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⁰C
specie-specifico ma è raccomandato mantenere i 15 - 20 e concentrazioni di ossigeno non
inferiori al 70% (Hochleithner & Gessner, 2012; Chebanov & Galich, 2013). La densità di
allevamento è un altro fattore molto importante nell’allevamento dello storione. La quantità
di esemplari che possono essere allevati in ogni vasca dipende dal peso e dallo stadio di
sviluppo, infatti gli avannotti possono essere mantenuti in densità di 5 kg/m² (circa 2000 -
5000 individui), mentre esemplari che hanno raggiungo e superato 1 kg, vanno allevati in
vasche con una densità che va dai 15 ai 30 kg/m³ (Chebanov & Galich, 2013).
1.5.2 Induzione ormonale e raccolta dei gameti
Una delle prime fasi dell’allevamento è la determinazione del sesso degli esemplari destinati
alla riproduzione; questo può avvenire tramite la diagnosi con ultrasuoni oppure con la
misurazione dei livelli di testosterone e ketotestosterone nel plasma (per le femmine è minore
mentre per i maschi è maggiore di 2 - 3 ng/ml) (Lu et al., 2011; Hochleithner & Gessner,
2012). In allevamento, la maturazione delle gonadi e dei gameti viene accelerata con
l’induzione ormonale. Gli animali vengono trattati due volte per via parenterale con l’estratto
della ghiandola pituitaria di storione, carpa o salmone, oppure vengono utilizzati degli
ormoni sintetici come l’LH-RHa (Luteinizing Hormone - Releasing Hormone Ethylamide)
o il Gn-RHa (Gonadotropin - Releasing Hormon Ethylamide) (Mims et al., 2002;
Hochleithner & Gessner, 2012). In questo modo, mantenendo gli storioni in acqua a 13 - 17
⁰C, è possibile ottenere la maturazione delle uova dopo 18 - 30 ore e la maturazione degli
10
spermatozoi dopo 18 - 24 ore dalla seconda iniezione. Successivamente allo sviluppo dei
gameti, è possibile procedere con il loro prelievo. Per estrarre le uova, il metodo meno
invasivo è la spremitura tramite pressione manuale in direzione dell’orifizio urogenitale; in
questo modo, eseguendo più spremiture (fino a 10) si può raccogliere fino all’80% delle
uova prodotte (Hochleithner & Gessner, 2012). Altre due tecniche di prelievo sono il taglio
cesareo e il MIST (Minimally Invasive Surgical Technique) (Mims et al., 2002), chiamato
anche metodo Podushka (Chebanov & Galich, 2013); la prima pratica prevede di eseguire
un’incisione di 5-10 cm sul ventre dell’animale (Fig. 8), rimuovere le uova tramite
spremitura o con cucchiai appositi e successivamente ricucire e somministrare antibiotico
per prevenire infezioni (Mims et al., 2002; Hochleithner & Gessner, 2012).
Figura 8: Taglio cesareo su storione (fonte: www.caviarlover.com)
La tecnica MIST (Mims et al., 2002) o metodo Podushka, è praticata dal 1986 ed è la
procedura più utilizzata poiché poco invasiva. Questa metodologia prevede che venga
dell’ovidotto (Fig. 9),
eseguita un incisione di 0,5 - 1,5 cm nella porzione postero-ventrale
appena dentro l’orifizio urogenitale, permettendo così il passaggio delle uova dalla cavità
neoformata (Mims et al., 2002; Chebanov & Galich, 2013). Entrambe le tecniche sono
eseguite previa anestesia e consentono di prelevare dal 50 al 90% delle uova prodotte.
Un’ultima pratica per la rimozione delle uova è il “metodo Sovietico”; questa tecnica
prevedeva l’uccisione dell’animale, ma a causa della sua brutalità e inefficienza (riduzione
di fertilità delle uova per via della contaminazione con il sangue) è stata abolita
(Hochleithner & Gessner, 2012). 11
Figura 9: Incisione dell'ovidotto su storione (fonte: Chebanov & Galich, 2013)
Per quanto riguarda la raccolta dello sperma, questa può essere eseguita tramite spremitura
(metodo analogo al prelievo delle uova) o mediante l’uso di un catetere uretrale montato su
una siringa di Janet. Questo secondo metodo è il più utilizzato ed il più efficiente, in quanto
impedisce che avvengano contaminazioni del materiale seminale (Chebanov & Galich,
2013) e permette di ottenere da 5 a 10 siringhe per individuo, consentendo così di fecondare
uova provenienti da più femmine (Mims et al., 2002). Il materiale seminale raccolto, può
essere utilizzato subito o essere crioconservato in soluzione con metanolo, in modo tale da
poterlo utilizzare per fecondazioni future (Glogowski et al., 2002)
1.5.3 Fecondazione e incubazione delle uova
Una volta ottenuti il liquido seminale e le uova si può procedere con la fertilizzazione delle
uova, dopo aver valutato la qualità delle uova e dello sperma, osservando al microscopio la
densità degli spermatozoi e la loro motilità (Chebanov & Galich, 2013). Successivamente si
pongono in una bacinella contenente dell’acqua, necessaria per attivare gli spermatozoi, 10
ml di sperma per kg di uova e si procede mescolando delicatamente. Per accertarsi che la
fecondazione avvenga nel modo migliore, e per ottenere un elevato grado di variabilità
genetica è bene utilizzare il liquido seminale di più maschi (almeno 3) (Hochleithner &
Gessner, 2012). Dopo la fertilizzazione, per impedire che le uova aderiscano tra di loro, è
indispensabile aggiungere latte in polvere o talco e mischiare manualmente per 15 - 60
minuti (Hochleithner & Gessner, 2012; Chebanov & Galich, 2013). Una volta avvenuta la
fecondazione, le uova possono essere spostate negli incubatoi. L’optimum di temperatura
per lo sviluppo degli embrioni è specie specifico (Hochleithner & Gessner, 2012), ma
⁰C
generalmente le uova sono mantenute fra i 15 e i 17 in modo tale che la schiusa avvenga
dopo 7 - 9 giorni (Mims et al., 2002). Nel caso in cui le temperature scendano sotto il range
12
ottimale, si ha il prolungamento dei tempi di sviluppo con il conseguente allungamento del
se le temperature sono troppo elevate, l’embrione cresce troppo
ciclo biologico, ma
velocemente e può poi presentare anomalie e malformazioni che ne compromettono la
utilizzabili per l’incubazione sono diverse
vitalità (Chebanov & Galich, 2013). Le strutture
e la scelta di quale utilizzare dipende solamente dall’allevatore; i sistemi più utilizzati sono:
“Yuschenko”, usato prevalentemente dagli allevatori russi, è costituito da un
Sistema
box di metallo in cui le uova sono mosse meccanicamente tramite la formazione di
un vortice d’acqua;
“Osetra”, dove l’ondeggiamento di una griglia metallica generato da una
Sistema
cascata d’acqua, favorisce il rimescolamento e l’ossigenazione delle uova;
Vasi di Zug e i vasi MacDonald, funzionano secondo il medesimo principio: tramite
insufflazione di aria dal basso, le uova sono mantenute in costante movimento
all’interno dei cilindri in cui sono contenute (Hochleithner & Gessner, 2012).
