CICLO SESSUALE E LIVELLO ESTROGENICO
Durata Colore Accettazione del Ormoni Livelli
Fase Fertilità
(d) vulva maschio prevalenti ormonali
FSH Elevati e
Proestro 2-3 Rosa 20-30% 10-20% Estrogeni crescenti
Estro 10-12 Rosso 80-90% 70-80% Estrogeni Elevati
Metaestro 2-3 Viola 60-80% 30-50% Estrogeni Calanti
Diestro 1-2 Bianco 0-10% 0-5% Estrogeni Basali
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I principali fattori che influenzano le prestazioni riproduttive della coniglia
Ordine di parto diretta sulla sua fertilità e, di
Il numero di parti compiuti da una fattrice hanno un’influenza
conseguenza, sul tasso di gravidanza. Nelle coniglie primipare inseminate durante la loro prima
lattazione si riscontra infatti una minore recettività e fertilità rispetto alle nullipare, dove invece si
percentuali di fertilità pari o superiori all’80%.
raggiungono Questa differenza è dovuta
all’antagonismo ormonale tra lattazione e riproduzione, oltre che all’evidente deficit energetico
che si verifica nella coniglia impegnata a sostenere contemporaneamente la produzione di latte, lo
sviluppo dei feti e la crescita corporea. Gli ibridi utilizzati vengono messi in produzione intorno a
alle 18 settimane di età (fecondazione solitamente a 19-20 settimane), quando il peso corporeo,
kg, corrisponde all’80-85%
pari a 3,4-3,6 del peso vivo di un individuo adulto.
Nelle coniglie pluripare, le prestazioni riproduttive risultano generalmente migliori, proprio
perché il fabbisogno energetico legato alla crescita corporea è già stato soddisfatto. Tuttavia, una
gestione non corretta può comunque influenzare negativamente tali prestazioni.
Numerosità della nidiata
La coniglia si trova spesso ad affrontare la lattazione in concomitanza con la gestazione, una
situazione che può influire negativamente su recettività, fertilità e prolificità. In particolare, la
recettività subisce variazioni nel periodo tra il parto e lo svezzamento. Il giorno del parto,
l’accettazione del maschio è molto alta (90%); al 4° giorno di lattazione risulta invece bassa, per
intorno all’11° giorno e raggiungere i massimi livelli a 28-30
poi aumentare progressivamente
giorni post-parto.
Il numero di coniglietti presenti nella nidiata si è rivelato essere un fattore determinante nella
recettività della coniglia: maggiore è il numero di coniglietti, minore è la recettività.
Anche la fase di lattazione agisce negativamente sui parametri riproduttivi, portando ad una
riduzione della fertilità pari al 12-20% a causa del calo del ritmo di ovulazione. Inoltre, si osserva
un maggior numero di gravidanze non portate a termine, dovute a mancata fecondazione o a
mortalità degli embrioni, che si attesta intorno al 15% se l’inseminazione viene effettuata a 11
giorni dal parto, contro un 5% nelle coniglie non allattanti.
Vari studi hanno infatti dimostrato un’attenuazione degli effetti depressivi della lattazione con
l’aumentare della distanza dal parto, considerando la fecondazione in un periodo compreso tra il
giorno successivo al parto e due giorni successivi allo svezzamento.
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La gravidanza e pseudo-gravidanza
giorni, con variazioni legate all’andamento stagionale
Nella coniglia la gravidanza dura 30-32
(maggiore in estate) e al numero di feti. L’oocita, rilasciato dallo scoppio del follicolo, viene
accolto dall’infundibolo, che si avvicina all’ovaia. Successivamente, tramite le contrazioni
muscolari e il movimento delle cellule ciliate dell’epitelio, l’oocita viene spinto verso il lume
dell’ovidotto, dove, entro pochi minuti, raggiunge l’ampolla oviduttale, in cui avverrà la
produzione del secondo corpuscolo polare in caso di fecondazione. La fecondazione avviene circa
ore dopo l’accoppiamento, quando la funzionalità dei gameti è massima. Infatti, dopo 30-
12-14
32 ore, gli spermatozoi perdono la capacità fecondante, mentre dopo 18-20 ore, gli oociti non sono
più fecondabili.
Circa 30 minuti dopo il coito, lo zigote comincia a dividersi, raggiungendo lo stadio di 8-16
fecondazione. Nel frattempo, si sposta lungo l’ovidutto fino a
cellule 48-54 ore dopo la
raggiungere l’utero, grazie all’azione di estrogeni, ossitocina e prostaglandine, i cui effetti saranno
inibiti a partire dal terzo giorno a causa dell’aumento di produzione di progesterone da parte del
corpo luteo. Questo ormone favorisce la chiusura della cervice, l’ispessimento dell’endometrio,
con ipertrofia delle sue ghiandole, e la formazione di numerose villosità lungo l’epitelio.
Tra le 72 e le 96 ore dall’accoppiamento, le blastocisti che hanno raggiunto l’utero
permangono nella zona prossimale. A partire dal 5° giorno, esse stimolano le contrazioni
dell’endometrio, che favorisce la distribuzione regolare delle masse lungo il corno uterino e il loro
annidamento, dopo aver perso le membrane pellucide (7°giorno). Il picco di progesterone si
verifica circa 7 giorni dopo l’accoppiamento, mantenendosi su livelli elevati per 15-20 giorni, per
poi diminuire all’avvicinarsi del parto.
