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LE COMPONENTI DI UN GRAFICO
I grafici possono includere due categorie distinte di elementi:
- Elementi strutturali che consentono la comprensione dei dati
- Elementi decorativi che non sono legati ai dati
Elementi strutturali comprendono:
• Il titolo del grafico; deve essere breve e coinciso ma esemplificativo del
contenuto
• I titoli degli assi; identificano le variabili rappresentate dagli assi. Se si
possono evincere dal titolo del grafico non è necessario ripeterli.
• Le etichette degli assi; identificano le singole modalità o i singoli valori
rappresentati nel grafico.
• L’unità di misura dei dati (per esempio "in migliaia", "%" etc..)
• La griglia; può essere aggiunta per ageolare la lettura e il confronto dei
dati.
• La legenda; identifica simboli, tratteggi o colori usati per rappresentare i
dati.
• Le etichette dei dati; visualizzate sopra o vicino alle barre, alle aree o alle
linee facilitano la lettura del grafico.
• Le note; possono essere aggiunte per fornire definizioni o informazioni
sulla metodologia.
• La fonte dei dati; da dove provengono i dati
17. Descriva le tabelle di contingenza
Le tabelle di contingenza si usano quando vi sono più variabili di tipo
quantitativo discrete o qualitative, possiamo quindi analiticamente
rappresentare più valori nello stesso schema e misurare i rapporti tra le
variabili. Le tabelle di contingenza sono un particolare tipo di tabelle a
doppia entrata (cioè tabelle con etichette di riga e di colonna), utilizzate in
statistica per rappresentare e analizzare le relazioni
tra due o più variabili. In esse si riportano le frequenze congiunte delle
variabili.
18. Descriva moda e mediana.
Moda e mediana sono indici di tendenza centrale, statistiche che
permettono di sintetizzare un insieme di misura tramite un unico valore
"rappresentativo". La moda rappresenta il valore o la modalità che ha la
più alta frequenza all'interno della distribuzione, la mediana è la misura
che occupa la posizione centrale in un campione di dati disposti in ordine
crescente in base al loro valore.
19. Parli dei quantili.
Oltre alla mediana, che divide a metà un insieme di dati ordinati, vengono
usati anche altri indici di posizione che dividono le distribuzioni in
determinate percentuali detti quartili, quantili e percentili. Questi sono detti
indici di posizione non centrale e vengono usati soprattutto per ampi
insiemi di dati. Un quantile è quel valore xq, per il quale la somma delle
frequenze dei valori minori o uguali a xq è uguale al valore q (compreso
tra zero e uno). I quantili (mediana, quartili, decili e percentili) possono
essere usati con le variabili qualitative su scala ordinale. Per questo prima
del loro calcolo è sempre necessario mettere i dati in ordine crescente. I
quantili possono essere usati con le variabili qualitative su scala ordinale e
possono essere usati anche con le variabili quantitative, ma non possono
essere usati con le variabili nominali.
20. Descriva la media aritmetica e ponderata.
Si definisce media aritmetica di più numeri, quel valore che sostituito ai
dati, lascia invariata la loro somma. Indicati con X1, X2,...Xn i numeri dati,
per la definizione si ha:
(X1+X2+...+Xn)/n
Dall' espressione appena vista si ricava dunque M come media aritmetica
semplice.
Quando però si hanno dei valori di Xi ripetuti per K modalità , avremo i dati
con delle frequenze. Allora si calcolerà la seguente formula. Media
ponderata= X1*p1+X2*p2+ +Xn*pn
....
P1+p2+ ...+pn
Per calcolare la media ponderata (o media pesata) tra più numeri è
necessario conoscere il loro peso. A differenza della media aritmetica,
nella media pesata, come suggerisce il nome stesso, ciascun numero ha
una determinata importanza (peso) che influenza il calcolo.
Il valore della media ponderata è dato dalla somma dei prodotti di ciascun
numero per il rispettivo peso, fratto la somma dei pesi. In
sintesi quindi il significato della media ponderata consiste nell'individuare
un valore medio in cui però i valori numerici di partenza hanno ciascuno
una propria importanza, specificata dal proprio peso.
21. Trovi la media della seguente distribuzione esplicitando il
procedimento usato per ottenere il risultato: 7, 3, 5, 4, 7, 6, 9. (la serie
di numeri data potrebbe cambiare ad ogni prova d'esame
La media aritmetica si trova sommando tutti i risultati e dividendoli con il
numero delle risposte effettuate, in questo caso:
(7+3+5+4+7+6+9)/7=41/7=5.85
La media aritmetica ponderata invece si trova moltiplicando ogni possibile
risposta con la frequenza, dividendo per il totale risposte:
risposte Fi
3 1
4 1
5 1
6 1
7 2
9 1
n 7
Media ponderta=
(3*1+4*1+5*1+6*1+7*2+9*1)/7=(3+4+5+6+14+9)/7=41/7=5.85
22. Descriva di gli indici di dispersione.
Un indice di dispersione serve per descrivere sinteticamente una
distribuzione statistica quantitativa, e in modo particolare la misura con la
quale i suoi valori sono distanti da un valore centrale, identificato con un
indice di posizione, solitamente media o mediana.