1.5.4 Avannotteria e crescita
Una volta nate le larve, queste devono riassorbire il sacco vitellino prima di passare
all’alimentazione esogena. Il tempo di riassorbimento dipende dalla temperatura dell’acqua,
⁰C,
infatti mantenendo le larve tra i 15 e i 20 questa fase può durare da 12 a 7 giorni
(Chebanov & Galich, 2013). Il periodo di transizione tra il riassorbimento del sacco vitellino
e l’inizio dell’alimentazione esogena è una delle fasi più critiche dell’allevamento, infatti
questa fase è caratterizzata da un elevata mortalità (Bardi et al., 1998). Questa mortalità
deriva soprattutto da un cattivo assorbimento delle diete artificiali, spesso inadeguate poiché
formulate per altre specie ittiche, quali Salmonidi e pesci marini (Agh et al., 2012). Per
ridurre la mortalità è opportuno utilizzare cibo vivo in modo tale da rendere questa fase il
più simile a quella naturale. I principali organismi utilizzati sono naupli di Artemia, Daphnia,
copepodi, chironomidi, oligocheti e Tubifex (Hochleithner & Gessner, 2012; Chebanov &
il passaggio delle larve allo stadio giovanile, l’alimentazione a base di
Galich, 2013). Con
cibo vivo viene gradatamente sostituita con mangimi pellettati contenenti il 50 - 60% di
proteina grezza e il 9 - 16% di lipidi grezzi (Chebanov & Galich, 2013). Per la fase di
crescita, gli esemplari vengono spostati in vasche in cemento o vasche in terra di dimensioni
maggiori. Per raggiungere la taglia minima per la vendita (da 1 a 3 kg) in 18 mesi, è
necessario avere un incremento di peso pari a 2,2 kg/anno. Le femmine di storione che sono
destinate alla produzione di uova da caviale sono invece allevate in laghetti o vasche separate
per un periodo della durata approssimativa di 8 - 10 anni (Mims et al., 2002). 13
1.5.5 Caviale e sottoprodotti è: “prodotto destinato al consumo
La definizione di caviale data dal Codex Alimentarius
umano, preparato da oociti non ovulati ottenuti da pesci appartenenti alla famiglia
Acipenseridae, avente una concentrazione finale di sale del 3 - 5 %, con o senza aggiunta di
altri additivi alimentari” (Codex doc. 4, 2010). Le tre principali varietà di caviale disponibili
sul mercato sono il Beluga (ottenuto da H. huso), il Sevruga (ottenuto da A. stellatus) e
l’Osetra (ottenuto da A. gueldenstaedti) e differiscono tra loro per dimensione, colore e
prezzo. La tecnica maggiormente utilizzata per la produzione del caviale, prevede che
l’animale venga ucciso e successivamente sia effettuata un incisione per aprire la cavità
addominale e prelevare le uova prima della deposizione (Hochleithner & Gessner, 2012). In
seguito, l’ovaio viene diviso in porzioni e passato attraverso un vaglio (Hochleithner &
Gessner, 2012) in modo da eseguire la sgranatura per separare le uova dal tessuto ovarico.
In fine avviene la salatura e il confezionamento (Hochleithner & Gessner, 2012; Pazzaglia,
2014). La shelf life del caviale dipende dal trattamento che subisce, infatti mantenendolo tra
⁰C
-2 e 4 può essere conservato per un massimo di 3 mesi, tempo che si estende a 12 - 15
mesi nel caso in cui venga pastorizzato (Mims et al., 2002). Attualmente è presente un altro
sistema per il prelievo delle uova. La tecnica prevede che i soggetti siano sottoposti a
trattamenti ormonali così da ottenere oociti ovulati che possono poi essere rimossi
chirurgicamente mantenendo l’animale in vita (Hochleithner & Gessner, 2012; Pazzaglia,
2014). Questa tecnica è proibita in Europa in quanto non rispetta le direttive attualmente
presenti (Moretti et al., 2014) e il caviale così prodotto deve essere etichettato con la dicitura
di “caviale da uova ovulate” (Codex doc. 4, 2010).
I due sottoprodotti normalmente ottenuti dalla macellazione degli storioni per il prelievo
delle uova, sono la carne e l’olio di fegato, mentre in Cina, l