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FORMULE ELETTORALI: CAUSE ED EFFETTI

2.1 Analisi di Duverger e critica

Sartori intende per sistema elettorale una tecnica manipolativa

utilizzata dalla politica, tanto è vero che si hanno dei tipici effetti

derivanti dal maggioritario o dal proporzionale, su quello che è il

numero dei partiti. Duverger individua i cosiddetti effetti psicologici,

cioè quelli effetti che influenzano l’elettore prima del voto, infatti

secondo cui questo in presenza di sistemi maggioritari voterà per i

partiti che hanno possibilità di vincere, viste le alte soglie di

rappresentanza, applicando il voto utile. In secondo ordine agli

effetti psicologici intervengono, dopo aver espresso il voto, quelli

meccanici, poiché con la trasformazione dei voti in seggi, il

maggioritario favorisce i partiti maggiori. Tale effetto è in maggior

misura visibile nel maggioritario uninominale, infatti Duverger

afferma che questo tende al bipartitismo, mentre il proporzionale

tende a moltiplicare i partiti.

Queste due leggi di Duverger sono state duramente criticate,

innanzitutto da Sartori, il quale afferma che un proporzionale con

circoscrizioni piccole, tende ad avere un’influenza tipica

soglie alte e

del maggioritario, quindi ha effetti restrittivi, mentre in un

16

proporzionale puro si avrà una manipolazione nulla in quanto il

numero dei partiti non sarà superiore a quelli che possono accedere

alla rappresentanza in questione. Ulteriore critica mossa da Sartori a

Duverger, è che questo non individua una regola di conteggio per il

numero dei partiti, utilizzando tecniche diverse a seconda dei casi.

La generalizzazione di Duverger afferma che, i sistemi elettorali

riducono i partiti all’utilizzo del voto strategico, e alla traduzione dei

voti in seggi in modo non proporzionale, però per avere questo non

basta il sistema maggioritario, come ammesso anche da Duverger

nelle sue formulazioni. Egli afferma, infatti, che il sistema bipartitico

viene a crearsi in ogni singolo collegio, ma siccome i partiti possono

essere diversi in diverse regioni, a livello nazionale si ha un sistema

multipartitico. Quindi la legge di Duverger è irrilevante e, per far si

che questa sia confermata Sartori individua una soluzione, che va

ricercata nella forza dei singoli partiti: se questi sono molto forti e

hanno collegamenti in tutta la nazione, avendo un proprio elettorato,

la legge prevista da Duverger avrà i suoi effetti, quindi il

bipartitismo non è generato dai soli sistemi maggioritari, ma

dipendono dalla strutturazione del sistema partitico, senza la quale il

bipartitismo locale non può influenzare la formulazione dei partiti a

livello nazionale. 17

Le leggi di Duverger quindi sono state duramente criticate, ma non

sostituite. Solo Douglas Rae tende in concreto a definire la

competizione bipartitica, infatti definisce i sistemi bipartitici, come

quelli in cui il primo partito detiene meno del 70% dei seggi, mentre

i due maggiori partiti almeno il 90% (Sartori, 2004) . Anche Rae è

stato largamente criticato per questa sua definizione ,in quanto i suoi

conteggi si basano su singoli casi, che non vanno a identificare delle

caratteristiche sistemiche.

2.2 Come funzionano i sistemi elettorali

Nei vari sistemi parlamentari i governi dipendono dalle varie

maggioranze parlamentari, e non sono solo lo specchio di un sistema

elettorale, ma soprattutto il prodotto di sistemi elettorali che hanno

obiettivo

l’apposito di formare queste maggioranze. In un

proporzionale puro si avrebbe la semplice proiezione dei voti in

seggi, in altre parole si avrebbe una piena democraticità, ma a

scapito dell’efficienza e della rapidità decisionale a cui sono

questo l’esigenza primaria è quella

chiamati i governi. Per

dell’efficienza che porta alla piena legittimazione del governo e allo

stesso modo un sistema elettorale, più che a un sistema proiettivo,

deve essere visto come un trasformatore di energia (Ceccanti, 2011).

Un sistema elettorale ottimo può essere definito, come quello che

massimizza la funzione di preferenza sociale, in relazione alle scelte

18

possibili; se il massimo non è raggiunto il sistema elettorale ottimo è

individuato in quello che ha maggiori probabilità di raggiungere

questo massimo, sempre in relazione alle alternative definite

(Ortona, 1998).

Ogni elettore esprime un voto, e questo determina la formazione dei

vari seggi in relazione alla regola scelta; la regola è fissata

autonomamente, quindi le caratteristiche degli elettori sono

ininfluenti.

Nella ricerca i sistemi elettorali più studiati sono :

- maggioritario puro (M);

- maggioritario a doppio turno (D);

- voto di Condorcet (CD), dove gli elettori , in base alle varie

alternative scelgono il proprio ordine di preferenza, determinando il

vincitore;

- voto di Borda (B), dove ogni elettore dà un punteggio alle

alternative presenti, e vince quella con più punti;

dove ogni elettore indica l’alternativa preferita,

- voto di Hare (H) , e

il voto è continuo finché non rimane una sola alternativa;

si indica l’alternativa meno preferita

- voto di Coombs (C) ,in cui

determinando l’esclusione delle meno preferite;

- voto di approvazione (A), dove ogni elettore assegna un voto alle

alternative, e vince quella che raccoglie più voti; 19

- sistema proporzionale puro (P);

- sistema proporzionale con sbarramento (S);

- sistema italiano (I) , dove una parte dei seggi è determinata con il

un’altra con il proporzionale (Ortona,1998);

maggioritario e

Le tabelle sottostanti, riferite a un analisi di Ortona, individuano

l’ottimo arbitrario in base all’efficienza di Condorcet, che “è la quota

di volte in cui un sistema elettorale sceglie il vincitore di

Condorcet”.

