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UNZ HOMSKY

128 Vedi il caso Woldorf v. Powers, 85 Ind. 294.

60

pronuncia stessa, ‘if the parties, being in a situation and having the ability

to do so, have exercised their own independent judgment as to the value

of the subject-matter, courts of equity should not and will not interfere

129

with such valuation’ ; ‘se le parti, trovandosi in una situazione in cui gli è

stata data la possibilità di fare ciò, hanno giudicato in maniera

indipendente il valore da attribuire alla fattispecie in questione, le Courts

of Equity non devono e non andranno ad interferire con tale valutazione’.

Lo scopo del requisito della consideration è, dunque, quello di porre

alcuni limiti sulla rilevanza giuridica degli accordi anche se questi ultimi

vengano intesi dalle parti come giuridicamente vincolanti e non risultano

130 131 132

viziati da fattori come il mistake , la misinterpretation , la duress e la

133

illegality . Il punto di partenza era di stabilire una volta per tutte che

proprio nella consideration si poteva rinvenire l’unica, e sufficiente, prova

dell’intenzione delle parti ad obbligarsi e che questo tipo di prova può, ma

non è necessario che lo sia, anche avere la forma scritta. Invece, la visione

contraria, quella cioè che un accordo possa essere vincolante senza la

consideration, ma semplicemente perché fosse stato messo per iscritto, fu

rifiutata senza alcun dubbio da tutte le Corti britanniche da più di

129 Come in Currie v. Misa, L. R. 10 Exch. 162.

130 Il mistake figura come un erroneo convincimento presente al momento della

stipulazione del contratto secondo cui, alcuni fatti che lo riguardano, non sono veri. Può

essere usato come possibile difesa in giudizio e, nel caso in cui risulti vincente, può

portare alla nullità o annullabilità del contratto stesso.

131 La misinterpretation si riferisce a false dichiarazioni di fatto o di diritto rilasciate da

una parte con lo scopo di indurre l’altra parte a stipulare il contratto. Esistono tre tipi di

misinterpretation: innocence misinterpretation, negligence misinterpretation e fraudolent

misinterpretation.

132 La duress o coercion si riferisce a quelle situazioni in cui una persona decide di

stipulare un contratto sotto violenza, minaccia o pressioni esterne: viene definita come

ogni illegittima minaccia o coercizione usata per indurre un altro soggetto ad tenere, o

non tenere, un comportamento che altrimenti non avrebbe tenuto.

133 La illegality si ha quando lo scopo per cui due contraenti decidono di contrarre è

illecito e le Corti, in questo caso, renderanno nullo l’accordo stesso. La illegality del

contratto la si può facilmente dedurre dalla performance dello stesso, come, per esempio

un contratto che abbia ad oggetto l’uccisione di un altro individuo.

61

134

duecento anni , nonostante vi sia anche stata la proposta di una riforma

135

in tal senso .

Come già sottolineato, la dottrina della consideration, prende le sue

mosse dal concetto di “reciprocità”, che, come riscontrabile in Thomas v.

136

Thomas , si basa su “something of value in the eye of the law that must

137

be given for a promise in order to make it enforceable as a contract” . Di

conseguenza, una promessa meramente gratuita non verrà mai intesa

138

dalle Corti come contratto vincolante ; infatti, un soggetto che promette

qualcosa spinto esclusivamente da motivazioni di matrice sentimentale o

caritatevole non rinuncia a nulla di giuridicamente rilevante e, le ragioni

dell’eventuale promissario, intese a far rispettare il patto al promittente,

non possono essere paragonate a quelle di un altro promissario che,

139

invece, abbia rinunciato qualcosa in cambio della promessa . Non solo,

ma l’invalidità di promesse puramente gratuite di questo tipo può essere

supportata anche dal fatto che la loro validità giuridica potrebbe

134 Come si può facilmente osservare nel caso Rann v. Hughes (1778) 7 T.R. 350n, 4 Bro.

P.C. 27, che è stato la decisione base su cui, poi, si sono adeguate tutte le Corti

successive. Attraverso un rationale impeccabile, viene spiegato come il requisito della

forma, in questo caso della forma scritta, non sia mai stato richiesto dalle Corti se non per

determinate categorie di contratti e che, dunque, la regola rimaneva quella della non

necessarietà di un requisito di forma se non nei casi espressamente previsti.

135 Si fa riferimento alla proposta del 1937 avanzata dal Law Revision Commettee, che,

però, non venne presa in considerazione dato che alcune delle proposte in essa contenute

stavano, piano piano, prendendo forma tra le decisioni delle Corti di diritto.

136 Causa del 1842, 2 Q.B. 851 at 859.

137 “Qualcosa di valutabile agli occhi della legge e che deve essere concesso in una

promessa in modo tale da poterla considerare come contratto vincolante”.

138 Vedi anche i casi: Re Hudson (1885) 54 L.J. Ch. 811 e Williams v. Roffey Bros &

Nicholls (Contractors) Ltd [1991] 1 Q.B. 1 at 19.

139 Per chiarire meglio le idee si può pensare alla seguente fattispecie: A promette di

pagare una somma di denaro a B in quanto si è preso cura del bambino che stava

attraversando la strada da solo e C promette a D di pagarlo in cambio di una prestazione

di qualunque tipo. In entrambi i casi, B e D possono essere teoricamente posti sullo

stesso piano ma, in pratica, le ragioni di D saranno molto più convincenti, in sede

giudiziale, di quelle di B, per il solo fatto che D ha oggettivamente rinunciato a qualcosa

di giuridicamente rilevante che lo legittima a ricevere il compenso prestabilito.

