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PONTEFICI: INTERPRETAZIONE VOLONTÀ

I consociati hanno fiducia nelle pronunce dei Pontefici (i sacerdoti) che interpretano la

volontà, ovvero il diritto e i Mores Maiorum rispondendo alle loro domande.

I consociati (ovvero tutti quelli che fanno parte di una società quindi sia i Patrizi che i

Plebei. I primi erano i discendenti degli antichi patres e i plebei invece erano coloro

che si erano avvicinati a queste famiglie.

I sacerdoti appartengono soltanto ai Patrizi e possono accedere a questo collegio

sacerdotale soltanto i discendenti degli antichi.

In questa società avere il potere vuol dire avere in mano la cultura e quindi il diritto,

ecco perché i Patrizi difendono questo loro sapere. COME?

Innanzitutto, non lo comunicano nessuno

• : i Pontefici dicono soltanto agli

altri pontefici quali sono i procedimenti mentali usati per far nascere il diritto e

quando un normale pastore agricoltore va ad interrogare il pontefice perché

magari vuole una risposta su un caso concreto, la risposta è dettata in maniera

oracolare. Quindi in un linguaggio giuridico antico, astruso e difficile ed è

comprensibile solo ai pontefici.

È un sapere oracolare e non è tramandato attraverso la scrittura ed è un sapere

chiuso e tradizionale che si manifesta soprattutto in diversi campi, tra cui quello

religioso e nel calendario.

• Calendario: il calendario era nascosto e questo calendario era una

suddivisione dei giorni a seconda che fossero FASTI o NEFASTI.

Nel giorno Fasto potevi compiere atti che avevano effetti giuridici nei giorni

Nefasti no. (potevano inoltre dire se la guerra si sarebbe conclusa con una

vittoria o meno).

I plebei, in particolare, non sanno qual è il calendario devono chiederlo. Sono

nascosti anche le formule da pronunciare per ottenere certi effetti (cio che

dicono i pontefici non è altro che l’interpretazione e della tradizione degli

antenati).

A un certo punto i plebei pretendono la conoscenza del diritto e del calendario. I

plebei si avvicinano ai patrizi e costruiscono un concetto di clientela cioè di

persone che hanno scambi con i patrizi e viceversa, anche se appartengono a

culture diverse

Vi è una contraddizione tra i due culti, ovvero una differenza ontologica.

La prima rivendicazione è quella di avere la certezza del diritto, ovvero la conoscenza

il diritto.

La prima fonte di produzione del diritto scritta sono le leggi delle 12 tavole e sono la

fonte di ogni diritto pubblico e privato.

LA LEGGE DELLE 12 TAVOLE

_ Quindi le tensioni erano talmente gravi che a un certo punto nel 450 a. C., la

tradizione dice che si sospendono tutte le magistrature e si crea un collegio di 10

uomini incaricati di scrivere il diritto come se fosse un codice.

_ Il diritto viene scritto su 12 tavole incise nel bronzo il contenuto di queste tavole sono

i Mores Maiorum (insieme di usanze, valori e principi etici che costituivano la base della

cultura e della civiltà romana, fondandosi sull'idea che gli antenati rappresentassero

un modello di comportamento da seguire) su vari argomenti.

_ Sono tavole che non comprendono tutto ma bensì le norme più importanti e non

hanno un contenuto innovativo rispetto alle richieste dei fedeli.

_ Sono inoltre scritte in latino oracolare

_ I plebei salutano queste 12 tavole come una grande innovazione perché sono una

fonte scritta.

_ L'interpretazione dei giuristi sulla legge delle 12 tavole continua perché il diritto non è

mai del tutto cristallizzato e cambia.

_ Inoltre, queste 12 tavole non ci sono mai arrivate e sono andate distrutte malgrado ne

conosciamo il contenuto delle 12 tavole perché i giuristi, gli scrittori e gli storici

successivi vanno avanti a citare il testo delle 12 tavole. I bambini a scuola dovevano

imparare a memoria il testo delle 12 tavole il cui linguaggio è rimato e facile da

imparare.

