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Capitolo secondo: Colpa e responsabilità
2.1 Introduzione in riferimento alle cartelle sociali.
In alcuni colloqui emerge il pensiero suicidario di alcuni utenti che, esasperati dai debiti e dai sensi di colpa pensano che porre fine alla propria vita possa rappresentare l'unica soluzione. D.B. e G.A. Dichiarano di vergognarsi a frequentare il Ser.D, V.A. ha avuto pensieri di suicidio e spesso sensi di colpa verso ciò che fa, S.A. si sente in colpa per quanto e come gioca così come P.M e M.D. Nel caso di questi ultimi due utenti i sentimenti si fanno maggiormente complessi in quanto provano anche un forte senso di vergogna verso la loro dipendenza (nel caso di P.M.) e un forte senso di responsabilità (nel caso di M.D.) tale da motivarlo al cambiamento. Che ruolo hanno queste tre componenti? Da dove nascono? Sono elementi costruttivi o completamente negativi?
2.2 Il senso di colpa.
L'emozione può essere intesa come un allontanamento dal normale stato.
Di quiete dell'organismo, a cui si accompagna l'espressione di forti sentimenti, un impulso all'azione e alcune specifiche reazioni fisiologiche interne.
Capita spesso e in misura maggiore negli adulti che due emozioni siano compresenti (nel caso di rabbia e orgoglio) oppure ambivalenti (nel caso di amore e odio).
Le emozioni interessano principalmente tre aree: la sfera fisiologica, coinvolgendo il sistema nervoso centrale e autonomo; la sfera cognitiva; la sfera comunicativa ed espressiva.
Le relazioni interpersonali favoriscono l'emergere delle risposte emozionali sia che una data situazione venga vissuta sia che venga immaginata.
Le emozioni sono distinguibili in due categorie. Le emozioni no, ovvero innate, sono condivise dall'uomo con la maggior parte dei mammiferi e a seguito di numerosi studi antropologi si è giunti a individuare.
Tratto da: "Sentirsi in colpa". Paola Di Blasio e Roberta Vitali. Il Mulino, 2001.
Le emozioni di base
La presenza di sette emozioni di base in grado di svilupparsi indipendentemente dalla cultura di appartenenza. Queste sette emozioni sono invariabili e universali e corrispondono rispettivamente a: paura, gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, interesse e disgusto.
Le emozioni complesse
Le emozioni sociali, invece, non sono presenti in altre specie al di fuori dell'uomo e variano anche radicalmente a seconda della cultura di appartenenza. Queste compaiono intorno ai diciotto mesi di vita del bambino per svilupparsi fino al compimento del terzo anno di età e corrispondono a: colpa, imbarazzo, disprezzo, timidezza e orgoglio.
Le emozioni consapevoli
Le emozioni consapevoli, a differenza delle emozioni non consapevoli, si originano quasi sempre da forme di autoriflessione o di associazione mentale, in particolar modo il senso di colpa e vergogna viene scatenato da riflessioni mentali successive ad una trasgressione.
I sentimenti di colpa e di vergogna spesso vengono confusi perché entrambe...
considerate emozioni morali, in quanto entrambe presuppongono la percezione del giudizio di altre persone e possono essere sentite intensamente nel rapporto con la propria coscienza. In generale la colpa è classificata come meno dolorosa della vergogna, poiché non lacera l'intera identità della persona, ma implica sentimenti di rimorso e tensione. Al contrario, la vergogna deriva dall'incapacità di soddisfare le proprie aspettative e quelle degli altri e implica un danneggiamento all'immagine di sé. Essa è un'emozione negativa molto spiacevole che coinvolge l'individuo nella sua totalità producendo una sofferenza acuta. Il sentimento di vergogna coincide con il nostro anti-ideale, cioè quello che non vorremmo essere o che non avremmo mai pensato di diventare. Inoltre, nel caso della vergogna, l'individuo tende a isolarsi e a non reagire alla situazione, perché inerme dinnanzi a questa sensazione di.inadeguatezza e insufficienza. La colpa, invece, è una risposta emotiva meno affliggente e non espone l'immagine di sé a irreversibili minacce, in quanto focalizza l'attenzione sull'atto trasgressivo compiuto. La colpa funge da mediatore della coscienza morale e svolge un ruolo centrale nello sviluppo sociale e nella comprensione di regole morali.
Studi di psicologia affermano che la colpa deriverebbe da tre fonti: dall'unione dell'espressione di sofferenza dell'altro con una serie di valutazioni e ragionamenti sull'azione compiuta; dall'empatia e dalla capacità di immedesimarsi nell'altro; dall'ansia di separazione o esclusione sociale, ovvero della paura di perdere i legami affettivi ai quali si da una certa importanza.
