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RINGRAZIAMENTI
Innanzitutto ringrazio la professoressa Denise Bonapace per avermi guidata nella
stesura e progettazione di questa tesi.
Vorrei poi ringraziare tutta la mia famiglia ed i miei amici che mi hanno accompa-
gnato durante il percorso accademico.
La mia più sincera gratitudine va a nonna Lucia, che con la sua pazienza e la sua
dedizione mi ha insegnato l’arte della maglieria. La sua abilità e il suo amore per
questo lavoro mi hanno ispirato e mi hanno dato la motivazione di continuare.
Un ringraziamento speciale va anche ai miei genitori, con il loro amore incondi-
zionato e il loro supporto costante sono stati la mia roccia durante questo viaggio.
Grazie per avermi sempre spinta ad inseguire i miei sogni.
Ringrazio i nonni Isa e Rino per l’affetto e il sostegno che non mi avete mai fatto
mancare.
Non posso dimenticare di ringraziare anche le mie amiche Martina e Sara, per le
ore di studio passate insieme ma soprattutto per i momenti di divertimento e
spensieratezza. Grazie per essermi sempre vicine.
Grazie di cuore a tutti voi per aver creduto in me e per avermi sostenuto in ogni
momento.
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INDICE
INTRODUZIONE
9 IL FILO
1 1 Filatura: dalle fibre al filato
12 Simbologia del filo tra mito e semantica
14 Fiber Art: il linguaggio del tessile
IL FILO E DONNA
19 UOMO E MEDIUM TESSILE
24 MAGLIERIA
29 Lavorare a maglia
32 Avvolgenza o costrizione: simbologia della maglieria
34 Arte in maglia
UNCINETTO
39 Il fare lento
4 1 Un intreccio virtuoso: simbologia dell’uncinetto
42 L’uncinetto come linguaggio artistico
TESSITURA
45 Alle origini del tessuto
47 Tessere l’essere: simbologia della tessitura
50 Trame d’arte
RICAMO
55 La storia per filo e per segno
7
5 Raccontare e ricucire: simbologia del ricamo
58 Disegnare con l’ago
VESTIRE L’ARTE
63 BIBLIOGRAFIA, FILMOGRAFIA E SITOGRAFIA
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6 7
INTRODUZIONE
Una ricerca che trascende le tendenze di tessuti dettate dalla moda e dagli stilisti per
indagare il significato intrinseco del medium tessile, il suo valore antropologico e
magico, nonché il suo utilizzo nel mondo dell’arte.
Le tecniche tessili sono antiche pratiche artigianali che accomunano uomini e don-
ne di tutto il mondo e che attraverso un fare lento, metodico, rituale e rigoroso
sublima la semplicità o la preziosità delle fibre per creare tessuti, arazzi e abiti de-
stinati ad accompagnare le tappe dell’esistenza umana.
Il gomitolo racchiude un patrimonio di saperi e tradizioni ed il filo ha in sé la for-
za magica del racconto, sfida la pesantezza della materia e le leggi dello spazio; il
tessuto dialoga con la luce e l’ombra creando un passaggio tra un qui e un altrove.
Analizzeremo le principali lavorazioni, ovvero maglieria, uncinetto, tessitura e rica-
mo, dal punto di vista tecnico e del loro sviluppo storico, dalla preistoria fino alla
loro evoluzione nel corso del XX secolo in cui hanno assunto una nuova declina-
zione con la Fiber Art.
Una particolare attenzione è riservata alle artiste donne, che hanno fatto del tessile
il loro elemento distintivo. Lo studio mette in luce come, attraverso il nodo, il filo
ed il tessuto ogni autrice trova un modo per creare un legame tra sé e il mondo,
raccontare una storia che diviene metafora dell’universale. I filati, le loro diverse
consistenze e colori, si intrecciano in creazioni artistiche che sono espressione di
elementi culturali, personali e archetipici; mentre l’aspetto così intimo del tessile,
ma al contempo comune all’esperienza personale di ognuno, offre un percorso
diretto per entrare in risonanza con il fruitore.
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FILATURA: DALLE FIBRE AL FILATO
Il filo è un corpo sottile e allungato, generalmente cilindrico e uniforme che si ot-
tiene per mezzo della filatura di fibre tessili naturali o artificiali.
