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TAVOLE SINOTTICHE
1. Concetto fulcro del diritto
GIUSNATURALISMO ORDINAMENTO
GIUSPOSITIVISMO NORMA
GIUSREALISMO DECISIONE
2. Posizione sul diritto positivo
GIUSNATURALISMO Il diritto positivo non basta a se stesso
GIUSPOSITIVISMO Il diritto positivo basta a se stesso
GIUSREALISMO Il diritto diventa positivo con decisioni
3. Criterio di valutazione delle norme giuridiche
GIUSNATURALISMO GIUSTIZIA
GIUSPOSITIVISMO VALIDITÁ
GIUSREALISMO EFFETTIVITÁ
LINEE GENERALI DELLA TEORIA DELLA PENA
A) TEORIA RETRIBUTIVA= la pena è un male proporzionale ad un male commesso e guarda al
passato. Secondo la teoria retributiva, la pena:
I. Presuppone la conoscibilità e l’indiscutibilità di un ordine assiologico in base al quale sia dato
distinguere cosa costituisce male
II. Va conseguentemente inflitta solo a quanti hanno agito scegliendo con coscienza il male, pur
potendo astenersene
Essa mette però in ombra l’umana fallibilità
B) TEORIE PREVENTIVE= la pena è uno strumento per prevenire la commissione di reati e guarda
dunque al futuro
C) TEORIA GENERALPREVENTIVA= la pena è uno strumento di deterrenza e con la sua applicazione
mira a distogliere la generalità dei consociati dal reato. Secondo la teoria generalpreventiva, la pena:
I. Serve al controllo sociale per distogliere la generalità dei consociati da propositi criminosi
mediante una controspinta psicologica
II. Va conseguentemente inflitta a chi ha violato i precetti penali per prevenire la commissione
di ulteriori reati da parte di altri
Stabilisce un diritto di punire che ammette la strumentalizzazione degli individui a fini di controllo
speciale.
D) TEORIA SPECIALPREVENTIVA= la pena è uno strumento per intervenire su individui considerati
pericolosi per la società curandoli, neutralizzandoli o eliminandoli.
I. serve essenzialmente a prevenire la criminalità naturale, tenendo sotto controllo il potenziale
criminoso di specifici individui
II. va conseguentemente inflitta a quanti debbono considerarsi pericolosi, per prevenire la
commissione di reati proprio da parte loro.
Stabilisce un diritto di punire che ammette qualsiasi intervento sul deviante
TEORIA GENERALE E TEORIA MINIMA DEL LINGUAGGIO
Teoria generale del diritto= disciplina che studia il diritto come organizzazione sistematica e storicamente
variabile delle relazioni al fine di estrapolare alcuni elementi generali o universali del diritto, utilizzando i dati
positivi offerti dall’ordinamento.
da distinguere con la scienza dei diritti positivi poiché prescinde dal contenuto delle singole norme
giuridiche.
Da distinguere anche con la filosofia del diritto che invece va ad analizzare e ricercare le
caratteristiche del mondo giuridico mettendo in relazione ambito giuridico e filosofico in realtà
non ci sono forti differenze con teoria generale
Bobbio: “Il cercare una qualsiasi definizione di filosofia del diritto è un’inutile perdita di tempo”
Dobbiamo a Hegel con l’opera “Linee generali di Filosofia del diritto” del 1821 la prima e più nota opera dedicata
alla riflessione giusfilosofica vera e propria. Egli infatti ha distinto:
I. Filosofia del diritto dei filosofi
II. Filosofia del diritto dei giuristi
FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI FILOSOFI
insieme di teorie e discorsi che considerano il diritto un ambito meritevole di attenzione teorica, secondo
categorie mutuate da forme di conoscenza superiore alla realtà. Essa rivolgerebbe dunque la propria ricerca
verso l’essenza del diritto che è considerato una sorta di ente che può essere compreso nei suoi aspetti
essenziali.
TEORIA GENERALE DEL DIRITTO= ambito di ricerca e di conoscenza che rivolge la propria attenzione alla
conoscenza dei concetti in se del diritto che possono e devono essere raggiunti studiando un piano diverso dalla
realtà empirica.
Si potrà conoscere ciò che è diritto utilizzando strumenti come l’intuizione e la deduzione nel quale si possono
cogliere le proprietà distintive di ciò che sono le essenze del diritto.
QUID IUS= che cosa è diritto in se
QUID IURIS= ciò che caratterizza il diritto contingente
La conoscenza vera è ritenuta possibile solo a partire dal una teoria generale sul mondo che consentirebbe di
fornire una spiegazione su ogni ambito di indagine.
Lo studioso della teoria generale del diritto diventa una specie di compagno dei filosofi.
metodo utilizzato= METODO SINTETICO, ovvero partendo da costruzioni teoriche generali, cerca di adattarle
ad ambiti particolari
Le soluzioni ai problemi del diritto sono spesso ottenute utilizzando soluzioni proprie di altri ambiti di sapere in
ogni caso molto diversi dalle questioni strettamente giuridiche in continua evoluzione.
TEORIA GENERALE DEL DIRITTO DEI GIURISITI
Parte dai problemi che sorgono all’interno dell’esperienza concreta dei giuristi limitando l’ambito del proprio studio
nella consapevolezza che sebbene analisi e sintesi siano momenti necessari di ogni ricerca, è preferibile
un’analisi senza sintesi e una sintesi senza analisi.
metodo utilizzato= METODO ANALITICO
Non vogliono fornire spiegazioni generali o formulare teorie complessive riguardo al mondo e all’esistenza. I
giuristi che operano in questa prospettiva si occupano di metadiscorsi (discorsi sui discorsi dei giuristi).
