Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Step 2 - Analisi dell’ “utente medio” di questo servizio (età media, professione, servizi maggiormente richiesti), possibilità di estrapolazione di dati Audience. Pag. 1 Step 2 - Analisi dell’ “utente medio” di questo servizio (età media, professione, servizi maggiormente richiesti), possibilità di estrapolazione di dati Audience. Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Step 2 - Analisi dell’ “utente medio” di questo servizio (età media, professione, servizi maggiormente richiesti), possibilità di estrapolazione di dati Audience. Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Step 2 - Analisi dell’ “utente medio” di questo servizio (età media, professione, servizi maggiormente richiesti), possibilità di estrapolazione di dati Audience. Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Step 2. Analisi dell’ “utente medio” di questo servizio (età media, professione, servizi

maggiormente richiesti), possibilità di estrapolazione di dati Audience.

1. Il tempo libero della popolazione italiana: chi guarda la televisione?

Il tempo libero è quella quota di tempo che gli individui tendono a riempire con attività

scelte liberamente, non soggette a vincoli imposti dall’esterno, non finalizzate a lucro, e ritenute

1

fonte di piacere e/o di riposo, è un tempo discrezionale, la cui allocazione, a parità di altre

caratteristiche strutturali come l’età e il genere, dipende non solo dalla capacità di spesa delle

famiglie, ma anche dai gusti personali. Come si legge nel rapporto annuale Istat del 2017, tra il

2009 e il 2014 il tempo libero a disposizione degli italiani non ha subito cambiamenti, né per i

2

giovani né per gli anziani. (Fonte: Istat, Indagine Uso del tempo)

I giovani di età compresa tra 3 e 24 anni hanno a disposizione in media 5h33’ al giorno da

dedicare ad attività di tempo libero. Tuttavia, considerando i diversi gruppi sociali d’appartenenza, i

giovani che vivono in famiglie a basso reddito con stranieri e di soli italiani hanno meno tempo

1 Belloni, M.C., Il tempo della città. Una ricerca sull'uso del tempo quotidiano a Torino, Milano, 1984.

2 Istat, “Rapporto Annuale 2017. La situazione del Paese”, consultato on-line all'indirizzo:

http://www.istat.it/it/files/2017/05/RapportoAnnuale2017.pdf in data 02/10/17.

libero a disposizione (5h22’) rispetto a quelli che vivono nelle famiglie della classe dirigente che,

con 5h54’ al giorno, sono i giovani con più tempo libero in assoluto.

Per quanto riguarda la qualità delle attività svolte, il gruppo di giovani che vivono in

famiglie della classe dirigente dedica più tempo, rispetto agli altri, ad attività di tipo ricreativo-

educativo (corsi extrascolastici) e attività di intrattenimento (teatro, cinema, mostre, spettacoli e

visite guidate). La televisione occupa, invece, buona parte del tempo libero dei giovani che vivono

in famiglie a basso reddito: quelle con stranieri (30,7% del tempo libero), le famiglie tradizionali

della provincia (28,2%), le famiglie a basso reddito di soli italiani (28,0%). La televisione

costituisce anche la principale attività del tempo libero nella popolazione tra 25 e 64 anni: in un

3

giorno medio gli adulti vi dedicano il 38,6% del loro tempo libero.

Il tempo libero per le persone di 65 anni assume una caratterizzazione più passiva rispetto

alle persone in età adulta: l’attività simbolo del tempo passivo è la televisione, a cui gli anziani nelle

famiglie tradizionali della provincia, dedicano buona parte della propria giornata, arrivando a

consumare davanti allo schermo il 50,6% del tempo libero.

