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TONOTOPIA.
Quindi, ogni punto della membrana basilare è collegato attraverso una via specifica ad un punto
della corteccia uditiva primaria. Naturalmente, l’oscillazione della membrana non può avvenire in
un punto solo, non può rispondere un’unica striscia di cellule ciliate, ma c’è un profilo di oscillazione.
Tuttavia, ci sarà comunque un punto in cui l’oscillazione è massima. La maggior risposta dei recettori
che si trovano in un determinato punto è amplificata da un meccanismo attivo che avviene ad opera
delle cellule ciliate esterne, che amplificano il movimento del punto maggiormente stimolato e
inibiscono la risposta delle cellule adiacenti, in modo da rendere più aguzza quella risposta. Questo
è il fenomeno dell’amplificazione cocleare.
Le cellule ciliate esterne sono innervate, ma questo aspetto non ci interessa. Il fatto è che quando
le cellule ciliate interne rispondono allo stimolo meccanico e rispondono in modo differenziato a
seconda del punto in cui si trovano, nel punto in cui la risposta è maggiore (punto di maggior
ampiezza dell’oscillazione), vengono attivate anche le cellule ciliate esterne (che rispondono
parzialmente), che si contraggono. Le cellule ciliate esterne contengono dei filamenti contrattili di
actina che sono ancorati alla membrana tettoria. Contraendosi, le cellule ciliate esterne irrigidiscono
la membrana tettoria e quindi rendono maggiore la vibrazione in quel punto specifico (perché nelle
altre aree le cellule ciliate esterne, non essendo attivate, non irrigidiscono la membrana tettoria).
Questo permette di identificare con maggior precisione la frequenza di quel suono.
Riassumendo:
Una volta che il segnale è partito lungo il neurone afferente, cosa succede? L’informazione passa
attraverso varie “stazioni intermedie”, che formano il “sistema uditivo centrale”. Quali sono queste
stazioni intermedie?
Da ciascuna delle due coclee, partono gli assoni dei nervi uditivi, su cui viene scaricato il
neurotrasmettitore dalle cellule ciliate. Questi assoni finiscono nei nuclei cocleari, prendono sinapsi
con altri neuroni e il secondo neurone va a finire in un altro nucleo, che si chiama nucleo olivare
superiore (ovviamente questo discorso vale per due, in quanto le coclee sono due). Si osserva che il
secondo neurone, quello che parte dal
nucleo cocleare, va a finire sia al nucleo
olivare dello stesso lato, sia al nucleo
olivare del lato opposto (questo per
entrmabe le coclee). Dopodiché, le
informazioni viaggiano parallelamente
nelle due parti del sistema nervoso
centrale. Le due vie parallele sono
dette omolaterale e controlaterale. Le
informazioni passano poi per il talamo
e l’ultimo neurone arriva alla corteccia
sensitiva primaria.
Dopo i nuclei olivari, ci sono delle
connessioni che vanno direttamente ad attivare i motoneuroni dei muscoli della testa (che sono
contenuti in alcuni nervi cranici) e i motoneuroni spinali (che vanno ad attivare muscoli dal tronco
in giù, producendo in via riflessa movimenti legati ai suoni che abbiamo udito).
Tra i suoni che sentiamo ci sono anche le parole pronunciate, quindi ci sarà un collegamento tra la
corteccia uditiva primaria e l’area di Wernicke (area di comprensione del linguaggio), che mi
permette di capire che quel suono rappresenta una parola con un significato.
Come facciamo a localizzare la sorgente di un suono nello spazio? Questa capacità è basata sulla
differenza di fase nell’arrivo dell’onda sonora alle membrane timpaniche dei due lati e, quindi,
nell’arrivo del segnale ai nuclei dell’oliva superiore. Come facciamo a valutare i tempi d’arrivo e le
intensità dei suoni? Tutto dipende dal fatto che i segnali raccolti da una coclea vengono inviati alla
via che sale sul lato controlaterale (per quanto detto prima).
Un nucleo olivare è costituito da una sequenza di interneuroni, ciascuno con un assone molto breve,
che comunicano tra di loro. Arriva un segnale, colpisce prima un neurone che trasmette il segnale a
quello adiacente, che a sua volta lo trasmette a quello adiacente, e così via… Contemporaneamente,
alla stessa catena di neuroni, sta arrivando il segnale dall’altra via. Ad un certo punto, lungo quella
sequenza, i due segnali si
incontrano. Il neurone al quale
arrivano nello stesso momento
i segnali che sono partiti dai
due lati sarà diverso a seconda
del ritardo temporale tra i due
segnali. Ossia, se la sorgente
del suono è equdistante dalle
due orecchie, allora i due
segnali si inconrano nel
neurone centrale, che scarica,
trasmettendo il suo segnale
alla corteccia (in questo modo
possiamo localizzare la
sorgente). Se invece la
sorgente del suono è più vicina
ad un orecchio che ad un altro, allora emerge lo sfasamento perché il neurone di contatto non è più
quello centrale. In base al neurone di contatto, che scarica, capisco se la sorgente si trova alla stessa
distanza rispetto alle due orecchie.
Approfondimento di carattere ingegneristico: L’impianto cocleare è una protesi acustica particolare
che si usa quando i recettori cocleari sono danneggiati (e non possono essere eccitati direttamente).
