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AHLER INE
A. B , La nascita psicologica del bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1978, p. 39)
ERGMAN
Inoltre, per “individuazione” l’autrice fa riferimento alla maturazione e alla strutturazione
del senso di identità; mentre la “separazione” riguarda la percezione di essere separati
dall'altro ovvero l’oggetto d'amore. 26
aspetti pulsionali ed evolutivi fondamentali sia per la diagnosi che per il
trattamento di pazienti gravi.
In particolare, è possibile comprendere il pensiero di Kernberg basandosi
44
sulla linea di ricerca di Edith Jacobson . Entrambi mostrano un forte interesse
per la patologia mentale grave (in relazione alla strutturazione della
personalità e la formazione delle rappresentazioni del Sé e dell’altro) e alla
costruzione di strumenti che permettano di inquadrare i problemi della
maturazione e sviluppo psichico della personalità a partire dalle osservazioni
cliniche. Tuttavia, Kernberg, procederà con la modifica di alcuni aspetti della
proposta teorica del medico tedesco approfondendo il tema del narcisismo
45
patologico in riferimento all’area dei disturbi di personalità .
Il principio di base su cui poggia il modello evolutivo psicoanalitico di
Kernberg prevede delle tappe evolutive che non costituiscono di per se delle
condizioni patologiche da cui il bambino, attraverso lo sviluppo, deve uscire
46
per raggiungere la normalità ma vede la patologia come un esito evolutivo
deviante possibile nel momento in cui il bambino non riesce a svolgere dei
compiti di sviluppo a causa di eventi traumatici o fattori costituzionali.
Kernberg ipotizza, nella genesi di un disturbo, i fattori ambientali, legati
alle carenze da parte della madre (o del caregiver) nelle prime fasi dello
sviluppo, e fattori costituzionali. Secondo l’autore, infatti, «Gli affetti sono
44 In particolare con la definizione di “mondo rappresentazionale” che fa riferimento a
immagini o esperienze passate da cui si ricavano mappe cognitive del mondo esterno
45 A. D C ; F. O (a cura di), Psicologia dinamica: I modelli teorici a confronto,
E ORO RTU
Laterza, Bari, 2010, pp. 246-247.
46 Di comune accordo con E. Jacoboson e a differenza della posizione di Melanie Klein 27
componenti istintive del comportamento umano, cioè inclinazioni innate
comuni a tutti gli individui della specie umana. Essi emergono durante i primi
stadi dello sviluppo e si organizzano gradualmente in pulsioni quando si
attivano come parte delle prime relazioni oggettuali. Gli affetti gratificanti - di
conferma, piacevoli - vengono integrati come libido in una pulsione
sovrastante, mentre gli affetti dolorosi - sgradevoli, negativi - vengono
47
integrati come aggressività» .
Con un approccio più contenuto all’interno del modello psicoanalitico,
Kernberg condivide con la teoria delle relazioni oggettuali l’idea che le
rappresentazioni del sé e dell’ oggetto (che si rispecchiano nella relazione
originaria madre-figlio) avviano uno sviluppo che coinvolgerà
nell’impostazione delle relazioni interpersonali future.
Al fine di creare una connessione tra la teoria delle relazioni oggettuali e
la struttura di personalità, Kernberg ipotizza che nel corso dello sviluppo
infantile si creino molteplici diadi interiorizzate sulla base di esperienze da cui
48
dipendono le successive relazioni. Alla base delle strutture psichiche ci sono,
infatti, la rappresentazione di sé, un affetto connesso a un impulso (o che lo
rappresenta) e la rappresentazione dell’altro (l’oggetto dell’impulso). I
47 O. F. K , Teoria psicoanalitica dei disturbi di personalità, New York: Guilford ,
ERNBERG
1996, trad. it. in J. F. C , M. J. L , (a cura di), I disturbi di personalità. Le
LARKIN ENZENWEGER
cinque principali teorie, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997, p. 115.
48 Per struttura si intende un pattern stabile e duraturo di funzioni mentali che organizzano il
comportamento, le percezioni e l’esperienza soggettiva di un individuo. Il concetto di
struttura psichica fu formulato per la prima volta da Freud nel 1922 e si fondava sulla
tripartizione della psiche in Io, Super-Io ed Es. 28
comportamenti dei soggetti con disturbo di personalità si caratterizzano,
dunque, per una mancata integrazione tra le strutture psichiche.