Nella vita di tutti i giorni ci sono esperienze potenzialmente in grado di scatenare emozioni di colpa e possono essere catalogate sotto i seguenti gruppi: conflitto tra richieste interne e
capacità di controllo degli eventi (nel caso in cui un capofamiglia non riesca a sopperire alle esterni esigenze economiche dei figli) (nel caso in cui il conflitto tra bisogni personali e quelli degli altri soggetto anteponga se stesso alle esigenze altrui, seppure le ritenga legittime). La colpa, a differenza della vergogna, è costruttiva, ovvero la colpa incentiva la messa in atto di comportamenti riparativi rispetto a situazioni, persone o rapporti che sono stati danneggiati da un comportamento trasgressivo. Altra caratteristica della colpa è di regolare i comportamenti, funge, cioè, da inibitore del comportamento aggressivo e antisociale. Quando i sensi di colpa sono adattivi e positivi, allora quella tendenza ad attribuirsi la colpa consente una migliore socializzazione ed è indice di un buon adattamento alle norme sociali e morali.
2.3 Il senso di responsabilità. Dalle cartelle analizzate, oltre al senso di colpa e di vergogna degli
Utenti, interviene un'ulteriore fattore in alcuni casi aggravante, in altri positivo: si tratta del senso di responsabilità. Deriva dal latino che significa "rispondere". Paul Ricoeur considera la responsabilità come un concetto appartenente allamodernità. Precedentemente esisteva l'imputazione detta anche responsabilità e consisteva nel rispondere alla propria coscienza, al senso conseguente tribunale o alla vittima dopo aver commesso un certa azione.
È nei primi decenni del 1900 che la responsabilità viene intesa in relazione ad un atto che non è ancora stato compiuto o che non si è ancora verificato: in questo caso si parla di responsabilità in senso antecedente.
La responsabilità può essere letta sotto varie sfaccettature: legata al tema dell'intersoggettività e della reciprocità.
Il testo formattato con i tag HTML corretti sarebbe il seguente:l'altrotu, porta alla scoperta dei valori; responsabilità come impegno e promessa nei confronti di una persona; responsabilità come capacità di valutazione, ossia saper esaminare varie situazioni ricavandone un giudizio singolare e non applicare le norme in maniera astratta senza aver rielaborato l'esperienza. Valutare significa instaurare una relazione con l'altro; responsabilità come resistenza, significa resistenza dell'umano Inteso come “rispondere davanti a...”. 85 Significa primo oggetto della mia responsabilità è l'altro che mi si offre nel essere con gli altri. “Il suo volto e nella sua voce, voce attraverso cui si rivolge a me designandomi alla seconda persona del singolare, compiendo così il miracolo dello scambio di ruoli tra due esseri insostituibili”. Tratto da “Bioetica ed etica della responsabilità dai fondamenti teorici alle applicazioni pratiche” Fabrizio Turoldo.
Cittadella editrice, 2009. Pag. 29 Significa essere per gli altri. 87 83contro ogni atto disumano e non significa solo rispettare il soggetto, ma anche l'idea di umanità che esso porta dentro di sé. Il senso di responsabilità è insito in ognuno di noi in forma più o meno marcata. Anche durante l'analisi delle cartelle sociali del Ser.D di Portogruaro questo concetto è stato più volte sottolineato da parte degli utenti. È molto interessante soffermarsi sull'analisi del senso di responsabilità che grava sugli utenti patologici. Nel momento in cui una persona decide di legarsi ad un'altra e di diventare genitore, implicitamente si assume dei doveri e delle responsabilità nei confronti di queste persone. In ogni sua azione dovrà rispondere ad un qualcuno e dovrà trasmettere valori e norme. In particolare nel caso di M.D il concetto di responsabilità è da lui molto sentito. M.D èun uomo con dipendenza da gioco d'azzardo presentatosi al servizio all'età di trentasette anni. M.D è sposato e padre di due bambine con una condizione economica di partenza che permetteva il buon sostentamento della famiglia. M.D gioca più volte alla settimana fino a 200 Euro compromettendo così la sfera lavorativa e familiare. Dai colloqui emerge il forte disagio e senso di colpa dell'utente e i continui rimproveri da parte della moglie e dei conoscenti. M.D percepisce un forte senso di responsabilità nei confronti delle sue figlie e si rende conto di aver compromesso il loro futuro. L'utente teme di perdere la moglie e le figlie e teme un loro allontanamento. M.D afferma di voler continuare a seguire il programma di riabilitazione in nome del senso di responsabilità che lo lega alla famiglia e alle figlie. L'utente si assume l'impegno come promessa di un cambiamento radicale della sua vita.
CONCLUSIONI
Il presente
elaborato non vuole essere una polemica nei confronti del gioco d'azzardo, ma un'indagine e un'analisi rispetto ai molteplici aspetti coinvolti da esso. Inoltre ho potuto verificare di persona la multifattorialità del fenomeno del GAP e il costo sociale che grava sulla società. Attraverso vari documenti, testimonianze, convegni e riflessioni ho potuto dar voce alle mie argomentazioni a proposito del gioco d'azzardo come fenomeno sommerso, socialmente poco riconosciuto, trasversale e moderno. Il GAP fa parte delle nuove dipendenze senza sostanze che pare stiano invadendo la società e, nonostante ciò, lo Stato rimane inerme dinanzi a risvolti tanto terribili. Indagare in maniera approfondita la tematica del gioco d'azzardo patologico mi ha permesso di ampliare le conoscenze e le