Questa struttura va a sostituire il lavoro dei recettori: c’è un microfono che raccoglie i suoni e c’è un
sistema che scandisce il suono in base alle diverse frequenze che compongono quel suono. Infine,
c’è un sistema che stimola selettivamente, secondo la frequenza riconosciuta, un elettrodo (che
arriva in un punto preciso della membrana basilare, piuttosto che in un altro). Secondo la frequenza
riconosciuta, viene stimolato l’assone di quel neurone che avrebbe dovuto essere stimolato dal
recettore non funzionante.
Gli elettrodi quindi vengono impiantati in diversi punti della membrana basilare.
SENSIBILITA’ VESTIBOLARE
L’apparato vestibolare misura movimenti di traslazione e rotazione della testa (rispetto al corpo o
con il corpo) e posizioni fisse della testa rispetto alla gravità.
E’ indipendente dalla sensazione che abbiamo, mentre è legato ad attività muscolari riflesse che
assicurano il mantenimento della postura e dell’equilibrio.
Gli spostamenti che costituiscono gli stimoli per attivare recettori vestibolari sono movimenti di
traslazione e rotazione della testa e posizione della testa rispetto alla gravità.
Al senso dell’equilibrio contribuiscono, oltre il sistema vestibolare, diverse altre sensibilità (ad
esempio quella visiva e quella propriocettiva).
Gli organi che costituiscono il sistema vestibolare sono contenuti nel labirinto osseo. Anche in
questo caso, abbiamo delle camere (dei lumi), che costituiscono gli organi vestibolari, in cui è
contenuta o perilinfa o endolinfa. Il meccanismo di trasduzione è analogo a quello del sistema
uditivo: anche qui ci sono delle cellule che, in presenza di uno stimolo, favoriscono l’apertura di
canali per il potassio (la cui entrata determina la depolarizzazione della cellula). Anche in questo
caso, quindi, i recettori sono cellule ciliate, del tutto simili a quelle già studiate. Le ciglia sono
disposte in linee ordinate e, in particolare, emerge la presenza di un ciglio più lungo degli altri, che
prende il nome di chinociglio. Anche qui, quando il movimento avviene verso il ciglio più lungo, si
aprono i canali del potassio, mentre quando il movimento avviene in verso opposto i canali si
chiudono. →
La depolarizzazione provoca il rilascio di neurotrasmettitori, perché si aprono i canali per il calcio
→
il calcio fa fondere le vescicole il neurotrasmettitore viene rilasciato e va a stimolare, a livello
della sinapsi, il neurone afferente, il cui assone è contenuto nel nervo vestibolare (che a sua volta
seguirà il percorso che tra poco vediamo). Questa sequenza di fenomeni determina un aumento
della frequenza dei potenziali d’azione nel nervo vestibolare. Se invece le cellule si piegano dall’altra
parte, si ha un’iperpolarizzazione e quindi si ha una diminuzione della frequenza di scarica.
Attenzione: questi assoni conducono sempre potenziali d’azione, in quano i recettori non sono mai
silenziosi. E di conseguenza scaricano ad una frequenza di base che corrisponde alla condizione di
base (nel caso del sistema vestibolare, la condizione di base è determinata dal movimento nullo dei
recettori, ossia delle ciglia). La frequenza aumenta o diminuisce a seconda dei potenziali recettoriali
che i movimenti della testa provocano in questi recettori.
I recettori sono collocati nei canali semicircolari, che hanno una forma ampollare, e nell’utricolo e
nel saculo, che sono recettori maculari.
La macula Qual è la differenza tra questa
organizzazione strutturale e quella della
coclea? La differenza principale sta nel
fatto che le ciglia dei recettori maculari
sono inglobate in una membrana, detta
membrana otolitica, che contiene dei
cristalli di carbonato di calcio (gli otoliti).
La presenza degli otoliti fa sì che la
membrana otolitica abbia un certo peso.
Quano l’uomo inclina il capo, se non ci
fossero gli otoliti, le ciglia non verrebbero
trascinate. Questi cristalli, quindi,
risentono della gravità e tendono a
cadere, tirandosi dietro tutta la
membrana, che a sua volta è ancorata
alle ciglia. In questo modo vengono
tirate quelle catenelle di cui abbiamo
parlato anche nel sistema uditivo, che a
loro volta determinano l’apertura dei
canali per il potassio nelle cellule in cui
il movimento provoca la deflessione
delle ciglia verso il ciglio più lungo.
Lo stimolo, quindi, è rappresentato dal
movimento del capo nel campo
gravitazionale. Un altro stimolo è
rappresentato da un’accelerazione lineare: spostarsi in avanti o indietro genera delle forze inerziali
che hanno le stesse conseguenze dei fenomeni appena analizzati.
In ogni macula, ci sono cellule ciliate disposte in modo diverso. Ogni movimento provoca la flessione
verso il ciglio più lungo di alcune cellule della macula e la flessione verso il ciglio più corto di altre
cellule. Per cui, ogni movimento dà luogo ad una combinazione unica di attivazioni e inibizioni di
tutte le cellule che compongono la macula. Quindi, in ogni istante arriva alle strutture centrali un
segnale composto da una combinazione di scariche, ciascuna proveniente da un singolo recettore.
Alcuni di essi sono depolarizzati, altri iperpolarizzati, e altri ancora non risentono del movimento.
C’è quindi un segnale complessivo, composto da tanti segnali diversi, ognuno proveniente da un
recettore: è il segnale globale che mi fa capire in che modo ho inclinato la testa.
I recettori otolitici sono recettori ad
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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