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L’ALLONTANAMENTO

2.3 DA CASA

Un tema importante che riguarda principalmente le primissime fasi del devşirme è

quanto venisse accettato dalle popolazioni che ne avevano a che fare. Ciò che si può

variano da caso a caso. Sicuramente c’era

notare è che i comportamenti a riguardo

chi non apprezzava l’idea di dover combattere e lavorare per gli ottomani, come

per esempio in “Memorie di un giannizzero”, il cui autore, Konstantin

dimostrato

di Ostrovica, non nasconde il disprezzo che prova nei confronti dei turchi in

generale e il quale racconta per esempio che Mehmed II avrebbe preso 8 ragazzi

prelevati nella stessa campagna in cui fu arruolato lui per farli suoi camerieri e che

74

questi avrebbero tentato di uccidere il sultano. Nel caso specifico del devşirme,

sembra che ci furono casi in cui le famiglie cercarono di non far arruolare i figli, il

più delle volte falsificando i registri di battesimo, nascondendo i ragazzi quando gli

ufficiali arrivavano nella regione o addirittura facendoli circoncidere o sposare. Ci

furono poi casi, seppur molto rari, in cui dei villaggi si sollevarono contro gli

ufficiali incaricati di portare a termine la leva, come avvenne ad Ilbasan,

nell’odierna Albania nel 1566. 75 Per quanto riguarda i ragazzi invece, qualora

avessero voluto uscire da questa situazione, solitamente puntavano sulla fuga; per

esempio Konstantin racconta che scappò con altri ragazzi durante il viaggio verso

la capitale, salvo poi venir catturato nuovamente, e a detta sua riuscì a sopravvivere

solo perché altre reclute, tra cui i suoi fratelli, garantirono per lui che non sarebbe

76

più scappato. Del resto gli ufficiali disponevano di sistemi per evitare che i ragazzi

di

fuggissero, come l’utilizzo vesti ben riconoscibili oppure il non rimanere per

troppo tempo nella stessa zona.

Tuttavia questo non significa che episodi come fughe o occultamenti di ragazzi da

fossero la normalità. Anzi sembra che in più di un’occasione

parte delle famiglie bendisposte all’arruolamento dei

non solo le famiglie stesse si siano dimostrate

73 Veinstein, op.cit

74 Michalović, Cronaca, p.89

75 Yilmaz, “Janissaries”

76 Michalović, Cronaca p. 89 28

figli, ma che alcune abbiano cercato proprio di farli intrufolare tra i ragazzi scelti.

Infatti in alcuni editti diretti agli ufficiali addetti alle leve venne specificato di non

accettare tutti i volontari, ma solo chi poteva essere ritenuto idoneo. Nel Kavanin

viene riportato addirittura che la Bosnia stessa avrebbe chiesto a Mehmed II di

C’è da considerare poi che

77

essere inclusa tra le terre in cui avvenivano le raccolte.

questo sistema veniva visto da molti come una sorta di ascensore sociale, soprattutto

se si riusciva ad arrivare ai livelli più alti dell’esercito o dell’amministrazione:

78

infatti sembra che superate le fasi iniziali venisse meno la tendenza a disertare.

Infine bisogna ricordare che il devşirme è un sistema che cadde progressivamente

in disuso a partire dal XVI secolo, quando il corpo inizierà ad arruolare anche altre

categorie di cittadini e quando i giannizzeri inizieranno a trasmettere il loro mestiere

ai figli assumendo un enorme peso politico.

Un altro aspetto che si nota all’inizio del processo di formazione dei giannizzeri è

quello del controllo dei corpi. In fondo per un sistema che, almeno teoricamente,

aveva come obbiettivo quello di creare soldati e amministratori con un’ identità

distaccata da quella precedente, anche il controllo del corpo dei ragazzi doveva

avere un ruolo di un certo peso. Questa pratica in un certo senso iniziava già dalla

procedura di registrazione delle caratteristiche del ragazzo. Registrare le

caratteristiche fisiche non era una prerogativa del devşirme, ma è una cosa

abbastanza comune nel settore della vendita di schiavi un po’ in tutto il

mediterraneo, tratte cristiane incluse. Nel caso dei devşirme però non era qualcosa

che poteva servire per decretarne il valore, in quanto i ragazzi registrati non

venivano venduti, quanto più come forma di controllo, sia per rendere più difficili

eventuali fughe o rapimenti, ma probabilmente anche per far percepire la presenza

Il controllo sui corpi e sull’identità si esercitava soprattutto attraverso

dello Stato.

due pratiche: il cambio del nome e la circoncisione, che probabilmente avveniva

nella capitale, anche se potrebbe essere che il momento in cui avveniva variasse da

79

ragazzo a ragazzo.

Come esempio per capire le modalità della leva viene portato un caso specifico. Tra

la fine del 1603 e l’inizio del 1604 partirono quattro spedizioni dirette verso 4

regioni diverse dell’impero: Rumelia, Bosnia, Albania e Anatolia. La procedura fu

77 Evgeni Radushev, "Peasant" Janissaries?, in Journal of Social History, 42, 2 (2008), pp.447-467

78 Veinstein, op. cit

79 Yılmaz, “ Body” 29

la stessa per tutte e 4 anche se con qualche piccola differenza: per esempio nel

corso della spedizione in Rumelia i gruppi di ragazzi, chiamati sürüs, cioè

“mandria”, vennero mandati separatamente verso la capitale man mano che gli

ufficiali si spostavano di villaggio in villaggio. In Bosnia invece gli ufficiali

seguirono un itinerario e portarono con se tutti i ragazzi che avevano arruolato, la

maggior parte dei quali erano musulmani, per poi mandarli nella capitale ogni tre

mesi. Infatti a differenza di come il devşirme è stato spesso descritto nel corso del

tempo, gli ufficiali non irrompevano improvvisamente nei villaggi per rapire

ma l’intero processo richiedeva molto tempo: in Albania ci

chiunque vedessero,

vollero in tutto 4 mesi tra l’arrivo degli ufficiali e il ritorno verso la capitale, nella

zona di Bursa 5, in Rumelia 8, in Bosnia addirittura un anno intero. In parte questo

