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Estratto del documento

TESTO 1 → Halbwachs, “La ricostruzione del passato”

TESTO 2 → Halbwachs, “Memoria collettiva e memoria storica”

TESTO 3 → Assmann, “La cultura del ricordo”: sulla memoria culturale e comunicativa

TESTO 4 → Vansina, “I nuovi sviluppi dello studio delle tradizioni orali”: sulla metodologia

storica, sulle culture orali e il loro rapporto con la storiografia

TESTO 5 → Conerton, “Celebrazioni Commemorative”: come le società ricordano, cosa è una

commemorazione

TESTO 6 → Turner, “Dramma e riti di passaggio, lo svago e il lavoro”

TESTO 7 → Hobsbawm, “Come si inventa una tradizione” e

TESTO 12 → Dei, “Da Gramsci all'UNESCO”: trattano il concetto di tradizione, e dell'uso che

ne fanno gli studi attuali sul patrimonio. La tradizione non è un persistere del passato nel

presente, ma la selezione di parti del passato in funzione dell'interesse per il presente; è la

creazione di un'identità immaginata per avere un'unità nazionale condivisa. Tutte le

tradizioni di lunga data hanno avuto origini inventate, che poi si sono sviluppate e sono

sopravvissute, ma sono state inizialmente create per una necessità di simbologia.

Da pochi decenni si parla di PATRIMONIO CULTURALE (storico artistico, monumentale e in

tempi recenti anche tradizioni, beni astratti e beni orali). L'UNESCO ha creato la lista dei beni

dell'umanità, per valorizzare le culture, e tenere in vita le culture orali (canti, danze, feste,

musica), quegli universi in cui la gente si riflette. Esistono liste in cui poter candidare i beni, e

l'UNESCO ha la possibilità di approvare oppure no. Come viene stabilito un capolavoro? Cosa è

più o meno importante?

A questo fenomeno si affianca un problema: i beni astratti rischiano di ingessarsi, restare

nell'antico e sparire; tutte queste iniziative hanno bisogno di svilupparsi e andare avanti nel

tempo (in una festa l'UNESCO rifiutò il riconoscimento di bene astratta perché non

tradizionale, dato che i musicisti suonavano chitarre elettriche → sbagliato!).

TESTO 8 → Lenclud, “La tradizione non è più quella di un tempo”: definizione di tradizione

come posizionamento e movimento nel tempo, una permanenza del passato nel presente,

l'antico che persiste nel nuovo: il patrimonio. È tutto ciò che ha valore, preziosità e rarità,

qualcosa da salvare nel presente. Ma come si fa a selezionare parti del passato? Ricordare

tutto è impossibile, la tradizione è un filtro, che ci fa selezionare ciò che porta identità.

La tradizione ha tre caratteristiche, anche se non bastano per definirne la presenza:

1. è passato nel presente: è assenza di cambiamento? Alcune tradizioni hanno origini a

noi sconosciute, e come possiamo vederle come tradizioni se non vediamo dimostrata

la loro origine? C'è da contare che il presente antropologico non equivale al presente

reale. Molti dei simboli che oggi consideriamo tradizionali non hanno base nel passato,

ma sono stati creati nel 700/800 da intellettuali che cercano di dare simboli

unificatori alla società. Le tradizioni hanno cicli temporali; prendiamo gli esempi delle

fiabe: Cenerentola è considerata una fiaba tradizionale, perché è la traduzione di una

fiaba popolare, ma noi tutti pensando a Cenerentola ci viene in mente il cartone

Disney, il quale non rientra nella tradizione, ma noi lo crediamo tale, perché è degli

anni 50 → come gli oggetti vintage che diventano tradizionali a pochi decenni dalla

loro creazione. Niente di per sé è tradizione, ci sono processi culturali.

[FIABE: sono la metafora dell'iniziazione, della sessualità; ma le fiabe Disney, seppur

più tradizionali di cartoni come i Simpson, sono visti come distruttori delle fiabe

tradizionali, danno lezioni diverse dalle morali originali → Pinocchio Disney è molto

diverso dalla versione di Collodi, ma ha comunque avuto successo.]

2. È legata a significati importanti. Sotto la tradizione c'è un messaggio? Ci sono

significati nascosti? Tutto è legato a parole e significati, privilegiando il particolare.

3. viene trasmessa oralmente, e viene recepita attraverso la memoria procedurale

(incorporazione di azioni ripetute nel tempo).

La tradizione, come è definita in senso comune? Lenclud propone di rovesciare il punto di

vista e trovare nel passato soluzioni per il presente: non esiste in sé, ma esistono i processi a

partire dal presente. Ricostruire il passato dal presente (come diceva Assmann), con una

retroproiezione, i figli che generano i padri, riprendere una passato accaduto e renderlo utile

al presente; il tempo farà la tradizione, ma non da solo.

Esempi:

moda che rivitalizza gli stili passati;

• la monarchia inglese che vive del suo passato;

• i regimi che giocano sul passato per fare propaganda, tradizioni inventate (Lega,

• cerimonia dell'ampolla);

far rivivere le tradizioni dei popoli colonizzati (farsi tatuaggi tribali in occidente);

• leggende metropolitane: non necessariamente vere, ma tutti ci credono non si capisce

• il perché, sono tradizioni non spiegate;

feste storiche: considerate tradizionali, in realtà tutte nate dal fascismo (Gioco del

• Ponte);

TESTO 9 → Lowenthal. “Heritage Ascendant”: “Posseduti dal Passato” è la riflessione

sull'ultimo secolo su come in tutto il mondo ci siamo abituati a pensare all'intero passato

come ad un patrimonio. Anche nella sfera personale (album di famiglia, oggetti) si creano

tradizioni legate al passato, come per poter controllare il presente.