Si tratta di complessa sequenza di operazioni che trasformano la materia grezza in
un filato resistente, omogeneo e sufficientemente lungo da poter fabbricare tessuti,
confezionare capi di maglieria, cucire o ricamare.
Le fibre si presentano sotto forma di fiocco (lana, cotone, ecc.) o di filamento
continuo (seta e fibre sintetiche); la torcitura permette di unirne una grande massa
producendo un filato teoricamente di lunghezza illimitata e dalle caratteristiche
uniformi di titolo, colore, resistenza ed elasticità.
Il primo strumento utilizzato per torcere le fibre sono state le mani, affiancate fin
dal neolitico dal fuso. Questo era formato da un bastoncino infilato in un tondino
forato che permetteva di torcere le fibre legate al fuso, grazie alla rotazione impres-
sa, e di raccogliere il filo realizzato intorno al bastoncino.
Questo lavoro, molto lungo e poco produttivo, era svolto da gran parte della
popolazione, soprattutto da donne e bambini.
Le valli del Tigri, dell’Eufrate e del Nilo, dove
IL FILO furono trovati antichissimi strumenti di fila-
tura, erano note per la coltivazione del lino.
La fibra tessile più largamente usata è però,
fin dalle epoche remote, la lana poiché per-
metteva di ottenere un tessuto caldo, com-
patto e facile da tingere.
In epoca medievale venne inventato il
filatoio a pedale, detto anche arcolaio.
Con la prima rivoluzione industriale, la ne-
cessità di velocizzare il processo che costitu-
iva il collo della bottiglia dell’intera industria
tessile portò alla meccanizzazione della fila-
tura. Così nel 1764 l’inglese James Hargrea-
ves creò il primo filatoio meccanico a lavoro
intermittente. Nel 1769 Richard Arkwright vi
applicò la ruota idraulica e nel 1785 Edmund
Cartwright lo azionò con il motore a vapore.
I francesi contribuirono successivamente al
perfezionamento del macchinario.
Donna della borghesia nel processo di filatura, 1900 ca.
Museo Nazionale danese, Copenaghen
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Le fasi della filatura possono variare di procedimento o strumenti in base alle fibre
trattate.
Si definisce filatura propria o tradizionale l’insieme di operazioni che trasformano
le fibre tessili, esclusa la seta, in filato. “Altre tre donne sedevano in cerchio a
Il primo passaggio è la preparazione, attraverso cui il materiale viene pulito e mi- uguale distanza, ciascuna sul proprio
scelato. Prevede, ad esempio, la battitura per la lana e lo sfibramento con la gramola trono: erano le Moire figlie di Ananke,
per il lino. Si passa poi alla cardatura che districa le fibre per poi giungere alla fila- Lachesi, Cloto e Atropo, vestite di bian-
tura vera e propria che torce le fibre trasformandole in filato. co e col capo cinto di bende; sull’armonia
Possono seguire finiture strutturali o estetiche per rendere il filato più robusto, delle Sirene Lachesi cantava il passato,
attraverso la torsione simultanea di più capi (binatura), o cambiargli colore con la Cloto il presente, Atropo il futuro.”.
tintura.
La filatura impropria invece descrive la filiera per la produzione delle fibre artificiali Repubblica X, 135,34 – Platone
e sintetiche. Tali filati sono di lunghezza illimitata ma possono essere tagliati o tra-
sformati in fiocco per poterle lavorare insieme a fibre di altra natura.
Il filo da questo momento non è più solo un insieme di fibre, da esso prendono vita
abiti e opere d’arte che raccontano una storia. Bernardo Strozzi, “Le tre Parche”, 1635 ca.
Collezione Bonomi, Milano
SIMBOLOGIA DEL FILO TRA MITO E SEMANTICA Questo mito è metafora della dipendenza dell’uomo da qualcosa più grande di lui,
il fato.
