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FATTO
3.1 Dimostrazione dell’esistenza della super-società di fatto
Nel capitolo precedente abbiamo definito cos’è una super società di fatto e quali
siano i suoi elementi costitutivi che è necessario accertare per poter estendere il fallimento
ai soci di essa.
Adesso ci occuperemo di capire come si può giungere all’accertamento dei requisiti
costitutivi della società di fatto.
Dimostrare l'esistenza di una super società di fatto richiede un'analisi approfondita dei
fatti, supportata da elementi concreti e rigorosi. La giurisprudenza ha stabilito che tale
accertamento deve basarsi su prove oggettive che attestino la presenza degli elementi
costitutivi di una società.
Per prima cosa, bisogna identificare gli elementi costitutivi che, ribadiamo, sono: a)
intento sociale condiviso (affectio societatis); b) fondo comune; c) gestione comune; d)
partecipazione agli utili ed alle perdite. 47
Partendo dal primo requisito, dimostrare l’intento sociale condiviso vuol dire dimostrare
che i soggetti coinvolti hanno agito con l’intenzione di collaborare per raggiungere uno
scopo economico comune.
A tal fine possono rappresentare delle prove la presenza di documenti, e-mail, contratti
o corrispondenza che evidenziano la presenza di accordi per lo svolgimento di un’attività
economica comune. Inoltre, possono giocare un ruolo rilevante le testimonianze di clienti,
fornitori oppure dipendenti, che confermino che hanno avuto la percezione di una
collaborazione stabile ed organizzata tra i partecipanti.
Passando al secondo requisito, dimostrare l’esistenza di un fondo comune, vuol dire
andare ad individuare un patrimonio che sia comune e che sia utilizzato per l’attività
della società, anche se questo non è formalmente costituito.
All’uopo possono essere d’aiuto ai fini dell’onere probatorio la presenza di conti
correnti condivisi, di deleghe bancarie concesse ai medesimi individui, movimentazioni
di conto corrente incrociate, che evidenzino l’esistenza di risorse comuni e contribuiscano
a creare la percezione che si tratta di più conti correnti formalmente intestati a soggetti
diversi, ma sostanzialmente sono utilizzati come se fossero intestati al medesimo
individuo.
Ed ancora, può fornire prova dell’esistenza del fondo comune, l’utilizzazione condivisa
di beni materiali (immobili, attrezzature) o immateriali (licenze, brevetti, insegne, marchi,
loghi).
In merito al terzo requisito, dimostrare l’esistenza di una gestione comune vuol dire
dimostrare che le decisioni sull’attività economica sono prese congiuntamente o sotto la
direzione condivisa dei partecipanti. Prove utili allo scopo possono essere: e-mail,
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corrispondenza, messaggi, verbali che documentino incontri volti alla presa di decisioni
in maniera collegiale.
Possono ovviamente essere ascoltati anche i dipendenti o i collaboratori, che possono
confermare la partecipazione di più soggetti alle scelte gestionali.
Infine, riguardo al quarto requisito, dimostrare la partecipazione agli utili ed alle
perdite vuol dire dimostrare che i soci hanno condiviso il risultato economico, sia esso
positivo sia esso negativo.
In tal senso, possono fornire prove utili le scritture contabili che evidenzino movimenti
qualificabili come ripartizione di somme tra i soggetti coinvolti ovvero movimenti che
possono essere la dimostrazione del contributo dei soggetti coinvolti al ripianamento
delle perdite.
L’ onere probatorio ricopre una rilevanza fondamentale nell’accertamento della super
società di fatto.
Per soddisfare tale onere ci si può avvalere di diversi mezzi di prova.
Indubbiamente, possono essere fornite prove documentali come, ad esempio, documenti
contabili quali bilanci consolidati o parzialmente condivisi tra le entità, scritture contabili
che mostrano trasferimenti di fondi tra società senza giustificazioni contrattuali; contratti
e accordi informali quali contratti sottoscritti da più società o persone fisiche che
evidenziano una volontà di collaborazione economica; registri aziendali, utilizzo congiunto
di registri per inventari, dipendenti o attrezzature.
Di notevole rilievo possono essere anche le prove testimoniale.
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Spesso hanno giocato un ruolo importante le testimonianze di dipendenti che hanno
operato sotto la direzione congiunta di più soggetti.
Altresì possono essere d’aiuto le dichiarazioni di fornitori o clienti che percepiscono
le entità come un’unica organizzazione, ovvero le testimonianze di collaboratori esterni,
come a titolo di esempio, i consulenti o legali che hanno lavorato per tutte le entità
come se fossero un’unica società.
Possono assumere importanza anche le prove comportamentali e, quindi, l’utilizzo
indistinto di risorse aziendali tra più società ovvero la condivisione di uffici condivisi o
l’utilizzo di attrezzature senza distinzione tra le entità.
Ed ancora possono essere addotte come prova comportamentale le riunioni o decisioni
aziendali prese congiuntamente da rappresentanti di diverse società.
Per ultime, ma non per importanza, abbiamo anche le prove digitali.