_ Nell’epoca imperiale si dice che sono la fonte di produzione di ogni diritto pubblico

e privato.

_ Sono delle 450 leggi. Queste leggi le conosciamo anche grazie ad AuloGelio che le

cita nelle Notti Attiche, attraverso il personaggio del filosofo Favorino che riconosce il

valore delle Dodici Tavole come base per la giustizia e l'uguaglianza, proteggendo i

diritti sia dei patrizi che dei plebei.

_ Racconto: ma ti ricordi che alle 12 tavole dicono una cosa sai astrusa e l'altro Invece

sì è vero ricordo però non mi pare che questa antica norma sia mai stata applicata. Sei

sicuro? si. La norma diceva che se un soggetto debitore di un altro non avesse pagato la

somma che doveva al suo creditore entro 30 giorni. Il creditore poteva portare il

debitore legato con ceppi davanti al pretore. Davanti a lui pronunciava la somma della

quale costui era creditore. Il debitore non poteva difendersi ma poteva intervenire

qualcun’altro a parlare per lui oppure per difenderlo, ma se nessuno interviene il

pretore aggiudica al creditore il debitore. Perciò il creditore è legittimato a portarlo a

casa sua e farlo lavorare affinché estingua il suo debito e le 12 tavole stabilivano la

quantità minima di cibo da darli e la quantità massima del peso delle catene. E se non

lavora per tre mercati consecutivi il creditore dichiara di quanto li era debitore. Può

darsi che qualcuno paghi la somma. Ma se nessuno paga non è un illecito se il

creditore lo porta al di là del Tevere e lo fa a pezzi e non è illecito se uno si tiene una

parte maggiore del debitore anche se aveva un debito minore

_ Ciò perché il corpo non è mai stato considerato appartenente alla sfera del ius ma è

rimasto nella sfera del sacro. Perciò il ius viene staccato dal fas.

pater famiglie,

_ Le 12 tavole stabiliscono anche i poteri del ovvero la potestà ed è un

potere infinito e senza limiti in quanto è inestinguibile, per esempio, se un pater

famiglia vende 3 volte il figlio, il figlio è libero da potestà, perciò, le 12 tavole tutelammo

contro l’abuso della potestà. Interpretazione va avanti e questa potestà viene adeguata

alle necessita sociali, ovvero il figlio si può sottrarre alla potestà attraverso una vendita

concordata. PLEBEI PONTEFICI

A un certo punto i plebei possono accedere alla carica di Pontefice.

Siamo nel terzo secolo a. C. Il primo giurista Pontefice è stato Tiberio Coruscano, che

nel 280 a.C. le fonti dicono sia stato il primo a dare risposte in pubblico, quindi, è il

primo che ha cominciato a dire il diritto pubblicamente.

Perciò i giovani vanno ad ascoltare, anche se non hanno nulla da chiedere, e si

incomincia a divulgare il sapere giuridico. Si passa da giurisprudenza Pontificale in cui

pontefici sono i sacerdoti del diritto a una giurisprudenza in cui giurista non è più

necessariamente un sacerdote, quindi una giurisprudenza Laica, ovvero un diritto che

è fatto dal giurista ovvero colui che è in grado di dare un parere che gli altri seguono

perché ha in sé (il parere) una razionalità che viene condivisa.

Il diritto scaturisce da singoli casi che vengono portati a conoscenza del giurista. Quindi

si sviluppa un diritto sulla base di un metodo casistico cioè dipende dai casi pratici.

Nel caso pratico vi è la soluzione che può essere applicata a casi analoghi e la

soluzione di un problema è nel problema.

Il giurista: osserva il problema e la realtà --> la scarnifica --> costituisce un'ossatura

che andrà bene anche in casi simili e che ha in sé la sua soluzione

Il diritto privato è oggetto di di conflitto nel processo e si ha l’esigenza che una sola

delle parti abbaia ragione.

Perciò nel processo romano, il giudice crea una norma lì per lì che segue una forma

scritta dai giuristi.

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Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara00567 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Maurizi Giovanni.
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