è probabilmente dovuto alla meticolosità degli ufficiali, ma non è da escludere che

sia in parte imputabile anche a negoziazioni tra gli ufficiali e la popolazione o

addirittura ad un compromesso tra gli ufficiali e i proprietari terrieri. Infatti la

maggior parte di questi ragazzi erano considerati unità produttive e quindi lo Stato

non solo non ne poteva prendere troppi perché ciò sarebbe potuto diventare un

problema per l’economia locale, ma doveva prendere in considerazione l’ostilità

che i proprietari terrieri avrebbero potuto mostrare non volendo certo perdere

80

lavoratori.

Un esempio di come gli ufficiali radunassero i ragazzi viene proprio da Bursa, città

anatolica che nel tempo divenne un importante centro sia come fonte per arruolare

ragazzi, sia per addestrare quelli che provenivano dai Balcani. Qui gli ufficiali

arrivarono nell’Ottobre del 1603, con un decreto che imponeva ai villaggi della

zona, sia che si trovassero all’interno di timar, waqf o in terreni statali a tutti gli

di portare tutti i ragazzi tra i 15 e i 20 anni nella città. Al di là dell’età più

effetti,

“avanzata” dei ragazzi, effetto della riforma di cui si parlerà nel prossimo paragrafo,

un aspetto interessante riguarda il fatto che si specificasse che erano inclusi anche i

villaggi nei terreni di proprietà di waqf, nonostante almeno in teoria queste

organizzazioni erano esentate dalla tassazione. Considerando poi che il devşirme

veniva visto dagli ottomani come un corrispettivo della tassa cizye è probabile che

quest’imposizione non sia altro che la risposta dello stato a quelle famiglie di

proprietari terrieri che possedevano molti waqf, tramite il quale riuscivano ad

80 Gülay Yılmaz, “The Devshirme System and the Levied Children of Bursa in 1603-4”, Belleten

LXXIX, 286 (2015),pp. 901-930 30

arginare la leva. Infatti lo Stato fu molto più tollerante con quegli insediamenti che

avevano delle esenzioni, ma che facevano parte delle terre che controllava

Sembra poi che nell’area intorno a Bursa non siano state rispettate

81

direttamente.

alla lettera le regole di cui si è accennato prima. In un villaggio infatti venne

arruolato un numero relativamente alto di ragazzi e secondo Yılmaz le possibili

motivazioni sono essenzialmente due: o gli ufficiali non rispettarono la regola di

prendere un ragazzo ogni 40 famiglie oppure il villaggio venne colpito da un’

epidemia di peste poco tempo prima e molti dei ragazzi arruolati sono in realtà degli

orfani, come dimostrerebbero i casi diffusi di cicatrici lasciate dalla peste appunto.

Quindi in questo caso gli ufficiali non avrebbero rispettato la regola che vieta di

82

arruolare orfani. Comunque sia non si sa precisamente se vennero esaminati tutti

insieme una volta arrivati ad Istanbul; certo è che dopo essere arrivati vennero fatti

riposare per due o tre giorni. In seguito, probabilmente anche per cercare di alleviare

lo shock culturale, furono ospitati da famiglie cristiane fino al momento in cui

vennero registrati nuovamente. Un altro aspetto che non si conosce con certezza è

il momento in cui avvenne la circoncisione, probabilmente prima che venissero

anche dall’operazione, ma dopo essere

ospitati, in modo da potersi riprendere

arrivati nella capitale, mentre il cambio del nome e la conversione avvennero

83

direttamente nella piazza del loro villaggio.

DELL XVI SECOLO E L’OPPOSIZIONE

2.4 LA RIFORMA

Già verso la fine del XV secolo vediamo il sultano Selim II prendere provvedimenti

a favore dei giannizzeri, soprattutto quando abolì la legge che impediva loro di

84

sposarsi. Nel 1579 poi, con la morte del Gran Visir Sokollu Mehmed Paşa, fu

concesso ai giannizzeri di far arruolare i propri figli; ed è più o meno da questo

devşirme

momento che il inizia gradualmente a decadere, proprio perché i

giannizzeri iniziarono a fare pressioni affinché i loro figli o nipoti avessero la

precedenza sulle nuove leve. Anche se non si sa con precisione quando fu abolito

ufficialmente, in quanto le cronache possono essere contraddittorie, in linea di

massima si parla di un periodo che va circa dalla metà del XVII alla prima metà del

81 Ibidem

82 Ibidem

83 Ibidem

84 Veinstein, op.cit 31

85

XVIII secolo. Concessioni di questo tipo probabilmente furono un segno di una

maggiore considerazione che i sultani avevano nei confronti dei giannizzeri e che

farà sì che quest’ultimi assumano incarichi sempre più importanti nel corso della

loro storia. Infatti bisogna considerare che i giannizzeri all’inizio ricoprivano per lo

più il ruolo di guardie del sultano, con il compito sia di proteggerlo che di dare

anche indirettamente prova del suo potere, specie durante le cerimon

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A.A. 2024-2025
61 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/10 Storia dei paesi islamici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Floovent di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e istituzioni dei paesi islamici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Gervasio Gennaro.