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STORIA DELLA GLOBALIZZAZIONE E DEI MERCATI

INTERNAZIONALI

LEZIONE 1

1. La globalizzazione è caratterizzata da:

l'affermazione delle ICT (Information and

Communication Tecnology)

2. Il concetto di "villaggio globale" per descrivere

la globalizzazione è di: Marshall McLuhan

3. La globalizzazione si afferma con: la vittoria

della logica del libero mercato e la

finanziarizzazione dell'economia

4. La globalizzazione causa la crisi del: la funzione

dello Stato come regolatore dell'economia

5. Con la globalizzazione frist movers della

rivoluzione industriale diventano: economie di

servizio

6. Con la globalizzazione i paesi emergenti sono:

Cina, India, Russia e Brasile

7. La globalizzazione per l'Unione Europea è:

causa di inasprimento delle differenze al suo

interno e conseguente crisi del ruolo degli stati-

nazione

8. La crisi della globalizzazione si manifesta con:

crisi mutui sub prime e crisi debiti sovrani

9. Con Washington Consensus e il Keynesian

Consensus, intendiamo: due modelli economici

alternativi

10. La globalizzazione comporta problemi un

dilemma di difficile soluzione per: la sovranità

nazionale e la rappresentanza

LEZIONE 2

1. Grazie alla Storia Economica comprendiamo: i

processi diacronici nella loro dimensione

evolutiva

2. La Storia Economica nel breve periodo studia:

le congiunture e le fluttuazioni

3. La Storia Economica nel lungo periodo studia:

l'evoluzione dei sistemi economici, lo sviluppo, i

trend e i cicli

4. Con sistema economico intendiamo:

l'organizzazione economica complessiva in una

determinata area geografica

5. La prospettiva dinamica della Storia Economica

studia: i cambiamenti della struttura economica

in generale

6.John Kenneth Galbraith sostiene che: la teoria e

l'insegnamento dell'economia, sono ovunque

molto lontani dalla realtà

7. La globalizzazione aumenta la conflittualità fra:

capitale e lavoro

8. La globalizzazione vede l'affermarsi del:

mainstream neoclassico

9. Douglas North ci fornisce gli strumenti per

criticare: il modello neoclassico

10. La crisi economica del 2008 non è stata

prevista da: dalla teoria economica dominante

che si basa sull'equilibrio fra domanda e offerta

LEZIONE 3

1. Comprendere le categorie di crisi e di sviluppo

permette: di inquadrare i problemi

dell'economia in una prospettiva dinamica ed

evolutiva

2. Adam Smith nel 1776 avviò una riflessione per

descrivere un processo innescato: da due grandi

"cesure" epocali come le scoperte geografiche e

la Rivoluzione Industriale

3. Nell'analisi della scuola classica e in particolare

di Smith e Ricardo, la questione dello "stato

stazionario": non è utilizzato come base per una

teoria organica della crisi

4. Secondo la teoria di Marx, le crisi economiche:

sono elementi strutturali del processo

economico

5. Analizzando il rapporto tra crisi e sviluppo, gli

economisti neoclassici: negano il concetto di crisi

di sistema ed enfatizzano il tema delle scelte

razionali dei soggetti

6. Analizzando il rapporto tra crisi e sviluppo, la

cosiddetta Rivoluzione Marginalista di fine

Ottocento: criticò fortemente l'esistenza della

contraddizione fra capitale e lavoro tipica della

teoria marxista

7. Le prime riflessioni sul tema dello sviluppo

economico: si ebbero nella fase che coincise con

l'ascesa del sistema industriale capitalistico in

cui si registrò una vivace disputa teorica fra

scuole diverse

8. Analizzando il rapporto tra crisi e sviluppo, la

teoria neoclassica: criticò fortemente

l'impostazione di stampo marxista e pose come

punto focale della sua teoria il raggiungimento

nel sistema economico di un punto di equilibrio

efficiente

9. Analizzando il rapporto tra crisi e sviluppo, il

metodo utilizzato dagli economisti della Scuola

Neoclassica: era di natura deduttiva e puntava a

formulare leggi economiche universalmente

valide, in qualsiasi luogo e tempo

10. Analizzando il rapporto tra crisi e sviluppo, la

Scuola Neoclassica e soprattutto quella

marginalista si caratterizzano, tra le altre cose:

per porre al centro delle loro analisi la questione

dell'equilibrio economico del mercato e quella

relativa alla allocazione ottimale delle risorse

LEZIONE 4

1. Fra vari elementi alla base del capitalismo,

troviamo: la formazione e l'impiego del capitale

2. Il capitalismo si afferma con: Rivoluzione

industriale

3. Nel Cinquecento furono un'istituzione

fondamentale per lo sviluppo del capitalismo: le

banche sul modello di quelle dei Fugger

4. Per il Putting-out è decisiva la figura del:

mercante - imprenditore

5. Il Putting-out system dà vita alla: Rivoluzione

preindustriale

6. Con la nascita del capitalismo industriale

abbiamo: la fine del corporativismo

7. Alla sua nascita, il capitalismo industriale si

avvalse: dell'espansione dell'economia di

mercato

8. La divisione del lavoro riguarda: la produzione

nelle fabbriche e la specializzazione del

commercio internazionale

9. Con la Rivoluzione americana e la Rivoluzione

francese si afferma: il principio di Libertà per

l'individuo e la tutela della proprietà privata

10. La nazione egemone nella fase della nascita

del capitalismo industriale è: l'Inghilterra

LEZIONE 5

1. La teoria di Marx di basa su: la teoria di Smith

e Ricardo

2. Alla base della ricchezza di una nazione per

Smith c'è: il lavoro produttivo

3. Per Marx la conseguenza del capitalismo è: lo

sfruttamento della classe operaia

4. Smith analizza la differenza fra: valore d'uso e

valore di scambio

5. Il pensiero di Marx si basa su quello del filosofo:

Hegel

6. Marx parla di: conflitto fra capitale e lavoro

7. Per Marx, il capitalista acquista: forza lavoro

8. L'economia collettivista di ispirazione marxista

si è affermata in: Paesi a con sistema economico

feudale o preindustriale

9. Marx prevede: l'interconnessione

dell'economia internazionale

10. Il marxismo va in crisi con: il fallimento delle

economie collettivistiche

LEZIONE 6

1. Il percorso di diffusione del modello industriale

sul continente nel corso del XIX secolo può essere

definito: diversificato a seconda delle diverse

realtà storico-scoiali

2. Tra il 1890 e il 1910, nel periodo generalmente

denominato come la belle époque: l'Europa

sembrava avere consolidato il proprio primato

economico, culturale e sociale a livello

planetario

3. L'Ottocento può essere considerato, sotto il

profilo politico, economico e militare: il secolo

inglese

4. Alcune delle caratteristiche assunte dal

capitalismo tra la fine dell'Ottocento e all'inizio

del Novecento possono essere: una forte

capacità espansiva del sistema, l'incremento

degli scambi, l'adozione del gold standard

5. Tra gli elementi caratteristici dello sviluppo

industriale della belle epoque si possono

ricordare: mobilità di beni e fattori della

produzione, stabilità finanziaria, nuova

espansione coloniale

6. Il gold standard: è lo strumento che consente

di costruire un sistema di cambi fissi tra le valute

internazionali, ancorando il valore di ogni divisa

al corrispettivo in oro

7. La grande impresa americana garantisce, tra le

altre cose: economie di scala, per ridurre i costi

di produzione, assumendo la realizzazione del

prodotto dall'inizio alla fine

8. L'ascesa delle grandi corporation in America

porta: al collocamento dei titoli e all'avvio, in

alcuni casi, di un primo processo di separazione

tra proprietà azionaria e management che dirige

l'azienda

9. Le prime organizzazioni associative di

lavoratori: nacquero in Inghilterra sotto forma di

società di mutuo soccorso

10. La Rerum Novarum di Leone XIII: chiedeva agli

operai di non seguire le idee atee del marxismo,

ma ammoniva i capitalisti della necessità di

migliorare le condizioni di vita degli operai

LEZIONE 7

1. La dinamica del capitalismo è caratterizzato da:

tendenze di fondo e fluttuazioni di ampiezza e

intensità variabili

2. Un esempio di un secolare è: diminuzione nel

corso dei secoli dei lavoratori del settore agricolo

a favore di quelli nell'industria e nei servizi

3. Parallelamente ai trend secolari si sviluppano:

variazioni cicliche dello sviluppo

4. Per spiegare le crisi Smith e Ricardo parlando di

fenomeni di: overtrading

5. Sismondi e Malthus spiegano le crisi come

l'effetto di: sovrapproduzione

6. La teoria dei cicli economici viene rivoluzionata

da: Juglar

7. Per Juglar le crisi sono: parti di una dinamica

sistemica

8. Nicolai Kondrat'ev scoprì: onde maggiori di

40/60 anni

9. Schumpeter elabora una: teoria organica dei

cicli

10. Alla base di un nuovo ciclo economico per

Schumpeter c'è: grappoli o sciami di innovazioni

LEZIONE 8

1. Schumpeter le onde Kondrat'ev coincidono con

le: Rivoluzioni industriali

2. Fasi in cui si registra il crollo dei prezzi sono: dal

1815 al 1849 e dal 1874 al 1896

3. Nella seconda parte del ciclo Kondrat'ev si

registra: tendenza alla finanziarizzazione

4. E' una caratteristica comune ai cicli nella loro

fase espansiva: si è avuto un grappolo di

innovazioni

5. Una caratteristica della fase espansiva

osservata da Kondrat'ev è: l'aumento della

disponibilità di oro

6. Le crisi economiche sono seguite generalmente

da: conflitti e crisi internazionali

7. Le crisi economiche: accentuano tendenze di

fondo dell'inversione del ciclo

8. Il colonialismo: servì per trovare nuovi mercati

di sbocco

9. L'espansione e l'interrelazione dei mercati

portano anche: crisi economiche

progressivamente più grandi

10. Lo sviluppo delle ferrovie fu accompagnato

da: l'aumento dell'importanza delle banche e del

capitalismo finanziario

LEZIONE 9

1. Con la liberazione delle forze del mercato dal

controllo dello Stato e con il successo delle ICT: Si

afferma mercato in cui domanda e offerta

interagiscono a livello globale

2. Il concetto di globalizzazione è una prospettiva

diversa con cui possiamo guardare il passato, esso

riguarda: La dimensione inter-nazionale, inter-

culturale e inter-continentale

3. Ulrich Beck e Anthony Giddens sostengono che

la globalizzazione: Una nuova epoca, il frutto di

una frattura radicale con il passato

4. La globalizzazione att

Dettagli
A.A. 2024-2025
127 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher costa.antonina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle istituzioni economiche e delle politiche del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Cringoli Gerardo.