62

compromettere ed arrecare pregiudizio ad eventuali terze parti, come, ad

140

esempio, possibili creditori del promittente . Resta il fatto che questi tipi

di promesse potrebbero, anche se con molta difficoltà, essere accordate,

ma i requisiti per l’esecuzione di tale patto, come la necessaria presenza

di un valore tutelabile dall’ordinamento giuridico, provvedono ad

attenuarne l’ipotetico pregiudizio.

Nonostante l’evoluzione di questa dottrina arriverà a creare nuovi

141

tipi di promesse e nuovi tipi di rimedi per le stesse , è fondamentale il

passaggio dall’intendere la consideration come “something of value”

all’intenderla come “something of value at in the eye of the law”. Infatti, fu

proprio questo che consentì alle Corti di rifiutare di riconoscere il “value”

di atti o promesse che sarebbero potute essere benissimo considerate

valevoli di tutela agli occhi di un “profano”.

3.2 I requisiti della valuable consideration

3.2.1 Benefit e detriment or . . .

All’interno della tradizionale definizione di consideration, “some

right, interest, profit or benefit accruing to one party, or some

forebearance, detriment, loss or responsibility given, suffered or

undertaken by the other”, si possono ritrovare due concetti cardine che

possano aiutare a darne una interpretazione satisfattiva: il benefit ed il

140 Questo caso potrebbe, per esempio, verificarsi nel caso in cui venisse colpito il

patrimonio del promittente da parte di un soggetto al quale era stato accordato una

somma di denaro, come per esempio la promessa di regalare al nipote $300 per il solo

fatto che compia 16 anni, senza, dunque, una valida consideration, prima che un altro

soggetto creditore, che ne abbia più titolarità, possa rifarsi sullo stesso sulla base di un

prestito precedentemente accordatogli.

141 Che saranno ampiamente discusse nei prossimi paragrafi.

63

detriment. Più precisamente, ciò che deve essere valuable agli occhi della

legge può consistere: nella rinuncia a qualcosa da parte del promittente

142

oppure in qualche beneficio a favore del promissario . Nella maggior

parte dei casi, il benefit ed il detriment finiscono banalmente nel

consistere nella stessa cosa, se li si guarda da diversi punti di vista. Così il

pagamento di un acquirente può essere considerato valuable

consideration per la promessa dell’alienante di consegnargli la merce sia

nell’ottica di una rinuncia da parte del acquirente, in questo caso a

possedere del denaro, sia nell’ottica di un beneficio dell’alienante, che

ottiene invece più denaro; allo stesso tempo la promessa di consegnare la

merce da parte dell’alienante può essere intesa come valuable

consideration per la promessa dell’acquirente di pagare sia nell’ottica di

una rinuncia da parte dell’alienante, che dà via della merce, sia di un

beneficio da parte dell’acquirente, che, invece, riceve la merce oggetto

dell’accordo. In questo modo può analizzare la consideration di entrambe

le parti: infatti, la rinuncia dell’alienante nella consegna dei beni lo

legittima, giuridicamente, a ricevere il denaro da parte dell’acquirente.

Risulta, inoltre, irrilevante se l’alienante abbia, o meno, concluso un buon

affare e riceva un beneficio attraverso la conclusione dello stesso: quello

di cui la legge del Common Law si interessa maggiormente è il requisito

143

della consideration applicato alla promessa, non al contract nella sua

interezza.

Stando sempre alla tradizionale definizione, affinché sia presente

una consideration è sufficiente, dunque, che vi sia una rinuncia da parte

del promittente o un beneficio a carico del promissario. Nonostante

142 Come si può ritrovare in Currie v. Misa (1875) L.R. 10 Ex. 153 at 162 e, ancora più

chiaramente, in Barber v. Fox (1682) 2 Wms. Saund. 134n. (e).

143 Come più volte ribadito in E P , The law of contract, tredicesima edizione,

DWIN EEL

Sweet & Maxwell, 2011, p. 72. 64

questo, per esempio, la sola rinuncia da parte del promissario può risultare

144

sufficiente, anche se non vi è nessun beneficio a carico del promissario :

nel caso in cui A garantisca per lo scoperto bancario di B, la Banca

promissaria soffre di uno svantaggio per il fatto di dover ricevere dei soldi

da B, quindi A è giuridicamente vincolato dalla sua promessa, anche se

non ne trae alcun beneficio. Infatti, come disse Lord Holdsworth, “la

rinuncia del promissario è l’essenza della consideration, ed il beneficio del

145

promittente ne è, quando presente, una mera conseguenza” . Vi sono

stati, però, numerosi casi in cui anche il solo beneficio afferente al

promittente, e, quindi, non esclusivamente una sua rinuncia, è stato

ritenuto sufficiente a integrare il requisito della consideration a

prescindere dell’effettiva rinuncia a qualcosa di valevole da parte del

146

promissario o, nel caso in cui, tale rinuncia risultava solo a

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Publisher
A.A. 2012-2013
140 pagine
3 download
SSD Scienze giuridiche IUS/02 Diritto privato comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danyxx89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Guarneri Attilio.