Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
METODI INVASIVI
- I livelli di concentrazione di metalli pesanti possono essere determinati negli organi interni
(fegato, polmone, muscolo, cuore, rene).
- Necessità di abbattere l’animale (solitamente si fanno i campionamenti su animali abbattuti
durante la stagione venatoria).
- Fegato e rene risultano i principali organi bersaglio per l’accumulo dei metalli pesanti.
IL CAPRIOLO COME INDICATORE
Cenni di biologia
- Il capriolo (Capreolus capreolus) è un cervide di modeste dimensioni (max 30 kg nei maschi),
fornito di palco caduco con ciclo annuale
- L’habitat preferito è quello con elevata variabilità vegetazionale con un abbondante
sottobosco, con presenza di boschi disetanei intervallati da spazi aperti
- Per la ricerca attiva di cibi particolarmente nutrienti e facilmente digeribili è definito
“selettore di concentrati”; si nutre essenzialmente di foglie ma quando semi e frutti sono molto
abbondanti la dieta diviene granivora o frugivora.
6
METODI INVASIVI
- Organi interni studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta, soprattutto nei
funghi;
- Organi interni (fegato e grasso perineale) studiati per accumulo di diclorodifeniltricloroesano
(DDT) e suoi metaboliti, esaclorobenzene (HCB), esaclorocicloesano ed isomeri α, β e γ, α-
endosufan, aldrina, dieldrina ed endrina.
METODI NON INVASIVI
- Analisi delle feci come indicatori di ingestione di alimenti contaminati da metalli pesanti.
- Analisi dei palchi come indicatori dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti.
IL CERVO COME INDICATORE
Cenni di biologia
• il cervo (Cervus elaphus) è un Mammifero Artiliodattilo appartenente alla famiglia dei Cervidi.
• è il più grosso erbivoro selvatico presente in Italia (peso 80/200 Kg). Il maschio e dotato di
corna anche di notevoli dimensioni (palco) che cadono in inverno per riformarsi poi in pochi
mesi più ramificate e robuste.
• habitat: boschi misti e foreste ricche di radure. Si spinge talvolta anche sui pascoli più elevati.
• alimentazione: erbe fresche e frutti di bosco in estate; erbe secche e cortecce d'inverno.
METODI NON INVASIVI
- Pellets fecali studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta.
- Analisi dei palchi come indicatori dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti.
METODI INVASIVI
- Organi interni studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta, soprattutto nei
funghi;
- Organi interni (fegato e grasso perineale) studiati per accumulo di diclorodifeniltricloroesano
(DDT) e suoi metaboliti, esaclorobenzene (HCB), esaclorocicloesano ed isomeri α, β e γ, α-
endosufan, aldrina, dieldrina ed endrina.
LA LEPRE COME BIOINDICATORE
Cenni di biologia
la lepre (Lepus spp) è un Mammifero Lagomorfo appartenente alla famiglia dei Leporidi.
• si nutre strettamente di foglie ed erba durante i mesi estivi ma cambia l'alimentazione con
• bacche, tuberi e corteccia dei giovani alberi durante l'inverno.
Prendendo in esame la lepre comune (Lepus europaeus Pallas, 1778) si possono fare alcune
considerazioni: 7
l’habitat tipico è rappresentato dagli ambienti aperti come praterie e steppa, ma in seguito alla
• progressiva messa a coltura delle terre ha trovato una condizione ideale nelle zone coltivate,
ove esistono disponibilità alimentari in ogni periodo dell’anno. Preferisce quindi gli ambienti
caratterizzati da buona diversità ambientale con colture in rotazione, boschetti, terreno ben
drenato e fertile.
in conseguenza della sua ampia valenza ecologica frequenta comunque una grande varietà di
• ambienti: brughiere, zone dunose, terreni golenali, boschi (principalmente di latifoglie e ricchi
di sottobosco); evita le fitte boscaglie, le foreste troppo estese, le pendici ombrose, i terreni
freddi e umidi dove al mattino la rugiada si mantiene a lungo. Pur preferendo le zone
pianeggianti e collinari, si spinge in montagna fin verso i 2.000 m s.l.m. sulle Alpi e sino a 2.600
m sulla catena appenninica.
è stata utilizzata per capire e monitorare l’effetto di una contaminazione da radionuclidi (U,
• 226Ra, 210Pb, 210Po 228Th)
e sull’ambiente e quindi l’eventuale impatto sulla fauna, anche
a distanze molto elevate;
è stata utilizzata per rilevare la concentrazione di metalli pesanti (soprattutto piombo)
• nell’atmosfera;
l’abbondanza della lepre è stata presa come indicatore per il livello di urbanizzazione
• (compreso lo sviluppo della rete viaria e ferroviaria) e per l’intensificazione dell’agricoltura.
UCCELLI COME BIOINDICATORI
Sono utilizzati come bioindicatori per l’assodata conoscenza della loro ecologia, per lo stretto
• legame con le associazioni vegetali ed il territorio, per la copertura di differenti livelli della
piramide ecologica e perché sono facilmente censibili, non solo attraverso la valutazione della
presenza/assenza ma anche dell’abbondanza.
Per ogni area, tipologia di uso del suolo e/o livello di urbanizzazione occorre definire le specie
• chiave su cui basare l’analisi ed i parametri ecologici da prendere in considerazione.
I principali parametri da valutare in un’area campione sono:
- numero di specie presenti (richness);
- numero di individui per specie;
- successo di nidificazione;
- caratteristiche produttive;
- tasso di sopravvivenza.