(Fonte: Istat, Indagine Uso del tempo)

La televisione viene guardata abitualmente in tutte le fasce di età, ma i telespettatori sono

più numerosi tra i giovanissimi e gli anziani e, in particolare, tra i 6-14enni e i 65-74enni (per

entrambi pari a circa il 96%). I giovani la guardano meno, come confermano i dati, perché hanno

3 Istat, “Rapporto Annuale 2017. La situazione del Paese”.

più possibilità di svago: fra queste c'è sicuramente il web, consumo che spesso si integra con quello

della TV Le donne che guardano la TV sono di poco più numerose degli uomini (92,9% contro il

91,4 %) in tutte le fasce di età, fatta eccezione per le bambine di 3-5 anni, le 18-19enni e gli anziani

4

di 75 anni e più. (Fonte: Il Fatto Quotidiano)

I dati raccolti sugli spettatori dei tre principali gruppi televisivi del panorama italiano,

rivelano che la Rai è rete che attira il pubblico più “anziano”: il 58% degli ascoltatori ha più di 55

anni, solo il 5% della fascia ha 25-34 anni. Sky invece si conferma come il gruppo televisione più

giovane: solo il 35% degli ascoltatori ha più 55 anni (contro il 36% della popolazione), mentre il

41% è della fascia 35-54 anni. Mediaset sembra conformarsi meglio alla stratificazione della

popolazione, in particolare si registrano per questa rete maggiori ascolti nel cosiddetto target

5

commerciale 25-54 anni. Ad oggi, in ogni caso, la televisione rimane il mezzo di informazione più

6

usato dagli italiani, scelta dal 91,7% della popolazione nel 2015.

4 Istat, “Annuario statistico italiano 2016”, consultato on-line all'indirizzo: http://www.istat.it/it/files/2016/12/Asi-

2016.pdf in data 02/10/17.

5 Devescovi, Francesco, “Ascolti tv, chi l’ha detto che il piccolo schermo è morto?”, Il Fatto Quotidiano, 2017,

consultato on-line all'indirizzo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/16/ascolti-tv-chi-lha-detto-che-il-piccolo-

schermo-e-morto/3393784/ in data 02/10/17.

6 Istat, “Italia in cifre 2016”, consultato on-line all'indirizzo: http://www.istat.it/it/files/2016/12/ItaliaCifre2016.pdf in

data 02/10/17. (Fonte: Istat, “Italia in cifre 2016”)

Tuttavia, è interessante notare come nel 2016 sia stato registrato un calo di circa 3% rispetto

all'anno precedente: gli ascoltatori medi giornalieri della televisione, in prima serata, sono stati 24,6

7

milioni. Andando a osservare il livello sociale degli spettatori che hanno usufruito di meno della

TV, si nota come questi, per la maggior parte, sono i possessori del titolo di studio minimo, la

scuola elementare, o addirittura neanche di quello, mentre salendo col titolo di studio si scopre che

il ricorso alla TV non flette (per i diplomati) e addirittura aumenta (e non di poco) fra i laureati

8

rispetto al massimo della storia recente registrato nel 2012.

(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Nonostante l'uso della TV stia progressivamente diminuendo, le perdite sono però così

limitate da far supporre che per i prossimi anni essa rimarrà comunque il mezzo di comunicazione

più diffuso e usato dagli italiani.

7 Devescovi, Francesco, “Ascolti tv, chi l’ha detto che il piccolo schermo è morto?”.

8 Devescovi, Francesco, “Ascolti tv, chi l’ha detto che il piccolo schermo è morto?”.

2. Cosa guardano gli italiani? Il declino dei canali generalisti

Dopo il passaggio dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali, col passare degli anni c'è

9

stata una redistribuzione delle quote di ascolto dai canali generalisti a quelli tematici. La nascita di

questo genere di canali è un fenomeno molto interessante dal analizzare per raccogliere dati sul

consumo da parte degli spettatori. I nuovi palinsesti a canali tematici offerti dalle varie reti

includono una programmazione targettizzata per un pubblico specifico, con un unico genere di

10

trasmissione e/o unico tema, basandosi su un processo di fidelizzazione. Questi canali

rappresentano un'offerta complementare a quella generalista, indirizzati a un pubblico che manifesta

a gusti e preferenze specifiche. Inoltre, i contenuti dei canali tematici (programmi di

intrattenimento, cinema, serie TV etc.,) ben si prestano a essere recuperati o rivisti in un secondo

momento, sfruttando le potenzialità del web e dei dispositivi mobili (tablet, PC e smartphone),

sempre più utilizzati, che permettono agli spettatori di fare ciò.

