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Indice
1. Citometria a flusso ............................................................................................................ 2
1.1 Citometro a flusso ....................................................................................................... 3
Componenti e caratteristiche di un citometro a flusso .................................................. 4
1.2 Applicazioni della citometria a flusso ...................................................................... 10
2. Emoglobinuria parossistica notturna e clone EPN ......................................................... 11
2.1 Storia ......................................................................................................................... 12
2.2 Patofisiologia ............................................................................................................ 13
2.3 Caratterizzazione dell’EPN ....................................................................................... 15
Caratterizzazione citometrica dell’EPN ...................................................................... 16
2.3 Descrizione del metodo ............................................................................................ 18
In quali pazienti eseguire il test citometrico................................................................ 18
A cosa serve il test citometrico ................................................................................... 18
Fase preanalitica .......................................................................................................... 18
Fase analitica ............................................................................................................... 19
2.4 Refertazione del test citometrico .............................................................................. 24
La diagnosi citometrica ............................................................................................... 24
2.6 Terapia ...................................................................................................................... 25
2.7 Monitoraggio del Clone EPN nel tempo ................................................................... 27
2.8 Storia naturale dell’EPN ........................................................................................... 27
Conclusioni ......................................................................................................................... 28
Bibliografia ......................................................................................................................... 29
1
1. Citometria a flusso
La citometria a flusso (anche chiamata citofluorimetria) è una metodica ampiamente usata per
l'analisi dell'espressione di molecole di superficie e intracellulari. Caratterizza e definisce
diversi tipi di cellule in popolazioni cellulari eterogenee, valuta la purezza di sotto-
popolazioni isolate e analizza la taglia e il volume delle cellule. Questa metodica permette la
simultanea analisi multiparametrica delle singole cellule ed è principalmente usata per
misurare l'intensità di fluorescenza prodotta da anticorpi fluorescenti marcati che individuano
proteine o ligandi che legano molecole specifiche associate ad un determinato tipo di cellule.
La procedura di marcatura consiste nel preparare una sospensione cellulare monodispensa da
una coltura cellulare o da campioni di tessuto. In seguito le cellule vengono incubate in
provette o in piastre per microtitolazione con anticorpi non marcati o marcati con fluorocromi
e successivamente analizzate al citofluorimetro (o citometro a flusso).
Nei citometri a flusso, sospensioni cellulari (come pure di nuclei, cromosomi ed altri materiali
biologici) vengono iniettate in un filetto liquido, il quale tende, in condizioni idrodinamiche
opportune a trasportare le cellule in maniera separata ed ordinata in un punto in cui arriva un
fascio di luce focalizzata. La finalità è quella di misurare parametri biofisici e biochimici per
poi raccoglierli nella memoria di un microprocessore, rappresentarli graficamente mediante
opportuni software e analizzarli con metodi statistici. Con i moderni citometri a flusso per
applicazioni clinico - laboratoristiche si possono misurare simultaneamente diverse proprietà
cellulari, senza per questo dover ricorrere a strumenti con doppio /triplo raggio di eccitazione.
L’analisi multiparametrica è uno dei più potenti aspetti di questa strumentazione necessaria
per affrontare i problemi biologici della eterogeneità cellulare tramite due operazioni
fondamentali: il gating ed il sorting. Il gating si usa per trarre pieno vantaggio dall’analisi a
più dimensioni; ad es. una popolazione C (Figura 1) può in base a determinati parametri di
(analisi bidimensionale) essere isolata con l’aiuto di una “finestra elettronica” e
tipo 1-2
quindi permettere la misura di altri due parametri 3-4, che la suddividono ancora in altre
popolazioni. Il cell-sorting, che è un gating fisico, consente invece di raccogliere fisicamente
la popolazione C in una provetta separata. Come tutte le metodiche scientifiche anche la
citometria a flusso presenta dei limiti e dei vantaggi. Un limite è rappresentato dai parametri
di morfologia FSC (forward scatter) verso SSC (side scatter) che essendo a bassa risoluzione
non sempre consentono di separare cellule di istotipo diverso. Un secondo esempio può
riguardare l’analisi di cellule molto rare, che in CFM non sono separabili dal rumore di fondo,
a causa del loro ridotto numero in confronto alla massività dell’analisi. Le limitazioni
2
all’impiego della CFM trovano
anche altre giustificazioni, quali
la necessità di dover lavorare
con campioni in fase
monodispersa e l’impossibilità
di localizzare la sede di Figura 1: Esempio di analisi multiparametrica
provenienza di un segnale, in
caso di contemporanea presenza di marcatori nei diversi compartimenti cellulari. Tra i
vantaggi della CFM sono da evidenziare: la possibilità di analisi multiparametrica, l’elevato
numero di cellule esaminate (oltre 50000), l’obiettività, la riproducibilità e l’affidabilità
statistica delle letture, la rapidità dei tempi di analisi (oltre 1000 cell/sec), nonché la
semplicità di processazione dei campioni da esaminare, evitando lunghe e complesse
procedure di purificazione, senza per questo perdere la vitalità cellulare (cell-sorting). I
misure molto sensibili dell’ordine di 300-
citometri a flusso a raggio laser consentono inoltre
400 molecole di fluoroforo/cell: ridurre la sensibilità è un evento possibile ma nello stesso
tempo rischioso, perché può risultare poi difficile separare l’oggetto della misura da artefatti
tecnici [4].
