Nel contesto aziendale, quest’ultima avviene mediante il piano
formativo aziendale, un efficace strumento di gestione e
valorizzazione delle risorse umane che consente la programmazione
di attività volte a sviluppare e migliorare le competenze e le
prestazioni dei componenti di un’organizzazione.
La redazione e la strutturazione del piano (di cui può occuparsi
internamente l’organizzazione con l’ausilio del reparto risorse umane
oppure un’agenzia esterna ad essa) richiedono un approccio
strategico e personalizzato; un piano formativo ben pianificato è la
chiave per rimanere competitivi nel mercato in continua evoluzione .
6
L’azienda, o l'agenzia incaricata della redazione, deve pertanto in
prima battuta effettuare un'analisi dei fabbisogni dell'impresa, una
sorta di check up preventivo che individui le esigenze formative dei
dipendenti e gli obiettivi che si desidera raggiungere, concentrandosi
poi sugli interventi formativi da attuare.
“Formazione e occupazione: così Poste si impegna a valorizzare il merito”, di Paolo
5
Pagliaro, www.tgposte.it, 5/08/2023
“Piani di formazione aziendale: come progettarli in modo efficace” , Elisabetta
6
Rafaele, www.digitaldictionary.it, 18 Settembre 2023
5
In generale, si possono distinguere due momenti. Il primo riguarda la
c.d. macro-progettazione, in cui avviene la definizione delle linee
generali dell’intero intervento formativo, nello specifico degli obiettivi
di apprendimento, del target e della struttura della didattica nonché
la valutazione delle esigenze formative (tra gli obiettivi si può avere
ad esempio l’aumento dell’efficienza dei dipendenti di una specifica
percentuale oppure il raggiungimento di un certo livello di sicurezza
tramite procedure che diminuiscano gli incidenti in una certa area o
settore). In questo caso viene applicato un approccio più metodico e
procedurale ma, allo stesso tempo, creativo e logico per il percorso
stesso. Risulta fondamentale quindi che l’azienda analizzi i suoi punti
deboli e focalizzi il cambiamento da raggiungere tramite il piano
formativo aziendale e le modifiche da apportare nelle procedure
aziendali per il raggiungimento degli obiettivi, anche in modo da
evitare insuccessi ed errori costosi.
Prima ancora di creare il percorso formativo, quindi, si devono tenere
presenti alcuni aspetti, come:
il numero di partecipanti del piano formativo aziendale
il ruolo dei lavoratori coinvolti e le loro caratteristiche (posizione
lavorativa, ruolo, età)
l’eventuale presenza di dipendenti con disabilità
le precedenti esperienze di formazione, il grado di familiarità
con gli argomenti trattati ed eventuali capacità già possedute
dati e feedback dei lavoratori con riguardo agli argomenti che
pensano sarebbe utile apprendere per migliorare il proprio
lavoro o altre richieste speciali sulla struttura del percorso
formativo .
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Per una corretta individuazione del metodo didattico da impiegare
infatti è opportuno sia il coinvolgimento diretto dei dipendenti, con i
quali concordare gli obiettivi e i contenuti dell’intervento, sia
l’individuazione del tipo di partecipanti da coinvolgere nell’attività
formativa attraverso l’analisi delle loro competenze attuali
e l'individuazione di eventuali lacune nonché delle loro motivazioni,
attitudini, del livello di preparazione scolastica, delle esperienze
maturate, di una loro eventuale partecipazione precedente a corsi di
formazione.
Il secondo momento riguarda la c.d. micro-progettazione, che
definisce i dettagli in cui si esplica l’azione formativa ed è incentrata
sulla programmazione degli strumenti formativi. Questa comprende:
“Piano formativo aziendale: tutto ciò che devi sapere”, Nicola Armondi,
7
www.ispring.it, 23 giugno 2023 6
a) la definizione del progetto formativo, ovvero viene descritto il
piano formativo con il titolo della giornata, stabilendo il
contesto, il luogo, le tempistiche e gli orari in cui si svolge,
vengono definite le regole, le aspettative, la relazione con il
formatore, l’introduzione della giornata formativa, gli obiettivi,
le finalità, gli argomenti, la struttura delle lezioni, i metodi
formativi e le attività del corso da svolgere in team, favorendo il
coinvolgimento, la motivazione e l’apprendimento;
b) la definizione degli attori e dei ruoli, essendo le persone
coinvolte diverse nel ruolo e nelle attività che si svolgono e si
distinguono in committenti (dirigenza), formatori (interni o
esterni all’azienda), docenti (che possono essere esterni
all’azienda, cioè i consulenti, oppure interni, cioè figure esperte)
e partecipanti (dipendenti individuati come destinatari della
formazione);
c) la definizione degli argomenti e delle tematiche, infatti si
definiscono tutti gli argomenti da trattare in maniera analitica,
sia teorici che pratici, vengono delineati dei sotto-argomenti che
andranno a spiegare nel dettaglio i temi da affrontare,
effettuando alla fine un focus conclusivo della giornata con
la raccolta dei feedback sull’esperienza vissuta e sull’impatto
del percorso formativo con relativi test finali di gradimento, di
soddisfazione e di apprendimento del corso da parte del
personale formato;
d) la definizione delle attività proposte e dei materiali di supporto,
ovvero si individuano le rispettive attività con eventuali
materiali usati durante il loro svolgimento;
e) la definizione delle metodologie, ovvero viene elencato
l’insieme delle tecniche e dei metodi utilizzati per favorire e
migliorare l’apprendimento e rendere più efficace lo sviluppo e
la coerenza del percorso formativo, favorendo quei metodi o
attività che risultano più in linea con le necessità formative
dell’organizzazione .
