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DNA.
Descriva in sintesi la regolazione dell’attività enzimatica: la regolazione
15. dell’attività enzimatica consente di rispondere alle diverse esigenze
metaboliche della cellula. In ogni via metabolica una o più reazioni sono
catalizzate da enzimi regolatori. Gli enzimi regolatori possono
aumentare o ridurre la loro attività catalitica in risposta a determinati
segnali.
16. Mi presenti i principali fattori che possono abbassare l’energia di
attivazione: per abbassare l’energia di attivazione e consentire lo
svolgimento delle reazioni chimiche vi sono i catalizzatori biologici,
sostanze che si legano ai reagenti della reazione chimica e ne abbassano
la soglia di attivazione, non entrano a far parte della reazione stessa
compromettendola e alla fine ritornano ad essere ulteriormente
disponibili per nuovi cicli di reazione.
17. Metta a confronto microscopia ottica ed elettronica: il microscopio
ottico ha il limite di risoluzione intorno a 0,2 micrometri che
corrispondono alle dimensioni di un piccolo batterio, quindi gli organuli
molto piccoli non possono essere analizzati. Il microscopio elettronico
invece ha una risoluzione intorno ad un nanometro, ciò ha permesso di
analizzare e scoprire le composizioni interne delle cellule eucariote e
procariote.
18. Metta in evidenza l’organizzazione strutturale dal livello microscopico
a quello molecolare della cromatina: nelle cellule eucariote il materiale
genetico si trova in una struttura composta da DNA e proteine, gli Istoni,
questa struttura prende il nome di cromatina. La parte principale è il
nucleosoma una struttura fondamentale che permette alla molecola del
DNA di compattarsi ed essere contenuta nel nucleo. Ciò avviene perché
se il DNA non fosse avvolto misurerebbe quasi 2 mentri.
19. Maturazione dell’RNA: lo splicing: lo splicing fu scoperto intorno agli
anni 70 quando si capì che e gli eucarioti possiedono geni discontinui,
più lunghi dei corrispondenti mRNA, che diventano tali tramite
l’eliminazione di sequenze interne. Questi filamenti eliminati furono
chiamati introni, mentre vennero chiamati esoni i filamenti che formano
gli mRNA maturi. Dopo la sintesi dell'hnRNA, il processo di splicing, che
consiste nel taglio degli introni e nella saldatura delle estremità degli
esoni, separa le sequenze introniche da quelle esoniche e produce una
molecola continua e quindi traducibile di mRNA. Lo splicing degli hnRNA
avviene mediante l'interazione dell'RNA stesso con particelle
ribonucleoproteiche nucleari, costituite da molecole di RNA e proteine,
che porta alla formazione di strutture che ricordano quella dei
nucleosomi e che sono denominate spliceosomi. Le particelle
responsabili di tale processo sono dette snRN.
20. Definire l’effetto della deacetilazione degli istoni: L’istone deacetilasi
ha come effetto quello di restaurare l’alta affinità degli istoni per il DNA
tramite un’azione inibitrice sulla trascrizione.
21. Mi presenti la regolazione dell’espressione genica negli eucarioti:
l’espressione genetica negli eucarioti è regolata dalla metilazione del
DNA, una reazione catalizzata da enzimi (DNA metiltransferasi), nella
quale un gruppo metilico è legato al C5 delle citosine presenti in
sequenze dinucleotidiche CG. Le sequenze CG possono essere
raggruppate in numero elevato in determinate regioni cromosomiche,
compresi alcuni promotori genici costituendo le cosiddette isole CpG.
Queste isole possono andare incontro a processi di massiccia
metilazione, che inibisce la trascrizione dei geni adiacenti a causa del
legame ad esse di fattori, quali proteine denominate MeCPs, che a loro
volta reclutano altri repressori trascrizionali.
22. Definire la funzione delle proteine transmembrana: Singer e Nicolson
con il loro modello a mosaico fluido della membrana individuarono
anche le proteine integrali e periferiche. Le proteine integrali
comprendono proteine transmembrana le quali possiedono uno o più
domini idrofobi che le “incastonano” nel doppio strato lipidico tramite
interazioni fisiche, e proteine “ancorate” a lipidi di membrana mediante
formazione di un legame covalente fra un amminoacido della loro
catena polipeptidica e un glicolipide di membrana o una molecola
lipidica che si insinua fra i fosfogliceridi di membrana.
23. Descrivere i principali componenti dei mitocondri: i mitocondri sono
costituiti da una membrana esterna ed una interna. Quella interna
ripiegata forma creste mitocondriali e contiene la matrice mitocondriale,
in cui si trovano gli enzimi necessari per lo svolgimento del ciclo di Krebs
ed un cromosoma.
24. Che cos’è l’apoptasi? L'apoptosi è un fenomeno di morte programmata
della cellula, tramite questo processo la cellula è disassemblata in tutte
le sue componenti. È diversa dalla necrosi che è invece una morte
passiva causata da un trauma.
25. Lo studente illustri un esempio di legame del citoscheletro con la
malattia di Alzheimer: Il citoscheletro è costituito da proteine che
formano strutture appartenenti a tre tipi principali: microfilamenti,
filamenti intermedi e microtubuli. Quest'ultimi hanno delle proteine
associate che permettono le funzioni di assemblaggio e disassemblaggio,
vengono chiamate MAP. Cellule appartenenti a tessuti diversi
possiedono diversi tipi di MAP. Nei neuroni sono state tra l'altro
identificate le proteine MAP-1 e MAP-2 e la proteina tau, la quale è
particolarmente abbondante nelle lesioni encefaliche presenti nei malati
di Alzheimer.