Oggetto di indagine= chiarificazione dele parole, delle espressioni, delle nozioni utilizzate dai giuristi al
fine di poter sciogliere i nodi della pratica del diritto
La teoria generale del diritto dei giuristi si avvale di uno stile di lavoro improntato al metodo analitico e critico-
metodologico.
METODO ANALITICO= caratterizzato da alcuni elementi chiave analizza i concetti fondamentali mediante
l’analisi di discorsi giuridici chiarendone termini e presupposti
1. Gli studi sono condotti secondo regole precise i cui risultati possono sempre essere sottoposti a revisione
e possono essere riprodotti
2. I risultati a cui si è giunti sono condivisi all’interno della comunità scientifica di lavoro e l’accettabilità
di un risultato dipende dalla correttezza del procedimento impiegato e non dalla fonte o dal soggetto
che lo impone
si rifiuta il principio di autorità secondo il quale un certo dato è da accettare non in base all’evidenza
scientifica, ma solo per il fatto che un’autorità lo abbia indicato come buono
METODO CRITICO-METODOLOGICO= consente di condurre analisi sui discorsi dei giuristi per
comprendere più a fondo quali siano i problemi dei giuristi di un certo periodo storico mettendo in luce i
problemi del linguaggio da essi utilizzato.
La teoria generale del diritto è un’indagine razionale attenta a porre in evidenza i significati assunti dai
termini impiegati dai giuristi in un determinato periodo= teoria critica del linguaggio. Il diritto è un diverso tipo
di linguaggio la cui costruzione e interpretazione costituiscono l’aspetto essenziale dell’attività dei giuristi.
TEORIA MINIMA DEL LINGUAGGIO
Linguaggio= ogni combinazione di segni o suoni aventi un significato. Nella nostra esperienza quotidiana
utilizziamo un linguaggio verbale.
Segno invece è ogni elemento che sta per, che è messo al posto di, che si riferisce a qualcos’altro. I segni
possono essere:
A) Segni naturali= non dipendono dalla volontà dell’uomo
B) Segni artificiali (simboli)= l’origine dipende dal fatto che sono il prodotto della volontà dei consociati
Il linguaggio verbale è dunque composto da segni PAROLE= segni artificiali, simboli.
A seconda della corrispondenza tra suoni emessi nel parlato e la loro traduzione in segni grafici si hanno due
differenti tipologie di linguaggio:
I. LINGUAGGI TRASPARENTI= corrispondenza totale tra parlato e scritto (italiano)
II. LINGUAGGI OPACHI= corrispondenza molto limitata (inglese, tedesco)
Le diverse lingue sono frutto di accordi, patti, stabiliti sulla base di regole condivise e poste dagli stessi
utenti.
Per quanto riguarda il diritto, anche in questo campo sono state proposte alcune teorie in riferimento al
linguaggio che non sono ignorabili per il TGD:
ESSENZIALISMO Propone una concezione del linguaggio di derivazione neoplatonica che
sostiene che l’esistenza appartenga ad un piano ulteriore di realtà che sovrasta
la realtà sensibile.
Realtà meta-empirica dove vengono individuate delle “essenze”
(partendo da una parola si immagina un concetto che riguarda quella
parola es. bicicletta con essenza di proprietà)
Le parole sono quindi degli ENTI LINGUISTICI. Secondo questa concezione è
dunque fondamentale operare con intuizione e deduzione.
Ce un rapporto rispecchiativo e una relazione naturale tra significati e parole
solo cogliendo l’essenza si può capire il vero significato
III. Il significato può dunque essere vero o falso
VERIFICAZIONISMO Afferma che i segni devono essere posti in corrispondenza con la realtà
1. Corrispondenza con i fatti del mondo empirico= verità empirica, ovvero
ci sono delle frasi che possono essere messe in corrispondenza con i
fatti del mondo empiricamente vero
2. Corrispondenza di tipo logico= verità logica, ovvero frasi che devono
rispettare regole di formazione e trasformazione logicamente vero
DESCRITTIVISMO Sostiene una teoria asimmetrica dei significati.
Secondo questa teoria, dotati di significato sono solo i discorsi con funzione
descrittiva, ovvero i discorsi propri delle scienze che si limitato a descrivere
quanto accade nella realtà.
EMOTIVISMO Sostiene che attraverso gli enunciati prescrittivi si vorrebbe suscitare un
particolare stato d’animo, una condizione emotiva nei destinatari che possa
modificarne l’atteggiamento esprimono uno stato d’animo che dunque non
verte sulla realtà
PRESCRITTIVISMO Secondo tale concezione, negli enunciati prescrittivi, può essere individuato un
elemento FRASTICO e un elemento NEUSTICO
Frastico= contiene il riferimento ad un certo stato di cose nel mondo, ad
un’azione che può essere sottoposta a controllo logico o empirico
parte descrittiva
Neustico= evidenzia la diversa funzione descrittiva o prescrittiva in essi
contenuta parte prescrittiva
Dotati di significato sono solo gli enunciati con frastico.
ESSERE (descrittivismo) DOVER ESSERE (emotivismo)
Discorso di carattere descrittivo discorso di carattere prescrittivo
- fatto - valore
- conoscere - valutare
- informare - orientare
Discorso apofantico discorso non apofantico
Apofantico= predicabile di vero o di falso
Del linguaggio si possono fare diversi usi:
1) Uso informativo= impiegato quando si da conto di certe cose