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Esercizio 1. Sia r la retta in passante per i punti P (a 2, a 1, a ) e Q(1, 0). Sia π

R

a a

− ∈

il piano di equazione x 3y + z + 7 = 0. Determinare i valori di a se esistono, tali che

R,

1. r sia parallela a π;

a

2. r sia ortogonale a π.

a

Svolgimento

1. Sappiamo dalla teoria che r (di parametri direttori ℓ, m, n) è parallela a un piano di

a

equazione ax + by + cz + d = 0 se, e solo se, aℓ + bm + cn = 0.

−−→ 2 2

− −a, −a − −a, −a

Poiché P Q = (3 a, ), dei parametri direttori per r sono 3 a, (o anche

a a

2

− −

a 3, a, a ) e r è parallela a π : x 3y + z + 7 = 0 se, e solo se,

a 2 − −

a 2a 3 = 0,

∈ {−1,

cioè se, e solo se, a 3}. 2

− −3,

2. r è ortogonale a π se e solo se (a 3, a, a ) è multiplo di (1, 1), cioè se e solo se esiste

a ∈

κ tale che

R  −

a 3 = κ

 −3κ

a =

2

a = κ.

 −3/4

La prima e la seconda equazione conducono a κ = e a = 9/4, valori che, sostituiti

−3/4).

nella terza, implicano un assurdo (81/16 = Non esistono, quindi, valori di a tali

che r sia perpendicolare a π.

a 2 −

Esercizio 2. Siano π il piano di equazione a x + 4ay + z 5 = 0 e r la retta di equazioni

a x + y = 2

x 4y + z = 1.

Al variare di a dire quando r è parallela a π , quando è incidente a π e quando è contenuta

R, a a

in π .

a Affrontiamo innanzitutto il problema del parallelismo. Parametri direttori di r sono

Svolgimento. 2

−1, −5. − −

1, La condizione di parallelismo fra retta e piano conduce all’equazione a 4a 5 = 0,

−1

da cui a = 5, sono i due valori di a per cui r è parallela a π .

a

Per rispondere alle altre domande, ci basiamo sulla considerazione che se una retta è parallela

a un piano, allora o è contenuta nel piano, oppure non ha punti comuni con esso; altrimenti,

se la retta non è parallela al piano, allora con esso ha esattamente un punto in comune (è

̸∈ {5, −1}.

incidente). Dunque possiamo dire subito che r e π sono incidenti esattamente per a

a

Studiamo ora se esistono valori di a tali che r sia contenuta in π . Una retta r contenuta

a

∈ {5, −1}.

in π è, in particolare, parallela a π , quindi dobbiamo assumere a Prendiamo poi

a a −1);

un punto arbitrario di r, per esempio P (2, 0, se P appartiene a π , allora tutta la retta

a

è contenuta in π , mentre se P non appartiene a π , allora la retta non è contenuta in π .

a a a

2 −

Imponendo l’appartenenza di P a π otteniamo a 3 = 0. Questa equazione non è soddisfatta

a

∈ {5, −1},

nel caso a qui r non è mai contenuta in π .

a

−1),

Esercizio 3. Dati i punti A(3, 0, 0), B(1, 0, C(2, 2, 3), D(0, 3, 2), trovare, qualora esistenti,

equazioni cartesiane dei piani seguenti:

1. il piano π contenente il punto C e la retta AB;

1

2. il piano π contenente la retta AB e parallelo alla retta CD;

2

3. il piano π contenente la retta AB e ortogonale alla retta CD.

3

Svolgimento.

1. Le equazioni cartesiane della retta AB sono

− −

x 2z 3 = 0 .

y = 0

I piani contenenti AB hanno equazione

− −

λ(x 2z 3) + µy = 0, (1)

2

con λ e µ reali, non entrambi nulli. Imponendo che C appartenga a π si ottiene λ = µ,

7

da cui 2 − −

µ(x 2z 3) + µy = 0.

7

̸

Poiché µ = 0, dividendo per µ si giunge infine a

− −

2x + 7y 4z 6 = 0. −1,

2. Come parametri direttori della retta CD scegliamo, per esempio, (2, 1). A partire da

(1), la condizione da imporre è −2λ) · −1,

(λ, µ, (2, 1) = 0,

da cui µ = 0. L’equazione di π è quindi

2 − −

x 2z 3 = 0. −2λ) −1,

3. La condizione da imporre in questo caso è che (λ, µ, sia multiplo di (2, 1), cioè

 λ = 2c

 −c

µ =

−2λ = c

per qualche c La relazione che si ottiene è λ = µ = 0, quindi π non esiste.

R. 3

Esercizio 4. 1. Scrivere la matrice associata alla forma quadratica

2 2

− −

f (x, y, z) = 10(x + y)z 8(x + y) 3z .

2. Classificare la forma quadratica, stabilendo, in particolare, se esistono x, y, z reali tali che

f (x, y, z) > 0.

Svolgimento.

1. Riscriviamo f come 2 2 2

−8x − − −

f (x, y, z) = 8y 3z 16xy + 10xz + 10yz.

La matrice associata a f è  

−8 −8 5

−8 −8 5

A = .

f  

−3

5 5

2. Cerchiamo di classificare la forma f usando il criterio degli autovalori. Calcoliamo

−8 − −8

t 5

−8 −8 − t 5

p (t) =

A f −3 −

5 5 t

−8 − −8 −8 −8 −

t 5 5 t

= (−8 t) +8 +5

−3 − −3 −

5 t 5 t 5 5

2

−t(t −

= + 19t 2).

2

−t(t −

Quindi p (t) = + 19t 2) ha tre autovalori distinti: 0 e

A f √ 2

−19 ± 19 + 8 .