UCCELLI COME BIOACCUMULATORI
Analisi dei tessuti per la valutazione dell’accumulo di metalli pesanti
• Analisi delle uova per accumulo organoclorurati e PCB.
• 8
UCCELLI COME ANIMALI SENTINELLA
Molte specie di uccelli possono essere utilizzati come “sentinelle” di eventi epidemiologici se
• inseriti in un programma di monitoraggio mirato alla prevenzione della diffusione di
determinati patogeni.
Ad esempio sono utilizzati per il monitoraggio della diffusione del virus dell’influenza aviaria,
• in particolare dei ceppi più virulenti e quindi più pericolosi per la salute umana.
Il primo caso isolato di influenza aviaria negli uccelli selvatici risale al 1961 su un esemplare
• di sterna comune (Sterna hirundo) in Sud Africa.
In questo caso sono utilizzati principalmente gli uccelli acquatici, in quanto fungono da
• serbatoio dei virus di tipo A e di tutti i 15 sottotipi HA (antigene emoagglutinante) e 9 sottotipi
NA (antigene neuroaminidasi).
Il monitoraggio è possibile ad esempio, catturando gli uccelli presenti nelle zone umide o
• ponendo direttamente delle gabbie in acqua contenenti uccelli acquatici (anatidi)
Ad ogni ondata migratoria si analizzano campioni di sangue e tamponi delle cloache al fine di
• valutare lo stato di infezione dei volatili.
È possibile studiare anche il livello di infezione nelle popolazioni di Galliformi (fagiani,
• quaglie, starne, pernici, ecc.), Passeriformi (passera comune, cannaiola, ecc.) e Rapaci (falco
pellegrino, poiana, ecc.) considerati all’apice della catena trofica.
IL MOSCARDINO COME BIOINDICATORE
Cenni di biologia
Il moscardino (Muscardinus avellanarius) è un piccolo roditore appartenente alla famiglia dei
• Gliridi, con una lunghezza complessiva di circa 16 cm, compresi i 6 di coda.
Si può avvistare sia in pianura che in montagna fino a 1.500 metri di altitudine. Soggiorna in
• preferenza nelle macchie di basso fusto e nei boschi di nocciolo, lampone e mora, spostandosi
continuamente da un albero all’altro.
Si ciba, nelle ore notturne, di nocciole, noci, ghiande e frutti succosi, spesso arrampicandosi e
• rimanendo appeso ai rami con le zampe posteriori per cogliere i frutti.
Trascorre l’inverno in letargo.
•
Per le sue peculiari caratteristiche ecologiche il moscardino è un ottimo indicatore dello stato
di frammentazione dell’ambiente, in particolare della mancanza di corridoi boscati attraverso i
quali si sposta alla ricerca di cibo (dalla primavera all’autunno).
Inoltre i corridoi sono indispensabili per la dispersione e per l’integrità genetica offrendo
l’unica possibilità di flusso genico tra diverse metapopolazioni.
Studi volti ad accertare la necessità di fasce congiungenti le diverse aree boscate sono state
condotte tramite trappolaggio e radiocollaraggio degli esemplari.
LA LONTRA COME BIOINDICATORE
Cenni di biologia
La Lontra (Lutra lutra) è un Mammifero Carnivoro, appartenente alla famiglia dei Mustelidi.
• 9
Strettamente legata all’ambiente acquatico, la lontra vive in prossimità di fiumi, ruscelli e laghi
• di montagna fino ad un’altitudine superiore ai 2.000 metri, di canneti, paludi, lagune, estuari
e foci dei fiumi, torrenti montani, canali di irrigazione e bacini artificiali, ove vi sia una buona
alternanza di acque più o meno profonde, calme e correnti.
Si nutre principalmente di pesci tra cui i ciprinidi (alborella, cavedano, vairone) e le anguille,
• integrando la dieta con anfibi, qualche piccolo mammifero ed uccelli e, eccezionalemente,
bisce d’acqua.
È considerata un ottimo indicatore dei corsi d’acqua essendo direttamente sensibile ad
• inquinanti di origine chimica e indirettamente per l’assenza di popolazioni vitali di pesci.
Diversi studi affermano che la lontra, disponendo di sistemi enzimatici in grado di
• metabolizzare i bifenili policlorurati (PCB), accumuli nei propri tessuti ed organi i rispettivi
metaboliti tossici, anche a concentrazioni molto basse nelle prede di cui si ciba.
Non per questo i PCB sono considerati la maggior causa del declino delle popolazioni di lontra.
•
LA TALPA COME INDICATORE
Cenni di biologia
La Talpa (Talpa europaea) è un Insettivoro appartente alla famiglia dei Talpidi.
• È un’eccellente scavatrice e conduce una vita sotterranea, spostandosi in una rete di gallerie.
• La dieta della talpa include principalmente lombrichi di grosse dimensioni, che vengono
• sostituiti da larve di insetto durante il periodo invernale.
Essa predilige habitat con terreni fertili e profondi, che permettano una buona disponibilità
• di cibo e la possibilità di scavare gallerie.
Data la relativa abbondanza in aree urbanizzate e la bassa attitudine alla migrazione è un
• ottimo indicatore per monitorare un’area ben definita e localizzata, anche in un’ottica di lungo
periodo (vive mediamente 6 anni)
I lombrichi, di cui si nutre, sono a loro volta molto sensibili ai contaminati ambientali e
• fungono a loro volta da accumulatori.
Per questo è utilizzata per monitorare l’inquinamento da metalli pesanti in aree urbane, in
• concomitanza con analisi del terreno e con la stima dell’età della talpa.
<