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INDICE
Introduzione .......................................................................................................................... pag. 4
I. Breve storia della nozione di mimesis e chiarificazioni concettuali
I. 1. Il concetto di mimesis secondo gli antichi ….................................................... pag. 11
I. 2. Il concetto di mimesis secondo i moderni …..................................................... pag. 21
I. 3. Le diverse accezioni del concetto di «imitazione»…........................................ pag. 28
II. Charles Batteux: Le belle arti ricondotte a un unico principio
II. 1. L’«unico» principio di Batteux ….................................................................... pag. 32
II. 2. Divisione e definizione delle arti …................................................................. pag. 35
II. 3. Musica e danza …............................................................................................ pag. 38
II. 4. Il concetto di «genio» ….................................................................................. pag. 43
II. 5. Il concetto di «gusto» ….................................................................................. pag. 47
II. 6. Obiezioni rivolte a Batteux: il problema della bella natura ............................ pag. 55
II. 7. Altre obiezioni: il problema dell’imitazione …............................................... pag. 60
III. Difesa dell’unico principio di Batteux e la sua attualità
III. 1. «Soltanto la natura è l’oggetto di tutte le arti» …........................................... pag. 65
III. 2. «Lo spirito umano non può creare che in maniera impropria» ...................... pag. 67
III. 3. Il problema della «bella natura»: che cosa significa «bello»? ....................... pag. 71
Bibliografia …........................................................................................................................ pag. 79
3
INTRODUZIONE
Il rapporto che sussiste, o che parrebbe sussistere, tra arte e imitazione è stato indagato
sin dall’antichità dai filosofi, i quali hanno tentato di capire che cosa significhi «arte» e si
sono chiesti se l’imitazione possa fungere da principio fondativo dei processi artistici. Questa
indagine ha fatto emergere per sommi capi le problematiche di varia natura che sono state
affrontate in modi altrettanto vari dai diversi autori. Per questi motivi è sempre buona norma
iniziare una trattazione di questo tipo esponendo dapprima ciò che i pensatori hanno affermato
a riguardo, per poi arrivare, in ultima analisi, a una sintesi finale che si relazioni quanto più
possibile obiettivamente nei confronti di ciò che già altri hanno trattato, per poi prenderne le
distanze e cercare, anche se in modo solo abbozzato, di indicare un nuovo possibile
orientamento della riflessione estetico-filosofica sulla questione della mimesis.
D’altra parte, non è possibile – almeno in questa sede – esporre dettagliatamente tutto
ciò che i pensatori che ci hanno preceduto hanno affermato circa il rapporto tra l’arte e il
concetto di imitazione – o mimesis, che dir si voglia, sebbene, come vedremo, questo concetto
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necessiti di essere ulteriormente spiegato e chiarificato . Per questi motivi ci limiteremo,
all’interno della presente trattazione, a considerare soltanto alcuni degli autori che a nostro
parere costituiscono i riferimenti più importanti; inoltre non tratteremo di tutti gli aspetti di
pensiero che coinvolgono i filosofi che prenderemo in considerazione, ma soltanto degli
elementi concettuali che saranno funzionali alla nostra argomentazione.
Al contempo, l’analisi preliminare di cui si è detto è finalizzata alla comprensione del
pensatore che maggiormente ha ispirato il presente lavoro: Charles Batteux, filosofo francese
che scrive e opera nel Settecento. Egli è stato in grado di fare luce con una chiarezza mirabile
su molteplici questioni di natura estetica, contribuendo alla nascita dell’estetica stessa come
disciplina a sé stante, e in particolare ha elaborato una teoria dell’arte che fa del processo
imitativo il proprio principio fondativo. Batteux è stato uno dei pensatori che hanno trattato
del rapporto tra arte e imitazione nel modo più approfondito e innovativo, e per questi motivi
egli è certamente il nostro punto di riferimento principale su tale argomento. Ciò che ha
ispirato il nostro approfondimento circa queste tematiche è l’idea che la teoria di Batteux
presenti numerosi punti di forza, tanto da poter essere ancora sostenibile, con le dovute
precisazioni. Questo è l’intento finale che si tenterà di perseguire con la nostra esposizione.
1 Si veda il paragrafo I. 1. Il concetto di mimesis secondo gli antichi della presente tesi.
4
Tuttavia, come si è detto, occorre in primo luogo una panoramica generale quanto
essenziale dei filosofi che hanno preceduto il nostro autore di riferimento più importante,
anche perché senza tale indagine preliminare non si potrebbe capire appieno il pensiero di un
filosofo complesso quale è Batteux. Per questi motivi, il primo capitolo della presente tesi è
dedicato interamente agli autori che l’hanno preceduto – con qualche accenno anche a coloro
2
che gli sono succeduti – e che hanno trattato di questioni relative al ruolo dell’imitazione
3
all’interno delle arti .
