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BPCO.
2. INTERVAL TRAINING
In tutti quei pazienti che a causa dei diversi sintomi come dispnea e affaticamento è preclusa la
possibilità di effettuare allenamenti di alta intensità, l’Interval Training può essere una valida
alternativa; l’esercizio può variare con periodi di riposo o di lavoro a minor intensità
raggiungendo un alto carico di lavoro assoluto e allo stesso tempo dare al paziente una
percezione significativamente più bassa dei sintomi.
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Alcuni studi hanno evidenziato che l’allenamento intervallato sembra essere paragonabile
all’allenamento continuativo nei pazienti affetti da BPCO, anche se gli effetti a lungo termine
non sono ancora stati studiati.
3. RESISTANCE/STRENGTH TRAINING
Questo allenamento consiste in una serie di esercizi dove vengono impegnati gruppi muscolari
locali, attraverso ripetute continue di sollevamento pesi.
Poiché nel paziente affetto da BPCO si è riscontrata una notevole riduzione della massa
muscolare e della forza dei muscoli periferici soprattutto in pazienti anziani, l’allenamento della
forza è stato individuato come un’ottima strategia per promuovere un invecchiamento sano,
portando inoltre a un miglioramento e mantenimento della densità ossea la quale risulta essere
ridotta di circa il 50%.
L'American College of Sports Medicine suggerisce che, per incrementare la forza muscolare
negli adulti, si dovrebbero eseguire esercizi composti da 1 a 3 serie da 8 a 12 ripetizioni ciascuna
per 2 o 3 giorni alla settimana con un carico iniziale compreso tra il 60-80% di quello
massimale.
Per ottenere dei risultati soddisfacenti migliorando forza e resistenza muscolare si dovrà
agire sull’ “Overload”, incrementando il carico di lavoro, agendo quindi sul peso, sul numero
delle ripetizioni per ciascuna serie o diminuendo il tempo di recupero tra una serie e l’altra.
É stato inoltre messo in evidenza che la combinazione tra l’allenamento della forza e
l’Endurance Training (allenamento resistenza) conferisce ulteriori benefici nella forza
muscolare e nella tolleranza allo sforzo, caratteristiche fondamentali per migliorare la qualità
della vita dei pazienti. 54
4. UPPER LIMB TRAINING
L’allenamento degli arti superiori ha una notevole importanza per tutti i soggetti con malattie
respiratorie croniche i quali risultano avere svariate problematiche che coinvolgono tutte le
semplici attività di vita quotidiana: vestirsi, fare la spesa ecc.
Include un regime di allenamento composto da esercizi aerobici come l’utilizzo di un
cicloergometro per le braccia, ed esercizi di forza tramite pesi e fasce elastiche.
I muscoli presi in considerazione dall’allenamento degli arti superiori sono ovviamente il
bicipite brachiale, il tricipite brachiale, il deltoide, il grande dorsale, ed infine i pettorali.
5. FLEXIBILITY TRAINING
L’allenamento della flessibilità è molto utilizzato nella riabilitazione respiratoria, anche se non
risultano evidenze cliniche riguardante la sua efficacia.
Nonostante quanto suddetto specificato, la sua importanza è data dal semplice fatto che le
alterazioni posturali sono associate a una riduzione della funzione polmonare e della densità
ossea richiedendo un maggior lavoro dei muscoli respiratori.
Per poter permettere la corretta mobilità toracica e di conseguenza migliorare la postura,
un’ottima strategia di approccio risulta essere composta da esercizi specifici per la flessibilità
degli arti superiori e arti inferiori facendo ricorso a procedure di allungamento muscolare, come
lo stretching, di muscoli come il tricipite surale, quadricipite e bicipite femorale, ed esercizi per
il collo, le spalle e il tronco, tutto ciò dovrà essere svolto per almeno 2-3 giorni a settimana.
6. INSPIRATORY MUSCLE TRAINING
La capacità ventilatoria generata dalla pompa inspiratoria dei muscoli adibiti alla respirazione,
è ridotta nei pazienti con BPCO a causa degli effetti deleteri dell’iperinflazione polmonare;
tutto ciò determinerà un’intolleranza all’esercizio e ad una percezione della dispnea.
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Questo tipo di allenamento raccomandato dalle linee guida per la riabilitazione polmonare
dell’American Thoracic Society / European Respiratory Society, sembrerebbe produrre effetti
benefici sulle misure della massima pressione respiratoria (MIP); l’ottima strategia di
allenamento dei muscoli inspiratori consiste nella respirazione contro la pressione soglia
avvalendosi di un dispositivo accessibile e maneggevole, l’ “IMT THRESHOLD”, inspiratory
muscle trainer e “THRESHOLD PEP”, positive expiratory.
Il paziente dovrà essere capace di generare una pressione negativa che superi la soglia del
device avviando così il passaggio del flusso.
Da ricerche su pazienti affetti da BPCO è stato evidenziato che un allenamento dei muscoli
inspiratori effettuato per almeno 8 settimane ha portato ad un notevole aumento della MIP
nonché della qualità della vita.
7. NEUROMUSCOLAR ELECTRICAL STIMULATION
La stimolazione elettrica neuromuscolare transcutanea (NMES) è una tecnica suggerita dalle
due Society la quale risulta essere un’ulteriore alternativa alle metodiche di allenamento già
esistenti nelle linee guida.
