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ASPETTI MECCANICI FISIOPATOLOGICI

Caratterizzato dalla presenza di elastina (→ consente di assorbire, trasmettere e graduare le sollecitazioni che vengono ad agire durante il movimento).

  • I tessuti ricchi di elastina:
    • Sono: vasi sanguigni, alcuni legamenti e i muscoli;
    • Subiscono grandi deformazioni quando sono sottoposti a carichi anche relativamente piccoli.

MUSCOLO = unità funzionale TESSUTO MUSCOLARE = componente contrattile (actina, miosina, elastina).

Modello strutturale dell'unità muscolo-tendine In questo modello dovremmo mettere la parte a destra finale anche a sinistra volendo essere precisi. Quando abbiamo una contrazione muscolare o un allungamento muscolare (durante lo stretching) → considerare che comportamento muscolo imprescindibile dal comportamento del tendine = impossibile nella realtà distinguere il comportamento della componente contrattile cioè del tessuto muscolare.

Unità motorie

  • Tipo S (slow) (→ resistenza lenta, grande resistenza alla fatica);
  • Tipo FR (Fast Resistant) (fibre migliori e tempi di contrazione molto bassi);
  • Tipo FF (Fast Fatigue) (fibre migliori e tempi di contrazione molto bassi).

Attivato in maniera sequenziale e asincrona. Ha attivazione contemporanea → x mantenere un livello costante di forza nel tempo e per evitare affaticamento.

Fibre muscolari

  • 1: rosse, contrazione lenta, grande resistenza alla fatica;
  • 2A: contrazione rapida, più resistente rispetto alle 2X;
  • 2X: bianche, contrazione rapida, attivazione intensa ma poco resistenti.

Sforzo muscolare = forza sviluppata da un muscolo (unità muscolo-tendine), dipende da:

  • N° di unità motorie reclutate;
  • Modi in cui il muscolo modifica la sua lunghezza,
  • e vi conduzione.

Maggiore è stimolo che arriva alle fibre muscolare maggiore sforzo prodotto globalmente dal muscolo → la crescita ha un limite → CONTRAZIONE TETATINICA → max oltre cui sforzo max non deve essere più.

Può essere: Sforzo attivo = prodotto dalla parte contrattile → contrazione (quindi accorciamento volontaria riflessa-automatica); Sforzo passivo = prodotto dalle componenti elastiche → si sviluppa all’interno del muscolo quando la loro lunghezza supera quella a riposo.

Quando abbiamo visto le proprietà reologiche abbiamo visto che una contrazione della stessa entità protratta nel tempo porta a una modifica progressiva nel tempo.

Tendine molto rigido = mantenere una posizione isometrica più agevole per la componente passiva, lo spostamento si traduce tutta in sforzo passivo e riesco a mantenere la posizione con poca fatica anche perché il tendine compensa.

Tendine molto elastico = si modifica di più, dovrò attivare molta più componente attiva dell'atto contrattile, per mantenimento di una posizione nel tempo implica un continuo aggiustamento della parte contrattile per mantenere uno sforzo passivo adeguato a completamento dello sforzo attivo.

La loro somma (componente attiva e componente passiva) può essere distribuita in parti diverse a seconda del tipo di attivita richiesta, delle caratteristiche tessutali.

Relazione forza-lunghezza

Lunghezza ottimale = tra massimo accorciamento e massimo allungamento (circa a metà), coincide con la posizione di riposo dell’unità actina-miosina.

  • SFORZO ATTIVO MAGGIORE (→ diminuisce in entrambe le direzioni del grafico, → allungamento → accorciamento)
  • SFORZO PASSIVO → direttamente proporzionale alla quantità di connettivo

(muscoli rigidi piega spostato verso dx)

Possono intervenire diversi fattori che possono spostare questo momento in cui si sviluppa lo sforzo maggiore verso destra o verso sinistra. Il concetto per il sarcomero non cambia, non è che sviluppa più o meno forza, ma il punto in cui la produce potrebbe essere spostato in termini di movimento.

Relazione tra forza e architettura muscolare:

  • Muscoli con fibre parallele alla linea d'azione del tendine → maggiori possibilità di accorciarsi perché sarcomeri in serie.
  • Muscoli unipennati;
  • Muscoli multipennati (angoli di pennazione diversi).
  • PCSA (physiologic cross sectional area): somma delle aree delle traversine delle singole fibre; la forza è direttamente proporzionale alla somma delle aree traversive delle singole fibre (concetto più specifico di diametro o circonferenza del muscolo).

