BPCO e allenamento fisico
Interval training
In tutti quei pazienti che a causa dei diversi sintomi come dispnea e affaticamento è preclusa la possibilità di effettuare allenamenti di alta intensità, l'Interval Training può essere una valida alternativa; l'esercizio può variare con periodi di riposo o di lavoro a minor intensità raggiungendo un alto carico di lavoro assoluto e allo stesso tempo dare al paziente una percezione significativamente più bassa dei sintomi.
Alcuni studi hanno evidenziato che l'allenamento intervallato sembra essere paragonabile all'allenamento continuativo nei pazienti affetti da BPCO, anche se gli effetti a lungo termine non sono ancora stati studiati.
Resistance/strength training
Questo allenamento consiste in una serie di esercizi dove vengono impegnati gruppi muscolari locali, attraverso ripetute continue di sollevamento pesi. Poiché nel paziente affetto da BPCO si è riscontrata una notevole riduzione della massa muscolare e della forza dei muscoli periferici soprattutto in pazienti anziani, l'allenamento della forza è stato individuato come un'ottima strategia per promuovere un invecchiamento sano, portando inoltre a un miglioramento e mantenimento della densità ossea la quale risulta essere ridotta di circa il 50%.
L'American College of Sports Medicine suggerisce che, per incrementare la forza muscolare negli adulti, si dovrebbero eseguire esercizi composti da 1 a 3 serie da 8 a 12 ripetizioni ciascuna per 2 o 3 giorni alla settimana con un carico iniziale compreso tra il 60-80% di quello massimale. Per ottenere dei risultati soddisfacenti migliorando forza e resistenza muscolare si dovrà agire sull'Overload, incrementando il carico di lavoro, agendo quindi sul peso, sul numero delle ripetizioni per ciascuna serie o diminuendo il tempo di recupero tra una serie e l'altra.
È stato inoltre messo in evidenza che la combinazione tra l'allenamento della forza e l'Endurance Training (allenamento resistenza) conferisce ulteriori benefici nella forza muscolare e nella tolleranza allo sforzo, caratteristiche fondamentali per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Upper limb training
L'allenamento degli arti superiori ha una notevole importanza per tutti i soggetti con malattie respiratorie croniche i quali risultano avere svariate problematiche che coinvolgono tutte le semplici attività di vita quotidiana: vestirsi, fare la spesa ecc. Include un regime di allenamento composto da esercizi aerobici come l'utilizzo di un cicloergometro per le braccia, ed esercizi di forza tramite pesi e fasce elastiche. I muscoli presi in considerazione dall'allenamento degli arti superiori sono ovviamente il bicipite brachiale, il tricipite brachiale, il deltoide, il grande dorsale, ed infine i pettorali.
Flexibility training
L'allenamento della flessibilità è molto utilizzato nella riabilitazione respiratoria, anche se non risultano evidenze cliniche riguardante la sua efficacia. Nonostante quanto suddetto specificato, la sua importanza è data dal semplice fatto che le alterazioni posturali sono associate a una riduzione della funzione polmonare e della densità ossea richiedendo un maggior lavoro dei muscoli respiratori.
Per poter permettere la corretta mobilità toracica e di conseguenza migliorare la postura, un'ottima strategia di approccio risulta essere composta da esercizi specifici per la flessibilità degli arti superiori e arti inferiori facendo ricorso a procedure di allungamento muscolare, come lo stretching, di muscoli come il tricipite surale, quadricipite e bicipite femorale, ed esercizi per il collo, le spalle e il tronco, tutto ciò dovrà essere svolto per almeno 2-3 giorni a settimana.
Inspiratory muscle training
La capacità ventilatoria generata dalla pompa inspiratoria dei muscoli adibiti alla respirazione, è ridotta nei pazienti con BPCO a causa degli effetti deleteri dell'iperinflazione polmonare; tutto ciò determinerà un'intolleranza all'esercizio e ad una percezione della dispnea.
Questo tipo di allenamento raccomandato dalle linee guida per la riabilitazione polmonare dell'American Thoracic Society / European Respiratory Society, sembrerebbe produrre effetti benefici sulle misure della massima pressione respiratoria (MIP); l'ottima strategia di allenamento dei muscoli inspiratori consiste nella respirazione contro la pressione soglia avvalendosi di un dispositivo accessibile e maneggevole, l'"IMT Threshold", inspiratory muscle trainer e "Threshold PEP", positive expiratory.
Il paziente dovrà essere capace di generare una pressione negativa che superi la soglia del device avviando così il passaggio del flusso. Da ricerche su pazienti affetti da BPCO è stato evidenziato che un allenamento dei muscoli inspiratori effettuato per almeno 8 settimane ha portato ad un notevole aumento della MIP nonché della qualità della vita.
Neuromuscular electrical stimulation
La stimolazione elettrica neuromuscolare transcutanea (NMES) è una tecnica suggerita dalle due Society la quale risulta essere un'ulteriore alternativa alle metodiche di allenamento già esistenti nelle linee guida. Esso consiste in una stimolazione elettrica che provocherà una contrazione muscolare del muscolo interessato senza che siano richiesti programmi di allenamento convenzionali.
