Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 53
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 1 Monitoraggio dei vertebrati Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Monitoraggio dei vertebrati Pag. 41
1 su 53
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

METODI INVASIVI

- I livelli di concentrazione di metalli pesanti possono essere determinati negli organi interni

(fegato, polmone, muscolo, cuore, rene).

- Necessità di abbattere l’animale (solitamente si fanno i campionamenti su animali abbattuti

durante la stagione venatoria).

- Fegato e rene risultano i principali organi bersaglio per l’accumulo dei metalli pesanti.

IL CAPRIOLO COME INDICATORE

Cenni di biologia

- Il capriolo (Capreolus capreolus) è un cervide di modeste dimensioni (max 30 kg nei maschi),

fornito di palco caduco con ciclo annuale

- L’habitat preferito è quello con elevata variabilità vegetazionale con un abbondante

sottobosco, con presenza di boschi disetanei intervallati da spazi aperti

- Per la ricerca attiva di cibi particolarmente nutrienti e facilmente digeribili è definito

“selettore di concentrati”; si nutre essenzialmente di foglie ma quando semi e frutti sono molto

abbondanti la dieta diviene granivora o frugivora.

6

METODI INVASIVI

- Organi interni studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta, soprattutto nei

funghi;

- Organi interni (fegato e grasso perineale) studiati per accumulo di diclorodifeniltricloroesano

(DDT) e suoi metaboliti, esaclorobenzene (HCB), esaclorocicloesano ed isomeri α, β e γ, α-

endosufan, aldrina, dieldrina ed endrina.

METODI NON INVASIVI

- Analisi delle feci come indicatori di ingestione di alimenti contaminati da metalli pesanti.

- Analisi dei palchi come indicatori dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti.

IL CERVO COME INDICATORE

Cenni di biologia

• il cervo (Cervus elaphus) è un Mammifero Artiliodattilo appartenente alla famiglia dei Cervidi.

• è il più grosso erbivoro selvatico presente in Italia (peso 80/200 Kg). Il maschio e dotato di

corna anche di notevoli dimensioni (palco) che cadono in inverno per riformarsi poi in pochi

mesi più ramificate e robuste.

• habitat: boschi misti e foreste ricche di radure. Si spinge talvolta anche sui pascoli più elevati.

• alimentazione: erbe fresche e frutti di bosco in estate; erbe secche e cortecce d'inverno.

METODI NON INVASIVI

- Pellets fecali studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta.

- Analisi dei palchi come indicatori dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti.

METODI INVASIVI

- Organi interni studiati per accumulo dei metalli pesanti presenti nella dieta, soprattutto nei

funghi;

- Organi interni (fegato e grasso perineale) studiati per accumulo di diclorodifeniltricloroesano

(DDT) e suoi metaboliti, esaclorobenzene (HCB), esaclorocicloesano ed isomeri α, β e γ, α-

endosufan, aldrina, dieldrina ed endrina.

LA LEPRE COME BIOINDICATORE

Cenni di biologia

la lepre (Lepus spp) è un Mammifero Lagomorfo appartenente alla famiglia dei Leporidi.

• si nutre strettamente di foglie ed erba durante i mesi estivi ma cambia l'alimentazione con

• bacche, tuberi e corteccia dei giovani alberi durante l'inverno.

Prendendo in esame la lepre comune (Lepus europaeus Pallas, 1778) si possono fare alcune

considerazioni: 7

l’habitat tipico è rappresentato dagli ambienti aperti come praterie e steppa, ma in seguito alla

• progressiva messa a coltura delle terre ha trovato una condizione ideale nelle zone coltivate,

ove esistono disponibilità alimentari in ogni periodo dell’anno. Preferisce quindi gli ambienti

caratterizzati da buona diversità ambientale con colture in rotazione, boschetti, terreno ben

drenato e fertile.

in conseguenza della sua ampia valenza ecologica frequenta comunque una grande varietà di

• ambienti: brughiere, zone dunose, terreni golenali, boschi (principalmente di latifoglie e ricchi

di sottobosco); evita le fitte boscaglie, le foreste troppo estese, le pendici ombrose, i terreni

freddi e umidi dove al mattino la rugiada si mantiene a lungo. Pur preferendo le zone

pianeggianti e collinari, si spinge in montagna fin verso i 2.000 m s.l.m. sulle Alpi e sino a 2.600

m sulla catena appenninica.

è stata utilizzata per capire e monitorare l’effetto di una contaminazione da radionuclidi (U,

• 226Ra, 210Pb, 210Po 228Th)

e sull’ambiente e quindi l’eventuale impatto sulla fauna, anche

a distanze molto elevate;

è stata utilizzata per rilevare la concentrazione di metalli pesanti (soprattutto piombo)

• nell’atmosfera;

l’abbondanza della lepre è stata presa come indicatore per il livello di urbanizzazione

• (compreso lo sviluppo della rete viaria e ferroviaria) e per l’intensificazione dell’agricoltura.

UCCELLI COME BIOINDICATORI

Sono utilizzati come bioindicatori per l’assodata conoscenza della loro ecologia, per lo stretto

• legame con le associazioni vegetali ed il territorio, per la copertura di differenti livelli della

piramide ecologica e perché sono facilmente censibili, non solo attraverso la valutazione della

presenza/assenza ma anche dell’abbondanza.

Per ogni area, tipologia di uso del suolo e/o livello di urbanizzazione occorre definire le specie

• chiave su cui basare l’analisi ed i parametri ecologici da prendere in considerazione.

I principali parametri da valutare in un’area campione sono:

- numero di specie presenti (richness);

- numero di individui per specie;

- successo di nidificazione;

- caratteristiche produttive;

- tasso di sopravvivenza.

