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P
Un punto qualsiasi giacente sull'asse della condotta ha affondamento pari a
P 0
h =
0 γ
P P
dove è la pressione del punto .
0
Si supponga che venga eseguita una manovra istantanea di chiusura, ossia che venga
interrotto bruscamente il deflusso della portata. La chiusura istantanea all'otturatore e il
conseguente arresto del flusso non è seguito da un immediato arresto della quantità di
moto di tutta la massa liquida nella condotta ciò comporterebbe un aumento infinito
della pressione e queste situazione non è ammissibile.
Si genera quindi un'onda che va dall'otturatore al serbatoio. La velocità dell'onda, altresì
detta celerità, è
ds
c= dt
dove ds è lo spostamento infinitesimo e risulta che
ds=cdt
Mentre il tempo t
L
0<t < c 12
A monte dell'otturatore si arresta solo un volume infinitesimo di acqua di lunghezza ds.
V
La velocità non cambia verso in quanto la colonna liquida non subisce subito
0 Ads
l'influsso dell'onda. Il volume della massa in quiete dovrà ridursi per
∆ p= ρc V
compressione con conseguente aumento di pressione inoltre si nota come
0
V
quest'onda inverta il verso della velocità .
0
Due punti disposti sull'asse del condotto devono avere altezze e pressioni uguali invece
P P p
+∆
abbiamo una e una . Si crea una nuova onda che va dal serbatoio
0 0
all'otturatore. Il tempo in cui quest'onda percorre tutta la lunghezza della condotta è
L 2 L
<t<
c c
e lo spazio totalmente percorso dall'onda è:
ds=2 L−cdt
Questa nuova onda riesce ad abbattere la sovrappressione ma anche se la pressione si è
V
stabilizzata il verso della velocità non si è anche ristabilito. Quindi si crea una
0
nuova perturbazione che va dall'otturatore a serbatoio; tale onda tuttavia non riesce a
p
−∆
riportare il giusto verso della velocità anzi si crea una depressione pari a e il
t
tempo in cui l'onda percorre la condotta è
2 L 3 L
t<
<
c c
Si crea quindi un'ultima onda in quanto sono presenti due valori di pressione. Essa va
dal serbatoio all'otturatore ed il tempo che l'onda impiega per percorrere la lunghezza
della condotta è: 13
3 L 4 L
<t<
c c
Tale perturbazione riesce ad abbattere la depressione e a riportare il giusto verso della
V
velocità .
0 4L
L'onda ha percorso in totale uno spostamento complessivo di ad un tempo totale:
4 L
¿
T = c
e le condizioni di equilibrio sono ristabilite.
2.2. Equazioni alla base del Colpo d'ariete
Il problema del moto vario, accennato nei precedenti paragrafi, non presenta una
soluzione diretta. Tuttavia è possibile una soluzione con i metodi propri del calcolo
numerico.
Al fine di determinare gli aspetti qualitativi fondamentali del colpo d'ariete, si
determinano soluzioni semplificate relative agli impianti idroelettrici e a quelli di
sollevamento. I casi richiamati permettono una notevole semplificazione delle due
equazioni generali alla base del problema, rendendo facilitata la loro integrazione.
Per i suddetti impianti, infatti, si ha che:
i liquidi convogliati presentano una bassa compressibilità, ossia un elevato
modulo di elasticità a compressione volumetrica dal valore
dp
ε =ρ (2.1)
dρ
in cui ε può ritenersi costante al variare della pressione;
le condotte verranno considerate cilindriche con sezione e spessore costanti per
tutta la loro lunghezza; costruite con materiale a bassa deformabilità, come
14
acciaio o ghisa, ossia con materiali che abbiamo un elevato modulo di elasticità
E ;
l'ordine di grandezza della velocità media della corrente sarà al massimo di
qualche metro al secondo; pertanto, la relativa altezza cinetica avrà valori
modesti e, quindi, trascurabile rispetto all'altezza piezometrica (il cui valore
potrà raggiungere l'ordine delle decine o centinaia di metri);
salvo il caso di condotte molto lunghe, i processi di colpo d'ariete si esauriscono
in tempi molto brevi; pertanto le resistenze al moto non influenzano
sensibilmente il flusso in condotta e potranno essere trascurate.