In quei pazienti che presentano gravi disabilità, le evidenze cliniche testimoniano che la stimolazione elettrica neuromuscolare sarà una promettente modalità di allenamento da includere nei vari programmi di riabilitazione respiratoria.
Lo sport: una medicina efficace nelle patologie polmonari
Nei libri di letteratura medica spesso viene descritto lo sport come attività fisica essenziale nella convivenza "paziente-malattia", infatti come per altre patologie infiammatorie croniche anche nei casi di soggetti affetti da malattie polmonari e delle vie aeree un buon programma di allenamento personalizzato ha effetti positivi non solo sulla qualità di vita, ma anche sulla patologia stessa.
Il Dr.med. Patrick Brun, primario di riabilitazione polmonare del centro di riabilitazione Heiligenschwendi di Berna, in una sua intervista pubblicata presso la rivista "Vivo Primavera 2020" della Lega Polmonare Svizzera, ha confermato gli ottimi effetti del movimento sui malati di malattie respiratorie nonché su tutti gli organi ed apparati del nostro organismo. Lui stesso ha voluto evidenziare il risultato di uno studio che risale nel 1953, in cui venivano confrontate le aspettative di vita dei conducenti e dei controllori dei trasporti di Londra. Emersero che gli anni di vita degli autisti risultavano essere minori di quelli dei controllori, differenza significativa tra i due gruppi era il "movimento" dato dalla loro stessa mansione.
Nel mondo d'oggi la grande maggioranza delle persone non svolge professioni che implicano il movimento, ciò è il risultato di un aumento della sedentarietà che dopo il fumo, l'ipertensione e il diabete, risulta essere il quarto fattore di rischio di morte prematura. Il movimento inteso come sport, viene descritto dal Dr Brun tramite una breve frase molto significativa: "Se fosse una pastiglia, il movimento sarebbe la medicina più potente". Anche solo 30 minuti di attività leggera alla settimana hanno un effetto positivo sulla salute. Tuttavia, per un adulto l'ideale sarebbe un totale di 150 minuti alla settimana di allenamento a media intensità.
Nella figura mostrata di seguito, vengono rappresentati tre tipi di esercizi da svolgere con regolarità, eseguendo tre serie da 10-15 ripetizioni ciascuna, respirando lentamente e in modo regolare (Figura 4.1).
Figura 4.1 Esercizi di rinforzo per pazienti con BPCO (tratto dal sito https://www.liguepulmonaire.ch/bpcocoaching)
Lo sport praticato regolarmente non dovrà mai essere interrotto nei pazienti affetti da patologie respiratorie, anzi, se scelto in modo adeguato, dovrà essere incentivato soprattutto dagli operatori sanitari che risultano essere in stretto contatto con i pazienti, i quali a causa del loro malessere tenderanno ad adottare una condizione di sedentarietà. L'onere di ogni medico sarà quello di conoscere il rapporto tra le varie discipline sportive e gli apparati e funzioni che verranno sollecitate, in modo da stabilire un piano di allenamento individualizzato più adatto alla condizione fisiopatologica del paziente stesso, evitando sforzi eccessivi e beneficiando di tutti quegli aspetti fisici ma anche psicologici derivanti dallo sport.
Il medico quindi dovrà dimostrarsi come un vero e proprio punto di riferimento per ogni paziente, adattando sulla base delle caratteristiche patologiche ma anche in relazione alle peculiarità individuali di un preciso paziente, il tipo e l'intensità dell'attività sportiva più congrua. I segnali di allarme che potrebbero insorgere durante i vari esercizi, come dispnea, dolore al torace o palpitazioni devono essere a conoscenza del paziente i quali saranno costretti ad adottare particolare cautela.
Nei soggetti affetti da BPCO che svolgono regolare attività fisica, è stato dimostrato da ricerche mediche che l'ospedalizzazione a seguito di un'eventuale riacutizzazione della malattia è meno frequente; l'allenamento aerobico con intensità lieve-moderata è il più efficace ed il più prescritto dai medici dopo la corretta esecuzione di un test da sforzo cardiopolmonare in grado di fornire indicazioni precise in relazione ai meccanismi fisiopatologici della limitazione all'esercizio e dello stadio di gravità della dispnea.
L'American College of Sport Medicine ha elaborato due possibili strategie da adottare nella prescrizione dell'attività fisica nei pazienti affetti da BPCO: la prima suggerisce di praticare un'attività fisica ad una intensità pari al 50% del VO2max (massimo consumo di ossigeno), la seconda invece l'intensità d'esercizio massimale verrà stabilita alla comparsa della sintomatologia. La Società Americana della medicina dello sport suggerisce inoltre nelle proprie linee guida, un programma di riabilitazione iniziale con un'intensità lieve-moderata per poi incrementare lo sforzo fino ad un'intensità che varia tra il 60 e l'80% di VO2max corrispondente al 70-85% della FCmax (frequenza cardiaca massima). Il paziente dovrà attenersi alla frequenza di allenamento corrispondente di 20-45 minuti per 3-4 sessioni alla settimana per poter ottenere il massimo beneficio.
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