A differenza di altri mammiferi, la gravidanza della coniglia viene mantenuta dal progesterone
secreto da almeno 4 corpi lutei, in quanto quello prodotto dalla placenta materna risulta
insufficiente. Le blastocisti inoltre secernono una sostanza ad azione luteotrofa, che garantisce la
permanenza dei corpi lutei durante tutta la gestazione. Se essi sono presenti in numero inferiore al
4, le prostaglandine uterine prevalgono sul progesterone e portano ad aborto.
Nella coniglia, durante la gravidanza, sono presenti 2 placente distinte: una materna, che entra
in funzione dal 10° giorno di gestazione, e una fetale, che diventa funzionale dal 12° giorno.
La crescita dei feti è molto lenta nei primi 14 giorni, durante i quali raggiungono una
lunghezza di circa 1 cm e un peso di 1 g. Dal 20° giorno, subiscono una forte crescita che li porta
a raggiungere circa i 10 cm di lunghezza e i 50 g di peso al momento del parto. Lo stato nutrizionale
della madre e il numero di embrioni annidati influiscono sul peso dei coniglietti al parto.
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Normalmente, intorno al 15° giorno dalla fecondazione, si può effettuare la diagnosi di
gravidanza tramite la palpazione dell’addome, al fine di verificarne l’esito positivo ed individuare
le masse fetali, che possono essere facilmente confuse con le palline fecali presenti nel colon
distale. Grazie a questa operazione l’allevatore può identificare il tasso di gravidanza e spostare
eventuali coniglie vuote in un’altra zona, dove saranno rifecondate dopo almeno 18-20 giorni dalla
precedente inseminazione. Questo periodo è necessario per consentire alle prostaglandine di agire
sul corpo luteo, causandone la lisi. In questo modo i livelli di FSH ed estrogeni aumentano e la
coniglia torna recettiva.
Una situazione particolare che può verificarsi è la pseudo-gravidanza, una condizione in cui
la coniglia manifesta i comportamenti tipici della gravidanza, senza però essere realmente gravida.
Strategie per migliorare il benessere animale e le performance riproduttive
Allevamento in colonia delle coniglie
Allevare le coniglie in colonia, proposto per consentire alle femmine di rimanere assieme ai
propri congeneri con cui esercitare relazioni sociali simili a quelle che avvengo in natura, si è
rivelato essere un metodo più dispendioso in termini di manodopera e costi, oltre alla presenza di
alcuni problemi, tra cui quelli elencati di seguito:
• elevata frequenza d’interazioni aggressive tra le femmine (morsi, graffi, inseguimenti,
ecc.);
• alta mortalità dei coniglietti per l’accesso al nido da parte di altre fattrici oltre la madre;
• difficoltà nell’introduzione delle fattrici vuote con le sostitute;
• necessità di precostruire i gruppi già dallo svezzamento delle giovani fattrici;
• mancato riconoscimento dei coniglietti ai fini della selezione genetica.
L’allevamento in gruppo, può essere attuato applicando alcune accortezze, come
l’adattamento al nido due giorni prima del parto, utile per prevenire possibili atteggiamenti
aggressivi, soprattutto in caso di sostituzione di una delle fattrici. Inoltre, gli animali sono liberi di
estrinsecare un ampio repertorio comportamentale.
Diversi studi, tuttavia, dimostrano che le performance riproduttive non sono
significativamente diverse da quelle delle fattrici allevate con metodi convenzionali (Dal Bosco,
2008). 14
Ritmi riproduttivi
La coniglia manifesta una particolare recettività sessuale subito dopo il parto, tanto che
l’inseminazione effettuata entro 0-15 giorni, come previsto nei ritmi intensivi, può essere
considerata un ritmo fisiologico. La forte spinta selettiva verso una maggiore numerosità della
nidiata e una più elevata produzione lattea ha determinato un notevole aumento del fabbisogno
energetico, rendendo difficile per la coniglia sostenere contemporaneamente lattazione e
l’adozione di
gravidanza. Al tempo stesso, un ritmo riproduttivo semi-intensivo ha prodotto
risultanti interessanti in termini di fertilità e dimensione della nidiata, ma ha anche evidenziato
all’aumento del
criticità legate alla fecondazione degli ovuli e riassorbimento embrionale, dovuti
ormonale che si verifica durante la lattazione.
al deficit energetico e all’antagonismo all’interparto, ovvero
I ritmi riproduttivi nell'allevamento cunicolo si riferiscono all'intervallo
tra un parto e il concepimento successivo. Questo parametro incide direttamente sull'efficienza
produttiva dell’allevamento e varia in funzione delle scelte gestionali adottate e della tecnica
riproduttiva utilizzata. Possono essere applicati tre ritmi riproduttivi:
• l’accoppiamento avviene 5-6
Ritmo estensivo (o tardivo): settimane dopo il parto e
l’anno,
consente di ottenere tra i 4 e i 6 parti a seconda della fertilità. Questo metodo
favorisce una maggiore longevità della fattrice, ma a scapito della produttività, che risulta
meno intensiva.
• l’accoppiamento
Ritmo semi-intensivo (o semi-precoce): prevede tra i 15 e i 30 giorni
l’anno.
dal parto, permettendo 5-7 parti In questo caso, il periodo in cui la coniglia è
contemporaneamente gestante e in lattazione è limitato a circa 15 giorni.
• Ritmo intensivo (o precoce), la fecondazione viene effettuata tra 0 e 15 giorni dopo il
all’11° parti l’anno e un intervallo
parto (solitamente a giorno), consentendo 7-10
riproduttivo di 42 giorni.
Logicamente, questa situazione comporta un elevato dispendio energetico per la coniglia,
compromettendone la permanenza
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