Il primo autore a cui faremo riferimento è Platone, sebbene il termine mimesis
compaia già in epoca presocratica presso i Greci, in contesti anche diversi dall’ambito
4
filosofico, come ad esempio il campo religioso . Già a questo livello, noteremo che tale
termine, tradotto impropriamente con «imitazione», possiede una notevole molteplicità di
sfumature semantiche, tanto da rendere complessa una definizione univoca di questo concetto.
Lo stesso Platone, all’interno di varie sue opere – in particolare in Repubblica, Cratilo, Leggi
– utilizza il concetto di mimesis conferendogli varie accezioni, tanto che alcune di queste
5
sembrano entrare in contrasto tra loro .
Per fare chiarezza sul modo in cui Platone intende il processo mimetico all’interno
della produzione artistica faremo riferimento a un’opera di Stephen Halliwell L’estetica della
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mimesis. Testi antichi e problemi moderni che risulta funzionale a tale scopo. Seguendo
l’interpretazione di Halliwell, cercheremo di mostrare che il modo in cui è stata intesa la
mimesi artistica platonica da parte della maggioranza degli studiosi, i quali hanno affermato
che l’imitazione per Platone costituisce una riproduzione passiva e fedele del reale, è in realtà
parziale e non rende conto appieno della complessità di questo importante autore. L’idea che
l’arte sia per il filosofo greco un’attività negativa, perché produce soltanto imitazioni di
7
imitazioni, che come tali si allontanano dal mondo delle idee, si rivelerà quindi inesatta .
L’approccio di Platone nei confronti di queste tematiche è complesso e variegato, e farà
emergere alcuni spunti concettuali di notevole importanza.
Dopo Platone non si può non considerare il pensiero di Aristotele, non soltanto perché
è stato il primo filosofo ad affermare che la mimesis costituisce il principio fondativo di tutte
2 Soprattutto Kant, che sarà uno dei filosofi che più riprenderanno concetti già elaborati da Batteux.
3 Faremo riferimento in particolare a uno dei capitoli dedicati alla mimesis: Tatarkiewicz, Storia di sei Idee,
trad. it. a cura di Olimpia Burba e Krystyna Jaworska, Aesthetica Edizioni, Palermo 2004, pp. 273-293.
4 Tatarkiewicz, Storia di sei Idee, trad. it. a cura di Olimpia Burba e Krystyna Jaworska, Aesthetica Edizioni,
Palermo 2004, pp. 273.
5 Giovanni Lombardo, L‘estetica antica, il Mulino, Bologna 2002, p. 62.
6 In particolare i capitoli dedicati a Platone e Aristotele: S. Halliwell, L’estetica della mimesis. Testi antichi e
problemi moderni, a cura di G. Lombardo, Aesthetica edizioni, Palermo 2009, pp. 41-183.
7 S. Halliwell, L’estetica della mimesis. Testi antichi e problemi moderni, a cura di G. Lombardo, Aesthetica
edizioni, Palermo 2009, p. 117. 5
le arti, ma anche perché egli sarà l’ispiratore e interlocutore principale dell’opera di Batteux,
come vedremo in seguito. Considereremo delle opere dello Stagirita soprattutto Poetica,
Retorica e Politica, e tenteremo di mostrare che dalla visione aristotelica emerge una notevole
ricchezza semantica del concetto di imitazione. Seguendo ancora una volta la lettura di
Halliwell, mostreremo che la nozione di mimesis per Aristotele è in grado di rendere conto di
una molteplicità di contesti artistici comprendendo in sé numerosi concetti, i più importanti
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dei quali sono quelli di «espressione» e «comunicazione» : il processo mimetico nell’arte non
si limita a riprodurre la realtà visibile, ma considera l’intera complessità delle esperienze
umane, che sono costituite da una ricchezza che comprende anche, ad esempio, i moti
dell’animo. Grazie a questa apertura concettuale il Filosofo può annoverare arti come musica
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e danza tra le arti imitative, estendendo così il principio mimetico a tutte le forme artistiche .
Imitare per Aristotele significa creare un legame espressivo-comunicativo tra l’autore e la
realtà, tra l’opera e il pubblico.
Il fine dell’arte riguarda diversi aspetti, tutti quanti collegati tra di loro: comunicare,
produrre piacere e perseguire conoscenza. L’esigenza di comunicazione è il motivo principale
che spinge un artista a creare un’opera, la quale non è altro che un mezzo per poter
trasmettere ciò che l’autore voleva esprimere; il linguaggio artistico diventa così un vero e
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proprio strumento comunicativo . Il piacere è invece ciò a cui tendiamo in modo naturale,
così come la conoscenza: nell’esperienza artistica il perseguimento del piacere coincide con
l’atto conoscitivo, o, per meglio dire, la conoscenza prodotta dalla mimesi artistica suscita
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piacere nel fruitore . Tutti questi aspetti sono compresi nel concetto di mimesis elaborato da
Aristotele.
Inoltre la teoria aristotelica fa sì che nel processo imitativo siano comprese anche le
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nozioni di «finzione» e di «verosimile» : si arriva così a considerare una varietà molto ampia
di esperienze umane, allontanandosi così dalla semplice riproduzione della real