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Il mutamento della professione giornalistica: dalla nascita del giornalismo sportivo alla prima firma femminile nel quotidiano rosa, l'affermazione delle donne nel giornalismo sportivo.

  • Premessa

La scelta di poter parlare dell'evoluzione del giornalismo sportivo in Italia e, più in particolare, dei volti femminili che hanno saputo crearsi uno spazio in un ambiente da sempre prettamente maschile parte, come molte volte mi succede, dalla curiosità di voler conoscere ed approfondire come è nato e si è evoluto questo "mondo" che, da più di un secolo, racconta agli italiani i mille risvolti di una competizione sportiva, curiosità che si amplia a dismisura nel desiderio di sapere chi e come, nel genere femminile a cui appartengo, è riuscita a far emergere le qualità della sua penna.

Se è vero che per gli italiani lo sport, e fra i tanti in particolare il calcio, è un vero e proprio amore (Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre – W. Churchill), è altrettanto vero che senza le cronache ed i commenti giornalistici sugli organi di stampa prima, approdati poi su media e nella rete, non sarebbe stato così universalmente conosciuto, tanto da rappresentare, anche a livello economico, un indotto di indubbia rilevanza che rasenta oggi in Italia i 24,5 miliardi di €uro, pari al 1,6% del P.I.L. [cita la fonte di questa citazione e di tutte le altre che seguono]

  • Introduzione

Per poter parlare di ciò che oggi rappresenta il giornalismo sportivo italiano e dei molteplici strumenti di cui indiscussi professionisti, uomini e donne, si sono avvalsi per divulgare e commentare le notizie (stampa, radio, televisione, rete) è indispensabile soffermarsi a trattare di come è nata e si è evoluta nella storia italiana questa professione [che poi si è legata anche allo sport], analizzandone l'evoluzione, grazie soprattutto alle geniali invenzioni di uomini illuminati, come la stampa a caratteri mobili (Joan Gutemberg), il telegrafo (Samuel Morse), il telefono (Antonio Meucci), la radio (Guglielmo Marconi), la televisione (John Logie Baird) e la rete internet (Ministero della difesa USA), passando da quelle che sono state e da quelle che sono oggi le testate della stampa italiana, passando per i programmi radio.

3. Dalle prime rudimentali forme di giornalismo al giornalismo di informazione

Non potendomi soffermare, poiché non documentabile, su quello che era la divulgazione orale della notizia, spesso distorta negli innumerevoli passaggi da bocca in bocca, alla stregua di Omero e di molti scrittori ellenici che cantavano le lodi dei primi atleti olimpionici anche gli italici, agli albori del primo millennio, si sono cimentanti nella cronaca di alcuni eventi sportivi (lotte di gladiatori, corse con le bighe, ecc. nei "Commentari" di Caio Giulio Cesare) che, all'epoca romana si svolgevano nei circhi per allietare il popolo, in attuazione di una politica sociale della repubblica romana che promuoveva l'elargizione di "panem et circenses", ovvero di quanto necessario per il vivere ed il divertimento.

Fra il 1500 ed il 1600 nella frammentata penisola italica non esisteva libertà di stampa ed il consenso a stampare veniva attribuito dai governanti dei vari stati sotto forma di "privilegio" e sempre sotto il vaglio di una attenta censura: per ovviare a questo si assiste in quel periodo alla pubblicazione (a Roma ed a Venezia) dei "fogli di informazione", avvisi anonimi manoscritti a prevalente pubblicazione settimanale, spesso riportanti notizie esagerate e/o diffamatorie, generalmente costituiti da quattro fogli con i quali si divulgavano le informazioni e la cui diffusione in altre città era affidata ai corrieri postali. È di quei tempi quindi la nascita della prima editoria remunerativa: nella Repubblica di Venezia i fogli di informazione venivano venduti per una moneta del valore di due soldi chiamata "gaxeta" e fu a Venezia che i fogli assunsero il nome di Gaxeta che nel tempo venne italianizzato in "gazzetta".

La diffusione di notizie nella penisola tramite gazzetta prese sempre più piede tanto che, nel 1636, il Gran Ducato di Toscana concesse la prima formale autorizzazione alla stampa di una gazzetta a Firenze, seguita a breve da Milano e Genova dove addirittura si fronteggiavano due giornali, uno filo francese ed un a favore della Spagna.

A metà del 1600 la trasmissione di informazione tramite stampa di gazzette e giornali stava già prendendo piede: erano fogli privi di titolazione e di una impaginazione

La libertà di stampa riprende progressivamente a respirare dopo la caduta del regime totalitario (luglio 1943) anche se fino al 1945 le pubblicazioni vengono "regolamentate" dagli organi delle truppe alleate.

