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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Fabiani Maria

Ogni anno in Italia oltre 11.000 donne muoiono di cancro mammario. Questo tipo di rischio in Italia aumenta rapidamente in relazione all’età, raggiungendo un tasso annuo superiore ai 150 casi per 100.000 di donne in menopausa, per poi continuare a crescere, più lentamente, fino a tarda età. Questo elemento è evidente in tutte le popolazioni ad incidenza e mortalità stabili, mentre nelle popolazioni in cui il rischio è in rapido aumento; l’incidenza nelle donne in menopausa, appartenenti a generazioni più recenti e quindi esposte per tutta la vita ai fattori responsabili dell’aumento del rischio, può risultare uguale o addirittura superiore a quella delle donne nel tempo successivo alla menopausa. Oggi c’è una percentuale più alta di donne che sopravvivono al cancro al seno, ma i regimi di trattamento sono purtroppo accompagnati da una serie di precauzioni di interesse fisico, psichico, esistenziali e sociali; questa fase di sopravvivenza al cancro al seno è considerato un processo che ha inizio dalla diagnosi della malattia e sembra non cessare sino al termine della vita. Questa sopravvivenza è associata a vari cambiamenti che hanno un impatto notevole sulla vita delle donne nelle loro diverse fasi della malattia, ognuna però in rapporto con le esigenze fisiche di ogni donna concentrandosi sui loro aspetti psicosociali differenziando metodi personalizzati per ogni donna presa in esame.
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Il problema del comportamento violento nelle malattie mentali si inquadra in una dimensione legata a molteplici aspetti di tipo culturale, ambientale, politico, sociale solo talvolta correlato con il disturbo psichiatrico. Numerosi studi clinici hanno indagato la relazione esistente fra i disturbi psichiatrici ,la gravità della malattia, la comorbilità e altri fattori quali l’età ,il sesso ecc.(Tardiff,1998) Il 10% dei pazienti adulti al momento del ricovero in un reparto in un reparto psichiatrico presenta un comportamento aggressivo (Ferns,2007), il 22,5 % dei pazienti psichiatrici adulti ha presentato almeno un episodio di aggressivitàetero-diretta e il 40% degli operatori psichiatrici ha subito almeno un episodio di aggressività. Gli psichiatri e gli operatori devono, quindi dare delle risposte quando i soggetti agiscono violenti che siano direttamente correlati al disturbo psichiatrico. In fase acuta i comportamenti ad esprimere la responsabilitàdi trattare le malattie psichiatriche (la violenza può essere una complicanza o anche la manifestazione stessa della riacutizzazione del disturbo) e anche la responsabilitàdi proteggere potenziali vittime che molto spesso posso essere gli stessi operatori. Il rapporto tra patologia mentale e comportamento aggressivo è stato sempre argomento molto discusso e controverso. Faticosamente attorno a questo tema è stata costruita un’attenzione libera da pregiudizi ideologici. è necessario che sul tema del comportamento aggressivo violento nei disturbi psichiatrici si sviluppi una ricerca che approfondisca la conoscenza sul piano teorico e pratico con la finalità di individuare specifici modelli interpretativi e di intervento (Amore,D'ambrosio,1998).
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Tesi per l'Università degli Studi Tor Vergata - Uniroma2, Facoltà di Medicina e Chirurgia elaborata dall’autore nell’ambito del corso di Metodologia della ricerca tenuto dalla professoressa Fabiani dal titolo Revisione qualitativa. Scarica il file in formato PDF!
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