UCCELLI COME BIOACCUMULATORI

Analisi dei tessuti per la valutazione dell’accumulo di metalli pesanti

• Analisi delle uova per accumulo organoclorurati e PCB.

• 8

UCCELLI COME ANIMALI SENTINELLA

Molte specie di uccelli possono essere utilizzati come “sentinelle” di eventi epidemiologici se

• inseriti in un programma di monitoraggio mirato alla prevenzione della diffusione di

determinati patogeni.

Ad esempio sono utilizzati per il monitoraggio della diffusione del virus dell’influenza aviaria,

• in particolare dei ceppi più virulenti e quindi più pericolosi per la salute umana.

Il primo caso isolato di influenza aviaria negli uccelli selvatici risale al 1961 su un esemplare

• di sterna comune (Sterna hirundo) in Sud Africa.

In questo caso sono utilizzati principalmente gli uccelli acquatici, in quanto fungono da

• serbatoio dei virus di tipo A e di tutti i 15 sottotipi HA (antigene emoagglutinante) e 9 sottotipi

NA (antigene neuroaminidasi).

Il monitoraggio è possibile ad esempio, catturando gli uccelli presenti nelle zone umide o

• ponendo direttamente delle gabbie in acqua contenenti uccelli acquatici (anatidi)

Ad ogni ondata migratoria si analizzano campioni di sangue e tamponi delle cloache al fine di

• valutare lo stato di infezione dei volatili.

È possibile studiare anche il livello di infezione nelle popolazioni di Galliformi (fagiani,

• quaglie, starne, pernici, ecc.), Passeriformi (passera comune, cannaiola, ecc.) e Rapaci (falco

pellegrino, poiana, ecc.) considerati all’apice della catena trofica.

IL MOSCARDINO COME BIOINDICATORE

Cenni di biologia

Il moscardino (Muscardinus avellanarius) è un piccolo roditore appartenente alla famiglia dei

• Gliridi, con una lunghezza complessiva di circa 16 cm, compresi i 6 di coda.

Si può avvistare sia in pianura che in montagna fino a 1.500 metri di altitudine. Soggiorna in

• preferenza nelle macchie di basso fusto e nei boschi di nocciolo, lampone e mora, spostandosi

continuamente da un albero all’altro.

Si ciba, nelle ore notturne, di nocciole, noci, ghiande e frutti succosi, spesso arrampicandosi e

• rimanendo appeso ai rami con le zampe posteriori per cogliere i frutti.

Trascorre l’inverno in letargo.

Per le sue peculiari caratteristiche ecologiche il moscardino è un ottimo indicatore dello stato

di frammentazione dell’ambiente, in particolare della mancanza di corridoi boscati attraverso i

quali si sposta alla ricerca di cibo (dalla primavera all’autunno).

Inoltre i corridoi sono indispensabili per la dispersione e per l’integrità genetica offrendo

l’unica possibilità di flusso genico tra diverse metapopolazioni.

Studi volti ad accertare la necessità di fasce congiungenti le diverse aree boscate sono state

condotte tramite trappolaggio e radiocollaraggio degli esemplari.

LA LONTRA COME BIOINDICATORE

Cenni di biologia

La Lontra (Lutra lutra) è un Mammifero Carnivoro, appartenente alla famiglia dei Mustelidi.

• 9

Strettamente legata all’ambiente acquatico, la lontra vive in prossimità di fiumi, ruscelli e laghi

• di montagna fino ad un’altitudine superiore ai 2.000 metri, di canneti, paludi, lagune, estuari

e foci dei fiumi, torrenti montani, canali di irrigazione e bacini artificiali, ove vi sia una buona

alternanza di acque più o meno profonde, calme e correnti.

Si nutre principalmente di pesci tra cui i ciprinidi (alborella, cavedano, vairone) e le anguille,

• integrando la dieta con anfibi, qualche piccolo mammifero ed uccelli e, eccezionalemente,

bisce d’acqua.

È considerata un ottimo indicatore dei corsi d’acqua essendo direttamente sensibile ad

• inquinanti di origine chimica e indirettamente per l’assenza di popolazioni vitali di pesci.

Diversi studi affermano che la lontra, disponendo di sistemi enzimatici in grado di

• metabolizzare i bifenili policlorurati (PCB), accumuli nei propri tessuti ed organi i rispettivi

metaboliti tossici, anche a concentrazioni molto basse nelle prede di cui si ciba.

Non per questo i PCB sono considerati la maggior causa del declino delle popolazioni di lontra.

LA TALPA COME INDICATORE

Cenni di biologia

La Talpa (Talpa europaea) è un Insettivoro appartente alla famiglia dei Talpidi.

• È un’eccellente scavatrice e conduce una vita sotterranea, spostandosi in una rete di gallerie.

• La dieta della talpa include principalmente lombrichi di grosse dimensioni, che vengono

• sostituiti da larve di insetto durante il periodo invernale.

Essa predilige habitat con terreni fertili e profondi, che permettano una buona disponibilità

• di cibo e la possibilità di scavare gallerie.

Data la relativa abbondanza in aree urbanizzate e la bassa attitudine alla migrazione è un

• ottimo indicatore per monitorare un’area ben definita e localizzata, anche in un’ottica di lungo

periodo (vive mediamente 6 anni)

I lombrichi, di cui si nutre, sono a loro volta molto sensibili ai contaminati ambientali e

• fungono a loro volta da accumulatori.

Per questo è utilizzata per monitorare l’inquinamento da metalli pesanti in aree urbane, in

• concomitanza con analisi del terreno e con la stima dell’età della talpa.

<
Dettagli
A.A. 2019-2020
53 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/05 Zoologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher studiobiologia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Monitoraggio dei vertebrati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Amici Andrea.