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CLOSTRIDIUM BOTULINUM
C. botulinum, un batterio del suolo formante spore, causa problemi
al cibo con un pH neutro. Questi batteri crescono meglio in
condizioni di poco ossigeno e le loro spore possono sopravvivere in
uno stato dormiente. L’organismo è associato con cibo in scatola,
sottovuoto o con cibo ad atmosfera modificata. Primi sintomi sono debolezza, vertigini, problemi
respiratori, visione doppia, dolori addominali, paralisi (con possibile morte). C. botulinum è inoltre usato
per creare il botox per I così chiamati trattamenti di bellezza, usato per paralizzare i muscoli per alleviare
temporaneamente le rughe. Il botox può inoltre essere usato per trattare la neuralgia trigeminale. Il
batterio è una potenziale bio-arma dato che è sufficiente meno di 1 mg per uccidere una persona.
Il BOTOX è tossina botulinica purificata e se iniettata nei muscoli mimici del viso ne provoca un
indebolimento temporaneo, una riduzione dell’attività contrattile, attenuando così rughe e segni
d’espressione
TETANO L’azione di una tossina dal Clostridium tetani. (a) Il rilassamento muscolare è
normalmente indotto dalla glicina (G) rilasciata dagli interneuroni inibitori. La
glicina agisce sui neuroni motori bloccando l’impulso e il rilascio di acetilcolina
(A) a livello della placca motoria.
(b) La tossina tetanica si lega all’interneurone e previene il rilascio di glicina
dalle vescicole, bloccando così i segnali inibitori diretti ai motoneuroni: il
rilascio continuo di acetilcolina che si lega alle fibre muscolari porta ad una
contrazione irreversibile dei muscoli e alla paralisi spastica.
ENTEROTOSSINE=Sono tossine che agiscono sull’intestino tenue provocando generalmente un’abbondante
secrezione di fluidi nel lumen intestinale, che porta a vomito e diarrea. Sono prodotte da numerosi batteri
che contaminano gli alimenti (Staphylococcus aureus, Clostridium perfringens, Bacillus cereus, Vibrio
cholerae, E. coli e Salmonella enteritidis).
COLERA Azione dell’enterotossina del Colera. (1) Il normale processo di
movimento di ioni nell’intestino e la colonizzazione dell’epitelio da parte
del Vibrio cholerae seguiti dal legame dell’enterotossina. La tossina AB
agisce internalizzando il componente A tossico portando alla distruzione
del normale influsso di sodio, (4) perdita di acqua nel lume, e diarrea.
Il pentamero-B della tossina si lega specificatamente alla porzione
ramificata pentasaccaridica del ganglioside GM1 sulla superficie delle
cellule dell’epitelio intestinale umano bersaglio.
Superato lo stomaco V. cholerae colonizza l’intestino tenue. A tale livello,
i ceppi patogeni (O1 e O139) causano malattia sintomatica tramite la
produzione di un’enterotossina che stimola la secrezione di fluidi ed
elettroliti. Il pilo corregolato dalla tossina (TCP), così denominato perché
la sua sintesi è regolata in parallelo con quella della tossina colerica, rappresenta un fattore essenziale per
la sopravvivenza e moltiplicazione di V. cholerae nel lume intestinale. La tossina colerica è costituita da
cinque subunità B e due subunità A. le subunità B permettono il legame della tossina ad un recettore (il
ganglioside GM1) sulla superficie delle cellule della mucosa intestinale. A questo punto, la subunità A
penetra all’interno della cellula e attiva, tramite la sua componente A1, l’adenilato-ciclasi; ne consegue un
aumento di adenosina monofosfato ciclico che blocca l’assorbimento di sodio e cloro nei microvilli e stimola
la secrezione di cloro e acqua a livello delle cripte cellulari. Ne risulta un’abbondante diarrea acquosa con
concentrazione elettrolitiche simili a quelle del plasma.
Il trattamento del colera consiste con un rimpiazzamento di ioni e terapia di reidratazione. Il trattamento
antibiotico può abbreviare il corso della malattia limitando la crescita di V. colerae, ma non ha effetto sulle
tossine che sono già state prodotte.
ENDOTOSSINE DISORGANIZZANTI LE MEMBRANE
• non sono separabili in subunità A e B
• due tipi
– esotossine formanti poro-canali: proteine che si legano alla porzione di colesterolo della
membrana plasmatica della cellula ospite, si inseriscono all’interno della membrana e
formano un poro.
leucocidine: uccidono leucociti fagocitici
emolisine: uccidono eritrociti e molte altre cellule. Es streptolisine di Streptococcus
pyogenes
– fosfolipasi: rimuovono i gruppi carichi dai fosfolipidi delle membrane citoplasmatiche dell’ospite
Le membrane destabilizzate si disaggreggano e le cellule muoiono per lisi. Es. gangrena gassosa provocata
dalla tossina di Clostridium perfringens .
FATTORI DI VIRULENZA
LE ENDOTOSSINE
La porzione del lipide A del lipopolisaccaride è responsabile dell’attività endotossica.
Solo i batteri Gram-negativi producono endotossina. Essa stimola l’insorgere di risposte protettive, quali
febbre, vasodilatazione e attiva la risposta immunitaria ed infiammatoria dell’ospite. Talvolta i livelli di
endotossina in pazienti con sepsi (batteri presenti nel sangue) dovuta a G- possono essere molto alti,
provocando shock e morte.
