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della nuova facciata. Le sue sculture saranno tolte e spostate nel Museo Storico dell'Opera nel 1586, poiché
il Granduca Francesco I de' Medici decise di costruire una nuova facciata. Alla morte d'Arnolfo, avvenuta
intorno al 1310, i lavori subirono un rallentamento, per riprendere certamente nel 1331 quando i magistrati
dell'Arte della Lana si assunsero la cura della costruzione. Nel 1334 fu nominato capomastro dell'Opera
Giotto che si occupò prevalentemente della costruzione del campanile e morì tre anni dopo. A Giotto
subentrò Andrea Pisano fino al 1348, anno della terribile peste che decimò la popolazione cittadina da
90.000 a 45.000 abitanti. I lavori proseguirono fra interruzioni e riprese fino a quando, in seguito al
concorso bandito nel 1367, fu accettato il modello definitivo della chiesa proposto da quattro architetti e
quattro pittori, tra i quali Andrea di Bonaiuto, Benci e Andrea di Cione, Taddeo Gaddi e Neri di Fioravante.
Dal 1349 al '59 la direzione tocca a Francesco Talenti, che completa il Campanile e prepara un nuovo
progetto coadiuvato (dal 1360 al '69) da Giovanni di Lapo Ghini. Nel 1378 fu ultimata la volta della navata
centrale, e nel 1380 furono terminate le navate minori. Tra il 1380 ed il 1421 furono costruite le tribune e
forse anche il tamburo della Cupola. All'esterno proseguirono i lavori di rivestimento in marmo e la
decorazione degli ingressi laterali, fra cui la Porta dei Canonici (a sud) e la Porta della Mandorla (a nord),
coronata dal rilievo con l'Assunta (1414-1421), opera raffinata di Nanni di Banco.
Eleganti anche le altre due porte: quella del Campanile (a sud), nella seconda campata, con rilievi della
scuola di Andrea Pisano e la porta della Balla (a nord), il cui nome deriva dall'antica apertura sulle mura
fiorentine in Via dei Servi (Borgo di Balla), in cui si trovavano i tiratoi dell'Arte della Lana. La parte absidale
chiude dignitosamente la Cattedrale con tre grandi tribune con bifore gotiche. Quattro esedre, o tribune
morte, decorano la base del tamburo.L'opera più impegnativa in assoluto fu comunque la facciata del
Duomo, eseguita da Emilio De Fabris e collaboratori tra il 1871 e 1884 che aspirava a riprodurre il
decorativismo fiorentino del '300, riscontrabile nel Campanile e sulle porte laterali della Cattedrale.
LE STATUE PER SANTA MARIA DEL FIORE
La figura di Davide, giovane e vittorioso sfidante Golia, si adeguava perfettamente alla celebrazione – in un
luogo pubblico di rappresentanza – delle vittorie del comune. Con la testa di Golia ai suoi piedi, l’eroe
incoronato dall’alloro scarica il peso sulla gamba sinistra, la cui nudità è accentuata, più che velata, dal
ricadere della tunica. Il torso è fasciato da una pelle aderentissima che dona ulteriore risalto alle forme
fisiche. Ancora una volta, il finissimo tessuto che gli cinge le spalle e i fianchi, ricadendo a coprire la gamba
destra, ha l’effetto di svelare, più che di nascondere. Davide tiene davanti a se la mano destra che fino a
poco prima reggeva la fionda con cui ha abbattuto Golia. La figura è colta in un particolare istante e
sottratta all’atemporale e mitico continuum dell’Antico Testamento in un modo assolutamente inedito nel
campo della scultura, così come senza precedenti è l’accento posto sulla corporeità. Questo Davide
marmoreo è generalmente considerato la prima opera nota di Donatello e anticipa la ricchezza figurativa e
innovativa della scultura fiorentina del primo rinascimento. Nel dicembre del dicembre del 1408, l’Opera
del Duomo incaricò Nanni di Banco e Donatello di scolpire ciascuno una monumentale figura di evangelista
seduto da affiancare all’entrata principale della chiesa sul lato occidentale. A Nanni fu affidato un San Luca,
mentre a Donatello fu richiesto un San Giovanni. Una statua di San Marco fu invece commissionata a
Niccolò Lamberti, più anziano degli altri due artisti. Secondo l’intenzione originaria, la realizzazione dei
quattro evangelisti avrebbe dovuto essere affidata a colui che avesse fornito la prova migliore, ma nel
maggio del 1410, dato che nessuna delle tre opere commissionate era stata portata a termine, fu dato
incarico a Bernardo Ciuffagni di scolpire una figura di San Matteo. Nanni di Banco ricevette il saldo del
pagamento nel febbraio del 1413, ma le altre statue non furono completate prima del 1415. I quatro
evangelisti rimasero nella loro collocazione originaria fino al 1587, anno in cui la facciata del duomo fu
abbattuta, e furono successivamente trasferiti all’interno della chiesa; dal 1936 sono esposti al Museo
dell’Opera del Duomo.