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Estratto del documento

Alla spirale, pertanto, viene assegnata una funzione essenziale: si

tratterebbe, infatti, di una struttura formale che, come sottolinea

Jérusalem, attraverso il rassicurante ritorno su se stessa, « apaise la

question douloureuse de l’émiettement du monde et de la fin obligée

du texte ».

10

È come se, tale struttura, creasse uno spazio circoscritto in cui lo

scrittore trova protezione, lontano dalle tenebre esterne e dal suo

Boucles & Spirales : effets de circularité et de déplacements dans l'oeuvre de Jacques

C. Jérusalem,

10 Roubaud, Jacques Roubaud, “compositeur de mathématique et de

in A. Disson, V. Montémont,

poésie”, op. cit., pp. 111-124. 66

tormento interiore: una difesa contro il dolore, il tempo e la morte,

onnipresenti e multiformi .

11

branche,

Tuttavia, in questa a differenza dal primo volume, il dolore si

carica di una connotazione diversa. Infatti, se nel primo libro il

tormento interiore costringe l’autore alla scrittura di “lignes noires

détruites”, nel secondo, esso diventa l’occasione per ricordare la morte

di altre persone a lui care, in particolare, quella dello zio Frantz e il

suicidio del fratello.

È evidente, in conclusione, che la morte del fratello e la perdita di Alix

hanno, per l’autore, una valenza diversa. Come sostiene Anne Roche,

infatti, nel caso di Roubaud, si potrebbe parlare di “asimmetria del

dolore” poiché se, da un lato, quello del fratello, « est ce qui fait advenir

à l’écriture », dall’altro, quello di Alix, « est ce qui l’interdit ».

12

Un monument d’écriture,

A. Vaquin, in “La Quinzaine Littéraire”, n° 620, 16 Mars 1993,

11 pp. 12-13. Mémoire, deuil et intertexte dans La boucle de Jacques Roubaud,

A. Roche, in “Tangence”, n° 45,

12 1994, p. 78. 67

La Boucle contrainte

3.1.1. e la à

Il rifiuto di dogmi e di strutture prefissate, tipico dalla scrittura

contraintes promossa dall’Oulipo, per Jacques Roubaud, come abbiamo

detto nel primo capitolo, rappresenta il principio fondamentale

affinché la poesia assolva la propria funzione.

Proprio sulla costrizione, infatti, egli concentra tutta la sua attività

poetica.

Partendo dalla considerazione che, per gli oulipiani, esiste una stretta

relazione fra la costrizione e l’atto del ricordo, si potrebbe affermare che

La Boucle

Roubaud all’interno de impiega quella che può essere

contraintes

considerata come una delle oulipiane per eccellenza, ossia la

focalizzazione sul vero e proprio atto fisiologico della memoria.

Fisiologicamente parlando, infatti, il procedimento della memoria

consta fondamentalmente di tre fasi: la codifica, la restituzione ed il

recupero di un evento; tali fasi possono essere individuate dalla

tripartizione del libro che, come sottolinea Consenstein, funge da

dispositivo mnemonico per agevolare il procedimento del ricordo .

13

Memory and Oulipian Constraints

P. Consenstein, <http://pmc.iath.virginia.edu/text-only/issue.

13 995/consen.995> [ult. cons. 20/09/2011]. 68

La costrizione impiegata da Roubaud, inoltre, sempre secondo

Consenstein, potrebbe essere paragonata ad una “meta-costrizione”, dal

momento che attribuisce una forma letteraria alla riclassificazione e

all’ulteriore rappresentazione della memoria passata .

14

Quello di Roubaud, dunque, è un lavoro che consiste principalmente

nella decodifica del proprio passato attraverso l’impatto che esercita il

presente sulla sua memoria.

Nel libro, inoltre, sono rintracciabili alcune costanti principali: la più

evidente è che ogni sezione del libro contiene sei capitoli, la seconda è

che ognuno di questi sei capitoli contiene una serie limitata, numerata e

ripetitiva di sezioni, simile ad uno schema metrico complesso ed, infine,

la terza è che ciascuna sezione contiene un numero pressappoco

identico di paragrafi.

È importante, tuttavia, tenere presente che i ricordi d'infanzia evocati

récit

dal iniziale, i giochi, la sua casa e il suo quartiere, sono

accompagnati da lunghe e dettagliate descrizioni enfatizzate

dall’utilizzo del grassetto.

Queste immagini, che risvegliano nell'autore nuovi pensieri e nuove

La Boucle.

riflessioni, rappresentano il corpus reale de

Ibidem.

14 69

Pascaline Mourier-Casile, piuttosto che di descrizioni, preferisce parlare

di esercizi di descrizione: per la scrittrice, infatti, l’autore non vuole far

altro che garantire un eventuale « être là/être ainsi » dei luoghi e delle

cose oggetto delle sue descrizioni, confermando il patto di “veridicità”

.

al quale si impegna nei confronti del lettore

15

Il concetto di scrittura, pertanto, per Roubaud si allontana da quella che

è la semplice realizzazione meccanica di un programma precostruito e

trova le sue fondamenta nell’idea che il prodotto testuale deve sempre

essere pronto ad accogliere le novità che ne conseguono dalla sua

elaborazione.

3.2. Le immagini della memoria

Le souvenir ne nous offre pas le passé, mais une image

momentanée du passé construite par le présent .