A differenza delle esotossine
a) Vengono generalmente rilasciate dal batterio nel corso della lisi cellulare
b) Sono termostabili (si inattivano a circa 300 °C)
c) Sono scarsamente immunogene
d) Non esercitano una specificità di azione
e) Non generano anatossine o tossoidi ossia non può essere detossificata
In Salmonella si conoscono almeno 3 tossine:
- enterotossina
- endotossina
- citotossina
La citotossina è associata alla superficie cellulare, partecipa ai fenomeni di adesione e provoca l'inibizione
della sintesi proteica nella cellula ospite. Altri fattori coinvolti nell'adesione e nell'invasività sono l'antigene
polisaccaridico O e l'antigene flagellare Vi: essi prevengono l'eliminazione delle cellule batteriche da parte
dei fagociti.
VIRULENZA IN SALMONELLA 1) produzione di tossine
2) capacità invasiva
3) altri fattori di virulenza
I geni inv codificano per 10 proteine diverse
coinvolte nel processo invasivo. Le invasine
stimolano la cellula ad invaginare e ad incorporare
i batteri
Vengono mostrati elementi strutturali conosciuti
come essere importanti nella sua patogenicità. Le
proteine prodotte dal Sistema patogeno non sono
ancora state identificate, ma si sa che
neutralizzano gli effetti delle defensine prodotte dai macrofagi simili ai detergenti.
I siderofori Sequestrano il ferro (fattore di crescita).
RISPOSTA IMMUNITARIA
IMMUNITA’: Capacità di un organismo di resistere alle infezioni
Barriere chimiche: pH, acidi grassi, enzimi
Immunità specifica= immunità adattativa
Barriere interne→Fagociti, cellule NK, proteine plasmatiche (complemento), lectine, lisozima, defensine
Anticorpi prodotti da alcuni animali→ antitossina difterica, antitossina tetanica
Tipi di risposte immunitarie
• risposta immunitaria aspecifica
– Anche detta resistenza aspecifica, immunità innata o naturale o costitutiva
Basata su normali costituenti strutturali e funzionali
– Risposta immediata ma aspecifica funziona da prima linea di difesa
– Fornisce protezione da microbi e sostanze estranee
– Manca di memoria immunologica
Reagisce ad una sostanza estranea sempre con la stessa modalità ed intensità
– La sua attivazione può favorire lo sviluppo di risposte specifiche
• risposta immunitaria specifica
– anche detta immunità acquisita, immunità adattativa e immunità specifica
– fornisce protezione da un particolare agente estraneo che deve prima essere identificato
– richiede tempo per il riconoscimento specifico
– È dotata di “memoria” (l’efficacia aumenta con esposizioni ripetute all’agente)
I due tipi di risposta generalmente agiscono insieme grazie ad interazioni tra le loro componenti.
FATTORI MECCANICI
Pelle: epidermide costituita da cheratina (proteina protettiva), fenomeno della desquamazione.
Membrane mucose: rivestono il tratto gastroenterico, respiratorio e genito-urinario. Secernono MUCO
(costituito da glicoproteine).
Apparato lacrimale: le lacrime svolgono un’azione di lavaggio che impedisce ai microrganismi di stabilirsi
sulla superficie dell’occhio.
Epitelio ciliato: ricopre le mucose delle basse vie respiratorie. Il movimento sincrono delle ciglia e il muco
spingono verso l’alto polvere e microrganismi.
Urina: lavaggio dell’uretra esercitato dal flusso dell’urina
Secrezioni vaginali: allontanano i microrganismi dalle mucose genitali
FATTORI CHIMICI
Sebo: sostanza oleosa prodotta dalle ghiandole sebacee della pelle. Contiene acidi grassi insaturi, acido
lattico che abbassano il pH.
Sudore: prodotto dalle ghiandole sudoripare della pelle, contribuisce a mantenere la temperatura
corporea, eliminare sostanze tossiche, allontanare i microrganismi. Contiene il LISOZIMA.
Succhi gastrici: prodotti dalla mucosa dello stomaco. Contengono acido cloridrico, enzimi e muco. Sono
molto acidi (pH 1.2-3).
(ruolo della flora microbica normale) Lisozima: lisa i batteri attaccando lo scheletro
polisaccaridico del peptidoglicano della parete
dei G+.
Lattoferrina: proteina chelante il ferro.
Transferrina è presente nel sangue, chela il
ferro
La febbre (alta temperatura corporea) limita o
previene la crescita di molti microrganismi
(anche lattoferrina, pH acido della pelle e bile
Il SANGUE è costituito da componenti cellulari e non
cellulari. Le cellule più numerose sono gli eritrociti
(globuli rossi). E’ anche costituito da globuli bianchi
(leucociti) (0,1%).
Tipo Cellule per
cellulare millilitro
4,2 - 6,2 x
eritrociti 9
10 6
leucociti 4,5 - 11 x 10
La LINFA è un fluido simile al sangue ma privo di globuli
rossi
Quando si eliminano dal sangue le cellule, il fluido
restante prende il nome di PLASMA.
In assenza di anticoagulante sia il sangue intero sia il
plasma coagulano: il fluido che rimane dopo la
coagulazione è chiamato SIERO (contiene un’elevata
concentrazione di anticorpi).
I LINFONODI contengono elevate concentrazioni di
leucociti che agiscono come filtri in grado di trattenere i
microrganismi.
Una funzione analoga è svolta dalla MILZA nella circolazione sanguigna. Essi costituiscono la sede di molte
risposte immunitarie.
Il sangue contiene globuli rossi e bianchi (leucociti), i leucociti si dividono poi in monociti (macrofagi,
fagociti), linfociti e granulociti (i neutrofili sono fagociti).
FAGOCITOSI
La fagocitosi consiste nell’ingestione di microrganismi o di particelle da parte di cellule d