Mentre il modello freudiano presuppone la presenza di pulsioni innate
alla base di tutte le relazioni oggettuali che esigono immediata soddisfazione e
permettono lo sviluppo dell’apparato psichico in base al livello di
soddisfazione raggiunto, il modello di Kernberg considera l’uomo sociale per
natura fin dalla nascita e quindi in relazione con l’oggetto prima che le
pulsioni ne attuano l’influenza. Il sentimento di odio o amore, di conseguenza,
è già indirizzato verso oggetti. Ma, nonostante l’autore inquadra il suo
pensiero nell’ambito della teoria delle relazioni oggettuali, non rinuncia
all’ipotesi pulsionale per spiegare formazione di una struttura di personalità
patologica basata sulle diadi interiorizzate: «ho immaginato che ci sia ancora
bisogno di una teoria delle pulsioni, perché una teoria motivazionale basata
soltanto sugli affetti complicherebbe più del necessario l’analisi della
relazione di transfert verso gli oggetti dominanti dell’infanzia. Ci sono
molteplici affetti, positivi e negativi, verso gli stessi oggetti, e una teoria degli
affetti che fondi le motivazioni solo sugli affetti stessi mancherebbe di
prendere in considerazione le linee di sviluppo degli impulsi libidici e
aggressivi che organizzano la storia delle passate relazioni oggettuali
interiorizzate, che siamo arrivati a mettere in luce nel contesto
dell’esplorazione psicoanalitica. Credo che questa teoria motivazionale ci
permetta di tener conto del concetto di tendenza innata a un’attivazione
29
emotiva inadeguata o eccessiva […] e ci permette ugualmente di considerare
gli effetti del dolore fisico, dei traumi psichici e di disturbi gravi nelle
relazioni oggettuali precoci, in quanto fattori che contribuiscono a
intensificare l’aggressività come pulsione, innescando intense emozioni
49
negative» .
Secondo l’autore, inoltre, durante lo sviluppo si possono rintracciare
momenti di bassa intensità affettiva e momenti di intensità affettiva apicale,
determinati dalla presenza di un bisogno, del desiderio del piacere o del
desiderio di rifuggire il dolore, che «possono agevolare l’interiorizzazione di
relazioni oggettuali primitive organizzate lungo l’asse di quelle gratificanti,
ovvero “completamente buone”, o di quelle ostili, ovvero “completamente
50
cattive”» .
Le esperienze di picco affettivo vengono considerate di fondamentale
importanza in quanto sono quelle che più incidono per l’interiorizzazione di
rappresentazioni oggettuali dolorose o soddisfacenti. Anche in questo caso, il
prototipo dell’esperienza di soddisfazione è rappresentato dalla risposta della
madre al bambino che ha fame, mentre il prototipo del dolore e della
frustrazione consiste, al contrario, dalla mancata disponibilità da parte della
madre. L’esperienza della soddisfazione contribuirà a formare una diade in cui
49 O. F. K , Teoria psicoanalitica dei disturbi di personalità, New York: Guilford ,
ERNBERG
1996, trad. it. in J. F. C , M. J. L (a cura di), I disturbi di personalità. Le
LARKIN ENZENWEGER
cinque principali teorie, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997, p. 116.
50 O. F. K , Aggression in Personality Disorders and Perversions, Yale University
ERNBERG
Press, New Haven/London, 1992, trad. It A. G (a cura di), Aggressività, disturbi della
ILARDI
personalità e perversioni, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1993, p. 15. 30
si realizza un’immagine ideale di un Sé soddisfatto e di un oggetto
soddisfacente, mentre la frustrazione del bisogno insoddisfatto si rifletterà in
una diade caratterizzato da un oggetto deludente e da un Sé bisognoso e
impotente.
Nelle prime fasi dello sviluppo tali rappresentazioni vengono mantenute
51 52
scisse ma con il raggiungimento della costanza dell’oggetto le
rappresentazioni del Sé e dell’oggetto si unificano in un concetto integrato che
supporta una visione realistica di Sé e delle relazioni caratterizzati tanto da
affetti positivi quanto da affetti negativi.
Nel bambino che andrà incontro ad uno sviluppo normale si realizza una
graduale integrazione di queste rappresentazioni estreme buone e cattive di sé
e dell’altro mentre nei bambini che svilupperanno un disturbo borderline di
personalità il processo di integrazione non si realizza ma perdura una
scissione.
Lo sviluppo di rappresentazioni di sé, inoltre, si realizza attraverso una
specifica sequenza evolutiva in cui Kernberg traccia specifici compiti di
sviluppo che vanno a confermare quanto esposto.
51 A questo proposito Kernberg fa riferimento sia alla fase di separazione-individuazione di
Mahler sia alla posizione schizo-paranoide definita da Melanie Klein per indicare quello
stato in cui c’è una coesistenza della scissione (tra oggetti ideali e persecutori) e
dell'angoscia persecutoria.
52 È possibile inquadrare questa fase sia nella teoria di Mahler facendo rifermino quarto e
ultimo sottostadio del processo di separazione-individuazione (ovvero alla Costanza
dell'oggetto libidico) in cui il bambino ha una rappresentazione stabile e distinta di lui e di
sua madre, che nella posizione depressiva teorizzata da Klein in cui il seno della madre
(buono e cattivo) non viene più scisso in due oggetti separati ma viene considerato come un
oggetto nel quale sono integrati sia gli elementi gratificanti che quelli frustranti. 31
Il primo compito che il bambino dovrà assolvere durante il primo anno di
vita è quello di differenziare la rappresentazione di sé da quella dell’oggetto e
può andare incontro a problemi di tipo cognitivo e percettivo. Il mancato
adempimento, quindi, non è legato a dinamiche affettive ma a fattori
costituzionali che impediranno al bambino di fare una distinzione tra sé e
l’altro, tra ciò che è interno con ciò che è esterno che comporterà lo sviluppo
di una personalità di tipo psicotico (in quanto manca la capacità di fare un
corretto esame della realtà).
Il secondo compito evolutivo prevede l’integrazione tra le polarità
aggressiva e libidica dell’esperienza affettiva connesse alle rappresentazioni
di sé e dell’altro. Dopo l’instaurazione della di