Tab. 1 Efficienza di Condorcet di alcuni sistemi elettorali in funzione del numero

di alternative

Sistema 3 alternative 5 alternative 10 alternative

M 79 62 43

D 96 84 61

H 96 89 78

C 96 90 81

A 76 67 61

B 91 86 84

CD 100 100 100

Fonte: Ortona (1998) 20

elettorali massimizzano l’utilità

Tab. 2 Percentuale di volte in cui alcuni sistemi

sociale in funzione del numero di alternative

Sistema 3 alternative 5 alternative 10 alternative

M 83 69 53

D 89 80 68

H 89 82 75

C 90 85 82

A 95 89 87

B 95 94 96

CD 93 92 92

Fonte: Ortona (1998)

Tab. 3 Efficienza di Condorcet di alcuni sistemi elettorali con 15 candidati in

funzione del numero di elettori

Sistema 5 elettori 25 elettori 201 elettori 999 elettori

M 71 42 31 27

D 56 47 44 45

B 84 85 85 85

H 66 70 72 75

C 86 75 75 71

Fonte: Ortona (1998)

tabella 1 l’alternativa migliore è quella del vincitore di

Nella

Condorcet, mentre nella tabella 2 il sistema migliore deriva dalla

massimizzazione delle utilità individuali, in base alla funzione di

preferenza sociale assegnata. Questi risultati sono interpretati a

ragione dei sistemi di Condorcet e di Borda, ma a scapito del

21

tabella 3 si evidenzia l’effetto del numero

maggioritario puro. Nella

di elettori, evidenziando la convenienza del voto di Borda.

I risultati presentati si riferiscono all’ipotesi di imparzialità culturale,

dove ogni alternativa ha la stessa probabilità di vincere, quindi

uguali possibilità di essere prima preferenza. Sono adottabili due

altre ipotesi, quella di cultura bipolare dove una parte di elettori ha

si rifà all’imparzialità

un ordine di preferenze, e la rimanente

culturale; quella di cultura uniforme, invece suppone che una parte

di elettori ha un proprio ordinamento, mentre la restante parte giace

sotto l’ipotesi di imparzialità culturale. Quindi i risultati sono

influenzati dal sistema di preferenze stabilito.

Come affermato precedentemente, i requisiti fondamentali di un

sistema elettorale, prevedono che i rappresentanti eletti devono poter

governare efficientemente, ma questi devono anche rappresentare il

maggior numero possibile di elettori. In un governo dove tutto è

nelle mani di un singolo soggetto si ha efficienza decisionale ma

dell’elettorato, mentre

scarsa rappresentanza un governo dove tutti

che l’efficienza decisionale sia

gli elettori sono rappresentati fa sì

a un’alta rappresentanza. Ecco,

bassa rispetto dunque, che dal trade -

off tra governabilità e rappresentatività si stabilisce quello che è il

sistema elettorale ideale. 22

Fig.1 Il sistema elettorale ideale

Fonte : Ortona (1998)

Questo trade-off , proposto da Ortona, è rappresentato nella figura 1,

dove la curva I è una curva che massimizza la governabilità nel

sistema G, mentre nel sistema R va a massimizzare la

rappresentatività; la curva II è una curva di indifferenza fra

governabilità e rappresentatività e l’intersezione x tra le due curve è

il sistema ideale. Se il sistema ottimo non è individuabile possiamo

che si trovano nell’ala nord-est

stabilire, che i sistemi sono

preferibili rispetto a quelli di altre aree.

2.3 Effetti dei sistemi elettorali

La principale differenza che emerge analizzando e confrontando il

sistema maggioritario a collegio uninominale e quello proporzionale,

23

è che il maggioritario esprime un solo vincitore mentre nel

proporzionale sono eletti i soggetti in proporzione ai voti conseguiti,

quindi possiamo avere un effetto riduttivo nel maggioritario e uno

partendo dall’analisi di

moltiplicativo nel proporzionale. Tuttavia

Sartori questo effetto nel proporzionale non esiste, in quanto

l’elezioni con il voto proporzionale erano accompagnate

del suffragio, e dall’aumento del numero dei partiti, e

dall’estensioni

così i nuovi elettori avevano libertà nella scelta dei partiti da votare,

quindi non avveniva una moltiplicazione dovuta al proporzionale in

quanto a cambiare era il numero dei partiti entrati in gioco. Si è

arrivati alla conclusione che la proporzionale fotografa la situazione

partitica ma non ha alcun effetto moltiplicativo, in quanto questo è

un sistema tanto debole in relazione alla sua purezza. Tuttavia i

proporzionali sono quasi tutti impuri, quindi la proporzionale ha

maggiori effetti tanto più è impura, perché corretta da soglie di

sbarramento e premi di maggioranza, fermo restando che il

proporzionale di effetti propri non ne ha, ma ha solo quelli di un

maggioritario indebolito.

Passando al sistema uninominale, questo produrrà un sistema

bipartitico a seconda che i partiti abbiano una forte

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
80 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tordan2011 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Giuranno Michele.