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S
Sodio solfito
Na SO 126.04 23.87 3.009 - - -
2 3
Tiosolfato di sodio - - -
idrato 203.15* 20.08 4.0784
Na S O 2.5 H O
⋅
2 2 3 2
Soluzione standard 0.25 5.10 5.00 1.02 H373
di iodio 0.05M
Potassio ioduro H372
KI 166.01 9.04 1.50 - - P280
Amido indicatore 0.50 - - - 2
* La massa molecolare del tiosolfato di sodio idrato riportata è stata calcolata dopo aver determinato il
numero di molecole di acqua di cristallizzazione del composto.
Lo zolfo, se posto a contatto con la pelle, può dare effetti irritanti (H315), mentre la soluzione di iodio
e il potassio ioduro segnalano danni agli organi in caso di esposizione prolungata (H372, H373). Le
operazioni sono state svolte indossando DPI adeguati (occhiali protettivi, guanti e camice da
laboratorio chiuso) e lavorando sotto cappa.
Gli altri prodotti chimici utilizzati non segnalano pericoli o consigli di prudenza.
4. Procedura e osservazioni
Sono stati inizialmente pesati 3.009 g di sodio solfito, posti in una beuta da 50 mL e sciolti in 15 mL di
acqua deionizzata calda. Sono stati poi aggiunti 1.002 g di zolfo.
Lo zolfo viene utilizzato in eccesso, per cui il sodio solfito risulta il reagente limitante della reazione.
La miscela è stata portata e mantenuta all’ebollizione, poiché lo zolfo in acqua risulta insolubile.
L’operazione è stata svolta sempre sotto efficiente agitazione e con l'imboccatura della beuta coperta
da un vetrino da orologio, affinché l’acqua non evaporasse completamente.
L’ebollizione è stata mantenuta per circa un’ora.
Il tempo di attesa della reazione è stato indicativo, poiché solfito e tiosolfato sono di colore bianco e lo
zolfo risulta in eccesso, per cui non è stato facile rilevare la fine della reazione.
La miscela è stata poi filtrata rapidamente e a caldo su imbuto di gooch: il solido è stato eliminato nel
contenitore “Recuperi di zolfo”, mentre il filtrato (liquido) è stato trasferito in un cristallizzatore di
dimensioni adeguate.
Il cristallizzatore è stato scaldato moderatamente su piastra, in modo da far evaporare una parte di
liquido, fino alla formazione di solido colloso semitrasparente, indice della separazione del prodotto.
Questo è stato successivamente raffreddato a contatto con un nuovo cristallizzatore riempito di acqua
e ghiaccio, poi grattato via dal fondo con una bacchetta di vetro.
Il prodotto cristallizzato è stato poi rifiltrato su gooch e lasciato asciugare su un disco di carta da filtro
precedentemente pesato.
Il prodotto ottenuto è stato pesato: 4.0784 g
Poiché il prodotto cristallizza in forma idrata, la resa della reazione è determinabile solo dopo aver
stimato il numero di molecole d’acqua di idratazione del composto.
Pertanto, è stato necessario proseguire l’esperienza con una titolazione iodometrica, utilizzando il
tiosolfato come titolante e una soluzione standard di iodio 0.05 M come titolato.
Sono stati prelevati 5.00 mL della soluzione di iodio e diluiti in una beuta da 100 mL con 45 mL di
acqua deionizzata. Successivamente sono stati aggiunti 1.50 g di potassio ioduro.
Il tiosolfato è stato pesato (1.2507 g) e portato a volume in un matraccio da 100 mL. Questo viene
utilizzato come titolante poiché non esiste un indicatore che ne segnali la fine della titolazione, come
invece avviene per lo iodio. L’indicatore per lo iodio è infatti la salda d’amido, preparata nel seguente
modo: sono stati impastati 0.50 g di amido con 1-2 mL di acqua fredda, successivamente posti in 50
mL di acqua bollente e mescolati fino a dissoluzione.
3 -
La salda forma complessi di colore blu scuro con I , ma un’elevata concentrazione di quest’ultimo
può portare alla formazione di complessi irreversibili. Pertanto, l’indicatore è stato aggiunto solo verso
la fine della titolazione, quando il colore della soluzione risultava giallo pallido, ossia quando la
3 -
concentrazione di I in soluzione era ridotta. Il punto di fine è stato segnalato dal viraggio della
soluzione titolata dal blu scuro (dovuto alla salda) ad incolore.
5. Discussione dei dati sperimentali 3
5.1 Determinazione del numero di molecole d’acqua di cristallizzazione
- 3-
Secondo la reazione di formazione del triioduro di potassio I (aq) + I (s) → I (aq), si può risalire al
2
3 -
numero di moli di I , calcolando le moli della soluzione standard di iodio:
−4 −
= · = 0. 05 · 0. 005 = 2. 50 × 10 =
2 3
Dalla stechiometria della reazione [3], è possibile risalire alle moli di tiosolfato anidro titolate:
2− − −4 −4
() = · 2 = 2. 50 × 10 · 2 = 5 × 10
2 3 3
2−
() = 158. 11 /
2 3
2− −4
() = · = 5 × 10 · 158. 11 / = 0. 079
2 3
V di titolazione medio =
8. 10
2−
(, ) = 1. 2507
2 3 8.10
diluizione: di prodotto idrato nel volume di titolazione
1. 2507 · = 0. 101
100
2− 2−
= () − () = 0. 101 − 0. 079 = 0. 022
2 2 3 2 3
−3
0.022
2
= = = 1. 22 × 10
18.015 /
2 2
−3
1.22×10 molecole d’acqua
2 = = 2. 5
2− −4
() 5×10
2 3
La formula del prodotto idrato risulta essere quindi: Na S O 2.5 H O
⋅
2 2 3 2
La sua massa molecolare è pari a: · 2. 5 = 203. 15 /
2 2 3 2
5.2 Resa percentuale della reazione
Il reagente limitante della reazione di sintesi [1] è il sodio solfito, mentre lo zolfo, come già riportato
precedentemente, viene utilizzato in eccesso.
La stechiometria della reazione è 1:1, quindi si utilizza il numero di moli relativo al solfito e lo si
moltiplica per la massa molecolare del tiosolfato cristallizzato.
Si risale in questo modo alla resa teorica.
La resa effettiva equivale alla massa di prodotto finale pesato.
4.0784 = 84%
= = · 100
0,02387 · 203.15 /
5.3 Spettroscopia IR
Come già accennato nell’introduzione, il tiosolfato si trova normalmente, a temperatura e pressione
ambiente, in forma pentaidrata.
Nel composto sintetizzato, è stato riscontrato un numero di molecole d’acqua inferiore rispetto al
grado di idratazione comunemente individuato. Questo può essere dovuto ad un inquinamento nel
prodotto da parte di sodio solfito non totalmente reagito.
Uno dei modi per valutare l’eventuale presenza di solfito è utilizzare la spettrometria IR, una tecnica di
spettroscopia infrarossa ad assorbimento. A causa dell’assorbimento di radiazioni, molecole e ioni si
eccitano registrando dei picchi negativi di trasmittanza in uno spettro IR. 4