(Fonte: Mbres, “Focus R&S sul settore TV (2011-2016)”)

9 Mbres, “Focus R&S sul settore TV (2011-2016)”, Milano, 2017.

10 A Grasso, A., Scaglioni, M., “Che cos'è la televisione”, Garzanti, Milano, 2003.

(Fonte: Mbres, “Focus R&S sul settore TV (2011-2016)”)

I principali canali tematici in chiaro in termini di share percentuale medio giornaliero:

(Fonte: Elaborazione personale sui dati Auditel, periodo di riferimento Luglio 2017)

3. Fruizione dei contenuti: non solo televisione, comunicazione anywhere, anytime

Oggi sempre più italiani, oltre alla tradizionale televisione, utilizzano dispositivi mobili per

fruire di contenuti e programmi offerti dalle reti. Il dispositivo mobile con maggiore penetrazione è

il cellulare (94,1%), con percentuali elevate anche per il PC (60,5% PC portatile, 49,2% PC fisso),

mentre meno diffusi risultano i tablet e le smart TV, rispettivamente con il 36,7% e il 27,7%. Si

tratta di strumenti di più recente introduzione e per i quali, soprattutto in riferimento alle smart TV,

11

è possibile ipotizzare un maggior ruolo nel futuro.

Tuttavia, poiché questa nuova modalità di fruizione dei contenuti, multiscreening e

transmediale, è un fenomeno in costante crescita, è necessario un aggiornamento del metodo di

rilevazione di quegli spettatori che non si limitano a fruire dei contenuti sulla classica televisione,

oltre che del pubblico che guarda i programmi in differita. A questo proposito, di recente Auditel ha

comunicato che, entro il 2018, gli ascolti TV saranno rilevati anche sui dispositivi digitali come PC,

12

tablet e smartphone, incaricando la società "comScore" di sviluppare le componenti tecnologiche e

i servizi necessari all’implementazione del sistema.

La disponibilità di dispositivi che forniscono accesso alla rete anche in mobilità, consente a

sua volta agli spettatori accesso a informazione e contenuti anywhere e anytime; pertanto, questa

categoria di consumatori non può essere considerata più come un segmento di nicchia, ma si tratta

13

invece di un trend sempre più rilevante, che coinvolge un numero di individui sempre maggiore.

(Fonte: Agcom, “Il consumo di servizi di comunicazione: esperienze e prospettive”)

Nel 2015, si sono registrati alti livelli di fruizione e di produzione di contenuti culturali in

rete: tra gli individui di almeno 6 anni, il 71% delle persone che ha navigato in rete ha utilizzato il

web per fruire di contenuti culturali; il 52,5% ha utilizzato la rete per leggere giornali, informazioni,

riviste online e il 32,7% ha guardato video in streaming. Tra le altre attività svolte in rete ci sono:

visione di film in streaming (25,1%) o di altri programmi televisivi (22,5%), ascolto della radio

11 Agcom, “Il consumo di servizi di comunicazione: esperienze e prospettive”, consultato on-line all'indirizzo:

https://www.agcom.it/documents/10179/6076453/Pubblicazione+20-10-2016/5328e481-c8da-4c0e-90da-

b071fe89009b?version=1.0 in data n data 02/19/17.

12 Auditel, “Device digitali: approvato il modello di rilevazione Auditel”, Comunicati stampa, 2017, consultato on-line

all'indirizzo: http://www.auditel.it/comunicati/ in data 29/09/17.

13 Agcom, “Il consumo di servizi di comunicazione: esperienze e prospettive”.

(23,0%), lettura/download di e-book/libri online (14,1%). Quasi un terzo degli utenti di Internet

(32,1%) carica e condivide sul web

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Argothian di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi strategica per il posizionamento di marketing e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Abate Antonio.