han, e Zhang Juzheng, protagonista sotto i Ming.
Questo parallelo, fornito da Anderson, non solo mette in luce le peculiarità delle politiche di Wang
Anshi, ma permette anche di cogliere con maggiore profondità il suo pensiero riformatore e il suo
impatto storico. Anderson ci invita a riflettere su come, nel corso della sua vasta storia di oltre
quattromila anni, la Cina abbia conosciuto innumerevoli cicli di ascesa e caduta, innovazione e
stagnazione, prosperità e declino. Ogni dinastia cinese ha seguito uno schema ricorrente: un leader
carismatico fonda una nuova dinastia, trasmettendo un senso di ottimismo e speranza alla
popolazione, seguito da un periodo di massima fioritura, che può protrarsi per decenni o addirittura
un secolo, durante il quale la dinastia raggiunge il suo apice politico, economico e culturale.
Tuttavia, tale prosperità è inevitabilmente seguita da una fase di stagnazione e decadenza, che porta
infine alla caduta della dinastia. È proprio in queste fasi finali che emergono figure riformatrici,
animate dal desiderio di correggere gli errori del passato e ristabilire l'ordine. Questi uomini, spesso
a rischio della loro stessa vita, hanno tentato di mutare le sorti di dinastie in declino, combattendo
contro corruzione, disordini e abusi. Eppure, sebbene le loro intenzioni fossero nobili, la storia
dimostra che nessuno di loro è riuscito a prevenire la caduta definitiva della dinastia a cui
appartenevano. La storia si è rivelata, in diverse occasioni, tanto severa quanto benevola nei
confronti di questi tre riformatori, sebbene la maggior parte delle volte la crudeltà abbia prevalso.
La prossimità delle loro amministrazioni agli epiloghi delle rispettive dinastie, soprattutto nel caso
di Wang Mang, la cui ascesa al trono fu un’usurpazione, unita alla veemenza delle opposizioni
incontrate, ha contribuito a delineare resoconti poco favorevoli nelle cronache ufficiali degli Han,
Song e Ming. Ma con il passare del tempo, è emersa una rivalutazione delle loro riforme, che ha
fornito una visione più equilibrata degli effetti delle loro politiche sulla società e sullo Stato.
38 G. Anderson, “To Change China: A Tale of Three Reformers,” Asia Pacific Perspectives, 1 (2001): 1-19. 44
La vita e le riforme dei tre riformatori, sebbene separate da migliaia di anni, rappresentano tentativi
cruciali di invertire il destino di intere dinastie. Wang Mang , servì come reggente imperiale sotto
diversi imperatori durante la parte posteriore delll'ex dinastia Han. Le sue riforme erano
principalmente economiche inizialmente, ma sono state fortemente influenzate dalla riverenza di
Wang Mang per gli insegnamenti di Confucio. Le sue riforme si rivelarono quasi completamente
fallimentari, ancorate a un’idealizzazione del passato Zhou piuttosto che a soluzioni concrete per i
problemi contemporanei. In contrapposizione Wang Anshi e Zhang Juzheng si dimostrarono più
abili nel trattare questioni specifiche.
Sebbene entrambi non cercassero un sostegno formale da parte della burocrazia per le loro riforme,
quelle di Wang Anshi si distinsero per la loro portata e integrazione, includendo un'importante
componente auto-sostenibile.
Se non fosse stato per la caduta della dinastia Song del Nord, queste riforme avrebbero potuto dare
origine a cambiamenti più duraturi. Wang Anshi si affermò come Gran Consigliere sotto
l'imperatore Shenzong (1068-1085) verso la fine della dinastia Song del Nord, diventando celebre
esaminato nei capitoli precedenti
per il suo pacchetto di riforme, noto come ‘Nuove Politiche’ 新法,
e caratterizzato da un insieme integrato di riforme riguardanti la burocrazia, le forze armate,
l'economia e l'istruzione in Cina. L'imperatore fondatore della dinastia Song, Song Taizu, ha in
realtà aperto la strada affinché i riformatori potessero sfidare lo status quo. A differenza dei
fondatori di dinastie precedenti, egli ha posto un’enfasi significativa sulla continuità istituzionale
rispetto al regime Tang, evitando di imprimere un radicale distacco dal passato. Questo approccio
ha reso possibile contestare vari aspetti del sistema, i cui fondamenti risalivano ai Tang (618-907
d.C.), ma che erano disponibili per cambiamenti e sostituzioni, se ritenuti necessari per soddisfare le
esigenze del momento. Dalla metà dell'XI secolo, alcuni iniziavano a percepire che le esigenze del
paese richiedessero una trasformazione, sebbene pochi riformatori avessero proposto miglioramenti
sostanziali al sistema vigente. Durante la dinastia Song, la Cina operava sotto un sistema fiscale
simile a quello degli Han, in cui il governo centrale riscuoteva proventi da imposte fondiarie e
monopoli su prodotti come sale, ferro e tè. Tuttavia, la concezione prevalente del periodo escludeva
il principio della responsabilità fiscale. Inoltre, il governo implementava un sistema noto come
“corvée”, in cui i cittadini comuni venivano arruolati per fornire servizi pubblici. Questa politica,
simile a quella degli Han, affondava le radici in epoche antiche e nel corso del tempo, molti
proprietari terrieri riuscivano, attraverso tangenti o connessioni governative, ad esentarsi dalle tasse
e dal lavoro forzato. 45
Circa cinquecento anni dopo Wang Anshi, verso la fine della dinastia Ming, Zhang Juzheng servì
come Gran Segretario sotto l'imperatore Wanli (1573-1620). Le sue riforme, sebbene non
paragonabili a quelle di Wang Mang o Wang Anshi, si concentrarono sulla riforma
dell’amministrazione fiscale e su una gestione rigorosa delle finanze.