Tensione e lunghezza muscolare

  • maggiore entità dello stiramento → maggiore contenuto del componente elastico allo sforzo finale
  • curva attiva rispecchia quella delle singole fibre → massima in condizioni di riposo del sarcomero, diminuisce in entrambe le direzioni di lunghezza
  • la curva passiva → varia in funzione della quantità di tessuto connettivo e di altre proteine → la componente passiva aumenta con l'aumentare della lunghezza

Risultante → la prima parte tiene della componente elastica attiva, poi avremo un cedimento per la capacità contrattile del sarcomero che si riduce avvicinandosi al fine corsa, poi abbiamo un recupero determinato dalla tensione passiva. Il massimo sforzo si realizza al 125% della lunghezza. Un muscolo non sollecitato va in condizione di fibrotizzazione e il tessuto

connettivo, che potremmo definire patologico, ma è efficiente perché la rigidità del connettivo va a contrastare la scorretta postura dell'invecchiamento → la curva è uguale, ma l'intervallo della componente passiva si sposta a sinistra scavalcando il tessuto connettivo (curva meno ampia con componente passiva della rigidità del tessuto).

La tensione muscolare

Il comportamento della componente attiva è sempre lo stesso per distribuzione di perine intimbi. Questo è quello che si interfaccia il muscolo e come si interfaccia la funzione passiva con quella attiva → varia al crescere della quantità di connettivo → quando maggiore quantità di connettivo → maggior sviluppo della componente passiva. In alcuni muscoli era di atti e determina le caratteristiche del connettivo.

Fattori che influenzano la forza generata da un muscolo:

Relazione forza-tempo

→ la forza esercitata dal muscolo è maggiore quando il tempo di contrazione è più lungo. Necessaria una certa sommazione temporale della contrazione affinché si realizzi uno spostamento della leva ossea, quindi lo sforzo delle componenti contrattili viene trasferito alla componente elastica in parallelo e in serie con spostamento della leva ossea dopo un certo tempo.

Le velocità di contrazione

Varia in funzione di alcune caratteristiche:

  • Lunghezza fibra/muscolo (“n” sarcomeri in serie)
  • Disposizione delle fibre (pennate o parallele)
  • Diametro delle fibre
  • Carico applicato

Diversa nell'individuo in riferimento a muscoli con funzioni diverse e quindi con fibre diverse. Questo ci dice che alcuni muscoli vanno esercitati sollecitando la velocità, in altri ha senso sollecitare la tenuta e non la velocità.

Altro tipo di disfunzioni:

  1. Ipertono conseguente al dolore - il processo di alterazione del muscolo legato a elementi di irritazione chimica, stasi circolatoria, secondaria a una situazione del muscolo. Processo di alterazione delle condizioni del muscolo data da un problema locale e non di tipo centrale dei riflessi.
  2. Traumi (diretti/indiretti)
  3. Spasmi - Stati di contrazione della muscolatura volontaria o involontaria più o meno prolungata nel tempo ma senza ritmo e causato da lesioni, stasi, sostanze dolorose, tossine, farmaci
  4. Crampi
  • Scarsità di liquidi o glicogeno (alimentazione e idratazione);
  • Alterazione bilancio elettrolitico (Na, K, Ca, P);
  • Disordini endocrini (diabete, disfunzione tiroide)

In presenza di dolore si ha una resistenza muscolare volontaria/riflessa (involontaria), e l’immobilizzazione che ne deriva provoca una stasi circolatoria, quindi un accumulo di meta-cataboliti che contribuiscono a un’irritazione chimica. L’irritazione chimica incrementa la condizione di contrazione. A questo si aggiunge quindi un accorciamento addittivo (=un muscolo sta perennemente accorciato); questo causa una situazione disfunzionale. Ogni volta che siamo in presenza di una disfunzione con dolore abbiamo un accorciamento addittivo.

PATOLOGIE DEL TESSUTO MUSCOLARE

CAUSA ALTERAZIONE TIPOLOGIA CLASSIFICAZIONE Diretta Strutturale Contusione • Lieve (>1/2 ROM) • Moderata (< >2/3 ROM) • Grave (5 minuti poi si toglie → importante non abbassare troppo la temperatura e attenzione soprattutto se abbiamo una condizione di stravaso ematico. Sempre avvolto su uno straccio che non dà contatto importante. 5-7 minuti di applicazioni, poi 3 minuti di pausa e poi di nuovo applicazione (3 volte).

TRAUMA INDIRETTO → associati o meno ad alterazioni strutturali DOMS → sembra essere un processo infiammatorio quindi attenzione a come esita questo processo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
8 pagine
SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mari7_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Prassi riabilitazione ortopedica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pavesi Giorgio.