Il nostro linguaggio è intriso dell’immaginario del filo. Espressioni come “filo lo- Ma al di là del volere divino, il filo può diventare anche un mezzo di autodetermi-
gico”, “filo del discorso”, “filo del rasoio”, “dare filo da torcere”, “per filo e per nazione. Nel mito del Minotauro, Teseo, dopo aver ucciso la bestia, ritrova l’uscita
segno” e altre ancora compaiono frequentemente nel nostro lessico testimoniando dal labirinto grazie al gomitolo di lana che Arianna gli aveva donato e che aveva
la forza semantica, simbolica e metaforica di questa realtà, così esile ma così antica, srotolato lungo il cammino. Il filo è in questo caso l’elemento che conduce alla
e la sua stretta connessione con la vita privata degli individui. risoluzione di una situazione complicata ma metaforicamente anche la guida nei
Per questo motivo l’immaginario tessile permette di indagare in maniera più intuiti- meandri della nostra mente, il cosiddetto “filo logico”.
va e profonda i grandi temi dell’umanità. L’antica attività della filatura, ad esempio, Il filo da cucito e quello del pensiero sono indiscutibilmente connessi: la mente svi-
è concepita come espressione delle più profonde dinamiche psichiche. luppa un pensiero come un filo, lo intreccia e lo tesse per creare un ragionamento
Figure di filatrici, legatrici e tessitrici popolano le culture e le religioni di tutto il più complesso.
mondo, dalla mitologia classica alle saghe nordiche, dai testi biblici alle fiabe po- In era più recente anche il cristianesimo utilizza il filo come simbolo di redenzione.
polari. La Bibbia riporta vari rimandi all’immaginario del filo tra cui la scena il cui Maria
fila per la tonaca di Cristo il vello del montone dorato, il cui agnello è iconografica-
Significativo è il mito delle Parche, personificazione del fato, da cui deriva l’espres- mente il Salvatore dell’uomo.
sione “la vita è appesa ad un filo”. Queste tre grandi divinità, figlie di Zeus, erano
dedite all’arte della tessitura: Cloto (in greco κλώϑω, “io filo”) filava lo stame della Nella cultura indiana il filo (sutra) w“collega tutti gli strati dell’esistenza, fra loro e al
loro Principio” scrive R. Guénon ed infilare il filo nella cruna dell’ago simboleggia
vita predisponendo la nascita, Lachesi (in greco λαγχάνω, “destino”) avvolgeva il il passaggio attraverso una porta astrale, creando un legame fra i livelli cosmici (in-
filo sul fuso determinando la lunghezza e la qualità della vita dell’individuo, Atropo
ἄτροπος,
(in greco “inesorabile”) infine lo tagliava con le sue forbici decretando fernale, terreno e celeste) o psichici (inconscio, conscio e subconscio).
Esso esprime continuità, per la tecnica circolare della sua produzione.
il momento della morte. Le loro decisioni erano immutabili in quanto frutto del Si oppone alla rottura e alla lacerazione diventando simbolo di legame. Per questo
Destino. Scandivano l’esistenza di ogni essere e la lunghezza del filo determinava
dunque la lunghezza della vita. è spesso usato nei riti matrimoniali.
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In Estremo Oriente è credenza comune che il matrimonio sia opera di una divinità stoffe e fibre. Marcel Duchamp presenta nel
celeste che torce con le dita i fili del destino degli amanti, facendoli diventare uno 1916 la fodera di una macchina da scrive-
solo. Nei paesi del Sud-Est asiatico è invece usanza legare ai polsi degli sposi un re fissata su un’asta e la intitola la Pliant de
filo di cotone bianco. voyage.
Durante gli anni Venti cresce l’interesse per
Il colore del filato più ricorrente ed emblematico è, comunque, il rosso, simbolo di l’espressioni artistiche polimateriche,
vita e morte, amore e collera. formulate da Filippo Tommaso Marinetti nel
Una leggenda giapponese narra che ognuno, quando nasce, ha legato al mignolo Manifesto del tattilismo, che accompagna
della mano sinistra un filo rosso. Seguendone il percorso, talvolta aggrovigliato, si con delle tavole materiche.
giunge alla persona a cui siamo destinati e al cui dito ha legato l’altra estremità. Non Negli anni Trenta gli studi tessili della Bau-
importa né il tempo né la distanza poiché non si spezzerà mai. haus, attraverso la sperimentazione di dif-
Per gli indù è costume legare un filo di cotone rosso, chiamato mauli, sul polso ferenti combinazioni di tipologie di filati e
all’inizio di una cerimonia religiosa. É il caso del Rakhi Festival, festa che celebra intrecci, svincolando il colore dal suo cor-
l’amore, l’ammirazione, la cura, il rispetto e il legame di sangue tra fratelli e sorelle, rispettivo figurativo e applicando i contrasti