TESTO 10 → Palumbo, “Patrimonializzare”: riflessione critica sul patrimonio, memoria

conflittuale.

TESTO 11 → Di Pasquale, “Quando gli antenati sono vittime di guerra”

[studiare le dispense cercando il filo rosso che le collega]

Victor Turner (1920 – 1983) era un antropologo che fece osservazioni sul campo in Zambia,

nella popolazione agricola degli Ndembu. Fa uno studio sul sistema simbolico – religioso,

facendo riferimento a due concetti fondamentali: la struttura e l'antistruttura. In “La foresta

dei simboli” fa uno studio sui riti di iniziazione per gli adolescenti che diventano adulti, che

escono dalla civiltà per passare un periodo nella foresta e completare prove poi giudicate

dagli anziani. Queste vere e proprie cerimonie sono fatte per il passaggio della persona da uno

status all'altro (nascita e morte, sacramenti, unioni, laurea per noi occidentali), per celebrare

la FASE LIMINALE. Non c'è un passaggio netto, è antistrutturale, cioè un momento in cui

l'ordine strutturale della società è messo in discussione.

Fa una distinzione fra societas (gerarchie e eterogeneità) e communitas (unione degli

individui sullo stesso piano, con senso di appartenenza emotiva): la communitas fonde

provvisoriamente quello che la societas ha differenziato → la fase liminale attraversa

l'antistruttura e la communitas, è un non – luogo. Queste particolari situazioni sono segnate

simbolicamente (vestiti, rovesciamento dell'ordine).

Il RITO è una transizione fra tre fasi:

1. separazione → dal villaggio → rovesciamento simbolico

2. limen → vivere nella foresta per imparare a sopravvivere → ambiguità

3. aggregazione → ritornare al villaggio con un titolo → raggiungimento di una posizione

in società

Il limen dei ragazzi Ndambu ha queste caratteristiche:

invisibilità, i ragazzi sono sporcati, mimetizzati con l'ambiente

• indefinito, ragazzi privati del nome, asessuati, tutti uguali

• né ragazzi né uomini, non ancora classificati, solo isolati e pericolosi

• visto come una seconda nascita

• non hanno proprietà né famiglia, libertà dalle regole ordinarie

Le persone che hanno partecipato al rito insieme sono legate per la vita. Fase LIMINARE:

sacra, dolorosa, obbligatoria.

Nella società contemporanea è presente la fase LIMINOIDE: quella dello svago, delle libertà

(sociali, lavorative, simboliche), a carattere facoltativo, non iniziazione, ma antistrutturale. Il

liminoide è molto simile al liminare, ma è privo di sacralità e obbligo; ne riprende il fatto che

la persona può evadere dalle regole. C'è un'ulteriore fase, quella LIMINALE, che è come la

liminoide, ma seria.

Esempi:

partite di calcio

• attivismo etico/politico → le manifestazioni sono un prodotto del Novecento, le

• proteste sono fasi liminali, dove è possibile evadere dalle regole (distruggere, occupare

le strade, scontrarsi con le autorità), si è partecipi di una comunità, sentirsi in

consenso, celebrare qualcuno (oratore). Oggi le piazze esistono anche su internet.

teatro → il teatro stesso è un derivato dei riti, la Commedia dell'Arte era un rituale; ma

• non è esattamente una fase liminoide, poiché anche il teatro ha delle regole che devono

essere rispettate (oggi, perché nel teatro elisabettiano vi era lo stesso ambiente che

potremme vedere ora durante una partita di calcio).

gite scolastiche

• fiere del fumetto

• capodanno → come il carnevale, possiamo assumere comportamenti trasgressivi,

• uscire dall'ordinario.

lancio della farina nelle piazze → permesso in una determinata occasione, per farsi

• riconoscere (studenti laureati).

Discoteca e concerto rock → coscienza alterata, effervescenza collettiva (droga),

• esperienza straordinaria, gruppi di persone che si riconoscono nella trasgressione,

nell'uscita momentanea dalla società.

Definizione di Patrimonio Immateriale: possibilità di dare importanza alle culture che non

hanno beni materiali (come può essere la torre di Pisa):

1. arti dello spettacolo

2. pratiche sociali, riti e feste

3. conoscenze e pratiche sulla natura

4. artigianato

Queste cose devono essere riconosciute dalla comunità, costantemente ricreate da basso,

contattato l'UNESCO attraverso una lunga serie di pratiche, scrivere una lista rappresentativa

di cose eccellenti, che siano degne di essere salvate.

Rievocazioni storiche: scegliere un fenomeno empirico, studiarlo, elaboraro, formulare ipotesi

Sono considerate RIEVOCAZIONI STORICHE le manifestazioni, le feste storiche, come i pali e i

giochi tra contrade, feste e sagre tradizionali, che ricordano una vita contadina, e tutti quegli

eventi che si sono moltiplicati negli ultimi 10 anni, che vogliono far conoscere il passato,

vivendolo.

Coloro che or

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher agna.nya di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Dei Fabio.