2

I due autovalori diversi da zero sono uno positivo e uno negativo, quindi la forma f è

indefinita. Di conseguenza, esistono x, y, z tali che f (x, y, z) > 0. (Una scelta possibile è,

32

−1,

per esempio, x = y = 2, z = ).

Esercizio 5. Data la matrice  

7 0 0

−m ∈

0 2

B = , m R,

m  

−m

0 1

(a) scrivere la forma quadratica corrispondente f , qualora essa esista, e classificarla nel caso in

m

cui m = 1.

(b) Classificare poi la forma quadratica corrispondente f , qualora essa esista, al variare di

m

m R. ∈

Svolgimento. La matrice assegnata è reale simmetrica per ogni valore di m esiste quindi

R,

una forma quadratica associata f . Risulta

m 2 2 2 −

f (x, y, z) = 7x + 2y + z 2myz.

m

Per m = 1, la matrice è  

7 0 0

−1

0 2

B = .

1  

−1

0 1

1

Il criterio dei minori di Nord Ovest permette di concludere che f è definita positiva, perché

1

il primo minore vale 7, il secondo vale 14, il terzo 7.

(b) Cerchiamo di classificare la forma f usando il criterio degli autovalori. Calcoliamo

m

7 t 0 0

− −m

0 2 t

p (t) =

B

m −m −

0 1 t 2 2

2

− − −

− − − − = (7 t) t 3t + 2 m

= (7 t) (2 t)(1 t) m

− − −

= (7 t)(t µ )(t µ ),

+

1 2

±

ove µ = (3 1 + 4m ).

± 2

Quindi p (t) ha tre autovalori reali: 7, µ e µ .

B +

m

Distinguiamo ora tre casi, al variare di h:

√ √

• 2

|m| 2, si ha 1 + 4m < 3, quindi i tre autovalori sono tutti strettamente positivi,

se <

e la forma quadratica è definita positiva.

• |m|

se = 2, allora µ = 0, mentre 7 e µ sono positivi, quindi la forma quadratica è

− +

semidefinita positiva.

• |m|

se > 2, allora µ < 0, mentre 7 e µ sono positivi, quindi la forma quadratica è

− +

indefinita.

Esercizio 6. È data la forma quadratica

2 2 2

f (x, y, z) = x + 4xy + 5y 4yz + 4z .

1. Scrivere la matrice associata a f e classificare la forma quadratica.

2. Stabilire se esistono vettori (x, y, z) tali che f (x, y, z) < 0.

Svolgimento.

1. La matrice associata a f è  

1 2 0

−2

2 5

A = .

f  

−2

0 4

Classifichiamo la forma f usando il criterio degli autovalori. Calcoliamo

1 t 2 0

− −2

2 5 t

p (t) =

A f −2 −

0 4 t

− −2 −2

5 t 2

− −

= (1 t) 2

−2 − −

4 t 0 4 t

2

−t(t − −t(t − −

= 10t + 21) = 3)(t 7).

Quindi p (t) ha tre autovalori distinti: 0, 3 e 7. Poiché gli autovalori sono maggiori oppure

A f

uguali a zero e uno di esse vale 0, la forma f è semidefinita positiva.

1 Quando si lavora con la matrice simmetrica associata a una forma quadratica f , per classificare f si possono

usare il criterio degli autovalori o anche il criterio di Nord Ovest.

3

2. Non esistono vettori (x, y, z) tali che f (x, y, z) < 0, poiché f è semidefinita positiva

R 3

≥ ∈

(e quindi f (x, y, z) 0 per ogni (x, y, z) ).

R

Esercizio 7. Sia  

3 0 0

−5

8 3

A = .

 

−2

8 0

1. Stabilire se A è diagonalizzabile su R. −1

∈ M(3×3, −2).

2. In caso affermativo, trovare una matrice C tale che C AC = diag(3, 3,

R)

Svolgimento.

Calcoliamo il polinomio caratteristico di A. Risulta 2

− − − −(3 −

p (λ) = (3 λ)[(3 λ)(−2 λ)] = λ) (λ + 2).

A

Osserviamo che il polinomio caratteristico di A è completamente riducibile su R.

−2

Le radici di p (λ) sono 3 (con molteplicità algebrica 2) e (con molteplicità algebrica,

A

quindi anche geometrica, pari a 1).

Calcoliamo la molteplicità geometrica dell’autovalore 3:

 

0 0 0

−5 −

− − 8 0 = 3 1 = 2 = m (2).

= 3 rk

m (2) = 3 rk A 3I a

g 3  

−5

8 0

Quindi A è diagonalizzabile su R.

Calcoliamo l’autospazio associato a λ = 3. Si ha

3

{X ∈ − }

E (3) = = (x, y, z) : (A 3I )X = 0

R

A 3 3×1

 

0 0 0

3 −5 }.

{X ∈ 8 0 X = 0

= = (x, y, z) :

R 3×1

 

−5

8 0

 

0 0 0

−5

8 0

Riscriviamo X = 0 nella forma

3×1

 

−5

8 0  0 = 0

 −

8x 5z = 0

8x 5z = 0.

Risulta quindi 8 8

{X ∈ ⟨(1,

E (3) = = (x, y, x) : z = 0, ), (0, 1, 0)⟩.

R}

A 5 5

−2.

Calcoliamo poi l’autospazio associato a λ = Si ha

3

{X ∈ }

E (−2) = = (x, y, z) : (A + 2I )X = 0

R

A 3 3×1

 

5 0 0

3 −5

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/02 Algebra

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Tiglio375 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di algebra lineare e geometria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Zanella Corrado.