Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 82
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 1 La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La valorizzazione del settore culturale nella società odierna: approfondimento macroeconomico sul binomio cultura-economia Pag. 81
1 su 82
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

EXHIBITION

/ RECEPTION

/

TRANSMISSION

Fonte: UNESCO, Framework for Cultural Statistics - 2006

1.3.2 EUROSTAT anni vari

La Commissione Europea per far fronte alla frammentazione delle

definizioni in uso e i diversi significati che ciascuna di esse porta, nel 1997, ha

7

creato uno specifico gruppo di lavoro, LEG-Culture , cui ha dato il compito di

individuare ed aggregare le statistiche di stampo culturale prodotte dai vari

Paesi dell‟UE al fine di poter compiere comparazioni internazionali sul settore

della cultura.

Gli obiettivi principali che il LEG si è fissato di raggiungere sono:

- Definire un nucleo comune di campi universalmente riconosciuti come

culturali;

7 Leadership Group Culture 12

- Implementare una classificazione delle attività culturali basata sul

quadro delle statistiche culturali definito dall‟UNESCO;

- Migliorare e sviluppare le statistiche culturali a partire dalle indagini

esistenti;

- Definire variabili e indicatori che consentano di descrivere la domanda

e l‟offerta delle attività culturali.

Il conseguimento di tali obiettivi rappresentava quindi il trampolino di

lancio per consentire l‟identificazione e il confronto delle diverse situazioni

nazionali rispetto alle occupazioni nel campo della cultura, alle spese ed ai

finanziamenti relativi alla cultura e alla partecipazione ad attività culturali. –

Con i rapporti prodotti da questo gruppo di lavoro, EUROSTAT

“Cultural (anni vari), ed in

statistics in the EU, Final report of the LEG”

particolare con quello del 2002, si intendeva rispondere a tre finalità.

La prima riguarda la necessità di determinare un comune dominio di

unanime accettazione relativo al settore della cultura; la seconda è volta

all‟elaborazione di una struttura delle statistiche culturali che possano

permettere comparazioni a livello europeo; la terza, infine, è quella di

stimolare un ripensamento riguardo alle classificazioni nazionali ed

internazionali, in maniera tale da giungere ad aggregazioni di attività

economiche tali da evidenziare in modo più appropriato il fenomeno della

cultura.

Identificato quindi il piano di lavoro, l‟indagine passa attraverso una

serie di domande, alle quali è essenziale dare una risposta, che consentissero di

identificare il valore del settore culturale: quanto e come si spende, che

ricadute hanno gli investimenti in termini occupazionali e quanta parte della

popolazione è coinvolta in specifiche pratiche partecipative.

A tal punto, preme evidenziare come queste tre domande cruciali

a tre domini del campo culturale: l‟occupazione nel settore, la

portassero

quantificazione e le modalità di finanziamento, la partecipazione della società

13

e degli individui al processo culturale. E proprio attraverso questo impianto

l‟attenzione sui seguenti aspetti:

concettuale, si è focalizzata

Analisi delle statistiche sull‟occupazione in campo culturale e

-

compilazione di una classificazione delle occupazioni (vengono presi in

considerazione sia gli occupati nella produzione di beni e servizi culturali, sia

quelli operanti nella produzione di prodotti espressivi di un certo contenuto

creativo, unitamente a quelli impiegati nelle attività il cui apporto è essenziale

per la realizzazione dei prodotti esclusivamente culturali);

- Analisi della spesa e dei finanziamenti per la cultura da parte dello

Stato, di altre istituzioni e dalle imprese da un lato, e valutazione del consumo

di beni e servizi culturali delle famiglie dall‟altro;

- Studio della domanda in termini di partecipazione individuale ai campi

della cultura (Questa viene misurata secondo una scala di tre livelli: a)

attending/receiving, identificabile nel rapporto tra risorsa informativa ed il

ricevente (ad esempio, la lettura di libri); b) performance/production of

amateurs, che consiste nella realizzazione di un prodotto culturale (ad esempio,

la scrittura di poesie e romanzi); c) interaction, relativo al flusso continuo di

comunicazioni che vengono sistematicamente rielaborate a discrezione dei

soggetti (ad esempio, l‟uso di prodotti telematici e multimediali).

8

proprio il “Framework”

Il punto di partenza è stato del 1986, sopra

analizzato, dove l‟UNESCO proponeva una prima classificazione delle

categorie da considerare nei processi di produzione di statistiche culturali.

Tale lavoro tuttavia divenne oggetto di variazioni poiché, sebbene esso

fosse in larga parte ripreso come modello da molti Paesi, ciascuno di essi vi

apportava discrezionali modifiche sulla base del concetto di cultura esistente

nel proprio territorio o della disponibilità dei dati a livello nazionale. Inoltre, è

da ritenere opportuno come, dopo quasi un ventennio dallo studio UNESCO,

8

Framework for Cultural Statistics - UNESCO (1986) 14

le variazioni sono dovute alla necessità di adeguare il nuovo quadro

concettuale alla realtà che muta freneticamente.

dell‟Eurostat in tal senso riduce a 8 domini culturali: il

Lo studio

patrimonio culturale, gli archivi, le biblioteche, i libri e la stampa periodica, le

arti visive, l‟architettura, le arti drammatiche, l‟audio e i prodotti audiovisivi e

multimediali.