Con la nascita della Repubblica Italiana (1946) e la promulgazione della Costituzione (1947) cambiano radicalmente gli scenari socio economici e politici della nostra nazione che, guidata da una classe politica eletta democraticamente, vive nell'era della ricostruzione, dell'incremento industriale e della politica di alfabetizzazione della popolazione; con i mutamenti della nazione e l'aumento dell'acculturamento popolare, cambia anche il modo di fare informazione e, grazie al Regio decreto 1067 del 1923 che attribuiva allo Stato l'esclusiva sulle trasmissioni radiofoniche, nel 1954 nasce la RAI e alla fine degli anni '50 il primo "telegiornale".

Nel mondo della stampa la "rivoluzione culturale" del 1968 favorisce la nascita di testate "alternative" e di "contro informazione"

L'egemonia del servizio pubblico finisce all'inizio degli anni '80 con l'affermazione delle emittenti commerciali private.

Con l'affermarsi della classe media ed il conseguente aumento di fruitori di giornali, l'informazione a mezzo stampa comincia ad assumere un interesse sempre più rilevante per imprenditori ed industriali che investono considerevoli somme per assumere il controllo delle diverse testate.

4. Le prime testate sportive

Di pari passo con l'evolversi dell'informazione a mezzo stampa assistiamo alla nascita delle prime testate sportive quando ancora il termine "sport" forse non era stato coniato o se lo era, si riferiva quasi esclusivamente a "..quel complesso di nobili attività fisiche, come la ginnastica, la caccia, la scherma, l'alpinismo..." che suscitava interesse limitato a "... pochi eletti gentiluomini, che vedevano nell'attività fisica un insieme di reminiscenze ginnasiali e velleità umanistiche..."; il termine "sport" diventa di uso comune nei giornali solo nel 1881.

Per questo motivo molti ritengono che la prima pubblicazione sportiva italiana in assoluto possa essere il "Bollettino trimestrale del Club Alpino di Torino" pubblicato nel 1865, anche se il periodico "La Ginnastica", fondato nel 1866 e poi divenuto

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1976 viene alla luce la "Domenica Sprint", nel 1980 il "Processo del lunedì", a cui il "rosso crinito" Aldo Biscardi dà un'interpretazione particolare, e "Dribbling".

Il giornalismo sportivo italiano si occupa di innumerevoli discipline: è partito ai suoi albori dalla ginnastica per includere poi il ciclismo ed il calcio, da noi la più popolare: oggi abbiamo trasmissioni dedicate al tennis, all'equitazione, al volley, al basket, alle moto, alle automobili, al golf ed addirittura al biliardo.

"Lo sport vive in televisione e la televisione vive di sport" tanti sono i programmi di contorno dell'evento sportivo e del calcio in particolare: i talk show dilagano ed il numero di eventi sportivi trasmessi anche dalle reti commerciali aumenta in maniera esponenziale tanto che il business non riguarda solamente la vendita degli spazi pubblicitari.

Nascono la "pay per view" e la "pay tv" e pochi editori si accaparrano a suon di milioni i diritti per trasmettere in esclusiva gli eventi sportivi preventivamente criptati: i programmi dedicati si moltiplicano anche sulle reti a pagamento, si moltiplicano i volti nuovi del giornalismo sportivo e, per consentire alle reti televisive di trasmettere in contemporanea un sempre maggior numero di eventi, le varie federazioni sportive modificano il calendario delle competizioni, cancellando addirittura la contemporaneità delle gare ed introducendo anticipi e posticipi.

6. Lo Sport e Internet

Quel che un tempo poteva definirsi fantascienza si è avverato ai giorni nostri con l'avvento della trasmissione dei dati in digitale ed analogico e grazie ad internet, biblioteca mondiale dello scibile umano: basta "digitare" su un qualsiasi motore di ricerca (Google è forse il più conosciuto) la parola chiave che immediatamente appare sullo schermo del PC un mondo di "links" entro i quali si può trovare ciò che si desidera sapere.

La possibilità di essere collegata al mondo intero non poteva sfuggire agli organi di informazione italiana che hanno creato pubblicazioni parallele "online", a fruizione libera o in abbonamento.

La nuova tecnologia ha poi concesso all'utilizzatore finale la possibilità di interagire con l'evento trasmesso e, nella programmazione dei più svariati eventi sportivi, oggi l'utente può scegliere non solo l'evento da seguire e quando seguirlo, ma anche "in

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
19 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marty2993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Giornalismo sportivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Russo Giovanna.