Le e-mail e la messaggistica spesso possono contenere comunicazioni che dimostrano
la pianificazione comune di attività economiche, oppure, la condivisione di piattaforme
software o infrastrutture IT per gestire l’attività comune.
La dimostrazione dell’esistenza della super società, quindi, non è cosa semplice, ed
inoltre, deve superare alcune obiezioni tipiche che possono essere, ad esempio, la gestione
individuale o fraudolenta, ossia se un soggetto agisce individualmente e utilizza altre
persone o società come schermo, non si configura una super società.
Ed ancora, può essere obbiettata la mancanza di affectio societatis, in quanto i meri
vincoli familiari o affettivi (es. tra genitori e figli) non bastano senza ulteriori prove
che vi sia un reale intento imprenditoriale comune.
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Infine, può essere obbiettata l’assenza di un fondo comune, infatti, se non c’è una
chiara dimostrazione del patrimonio condiviso o una partecipazione effettiva agli utili e
alle perdite, non è configurabile una società.
Nonostante queste difficoltà, al giorno d’oggi ed in futuro la prova dell’esistenza di
una super società di fatto potrebbe rappresentare sempre meno una “probatio diabolica”.
Queste perché abbiamo a disposizione e stiamo sviluppando strumenti di tecnologia
investigativa sempre più avanzati.
Tra gli strumenti innovativi di dimostrazione possiamo annoverare le tecniche di
analisi finanziaria avanzata come le tecniche di ricostruzione patrimoniale, ossia l’analisi
dei flussi finanziari per identificare commistioni o trasferimenti non giustificati; oppure
l’utilizzo di indicatori di rischio e quindi l’utilizzo di modelli econometrici per valutare
l'interdipendenza tra le entità.
Non dimentichiamo dello sviluppo delle tecnologie digitali, grazie ai Big Data e AI
è possibile analizzare grandi quantità di dati (transazioni, contratti digitali, comunicazioni)
per trovare connessioni nascoste, ed ancora, tramite la Blockchain è possibile analizzare
le transazioni registrate su blockchain per tracciare movimenti patrimoniali.
3.2 La prova dello stato di insolvenza
Dopo aver esposto le modalità con cui provare l’esistenza di una super società di
fatto, è fondamentale ai fini della dichiarazione di fallimento in estensione la prova
dello stato di insolvenza. 51
Questo stato, come previsto dall’art. 5 della legge fallimentare, si verifica quando il
debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni con mezzi
ordinari.
La peculiarità delle super società di fatto rende la dimostrazione dell’insolvenza più
complessa, poiché spesso tali entità non sono formalmente costituite né regolarmente
registrate.
Lo stato d’insolvenza, innanzitutto, non è sinonimo di temporanea difficoltà economica
o finanziaria, bensì è la sistematica difficoltà nell’adempiere alle obbligazioni scadute,
nella sistematica difficoltà a far fronte ai debiti con mezzi ordinari e nella presenza di
una situazione, patrimoniale, economica e finanziaria compromessa in maniera
irreversibile.
Nella pratica, si distinguono due tipologie di insolvenza: quella patrimoniale che si
verifica quando il valore delle attività non è sufficiente a coprire il passivo e quella
finanziaria che si verifica quando non vi sono liquidità immediate per far fronte ai
debiti scaduti.
La dimostrazione dell’insolvenza di una super società di fatto si basa su prove
concrete, che devono riguardare sia gli aspetti patrimoniali che finanziari dell’entità.
La giurisprudenza richiede una prova rigorosa e inequivocabile, poiché la super società
di fatto non è una forma societaria formalmente costituita, ma una struttura identificabile
solo attraverso comportamenti e relazioni tra i soci.
A tal fine possono essere presi in considerazione alcuni elementi probatori come, ad
esempio, i debiti non onorati, infatti, l’insolvenza può essere accertata tramite mancati
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pagamenti a creditori, quali fornitori, banche, o dipendenti ovvero tramite i decreti
ingiuntivi o pignoramenti non soddisfatti.
Può essere preso in considerazione anche il fatto che la liquidità è insufficiente
tramite la dimostrazione che i conti correnti sono privi di fondi o che i mezzi disponibili
sono inadeguati rispetto alle obbligazioni.
Infine, lo squilibrio patrimoniale può anch’esso essere utilizzato come prova se il
patrimonio della super società è insufficiente a coprire le obbligazioni, come risulta da
eventuali bilanci o analisi contabili.
Esistono anche altre prove indirette del dissesto come, ad esempio, i ritardi o la
sospensione dei pagamenti. Il ritardo sistematico nel pagamento delle obbligazioni può
essere indicativo dello stato di insolvenza.
Ed ancora, le cessioni fraudolente di beni, se la super società trasferisce beni per
sottrarli ai creditori, ciò può costituire prova indiretta dell’insolvenza.
Infine, le segnalazioni da parte di banche con conseguenti interruzioni di rapporti
creditizi o le revoche di affidamenti possono essere degli indicatori rilevanti.
Una volta compresi quali sono gli elementi probatori o gli indizi dell’insolvenza, per
provare quest’ultima, possono essere utilizzati diversi strumenti giuridici, tecnici e
procedurali.
In primo luogo, si parte dall’es