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Nel judo è’
di peso che sono le stesse per le persone normodotate.
probabile trovare nello stesso incontro un atleta normovedente e uno non
vedente. Gli atleti non vedenti hanno un cerchio rosso al livello della
manica, se l’atleta è anche sordo deve aver cucito sulla spalla un cerchio
giallo. Nel judo per disabili ci saranno 1 arbitro e 2 giudici che avranno il
compito di prendere gli atleti a bordo tatami e di riaccompagnarli a fine
incontro. Al centro del tatami e alla stessa distanza verranno fissate delle
strisce adesive una di colore bianco e una di colore rosso o blu che
serviranno agli atleti per capire in che punto si dovranno fermare. Le
strisce avranno lo stesso colore del chimono e della cintura e variano in
base al livello di preparazione. Dopo il saluto iniziale gli atleti
effettueranno le prese fondamentali e l’arbitro dovrà assicurarsi che le
prese siano effettuate in maniera corretta. Non è possibile nel judo uscire
dall’area del tatami ,se gli atleti usciranno dall’area del tatami l’arbitro
darà un avvertimento per ritornare nell’area di combattimento e in caso di
mancato rientro verrà data una sanzione. Ovviamente per gli atleti non
verrà dato più tempo per rientrare nell’area di combattimento.
vedenti
L’allenatore a differenza di un incontro tra persone normodotate può dare
indicazioni per tutta la durata dell’incontro. Nella seconda parte del
laboratorio ,dopo aver visto in ampia maniera il tema dello sport adattato a
vari tipi di disabilità anche con video ed esempi, abbiamo affrontato
l’approccio e la prevenzione degli infortuni all’allenamento con il
prof.Bonavolontà.
L'obiettivo delle attività motorie preventive è quello di educare la persona
ad uno stile di vita sano, in modo tale da avere una continuità dell'attività
fisica anche in età avanzata e avere una prevenzione sia da infortuni che da
deve essere visto come un continuo percorso volto al
danni. L’allenamento
miglioramento non di una singola perfomance ma allo sviluppo
atletico(obbiettivo Gold) portando così un naturale miglioramento della
prestazione che non è più vista come il punto di arrivo finale ma è vista
come una naturale conseguenza del nostro percorso educativo e
pedagogico. Ci sono però molti fattori che influenzano la prestazione e
possono essere suddivisi in
- allenamento;
- fattori biomeccanici;
- aspetti tecnologici,
- fattori neuropsicologici,
- ottimizzazione del gesto
-analisi della prestazione
-aspetti preventivi e nutrizionali
Ponendo la prestazione come unico obiettivo dell'allenamento, quindi, si
corre il rischio di non ottenere i miglioramenti e risultati sperati. Ad
esempio non è detto che raddoppiando le sedute di allenamento si avrà un
miglioramento della performance anzi molto probabilmente si avrà un
decremento della stessa. L'allenamento deve avere come obiettivo lo
sviluppo di tutte le capacità dell'atleta in maniera sostenibile, ovvero
prestando attenzione anche alle capacità come controllo, l'equilibrio, la
coordinazione. L'allenamento deve avere un approccio funzionale ed essere
versatile. Per approccio funzionale non si intende una disciplina a sè stante
ma si intendono tutte le proposte volte al miglioramento della
prestazione( intesa nella sua complessità e non nel singolo allenamento)
attribuendo il ruolo di protagonista ai movimenti integrati e non più isolati.
Deve essere versatile perchè l'atleta sarà avvantaggiato non solo dalla
possibilità di utilizzare le proprie capacità motorie in discipline diverse
dalla sua, ma anche di servirsene in diversi momenti della gara, diventando
completamente padrone delle proprie capacità.
Al fine di raggiungere uno sviluppo atletico sostenibile , è fondamentale
rispettare la "Piramide delle abilità" di Cook:
-Il Movimento, ovvero le competenze motorie di base, include la mobilità,
l'equilibrio, la coordinazione, e rappresenta la base per lo sviluppo delle
Capacità.
- Le capacità come la forza, la resistenza, la potenza ecc, sono
indispensabili per l'acquisizione delle Abilità, (anche dette "Skills"):
-Skills: Sono le abilità finali (salto,lancio,corsa,ecc…)
In conclusione del laboratorio abbiamo ripreso il discorso sui test di
mobilità e stabilità (Functional Movement Screen, Y Balance Test e
Bunkie Test), sviluppando nel dettaglio gli obiettivi, la modalità di
somministrazione, l’attrezzatura necessaria e i diversi esercizi di questi
strumenti valutativi. Ovviamente bisogna prendere in considerazione che
un punteggio basso nel test non vorrà dire che si verrà incontro ad un
infortunio certo ma dovrà essere preso come un indicatore di maggiore
probabilità ad essere esposti ad un infortunio indiretto(non da contatto).