Agli 8 domini corrispondono poi 6 funzioni che possono essere così

elencate: la conservazione (di tutte le azioni volte alla protezione, al restauro e

al mantenimento di beni culturali), la creazione (l‟invenzione di opere

originali, che danno titolo al pagamento di diritti), la produzione (i modi con

cui l‟opera originale viene resa disponibile), la distribuzione (l‟organizzazione

e la promozione di eventi), il commercio e le vendite (ovvero il canale con cui

dalla cultura si crea ricchezza), la formazione (pubblica e privata).

15

Fonte: Rapporto “Il sistema economico integrato dei beni culturali” - Istituto G. Tagliacarne

(2009) 16

Categorizzato quindi il settore culturale, è stata poi compilata una

tabella di corrispondenza tra le attività culturali e la classificazione delle

9

attività economiche NACE al livello più accurato di definizione (4 digit).

Pur costituendo solo un primo tentativo di approfondimento, tale tabella

evidenzia la difficoltà di classificare un grande numero di attività culturali e,

mette in luce come l‟eccessiva aggregazione di alcune categorie delle

inoltre,

NACE (che mette insieme attività culturali anche molto diverse tra loro) non

consente di identificare il peso economico globale che le attività in definitiva

posseggono.

Quindi, non essendo possibile un analisi dettagliata del settore culturale,

risulta altresì impossibile delineare adeguate ed efficaci politiche culturali.

Sulla scia del successo emerso in campo europeo, nel 2007 è stato

pubblicato un ulteriore rapporto con lo scopo di inserire un aggiornamento

sullo studio LEG. Tale rapporto si basa infatti proprio sulla definizione

indicata nel corso del lavoro precedente (2002) questa volta presentando però

una connotazione in termini quantitativi dei fenomeni.

della prima volta in cui l‟Eurostat pubblica uno studio

Si tratta proprio

contenente statistiche sulla cultura per i 27 Paesi dell‟UE (relative all‟anno

2005), e lo fa proprio distinguendo una sessantina di attività incrociate negli

otto domini e sei funzioni identificati dal LEG e precedentemente descritti.

Dopo una panoramica generale, costituita da una serie di indicatori

demografici ed economici, il lavoro si concentra su 3 campi dell‟economia di

rilevanza fondamentale a fini statistici per valutare lo spessore del settore

culturale in termini di imprenditorialità, occupazione e capacità di

penetrazione sui mercati esteri.

Viene poi messo in luce che, tendenzialmente, i lavoratori del settore

cultura hanno un livello di formazione più alto rispetto agli altri lavoratori:

9 Nomenclature statistique des activités économiques Sistema di nomenclatura delle

attività economiche adottato dall‟Eurostat e dai Paesi membri dell‟UE 17

infatti in Europa il 48% possiede un livello di studio elevato contro il 26% per

il totale degli occupati; in Italia il 37,5% presenta un livello di studi elevato

contro un 15% per il totale.

E, se da un lato questi dati ci lasciano delineare una situazione

apparentemente positiva e propositiva, dall‟altro basta studiare ancora poco

tale rapporto per scoprire che viene messo in risalto come la maggior presenza

di lavoratori “precari” è presente proprio nel settore culturale rispetto al totale

occupati.

In particolare, in Europa abbiamo il 16,4% di lavoratori temporanei nella

cultura contro il 13% del totale e in Italia il 20% contro l‟11%; inoltre,

nell‟area europea il 25% dei lavoratori nella cultura è part-time contro il 17%

sul totale, per l‟Italia il 20,5% contro l‟11%. Esiste per di più la tendenza degli

occupati del settore cultura ad avere un secondo lavoro, situazione che può

essere riscontrata in generale in tutti i paesi europei: infatti la quota di

lavoratori che hanno due lavori è quasi due volte più elevata nel settore

culturale rispetto al totale in Europa, e in Italia è del 4,3 % contro l‟1,6%.

La fonte statistica utilizzata per la stima dell'occupazione culturale è

l‟Indagine sulle forze di lavoro UE 2005. Le stime sono ottenute attraverso le

8

attività culturali classificate dalla NACE con le occupazioni culturali

10

classificati con l‟ISCO . –

10 International Standard Classificarion of Occupations Struttura di classificazione

dell‟Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per l‟organizzazione di informazioni

sul lavoro e l‟occupazione. 18

Occupazione culturale nell’occupazione totale

Fonte: Eurostat pocket books 2007

1.3.3 Rapporto JAN FIGEL KEA 2006

Al fine di valutare gli impatti socio-economici (diretti e indiretti) del

settore della cultura in Europa, la Direzione Generale per l‟Educazione e la

Cultura della Commissione Europea nel 2006 ha commissionato un‟analisi

11

volta a dimensionare l‟economia della cultura .

Lavoro noto come “Jan Figel Report” dal nome del Commissario Europeo

11

all‟Istruzione, Formazione, Cultura e Multilinguismo 19

Il lavoro della Commissione Europea ha tentato di misurare il

contributo che il settore culturale e creativo ha apportato alla crescita ed alla

coesione in Europa, stabilendo una connessione tra settore ed attività

economiche. secondo l’indagine

Le componenti del settore culturale e creativo

condotta dalla Commissione Europea “The

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati KEAEuropean Affairs,

Economy of Culture in Europe”, 2006.

Lo schema prop

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
82 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Clarinetsimo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Unitelma Sapienza di Roma o del prof Rinaldi Alberto.