Esso consiste in una stimolazione elettrica che provocherà una contrazione muscolare del
muscolo interessato senza che siano richiesti programmi di allenamento convenzionali.
In quei pazienti che presentano gravi disabilità, le evidenze cliniche testimoniano che la
stimolazione elettrica neuromuscolare sarà una promettente modalità di allenamento da
includere nei vari programmi di riabilitazione respiratoria.
4.2 Lo sport: una medicina efficace nelle patologie polmonari
Nei libri di letteratura medica spesso viene descritto lo sport come attività fisica essenziale nella
convivenza “paziente-malattia”, infatti come per altre patologie infiammatorie croniche anche
nei casi di soggetti affetti da malattie polmonari e delle vie aeree un buon programma di
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allenamento personalizzato ha effetti positivi non solo sulla qualità di vita, ma anche sulla
patologia stessa.
Il Dr.med. Patrick Brun, primario di riabilitazione polmonare del centro di riabilitazione
Heiligenschwendi di Berna, in una sua intervista pubblicata presso la rivista “Vivo Primavera
2020” della Lega Polmonare Svizzera, ha confermato gli ottimi effetti del movimento sui malati
di malattie respiratorie nonché su tutti gli organi ed apparati del nostro organismo.
Lui stesso ha voluto evidenziare il risultato di uno studio che risale nel 1953, in cui venivano
confrontate le aspettative di vita dei conducenti e dei controllori dei trasporti di Londra.
Emerse che gli anni di vita degli autisti risultavano essere minori di quelli dei controllori,
differenza significativa tra i due gruppi era il “movimento” dato dalla loro stessa mansione.
Nel mondo d’oggi la grande maggioranza delle persone non svolge professioni che
implicano il movimento, ciò è il risultato di un aumento della sedentarietà che dopo il fumo,
l’ipertensione e il diabete, risulta essere il quarto fattore di rischio di morte prematura.
Il movimento inteso come sport, viene descritto dal Dr Brun tramite una breve frase molto
significativa:” Se fosse una pastiglia, il movimento sarebbe la medicina più potente”.
Anche solo 30 minuti di attività leggera alla settimana hanno un effetto positivo sulla salute.
Tuttavia, per un adulto l’ideale sarebbe un totale di 150 minuti alla settimana di allenamento a
media intensità. 57
Nella figura mostrata di seguito, vengono rappresentati tre tipi di esercizi da svolgere con
regolarità, eseguendo tre serie da 10-15 ripetizioni ciascuna, respirando lentamente e in modo
regolare (Figura 4.1). Figura 4.1 ESERCIZI DI RINFORZO PER PAZIENTI CON BPCO
(tratto dal sito https://www.liguepulmonaire.ch/bpcocoaching)
Lo sport praticato regolarmente non dovrà mai essere interrotto nei pazienti affetti da patologie
respiratorie, anzi, se scelto in modo adeguato, dovrà essere incentivato soprattutto dagli
operatori sanitari che risultato essere in stretto contatto con i pazienti, i quali a causa del loro
malessere tenderanno ad adottare una condizione di sedentarietà.
L’onere di ogni medico sarà quello di conoscere il rapporto tra le varie discipline sportive e
gli apparati e funzioni che verranno sollecitate, in modo da stabilire un piano di allenamento
individualizzato più adatto alla condizione fisiopatologica del paziente stesso, evitando sforzi
eccessivi e beneficiando di tutti quegli aspetti fisici ma anche psicologici derivanti dallo sport.
Il medico quindi dovrà dimostrarsi come un vero e proprio punto di riferimento per ogni
paziente, adattando sulla base delle caratteristiche patologiche ma anche in relazione alle
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peculiarità individuali di un preciso paziente, il tipo e l’intensità dell’attività sportiva più
congrua.
I segnali di allarme che potrebbero insorgere durante i vari esercizi, come dispnea, dolore al
torace o palpitazioni devono essere a conoscenza del paziente i quali saranno costretti ad
adottare particolare cautela.
Nei soggetti affetti da BPCO che svolgono regolare attività fisica, è stato dimostrato da
ricerche mediche che l’ospedalizzazione a seguito di un’eventuale riacutizzazione della
malattia è meno frequente; l’allenamento aerobico con intensità lieve-moderata è il più efficace
ed il più prescritto dai medici dopo la corretta esecuzione di un test da sforzo cardiopolmonare
in grado di fornire indicazioni precise in relazione ai meccanismi fisiopatologici della
limitazione all’esercizio e dello stadio di gravità della dispnea.
L’ American College of Sport Medicine ha elaborato due possibili strategie da adottare nella
prescrizione dell’attività fisica nei pazienti affetti da BPCO: la prima suggerisce di praticare
un’attività fisica ad una intensità pari al 50% del VO2max (massimo consumo di ossigeno), la
seconda invece l’intensità d’esercizio massimale verrà stabilita alla comparsa della
sintomatologia. La Società Americana della medicina dello sport suggerisce inoltre nelle
proprie linee guida, un programma di riabilitazione iniziale con un’intensità lieve-moderata per
poi incrementare lo sforzo fino ad un’intensità che varia tra il 60 e l’80% di VO2max
corrispondente al 70-85% della FCmax (frequenza cardiaca massima). Il paziente dovrà
attenersi alla frequenza di allenamento corrispondente di 20-45 minuti per 3-4 sessioni alla
settimana per poter ottenere il massimo benef