Nella storia cinese, le questioni legate specialmente alla proprietà della terra hanno generato
numerosi dibattiti: chi possiede realmente la terra? Chi ne beneficia? Quale destino attende i frutti
della terra? E quali tributi saranno imposti? La riforma agraria di Wang Mang è stata la più
controversa, mentre Wang Anshi e Zhang Juzheng si sono limitati a cercare di equilibrare le
imposte fondiarie. Ciò che accomuna i tre è l'obiettivo di incrementare le entrate fiscali attraverso
un’applicazione uniforme delle imposte. Le riforme di Wang Mang e Zhang Juzheng, pur
condividendo molte similitudini con quelle di Wang Anshi, mancavano di quella integrazione e
coordinamento caratteristici delle Nuove Politiche. Il programma di Wang Anshi si distingue per la
sua completezza, in quanto includeva tentativi di riformare non solo la burocrazia, ma anche il
sistema educativo che alimentava la stessa.
Sebbene tutti e tre i riformatori abbiano cercato di migliorare la gestione fiscale, i loro approcci
economici differivano in modo sostanziale. Prima di assumere la carica, Wang Anshi aveva
compreso che un semplice taglio dei costi non era sufficiente. Quando a uno dei suoi contemporanei,
Sima Guang, noto in seguito come celebre storico, fu chiesto dall'imperatore di affrontare la crisi
fiscale, la sua soluzione fu di limitare la spesa pubblica, una misura che si rivelò inefficace e fu
abbandonata dopo un anno.
Fu allora che l'imperatore si rivolse a Wang Anshi per risolvere il problema di bilancio. La sua
risposta sottolineava che ‘’non c'era alcuna Via (dao) nel governare le risorse… i funzionari
39
avevano perso la Via, il modo di creare ricchezza ‘’ . Con modo di creare ricchezza, Wang Anshi
si riferiva alle istituzioni, alle tecniche e all'autorità attraverso cui lo Stato avrebbe dovuto gestire la
raccolta e l'erogazione di beni e denaro nell'economia.
Dunque, le esperienze di Wang Mang, Wang Anshi e Zhang Juzheng illustrano non solo le sfide di
riformare un sistema consolidato, ma anche l'importanza di un approccio integrato e coordinato
nelle politiche pubbliche. Le loro storie ci aiutano a comprendere che, nonostante le buone
intenzioni, il contesto storico e le resistenze culturali possono ostacolare anche le riforme più
promettenti, come quelle di Wang Anshi.
39 G. Anderson, “To Change China: A Tale of Three Reformers,” Asia Pacific Perspectives, 1 (2001): 1-19. 46
Rivolgiamo ora un'attenzione finale agli effetti delle politiche di Wang Anshi, le quali si sono
dimostrate più durature rispetto a quelle dei suoi contemporanei. Il periodo di amministrazione di
Wang Anshi ha coinciso con un’epoca di relativa pace e prosperità. Anche i suoi detrattori hanno
riconosciuto che le sue riforme hanno condotto a un incremento delle entrate governative e a un
rafforzamento delle forze armate. Egli, tramite alcune riforme è quasi riuscito a liberare numerosi
agricoltori dagli obblighi di lavoro pubblici, consentendo loro di tornare alla produzione agricola.
Liu T. C in Reform in Sung China: Wang An-shih (1021-1086) and His New Policies osserva che:
‘’Wang Anshi non solo ha alleggerito il carico degli agricoltori, ma ha anche creato le basi per una
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maggiore produttività agricola ‘’ . Queste politiche hanno avuto un impatto significativo, poiché
permettevano agli agricoltori di concentrare le proprie energie sulla terra, contribuendo così a una
ripresa economica e sociale. Tuttavia, emergono indicazioni secondo cui l’aumento delle imposte,
possa aver contribuito a un incremento dei fenomeni di banditismo. Alcune delle misure attuate
e commerciale, riducendo nel
hanno conferito al governo un monopolio nel settore bancario
contempo l'onere degli interessi per gli agricoltori più poveri e privando i benestanti della
possibilità di sfruttare i tassi d'usura. Inoltre, la pressione fiscale è stata distribuita in modo più equo,
poiché i proprietari terrieri facoltosi hanno avuto meno opportunità di evadere le imposte fondiarie.
gli esiti economici delle riforme di Wang Anshi possono essere interpretati come una
In sintesi, dai ricchi ai poveri, la nazionalizzazione delle banche e del
ridistribuzione della ricchezza
commercio, e un incremento delle entrate governative—un modello che Greg Anderson definisce
come ‘socialismo’.
Anche se ci sono poche prove circa l'efficacia delle riforme educative di