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Aspetti rilevanti in questo contesto sono altresì la motivazione del
personale nel prendere parte all’intervento formativo, che non deve
derivare da un’imposizione dei vertici aziendali ma dalla volontà
personale dei lavoratori. È importante quindi fare leva sulla
motivazione per rafforzare il sentimento di appartenenza al team e
all’impresa; ad esempio, per un dipendente che segue un corso di
“Come progettare la formazione in azienda”, di Stefano Tribastone,
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www.corsielavoro.it, 3 giugno 2022 7
formazione e valida le proprie competenze progredendo nel suo
percorso professionale, la soddisfazione che ne deriva gli farà venir
voglia di essere maggiormente coinvolto nella vita dell’impresa.
Il percorso di formazione non incide solo sul piano dello sviluppo
professionale ma anche e soprattutto su quello personale. Formare,
infatti, significa anche dare l’opportunità ad ognuno di conoscersi
meglio, superare i propri limiti, avere uno sguardo nuovo su di sé e
fare il punto sui risultati ottenuti e sulle proprie competenze.
Particolare attenzione inoltre deve essere dedicata con riguardo al
luogo e al tempo in cui le attività devono essere svolte. Nella
redazione del piano, infatti, occorre individuare la sede più adatta per
l’apprendimento, possibilmente un’aula in grado di evitare distrazioni
e di stimolare la concentrazione e l’attenzione nel corso da parte del
personale (ad esempio, se l’obiettivo sarà trasmettere conoscenze
generali il luogo ideale potrà essere una sala riunioni dislocata mentre
per imparare il funzionamento di un nuovo macchinario il luogo non
potrà che essere l’azienda); con riguardo alla scansione dei tempi di
erogazione delle attività, questa dovrà risultare omogenea in modo da
evitare il rischio per i lavoratori di dimenticare quanto appreso nella
precedente riunione, e quindi di dover spendere ulteriore tempo da
parte del docente per spiegare nuovamente quanto già insegnato,
nonché per permettere agli di organizzare i loro impegni lavorativi.
Ricoprono rilevanza anche le metodologie e l’innovazione. Con
riguardo alle prime, è importante presentare nel dettaglio il
calendario dei corsi e l’assegnazione delle aule in modo che il piano
formativo garantisca l’alternanza dei lavoratori a ciascun corso,
pianificando le lezioni in modo da consentire a tutti i dipendenti
coinvolti di partecipare a rotazione. Con riguardo all’innovazione, il
piano formativo può coprire un periodo massimo di 12 mesi, dunque è
necessario prevedere un aggiornamento del progetto (qualora, in
quest’arco temporale, nell’azienda subentrino delle innovazioni di
prodotto e/o di processo che richiedano la formazione dei
dipendenti) .
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Una volta che il piano è stato definito, sviluppato e messo in atto
all’interno dell’azienda si passa alla valutazione dei risultati; al suo
interno infatti devono essere sempre indicati i metodi di valutazione
finale, che aiuteranno a comprendere se i dipendenti hanno raggiunto
gli obiettivi specifici della formazione, oltre a raccogliere i loro
feedback. Tuttavia, si tratta di una valutazione dei risultati a breve
“Come scrivere un piano formativo”, www.centrostudiformazionelavoro.it, 14
9
dicembre 2022 8
termine poiché i veri risultati, ovvero quelli aziendali, si vedranno solo
sul lungo termine, quando le nuove competenze acquisite dai
dipendenti saranno messe auspicabilmente in atto.
Le modalità di erogazione e di accesso
La fase di erogazione consiste nella realizzazione dei singoli interventi
formativi, secondo quanto previsto dal piano formativo, con varie
modalità. Non si può ritenere con certezza che alcune siano migliori di
altre in quanto ognuna di esse risponde a esigenze diverse e, per
questo motivo, ciascuna azienda che metta in atto un piano di
formazione si avvale della modalità che ritiene più congrua per il
raggiungimento dei suoi obiettivi.
I principali metodi di erogazione sono:
1) la formazione in aula (anche detta “formazione in presenza”), è
la metodologia di formazione tradizionale in cui si riunisce un
gruppo di studenti in un’aula guidata da un docente.
Comprende un metodo passivo (il docente prepara dei contenuti
prefissati ed esposti in modo standardizzato all’allievo) e un
metodo attivo (basato su scambi di domande e risposte,
discussioni e analisi di casi, esempi concreti ed esercizi di
simulazione). Nel mondo aziendale, può avvenire anche sotto
forma di tutoraggio, coaching o workshop pratici. Tra i principali
vantaggi vi è l’elemento umano poiché i discenti possono
interagire direttamente sia
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Didattica della formazione
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Formazione del seme
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Progettare la formazione, Didattica
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Formazione del colesterolo