26. Lo studente descriva le proteine regolatrici del ciclo cellulare: il ciclo
cellulare è regolato da proteine chiamate CDK che si associano alle
cicline.
27. Illustrare in breve cosa sostiene la teoria del neurone di Cajao: la teoria
del neurone di Cajao sostenne che ogni neurone e è in grado di
comunicare con altri neuroni attraverso particolari punti di connessione.
Si scoprì che l’informazione che percorre il neurone segue una traiettoria
unidirezionale arrivando quindi sui dendriti o sul corpo cellulare del
neurone. Fu una scoperta rivoluzionari perché fino a quel momento si
pensava che e l’informazione prodotta da un neurone venisse in qualche
modo trasmessa ad altri neuroni in modo caotico.
28. Che cos’è la regione che viene chiamata nodo di Ranvier? Il nodo di
Ranvier è l’interruzione del rivestimento mielinico dell'assone delle
cellule nervose, che consente all'impulso nervoso di propagarsi più
velocemente che può in modo saltatorio a differenza delle cellule
amieliniche dove ciò non accade.
29. Illustrare i tre tipi di trasporto mediato da proteine: il trasporto può
essere suddiviso in due modalità ovvero quello passivo e quello attivo.
Nel primo caso possiamo parlare di diffusione semplice quando NON è
richiesta energia sottoforma di ATP, ma la “forza motrice” è
rappresentata dal gradiente di concentrazione. Quindi si avrà un
movimento secondo gradiente ovvero le molecole si muovono dal
comparto in cui c’è maggiore concentrazione verso quello in cui c’è una
minor concentrazione. È il caso degli scambi gassosi o piccole molecole
idrofobe, che possono passare in qualsiasi punto del doppio strato
lipidico della membrana. Nel caso della diffusione facilitata (che fa parte
sempre del trasporto passivo) anche in questo caso non è richiesto ATP,
si ha sempre un movimento secondo gradiente ma in questo caso si ha
anche la presenza di canali per il passaggio delle molecole. Ad esempio
gli ioni hanno caratteristiche idrofile quindi non riescono a passare
attraverso la membrana, in questo caso il loro ingresso o la loro uscita
verrà facilitata da proteine che si estendono nello spessore della
membrana, e possono essere proteine carrier, proteine canale o
permeasi, a volte molto specifiche. Nel caso del trasporto attivo si ha il
dispendio di energia sottoforma di ATP in quanto si ha un movimento
CONTRO gradiente mediato dalle pompe. Nel trasporto attivo primario si
muove una sola sostanza e quindi viene definito uniporto. Nel caso del
trasporto attivo secondario si muovono due sostanze
contemporaneamente: se queste si muovono nella stessa direzione
parliamo di simporto, se si muovono in direzioni opposte parliamo di
antiporto. Un esempio è sicuramente il glucosio. Il suo ingresso è
mediato da un trasporto attivo secondario che sfrutta il gradiente
elettrochimico del Na come sorgente energetica.
30. Perché la pompa Na-K è definita elettrogenica? Ad ogni ciclo del suo
funzionamento la pompa Na+-K+ consuma 1 molecola di ATP, causando
la fuoriuscita dalla cellula di 3 ioni Na+ e l'ingresso in essa di 2 ioni K+, a
ciascun ciclo di funzionamento vi è un aumento della negatività del
citoplasma. Viene chiamata elettrogenica perché è generatrice di una
differenza tra le concentrazioni delle cariche elettriche intracellulari
rispetto alle esterne.
31. Definire il potenziale di membrana a riposo: il potenziale di membrana
a riposo è generato e mantenuto nei neuroni dai vari canali ionici e dalla
pompa Na+-K+ che cercano di mantenere una condizione omeostatica di
bilanciamento tra cariche elettriche intracellulari ed extracellulari. Il
potenziale di membrana a riposo è pari a –70mV.
32. Potenziale d’azione: cos’è e quali sono le sue fasi? Il potenziale
d’azione o stimolo nervoso elettrico si trova nei neuroni lungo la
membrana plasmatica dell’assone, è un’improvvisa depolarizzazione del
potenziale di membrana assonale, una volta generato propagandosi
lungo l'intera estensione della membrana assonale e giungendo sino alle
giunzioni sinaptiche ove viene tramutato in stimolo nervoso chimico.
Può essere suddiviso in tre fasi: fase di salita, in cui vi è una forte
depolarizzazione, fase di discesa con una forte iperpolarizzazione, in fine
una fase di recupero con una lieve depolarizzazione in cui viene
recuperato il normale valore del potenziale di membrana.
33. Definire le categorie di neurotrasmettitori: i neurotrasmettitori sono
numerosi e diversi, per questo vengono suddivisi in due categorie:
neurotrasmettitori classici di piccole dimensioni responsabili della
maggior parte delle risposte elettriche rapide del sistema nervoso, i
neuropeptidi, di grandi dimensioni che svolgono funzioni più complesse
con effetti lenti e prolungati.
34. Descrivere il processo di esocitosi di vescicole sinaptiche: L'esocitosi è
un processo comune a tutte le cellule eucarioti, consistente nella fusione
della membrana di una vescicola intracellulare con la faccia interna della
membrana plasmatica, rivers