Facendo riferimento alle caratteristiche elastiche del liquido e della condotta è possibile
concludere che le variazioni, anche rilevanti, di pressione all'interno del tubo
A
determinano piccole variazioni sia della densità ρ del liquido sia dell'area della
s
corrente in funzione della coordinata , per cui possono essere trascurate nelle
equazioni alla base del moto. Risulta, quindi:
∂ρ 0
≅
∂s
∂A 0
≅
∂s
Con queste premesse, si ricorda che la quota piezometrica è data dalla seguente
equazione:
p
h=z+ γ s t
la quale è funzione sia di che di . Pertanto, per le ipotesi assunte, l'equazione
(1.12) diviene: 15
∂h 1 ∂ V J
+ + =0(2.2)
∂s g ∂t s
Poiché per il seguito è opportuno avere il verso positivo dell'ascissa curvilinea
della condotta contrario alla direzione di moto permanente, l'equazione precedente
diviene:
∂h 1 ∂ V
= +J (2.3)
∂ s g ∂t J =0
Tenendo conto dell'ultima ipotesi, si trascurano le resistenze al moto quindi e
risulta:
∂h 1 ∂ V
= (2.4)
∂ s g ∂t
Mentre la seconda equazione alla base del moto vario (1.14), sulla base delle ipotesi
antecedente descritte, diviene:
∂V 1 dA 1 dρ 1 ∂ p
( )
+γ + =0(2.5)
∂s A dp ρ dp γ ∂ t
osservando che:
1 1 dρ
=
ε ρ dp
1 ∂ p ∂h
=
γ ∂t ∂ t s
e invertendo il segno di si ottiene:
∂V 1 dA 1 ∂ h
( )
=γ + (2.6)
∂s A dp ε ∂ t 16
In definitiva le equazioni alla base del colpo d'ariete sono:
{ ∂ h 1 ∂V
=
∂s g ∂t (2.7)
∂V 1 dA 1 ∂ h
( )
=γ +
∂s A dp ε ∂t
Per la soluzione del sistema sono necessarie le condizioni iniziali ed al contorno e
bisogna tener conto della legge di variazione dell'area della sezione del condotto
A= A p)
( .
Per continuare la trattazione e l'integrazione del sistema di equazioni è necessario rifarsi
al caso particolareggiato che si determina a seguito della manovra istantanea di un
otturatore inserito all'estremità di una condotta. 17
2.3. Manovre istantanee all'otturatore
Si assuma che un serbatoio A, che alimenta la condotta, abbia grandi dimensioni in
z
modo da poter ritenere la quota del livello idrico costante durante tutta il tempo di
A
durata del fenomeno.
Si supponga che la condotta, di lunghezza L, abbia sezione costante e sia costituita da
materiale rigido. Quest'ipotesi non è particolarmente restrittiva, in quanto la soluzione
per condotte indeformabili può essere facilmente ricondotta a quella per condotte
elastiche attraverso una modifica al modulo di elasticità del liquido.
Figura 2.1
18
Viene ipotizzato, inoltre, che all'estremità a valle della condotta sia presente un organo
V
otturatore, il cui scopo è di regolare la portata defluente e sia la velocità media
0
della corrente nella condotta quando l'otturatore è completamente aperto, per cui risulta
che il moto della corrente è permanente. Per l'analisi di tale fenomeno si continua a
trascurare l'influenza dell'altezza cinetica a causa delle basse velocità riscontrabili nelle
condotte, così ugualmente vengono trascurate le perdite di carico in tal modo la linea
piezometrica e quella dei carichi totali coincideranno e si troveranno sulla quota del
z
pelo libero del serbatoio, ovvero .
A
Viene ora eseguita una manovra istantanea di chiusura per interrompere bruscamente il
s
defluire della portata della sezione. Le ascisse avranno origine nella sezione
dell'otturatore e avranno verso positivo in direzione del serbatoio.
Alla chiusura dell'otturatore però non consegue un arresto immediato di tutta la colonna
liquida, se ciò accadesse si annullerebbe istantaneamente la quantità di moto della
massa d'acqua. Tuttavia per il teorema della quantità di moto, ci sarebbe un aumento
infinito di pressione all'interno della tubazione; questa conclusione teorica è in
disaccordo con le osservazioni empiriche che evidenziano un aumento finito di
pressione. dt
Effettivamente, in un intervallo di tempo infinitesimo successivo alla chiusura
ds
dell'otturatore, si arresta solo un volume infinitesimo di liquido di lunghezza ,
mentre la restante parte di liquido non risente ancora della chiusura della valvola
V
regolatrice di portata e pertanto continuerà il suo moto alla velocità media . Come
0
conseguenza di questa situazione si ha che la sezione a monte del volume infinitesimo
arrestatosi per effetto della chiusura dell'otturatore si sposterà verso valle della quantità
V dt Ads
. Ciò significa che il volume della massa liquida ormai in quiete dovrà
0 ∆p
ridursi per compressione con conseguente aumento della pressione agente sulla
19 ∆p
faccia di monte del volume stesso. La variazione di pressione è calcolata
mediante l'utilizzo del teorema degli impulsi.
Figura 2.2 ρAds
A tale scopo si eguaglia la variazione della quantità di moto subita dalla massa
in quiete all'impulso delle forze agenti sulla massa stessa:
ρAds= AΔpdt (2.8)
Per cui risulta che la variazione di pressione è:
ds
∆ p= ρ V (2.9)
0
dt
dove per ipotesi:
ds
c= (2.10)
dt 20
e rappresenta la celerità della perturbazione, ossia la velocità con cui si muove il fronte
d'onda che delimita la parte di liquido già in quiete da quello ancora dotato di velocità
V (rappresentato nella figura 2.2 dalla sezione BB). In conclusione si ha:
0
Δp=ρc V (2.11)
0
Negli istanti successivi si verifica l'avanzamento del fronte dell'onda e, di conseguenza,
l'arresto di volumi di liquido prossimo a quello già in quiete, per i quali interviene un
aumento della pressione, come già detto.
Dopo un certo intervallo di tempo la colonna d'acqua sarà suddivisa in due parti:
s
la prima, subito a monte dell'otturatore, di lunghezza ,