Sono indicatori di dispersione:
- campo o intervallo di variazione o range → è l'ampiezza dei valori
compresa tra il valore massimo e il valore minimo
Variazione=Xmax-Xmin. Indica il divario tra i dati guardando il minimo e il
massimo valore della distribuzione funziona molto bene se i dati sono
abbastanza uniformemente distribuiti, ma se il minimo o il massimo sono
molto diversi, rischia di diventare un indice poco informativo. Il campo di
variazione è il più semplice indice di variabilità ed è dato dalla differenza
tra il valore massimo di una distribuzione e il valore minimo.
- scarto medio assoluto → è un indice di dispersione che misura la
distanza dalla media aritmetica. Si calcola per caratteri quantitativi ed è la
somma del valore assoluto della differenza tra la modalità Xi e la media
aritmeticaX' dei valori, diviso il numero N dei valori considerati. Lo scarto
dalla media è dato dallo scarto tra ciascuna osservazione di una
distribuzione e la media: di=(Xi-M) Si potrebbe pensare che l’indice più
semplice per descrivere la variabilità dei dati sia la media degli scarti dalla
media. Ma, come abbiamo visto, un’importante proprietà della media
aritmetica è che la media aritmetica degli scarti (xi – M) è uguale a zero.
Una possibile soluzione per usare questo interessante indice sarebbe
dunque quella di elevare gli scarti al quadrato.
- varianza, deviazione standard, coefficiente di variazione e deviazione
media assoluta → La varianza è data dalla somma degli scarti dalla media
elevati al quadrato divisi per N. Lo scarto quadratico medio o deviazione
standard è un indice di dispersione statistico, vale a dire una stima della
variabilità di una popolazione di dati o di una variabile casuale.
- scarto interquartile → è la differenza tra il terzo e il primo quartile, ovvero
l'ampiezza della fascia dei valori che contiene la metà centrale dei valori
osservati. E' un indice di dispersione , cioè una misura di quanto i valori si
allontanino da un valore centrale.
- indice di dispersione di Poisson → è data dalla differenza tra il terzo e il
primo quartile DI=Q3-Q1 E' un indice che non tiene conto di cosa accade
all'interno e agli estremi della distribuzione.
23. Descriva le caratteristiche della deviazione standard.
Lo scarto quadratico medio o deviazione standard è un indice di
dispersione statistico, vale a dire una stima della variabilità di una
popolazione di dati o di una variabile casuale.
Indice di dispersione con unità di misura uguale alla media.
• indica la variabilità assoluta
• Indica di quanto, mediamente, i dati osservati si discostano dalla loro
media.
Si definisce scarto quadratico medio, o deviazione standard, la media
quadratica, semplice o ponderata, degli scarti dei valori dalla media
aritmetica. Lo scarto quadratico medio è tanto più piccolo quanto più i dati
sono prossimi al valore medio ed è uguale a zero se i dati sono tutti uguali
tra loro.
24. Descriva le caratteristiche principali dello scostamento semplice
medio
Un altro indice di variabilità è lo scostamento semplice medio, che è la
media aritmetica dei valori assoluti degli scarti delle Xi da un valore
medio. Si utilizzano due scostamenti semplici medi:
1° lo scostamento semplice medio dalla media aritmetica
2° lo scostamento semplice medio dalla mediana
25. Descriva la distribuzione uniforme di probabilità
La distribuzione discreta uniforme è una distribuzione di probabilità
discreta che è uniforme su un insieme, ovvero che attribuisce la stessa
probabilità ad ogni elemento dell'insieme discreto S su cui è definita (in
particolare l'insieme dev'essere finito). Gli eventi possibili devono essere
equiprobabili.
26. Cos'è una distribuzione di probabilità
Una distribuzione di probabilità è un modello matematico che collega i
valori di una variabile alle probabilità che tali valori possano essere
osservati. Le distribuzioni di probabilità vengono utilizzate per
modellizzare il comportamento di un fenomeno di interesse in relazione
alla popolazione di riferimento, ovvero alla totalità dei casi di cui lo
sperimentatore osserva un dato campione
In base alla scala di misura della variabile di interesse X, possiamo
distinguere due tipi di distribuzioni di probabilità:
1. distribuzioni continue → la variabile viene espressa su un scala
continua (es: il diametro del pistone)
2. distribuzioni discrete → la variabile viene misurata con valori numerici
interi (es: numero di elementi non conformi o difettosi in un circuito
stampato)
27. Descriva la distribuzione binomiale di probabilità
La distribuzione binomiale di probabilità è una distribuzione di probabilità
discreta che descrive il numero di successi in un processo di Bernoulli,
ovvero la variabile aleatoria Sn=X1+X2+...Xn che somma n variabili
aleatorie indipendenti di uguale distribuzione di Bernoulli.Esempi di casi di
distribuzione binomiale sono i risultati di una serie di lanci di una stessa
moneta o di una serie di estrazione da un'urna (con reintroduzione ),
ognuna delle quali può fornire due soli risultati: il successo con probabilità
p e il fallimento con probabilità q=1-p
p : probabilità favorevole all'evento
q=1-p : probabilità sfavorevole all'ev