1.1 Citometro a flusso
Il principio di funzionamento di un citometro a flusso può essere così riassunto: una
sospensione cellulare monodispersa (cellule da sangue periferico, aspirato midollare,
agoaspirati di diversa natura da tessuti solidi dissociati), viene convogliata da un sistema
fluidico di trasporto fino al punto di misura. Qui incontra un fascio luminoso focalizzato di
alcune decine di micron, tramite l’ausilio di una lente proveniente da una sorgente di
eccitazione. Quando il raggio di luce intercetta il flusso cellulare (stream) vengono generati
segnali dall’incontro di ogni singola cellula. Questi segnali sono legati alle caratteristiche
fisiche della particella (diametro, rapporto nucleo/citoplasma, granularità interna, rugosità di
membrana), e alla presenza di molecole fluorescenti localizzate in diversi siti. Una volta
emessi, i segnali sono raccolti da un sistema di lenti, specchi dicroici e filtri ottici, e inviati ai
che ne misurano l’intensità.
rispettivi sensori (fotodiodi e fotomoltiplicatori) Questi segnali
elettrici (analogici) provenienti da ogni sensore, opportunamente amplificati e digitalizzati,
associati tra loro, sono inviati a un analizzatore/elaboratore di dati che provvede alla
presentazione su un monitor dei medesimi e alla loro definizione statistica [4].
3
Componenti e caratteristiche di un citometro a flusso
Il sistema fluidico
Nella sua forma più semplice un citometro a flusso è la combinazione di un sistema di
dispensazione di un campione liquido con uno spettrofluorimetro ed un fotometro a light
scatter. Partendo da un campione consistente in una sospensione cellulare (o di altre
particelle) il sistema di dispensazione del campione liquido fornisce un mezzo conveniente ed
efficiente per presentare individualmente le cellule del campione alla stazione di misura. La
sospensione cellulare è trasportata dal sistema di distribuzione alla cella a flusso dove viene
iniettata attraverso un piccolo ago. Nella Figura 2 viene mostrata schematicamente una
camera di flusso di un citometro. In essa si realizzano alcune condizioni idrodinamiche
necessarie per la misurazione. La focalizzazione idrodinamica consiste nel fare in modo che
singole cellule attraversino il punto di intersezione con un raggio di luce, anch’esso
allineate lungo l’asse di un filetto fluido di piccole dimensioni. In
focalizzato, mantenendosi
pratica, se il regime fluidico è di tipo laminare, si creano due flussi coassiali. Quello interno
contiene le cellule (core flow o nucleo del flusso) e quello esterno mantiene queste ultime
lungo l’asse ideale di flusso (sheath fluid o fluido di guaina). Agendo sul sistema pneumatico
di trasporto che controlla la differenza di pressione tra core flow e sheath fluid si regola la
valutata in numero di “eventi” al
velocità di efflusso delle cellule (flow rate), normalmente
secondo, cioè numero di “particelle” che hanno incontrato lo spot luminoso nell’unità di
tempo. È logico pertanto evitare la formazione di aggregati di grosse dimensioni. nm) c’è
Essendo la camera di flusso di geometria variabile, ma di dimensioni ridotte (75-250
la necessità di filtrare i campioni al fine di evitare intasamenti dello strumento. Una pressione
di spinta e una progressiva focalizzazione idrodinamica come suddetto, determinano una
velocità di conta più o meno costante, che può essere regolata tra 200 e 2000 cell/sec.
Esistono numerose varianti di
camere a flusso nel tipo e nella
geometria, in relazione alle
diverse esigenze di costruzione
dei diversi apparecchi e ai vari
tipi di illuminazione (laser o
lampade). Tra le più semplici ci
sono quelle coniche terminanti
con un piccolo orifizio o
“nozzle”; quelle a cuvetta di Figura 2: Schema di una camera di flusso
4
quarzo e quelle capillari. Per questa caratteristica si distinguono quindi citometri con fluidica
a “circuito chiuso” (solo analizzatori), nei quali il campione analizzato in cuvetta o in orifizi
capillari viene p