16

Li(v)re - Cette Pratique (Fragments d’une lecture inachevée des deux premières

P. Mourier-Casile,

15 Branches du Grand incendie de Londres), La Licorne –

in P. Mourier-Casile, D. Moncond'hui,

Jacques Roubaud, UFR Langues Littérature Poitiers, n° 40, 1997, pp. 77-89.

Poésie, etcetera: ménage,

J. Roubaud, Paris, Stock, 1995, p. 33.

16 70

L’importanza del rapporto che Roubaud stabilisce con la poesia

provenzale e quella medievale giapponese, ci viene fornita dall’analisi

di Jean François Puff, a proposito dell’influenza della tradizione sulle

sue opere. L’idea di Puff si potrebbe riassumere nell’affermazione che

entrambe le tradizioni esercitano sulla memoria dell’autore un impatto

tale da far emergere « les images-mémoires d’une enfance

provençale ».

17

Il lavoro dell’autore all’interno del libro, infatti, è proprio quello di

evocare i ricordi della sua infanzia attraverso immagini-ricordo che, dal

passato riaffiorano nel presente, passando dalla “virtualità”

all’attualità.

L’opera, secondo quanto afferma l’autore in un’intervista di Aliette

Armel, rappresenterebbe, infatti, un « effort pour reconquérir des

éléments de mémoire ancienne sous forme d’images ».

18

Queste immagini, spesso, incidono sull’instabilità e la rielaborazione

della narrazione, dal momento che ne contraddicono la cronologia e,

per l’autore, rappresentano principalmente dei piccoli mondi che

prendono forma, senza spiegazione né durata.

Un héritier singulier: Jacques Roubaud et la tradition poétique, Poétique de la

J. F. Puff, in AA. VV.,

17 tradition, op. cit., p. 82.

Les cercles de la mémoire, propos recueillis par A. Armel,

J. Roubaud, in “Magazine Littéraire”, n°

18 311, juin 1993, p. 101. 71

L’univers qui contient une image du passé vient juste de

naitre, et il cessera avec elle, c’est-à-dire presque

instantanément. L’image du passé (et, in fait, toute image est

du passé), dite souvenir, n’a pas de durée. Elle vient au

monde, elle devient monde, sans légende, sans mode

d’emploi, sans explications. Elle implique beaucoup, mais

n’offre aucune garantie, aucune justification de son

existence .

19

Pertanto, è in ogni scena ed in ogni attimo che prende parte

nell’universo della sua memoria, che Roubaud, attraverso l’esercizio

della scrittura, vede emergere i suoi più intimi ricordi.

3.2.1. Les images des souvenirs d’enfance

La Boucle

Le pagine d’apertura de evocano la prima immagine-ricordo

dell’infanzia dell’autore; si tratta del ricordo del fiore che il gelo disegna

sul vetro della finestra, in un mattino d’inverno.

Quest’immagine, oltre ad essere descritta in ogni suo dettaglio, viene

La Fleur inverse

associata dall’autore al poema del trovatore Raimbaud

d’Orange, a conferma del suo rapporto con la tradizione antica.

Secondo il parere della già citata Anne Roche, queste pagine

La Boucle,

J. Roubaud, op. cit, 15.

19 72

déplient toutes les impossibilités logiques du souvenir,

interdisent au lecteur le plaisir simple de la jouissance et de

l’identification pour lui ouvrir les plaisirs plus austères

d’une théorie de la mémoire, ou plutôt de ses apories .

20

Anne Roche, dunque, sottolinea quella che potrebbe essere definita

“precarietà dei ricordi”, enfatizzata dallo stesso Roubaud attraverso la

scrittura di «mots et signes immédiatement effaçables ».

21

All’interno di questo primo capitolo, tuttavia, l’autore fa riferimento

all’arte fotografica, che, come abbiamo già spiegato, ha avuto

un’importanza incisiva durante tutta la sua carriera di scrittore.

Egli ribadisce la sua funzione di dispositivo per la perpetuazione del

ricordo, attraverso queste parole:

La photographie a changé profondément la perception du

souvenir d’enfance: (de tous les souvenirs, mais surtout du

souvenir d’enfance : l’enfance et la photographie ont

maintenant un lien presque consubstantiel: « Toutes les

photographies, sont des photographies d’enfance ».

J’ajouterai : et tous les souvenirs d’enfance sont vus comme

des photographies .

22

Mémoire, deuil et intertexte dans La boucle de Jacques Roubaud,

A. Roche, in “Tangence”, op. cit.,

20 p. 75. La Boucle,

J. Roubaud, op. cit., p. 13.

21 Ivi, p. 19.

22 73

L’idea di Roubaud, pertanto, non si esaurisce nell’assegnare al ricordo

uno statuto diverso; egli, piuttosto, gli attribuisce delle caratteristiche

che via via lo rendono sempre più paragonabile ad una fotografia.

Ritornando all’ immagine del gelo che traccia nel vetro « comme un

réseau végétal, tout en nervures », essa viene ripresa anche dal primo

inciso del libro. Roubaud, infatti, in queste pagine espone una

riflessione sulla parola “nervure” e sul suo utilizzo in relazione alle

branches

altre del suo progetto.

Dans ce c

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
100 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dadaspa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Marchetti Marilia.